Servizi igienici giapponesi

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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Testo

SERVIZI IGIENICI

Se la casa giapponese dispone di una vasta gamma di comode attrezzature che consentono di fare il bagno caldo o freddo, non sempre sono così evidenti gli apparecchi igienici più piccoli che servono per lavarsi la faccia e le mani. Mentre ci si affanna a cercarli vengono sempre in mente le case rurali del nostro paese, in cui si scende in cucina e ci si arrangia a lavarsi fra una montagna di secchi e di pentole, oppure si prende un catino e ci si reca al pozzo, cosa di gran lunga preferibile se la mattina è limpida e fresca. In campagna può capitare di vedere un giapponese che si lava la faccia in un secchio o in un catino posato nel cortile o sul ciglio della strada; nelle locande, e perfino nelle case private, si riceve un catino di rame e, dopo essersi procurati un secchio d'acqua, si adopera una zona della veranda come toilette. Che tuttavia questi servizi esistano e siano confortevoli è dimostrato dai disegni che li riproducono.
Può sembrare strano che qualcuno si entusiasmi per un oggetto tanto comune come una cassetta e qualche accessorio che si adopera per lavarsi la faccia e le mani. Ripensando a queste cose si apprezza il lavabo giapponese, con il suo solido catino dal fondo piatto, il capiente vaso in ceramica per l'acqua, e l'ampio spazio in cui si può armeggiare senza paura di spruzzare d'acqua la carta da parati o di mandare in frantumi un mucchio di articoli da toilette inutili. Il lavabo appena descritto di solito si trova nelle case private. Una attrezzatura come questa, posata sul pavimento, non imbarazza affatto il giapponese che vi è abituato, mentre è ritenuta estremamente scomoda dallo straniero, che è costretto a fare toilette stando chinato.
L'ambiente in cui sono sistemati questi servizi di solito è reso molto accogliente dalla lavorazione ornamentale delle parti in legno.
La figura sovrastante mostra un disegno tratto da una illustrazione del volume intitolato Yae Gaki no Den. L'attrezzatura per toilette era sistemata in fondo alla veranda, a livello del pavimento. Una bassa tramezza su lato formava uno schermo e nella nicchia così creata c'era un basso ripiano con il vaso di terracotta per l'acqua. Il pavimento sotto il lavabo era una fitta piattaforma di bambù, da cui interstizi l'acqua versata defluiva all'esterno. La lanterna di carta appesa alla parete, il mestolo e il portasciugamani erano comodamente a portata di mano.
È possibile che esistano altri tipi di servizi, ma bene o male hanno le stesse caratteristiche con questo.
Il portasciugamani merita qualche attenzione perché è costruito con estrema semplicità. Se ne trovano di diversi tipi, per lo più di forma rustica e da appendere. Il tipo più semplice ha la forma di un anello di bambù che sta appeso grazie a un bambù più grosso, in fondo al quale è attaccato. Un altro tipo diffusissimo è fatto con un giogo di bambù le cui estremità inferiori sono saldamente fissate a un bambù più grosso, e contemporaneamente imprigionano un pezzo di bambù che si muove liberamente su e giù lungo il giogo, e che col proprio peso si appoggia sopra l'asciugamano messo a cavallo del bambù fissato che sta sotto. Un altro tipo è formato da un anello di bambù fissato a una tavoletta appesa alla parete. Gli asciugamani sono belli, in cotone o in lino, di solito stampati a motivi appena abbozzati, in due sfumature di blu.

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