Risorgimento

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Testo

IL RISORGIMENTO
Il risorgimento esiste solo in Italia, l’Italia risorge dopo le varie guerre e rivoluzioni.
I tre grandi problemi del risorgimento italiano sono:
1. il problema religioso; la grande maggioranza è cattolica, ma la linea militare non vuole seguire questa maggioranza.
2. il problema sociale; la classe medio alta è quella che guida il risorgimento, sono le glassi alte, importanti, ricche.
3. Quanto è stato importante l’aiuto delle altre potenze straniere come Francia, Inghilterra e Russia.
Quando nel 1861 si comincia a parlare di unità d’Italia questi problemi rimangono, ma si cerca di darvi una soluzione con la destra storica.
1848 → Finisce il periodo della monarchia borghese di Luigi Filippo d’Orleans (iniziata nel 1830) caratterizzata da un positivo e benefico sviluppo economico del “Laissez faire – laissez passer”, che ricade su tutta la popolazione. Questo sviluppo però è basato sulle speculazioni e sulle commesse statali, su una finanza non protetta. Era un sistema basato sulla banca d’affari, una sorta di deposito di denaro per sostenere spregiudicatamente diverse speculazioni, non funzionava come la banca del perito agricolo che concedeva semplicemente prestiti ai contadini per la semina ed il raccolto.
Tuttavia questa epoca è anche un’epoca di forte crisi, di disoccupazione e di conseguenti proteste operaie
1852 → Viene proclamato un nuovo impero e il governo viene affidato a Napoleone III
Nel 1848 ci sono comunque rivolte in tutta Europa perché si cerca di mandare al governo dei rappresentanti liberali. A Vienna c’è una rivolta e gli Austriaci se ne devono andare dall’Italia; le città italiane di Venezia e Milano ne approfittano per la rivolta chiedendo aiuto anche a Carlo Alberto, il quale però chiede l’annessione della Lombardia in cambio del suo intervento; intanto però si perde tempo così gli Austriaci possono riprendersi e tornare al controllo. Quando finalmente Carlo Alberto decide di intervenire viene però sconfitto a Novara (1849). → è questa la prima e unica sconfitta della prima guerra di indipendenza, e fa ritirare C. Alberto il quale abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II che subito si fa affiancare da Cavour.
1849-1859 → è un periodo di preparazione in cui Cavour si organizza per quella che credeva una semplice estensione del regno alla Lombardia e al nord.
Cavour deve fare in modo che l’estero abbia fiducia (economica) nel Piemonte rendendolo un piccolo stato moderno → deve dare fiducia per avere dei prestiti necessari per la rivoluzione.
Cavour attua alcuni rimedi:
1. modernizzazione economica
2. crea la società nazionale Italia e Vittorio Emanuele II, per dare un senso di unità tra tutte le parti divise dell’Italia
3. una ricerca disperata di alleati; entra per esempio nella guerra di Crimea schierandosi dalla parte dei vincenti cosicché al giorno del congresso di pace può presentare il caso dell’Italia ottenendo l’appoggio degli stati Europei. Cerca anche di ottenere l’appoggio dell’alleato più vicino, ossia Napoleone III con cui firma i patti segreti di Plombière che stabiliscono che il nord Italia sia sotto il controllo del Piemonte, che il centro sia affidato a un francese e che al sud vengano tolti i Borboni dal regno e venga incaricato di regnare uno della casa francese. Questo patto segreto però era solo difensivo
Cavour provoca l’attacco austriaco cui segue l’intervento francese. Napoleone III però si rende conto di aver speso troppo e si ritira dalla guerra firmando nel 1859 un accordo con l’Austria.
Cavour allora per protesta si ritira dal governo e si mette a fomentare le rivolte degli italiani del centro, i quali chiedono l’annessione al Piemonte e Napoleone III è costretto a cedere. Cavour torna così al governo e il Piemonte si trova con il territorio più espanso al nord e al centro
→ Spedizione dei mille
con lo sbarco a Marsala, con l’appoggio (segreto) del Piemonte e di Cavour i mille arrivano fino a Napoli prendendo il governo e annettendo lo stato pontificio.

L’Italia si trova nel periodo della Destra storica
1861-1876 → è questo un periodo molto importante perché nel 1870 con la presa di Roma finisce il potere temporale della chiesa. Nel 1866 c’è una guerra che fa annettere il Veneto al resto d’Italia. Sono questi i due avvenimenti importanti di questo periodo: l’Italia viene così ad avere il territorio che ha attualmente.
Da questo fatto nascono 5 grossi problemi:
Problema politico:
Il problema politico è costruito intorno al fatto che il processo di unificazione è stato fatto da una “minoranza”, una piccola parte di persone con gli stessi interessi, la stessa classe sociale, la stressa provenienza e la stessa mentalità.
Questa limitata classe dirigente non pensava di dover fare un sistema amministrativo anche per il sud, ma estende il sistema amministrativo del Piemonte a tutta Italia → uniformare e accentrare sono le parole d’ordine di questa amministrazione. In realtà l’Italia è tutt’altro che uniforme, formata com’è da una gran numero di realtà diverse. Inoltre la mentalità degli amministratori (Venuti dal nord) è molto diversa dalla mentalità degli amministrati poiché non solo non appartenevano alla realtà contadina, ma non erano nemmeno granché cattolici.
Problema economico:
Il problema economico nasce dalla decisione di chiudere tutti i mercati locali (Ogni stato possedeva un sistema di dazio sui prodotti che vengono da altri stati), in conformità con l’idea liberale che voleva un mercato unico e libero per tutta la penisola.
Sorge un problema poiché il nord era molto più sviluppato sia per le tecniche di agricoltura, sia per la rete di trasporto; inoltre i prodotti dell’agricoltura del nord (già abbastanza sviluppata) rubano spazio a quella del sud.
Viene anche effettuata l’unificazione delle misure della moneta però i cambi e le corrispondenze sono scelte arbitrariamente a favore del Piemonte, si tende così a dare all’economia del sud, già in difficoltà, un valore inferiore. La popolazione comincia a parlare di arbitrio, comincia a sostenere che veniva fatto tutto ciò per favoreggiare il Piemonte che doveva pagare gli aiuti utilizzati per il processo di unificazione.
In effetti dal 1859 il regno del Piemonte aveva un debito pubblico elevatissimo e per pagare i debiti impone un cambio forzato nell’unificazione monetaria.
Nel sud si viene a ricreare il latifondo (anche se Garibaldi per ottenere il consenso aveva promesso ai contadini della terra); questo è un ulteriore danno per l’Italia che vende delle terre molto produttive a basso prezzo ai borghesi (il latifondo passa dai nobili ai borghesi) perché gli amministratori venuti dal nord non sapevano a quanto dovevano venderle.
Problema amministrativo:
Il problema amministrativo consiste nelle leggi da applicare, nella pratica della politica
Lo stato in questa occasione fa una legislazione con criteri di emergenza, cioè senza fare prima uno studio, fatta molto in fretta
Es:
→ l’istruzione viene resa obbligatoria dove però i figli erano una manodopera importante.
→ Nel 1861 viene promulgata la legge Rattazzi sui comuni secondo la quale il sindaco diventa una carica esecutiva e riconosciuta solo se nominata dal re
→ la leva militare viene resa obbligatoria di 5 anni;questo suscita un grande malcontento nel popolo invece l’esercito era molto ricercato dallo stato italiano sia per motivi di sicurezza sia perché considerato un motivo di unione e mescolanza della popolazione.
→ viene abolita la convertibilità obbligatoria (1867), cioè la possibilità di convertire in oro la carta moneta che si possiede, in questo modo lo stato si avvantaggia poiché può emettere banconote non coperte per risanare i debiti che ha vero si suoi cittadini. La conseguenza di questo è l’inflazione, gira cioè carta moneta non coperta; ne deriva che i prezzi vengono alzati e aumenta il costo della vita, c’è una profonda crisi sociale.
→ nel 1868 viene imposta la tassa sul macinato(tassati quei prodotti che venivano lavorati nei mulini):tutti la devono pagare. Aumenta così il prezzo del pane perché vi viene aggiunto il costo della tassa.
Inizialmente lo stato guadagna ma poi si trova con un popolo che riesce a stento a mangiare.
Nel 1875 si raggiunge la parità di bilancio, però questa è una politica che non cerca di migliorarsi.
Problema del brigantaggio:
una forma di rivolta verso lo stato tipica del centro sud è il brigantaggio che da un lato era la continuazione di un fenomeno già presente prima al sud ovvero il contadino che si vendica di un torto subito, ma dall’altro a questi si aggiungono un gran numero di ex soldati borbonici che non si vogliono sottomettere la re
Questione romana:
è la questione del rapporto tra i cristiani e il Risorgimento :in generale la Chiesa era contraria ma tuttavia alcuni cristiani lo appoggiano.inoltre i politici cattolici venivano emarginati già prima dell’unità quando ancora si stava preparando il processo perché erano considerati “non liberi” perché controllati dalla Chiesa. Come si vede la questione romana è molto più complessa del voler fare di Roma la capitale del nuovo regno.
La scelta dei cattolici è stata di non opporsi allo stato italiano ma di creare un tessuto sociale molto forte unendosi in leghe e associazioni.
1862 → Garibaldi vuole attaccare Roma dalla Sicilia, viene fermato dall’esercito francese sull’Aspromonte. Sembra che quest’esercito sia d’accordo al lasciare la libertà almeno al Lazio per lo Stato Pontificio
1864 → la capitale viene spostata a Firenze mossa più che altro fatta per tranquillizzare i francesi sul non volere più Roma. L’Italia arriva a una fase di stallo e capisce di potersi estendere a Oriente, annettendo cioè i Veneti, e per fare ciò si allea alla Prussia la quale come il Piemonte cercava di unificare il proprio stato.
1866 → Bismarck decide che si devono togliere gli austriaci dal territorio italiano e per fare ciò li provoca, come già aveva fatto l’Italia, per fare scoppiare il conflitto e li sconfigge. L’Italia poiché ha partecipato alla guerra ha diritto di annettere il Veneto. Questa guerra è stata chiamata terza guerra di indipendenza. L’Italia si viene sempre più a trovare uno stato eterogeneo, con la popolazione che parla quasi lingue diverse, con culture, abitudini e usi differenti.
1867 → c’è un nuovo tentativo di conquistare Roma (organizzato da Garibaldi), sfruttando anche la spinta del malcontento della brutta figura che lo stato pontificio aveva fatto contro l’Austria. Garibaldi viene fermato dai francesi in due successive sconfitte vicino a Roma.
1867-1870 → c’è un periodo di tranquillità
1870 → c’è il crollo dell’impero di Napoleone III ad opera della Prussia (1 sola sconfitta definitiva a Cedames). Questo fatto porterà la Francia a una grave crisi sociale
Roma in questo moro ha perso il suo ultimo difensore, il suo alleato, così l’Italia può conquistare Roma nel settembre di questo anno con la breccia di Porta Pia. Il Papa Pio IX si dichiara prigioniero cedendo alla violenza e facendo sembrare tutto un sopruso.
1872→ vengono proposte le leggi delle guarentigie che prevedevano un controllo dello stato sulla religione però il papa rifiuta questi accordi.
1876 → Il governo della destra cade su un problema chiamato la nazionalizzazione delle ferrovie. Queste prima erano tutte controllate da privati, ora si cerca di farle passare sotto il controllo dello stato che avrebbe dovuto ripagarle. Il costo era troppo elevato e poi tra l’altro le avrebbe comprate da chi già aveva avuto delle agevolazioni economiche per la loro costruzione.
Con questo errore la destra perde la maggioranza e il re fa passare il governo nelle mani della sinistra storica, con a capo Agostino de Pretis.
La sinistra storica è molto interessata alla modernizzazione dell’Italia per renderla pari alla Francia e all’Inghilterra, tutto ciò però ha un costo. Si viene a parlare di deficit.
Sempre nel governo della sinistra storica l’Italia entra nel mondo coloniale.
1876-1887 → la destra storica cade e si verifica una crisi ideologica e uno scontento generale. La sinistra si trova così da subito in una situazione difficile.
Nascono dei partiti veramente di opposizione: i Repubblicani e i Radicali scontenti della politica del tempo.
Per la Modernizzazione del paese ci sono tre riforme
Riforma dell’istruzione, l’istruzione elementare è resa obbligatoria (1878)
Suffragio universale (Sopra i 21 anni). Però per votare bisogna dimostrare di avere dei requisiti: occorre saper leggere e scrivere (1882). Le organizzazioni di base (Cattolici e socialisti) aprono delle scuole di istruzione elementare per adulti cosicché potessero votare. Occorre anche avere un reddito di almeno 20 lire l’anno.
Abolizione della tassa sul macinato e riduzione delle imposte indirette.
1882 → si fa entrare l’Italia nel gruppo delle grandi potenze industriali come la Germania e l’Austria (Triplice alleanza), che usano l’Italia come terra di investimenti.
Politica protezionistica → viene attuato questo tipo di politica per tutelare l’industria italiana tassando le importazioni di prodotti esteri. Si tende anche ad aiutare alcune industrie considerate più importanti come quella siderurgica, idroelettrica, chimica.
1880-1890 → c’è questo forte sviluppo delle strutture industriali favorite ed aiutate dal dazio protezionistico. Al sud però vengono messe in forte difficoltà le produzioni tradizionali che si basavano sull’esportazione perché come l’Italia anche altri stati mettono dazi alti sui prodotti importati. L’agricoltura rimane poco sfruttata.
Un’altra fonte di guadagno è la creazione di un esercito moderno, si creano delle corazzate (navi con cannoni di lunga gittata), e questo contribuisce ancora allo sviluppo delle acciaierie.
Sinistra storica → non si parla di sinistra marxsista, ma liberale. Introduce un movimento, l’Italia si muove, si evolve, cambia. La destra storica invece era un partito statico, aveva sì contribuito all’unità d’Italia,ma non aveva accelerato lo sviluppo economico capitalistico.
Sono anche presenti dei movimenti anarchici e socialisti come per esempio la figura di Costa, un anarchico che poi è diventato socialista. In realtà il partito socialista è una confederazione di organizzazioni locali, non c’è un centralismo
1891 → viene fondata a Milano la 1^ Camera del Lavoro, il luogo dove si riunivano i rappresentanti dei lavoratori; divisa in due grandi settori: la Borsa del Lavoro e l’Ufficio di Collocamento.
Nella Borsa del Lavoro sono presenti le varie professioni e le tariffe di queste professioni. Questa borsa costituisce un grande vantaggio sia per gli imprenditori che sanno quanto dovranno pagare i loro operaio, sia per gli operai che hanno la sicurezza di avere un salario minimo; sanno qual è la tariffa minima da accettare.
Il Collocamento funziona addirittura come un agenzia che può trovare il lavoro per chi lo richiede, funziona un po’ come le moderne agenzie di collocamento, solo che allora erano pubbliche, ora sono private.
Questa C. del Lavoro viene costituita solo dopo una serie di contrasti e movimenti operai perché è logico che gli imprenditori non volevano fissare una tariffa minima.
Questa è la situazione nella città, ma anche nelle campagne ci sono due associazioni: La Lega, la quale fissa anche lei dei minimi di salario per i contadini, e la Corporativa Agricola, che invece era un tentativo di aiutare il contadino a pagare i prodotti ad un costo inferiore, senza passare attraverso intermediari.
Per controllare tutte queste organizzazioni emerge la necessità di creare un partito, così verso la fine dell’’800 c’è una Partito di Massa che organizza ogni aspetto della vita del cittadino.
Nel partito socialista nasce anche una classe di intellettuali che sono borghesi però decidono di seguire le linee socialiste. Figura importante è Turati che fonda il giornale “La critica sociale”, un giornale fatto dal partito socialista, ma a cui collaborano anche elementi estranei con idee diverse.
Accanto ai socialisti ci sono anche i fratelli Trebes, editori che decidono di pubblicare una serie di opere popolari che potessero educare e coinvolgere anche il popolo; pubblicano dei manuali di navigazione, per carpentieri, per chi vuole migliorare la propria condizione di lavoro… Si può in questo caso parlare di Socialismo Umanitario.
1885 → viene costituito il Partito Socialista Italiano che si colloca dentro lo stato italiano ma si organizza da sé.
L’altro grande partito che appare già nel 1815, ma soprattutto dopo l’unità d’Italia è il partito Cattolico il quale si tira fuori dallo stato Italiano, dicendo che è stato fatto senza di loro, addirittura contro di loro. Essi non si oppongono allo stato, ma non vi partecipano, si organizzano per conto loro entrando in tutti i settori della vita; sono dei cattolici intransigenti. Anche se i cattolici sono in maggioranza rispetto ai socialisti non creano un vero e proprio partito politico, come loro unico frutto c’è “L’opera di Congressi”.
1882 → siamo nel pieno del periodo coloniale e l’Italia arriva un po’ per ultima e si deve accontentare dell’Eritrea e della Somalia. L’Italia acquista dal re Etiope una baia, la Baia di Assab, soprattutto per interessi economici, commerciali. Questa diventa la prima colonia italiana; ma dopo 3 anni si arriva alla prima vera e propria conquista, la città di Massawa. Siamo nel 1885
in questo periodo anche Francesi e Inglesi cercano di conquistare l’Africa e vengono a scontrarsi fra di loro e con gli Italiani. Nel 1887 sono gli italiani a perdere, a Daval, ma non si scoraggiano, anzi continueranno ancora a colonizzare.
1887-1892 → In Italia c’è il governo Crispi. Inizialmente Crispi era amministratore della politica di Bismarck, era il cancelliere dell’imperatore tedesco. Bismarck voleva un governo autoritario, ma consentiva agli operai di associarsi, con l’unico limite di non associarsi con intenti rivoluzionari, e dava autonomia anche alla chiesa che però rimaneva subordinata allo Stato.
1878-1900 → in Italia regna Umberto I, che subito con Crispi si trova in accordo per approvare una politica di stampo tedesco, una politica di accentramento. Il comune diventa l’esecutore diretto degli ordini che arrivano da Roma, nascono anche i Consigli provinciali, fatti per controllare i Comuni e limitare la nascita dei partiti avversi allo stato.
Inoltre Crispi riconosce il Diritto di sciopero che prima era invece considerato illegale (Anche se non perseguibile), era inteso come la rottura del contratto di lavoro e il datore poteva mandare via gli operai che scioperavano senza neanche pagarli. Ora gli scioperi vengono visti come pressione riconosciuta.
1889 → Crispi fa una riforma del codice penale, abolendo la pena di morte, che però verrà rimessa in vigore, garantendo però la certezza della pena. Viene consentito l’arresto preventivo, cioè si consente di arrestare una persona prima che essa possa commettere un ipotetico reato. Viene fatto per controllare due movimenti di base: i socialisti e i cattolici.
Sempre i questo anno stringe un trattato di amicizia con il re dell’Abissinia, una regione confinante con le colonie italiane. Questo contratto è molto ambiguo e nel 1890 consente all’Italia di espandersi e di costituire la sua I Colonia Eritrea.
In realtà questo immenso sforzo coloniale non porta ad alcuno sviluppo perché in Africa restano solo i soldati, non ci sono reali sbocchi economici.
Per questa infruttuosa politica coloniale cade il governo di Crispi e sale al potere Giovanni Giolitti, un uomo politico giovane che non ha partecipato al risorgimento. Questo si dimostra un fattore positivo, perché in questo modo parte da zero, non ha pregiudizi di alcun tipo.
Conosce tutti i meccanismi della macchina statale e i tempi dell’amministrazione. Compie scelte di notevole pregio e si dimostra uno dei più grandi statisti italiani con Cavour e De Gasperi.
È un liberale, un moderato, non un conservatore come Crispi, lascia che le diverse classi sociali si comportino liberamente.
1892 → ci sono alcune manifestazioni:
I Fasci siciliani, una rivolta contadina fatta perché i loro prodotti si vendono poco e a basso prezzo e la manifestazione dei cavatori di marmo, avvenuta in Toscana e inizialmente di stampo violento.
Giolitti cerca inizialmente di isolare questo focolai senza reprimerli subito. Era questa la grande capacità di Giolitti, cioè quella di capire un fenomeno nella sua origine e di scegliere bene di non intervenire subito e in modo drastico, si arriva successivamente ad un aumento delle paghe e le rivolte si placano.
C’è lo Scandalo della banca romana che travolse Giolitti e portò alla fine del suo governo:
la banca romana stampò più banconote di quelle possibili per prestarlo senza garanzie alle imprese edili che avrebbero dovuto ampliare Roma le quali però non riuscirono a restituire la sooma prestata e così la Banca romana fallì.
In questo periodo erano 5 le banche che potevano emettere carta moneta
In seguito a questo scandalo Giolitti si dimesse in quanto capo del Governo.
1893-1897 → si torna al governo Crispi.
Crispi aveva notato lo scandalo della banca romana, ma era rimasto in disparte perché voleva incastrare Giolitti. Durante il suo governo Crispi volle proseguire la sua politica di accentramento.
Subito fa una violentissima repressione di quei moti in Toscana e in Sicilia e nel 1894 dichiara illegale il partito socialista che si coalizza con gli anarchici. Si crea una forte coalizione fra tutte le forze oppositrici.
La caduta del governo Crispi è causata dal desiderio di continua espansione coloniale. L’Italia subisce due sconfitte: nel 1895 ad Amba Alagi nel 96 ad Adua, avvenute per la fretta che Crispi mette alle truppe.
Tutta l’impresa coloniale non riesce ad avere una positiva ricaduta economica, poiché essa era nata come carta da giocare politicamente, non economicamente.
1896 → Crispi si dimette e il suo successore diventa Di Rudinì che si lega molto alla politica di Umberto I.
questa situazione viene rifiutata da tutta l’opposizione (cattolici, socialisti e anarchici) e dal 1896 al 1898 c’è un periodo molto teso, molto pesante
1898 → nel maggio la situazione scoppia e c’è una rivolta a Milano causata da un forte rincaro del prezzo del pane. Subito c’è una violenta repressione da parte di Bava Beccarsi che teme una sollevazione socialista. La conseguenza furono una grande quantità di arresti e un centinaio di morti. Il primo errore fu di attuare questa dura repressione senza che la sollevazione fosse avvenuta.
Il secondo errore fu che le fabbriche vennero chiuse e gli operai non pagati; questo aumentò soltanto lo scontento della massa operaia.
Tutti gli operai scendono in piazza e c’è una sanguinosa ma inutile rivolta. Di fronte a questa situazione Di Rudinì è costretto a dimettersi e gli succede Pelloux che si trova di fronte a questa opposizione guidata da Giolitti che attua l’ostruzionismo contestando tutte le nuove leggi proposte che continuano a non venire attuate. In questo modo fanno perdere tempo.
1890 → vengono indette le nuove elezioni che portano alla sconfitta del governo di Pelloux e alla sua sostituzione con un governo davvero moderato di Saracco che ripristina un governo liberale moto vicino alle idee di Giolitti
il 29 luglio di questo stesso anno viene assassinato Umberto I e avanza il suo successore Vittorio Emanuele III che decide di affidare il suo governo nuovamente a Giolitti che vi rimane dal 1900 al 1913. questo periodo è davvero buono, è il migliore per l’Italia, infatti la moneta cresce e aumenta il suo valore.
Giolitti riconosce come l’Italia sia costituita da diverse classi sociali, ognuna con propri diritti. Per questo sceglie di trasformare lo stato nel primo garante dell’incontro tra tutte le classi, si fa l’espressione di tutte le classi,non più di una sola.
1901 → Giolitti afferma che “è necessario che il governo lasci pieno agio (Faciliti l’incontro, faccia da portavoce) a tutte le classi, e in special modo a quelle più numerose (Operai e contadini), di far conoscere (libertà di stampa e opinione) e far valere le proprie aspirazioni (Sostenere ciò che ritengono giusto per loro) e di difendere nell’ambito delle leggi (non con la violenza o le rivolte) i propri legittimo interessi (Il sindacato)”.
Nei primi anni del secolo alla guida del partito socialista c’è Turati che è contrario alla rivolta socialista nell’imemdiato; c’è una non opposizione dei socialisti al governo Giolitti
1903 → Giolitti invita addirittura Turati a far parte del suo governo. Giolitti di fatto applica una forma di governo vicina al trasformismo di de Pretis, ma in forma più pragmatica.

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