Prima guerra mondiale

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

Lo scoppio della prima guerra mondiale:
Cause della guerra:
La causa occasionale della prima guerra mondiale fu costituita dal famoso eccidio di Sarajevo (28 giugno 1914), in cui l’arciduca ereditario d’Austria Francesco Ferdinando e la moglie trovarono tragicamente la morte per mano dello studente irredentista serbo Gavrilo Princip. Ma le vere cause della guerra sono più remote e complesse e se ne possono precisare le principali:
a) Il contrasto anglo-tedesco per l’egemonia politica ed economica in Europa e nel mondo
b) Il contrasto franco-tedesco alimentato dall’acceso spirito nazionalistico della Francia, e reso infine più acuto in seguito ai pesanti interventi tedeschi nella cosiddetta questione marocchina
c) Il contrasto austro-russo per l’egemonia nel Balcani
d) Il contrasto italo-austriaco, determinato n particolare dall’irredentismo dell’Italia, che aspirava alla liberazione di Trento e Trieste.
e) Il contrasto austro-serbo, che aveva la sua manifestazione più evidente nell’irredentismo della Serbia, la quale aspirava all’annessione della Bosnia e dell’Erzegovina e alla riunione in un unico stato di tutte le popolazioni slave soggette al dominio austriaco.
L’ultimatum austriaco alla Serbia e le dichiarazioni di guerra.
In seguito all’eccidio di Sarajevo l’Austria, ritenendo la Serbia responsabile dell’accaduto, inviò al governo serbo un ultimatum, che imponeva condizioni particolarmente umilianti e francamente inaccettabili da parte di uno stato indipendente.
La Serbia, peraltro, dimostrò di essere disposta a trattare e rispose accettando praticamente tutte le condizioni imposte dall’Austria, tranne quella che prevedeva la partecipazione di funzionari austriaci all’inchiesta giudiziaria contro il gruppo degli attentatori.
L’Austria, allora, ritenendo insoddisfacente tale risposta, passò decisamente all’azione e, rassicurata dall’appoggio della Germania, dichiarò guerra alla Serbia.
In breve volger di giorni il conflitto divenne generale: la Russia, per sostenere la Serbia, entrò subito in guerra contro l’Austria; la Germania sentendosi minacciata dichiarò guerra alla Russia e, pochi giorni dopo, anche alla Francia in quanto alleata della Russia; l’Inghilterra, infine, preoccupata per il minaccioso espansionismo tedesco, intervenne anch’essa nel conflitto contro la Germania e l’Austria.
Si formarono, pertanto, due opposti schieramenti di potenze, che si affrontarono con la massima decisione in una guerra protattasi, con terribili conseguenze, per un lungo periodo di anni:
a) Da una parte si formò una forte coalizione, comprendente la Germania e l’Austria, a cui si aggiunsero la Turchia e la Bulgaria
b) Dall’altra parte si contrappose una poderosa alleanza, comprendente –oltre la Serbia - l’Inghilterra, la Francia e la Russia, a cui si aggiunsero poi il Belgio, il Giappone, l’Italia, la Romania, gli Stati Uniti e la Grecia
La neutralità dell’Italia
L’Italia, nonostante fosse alleata con la Germania e con l’Austria e facesse parte della Triplice Alleanza, proclamò subito la propria neutralità giustificandola così:
a) Il trattato dell’alleanza aveva carattere difensivo e non offensivo, mentre in questa occasione era stata l’Austria stessa a provocare e a dichiarare guerra
b) Il trattato di alleanza dichiarava che se l’Austria o l’Italia fossero state costretta a mutare lo statu quo territoriale in Oriente, avrebbero dovuto prendere preventivi accordi, basati sul principio di un compenso reciproco; mentre in questa occasione l’Austria aveva preso l’iniziativa di dichiarare la guerra non solo senza preventive consultazioni, ma anche addirittura all’insaputa dell’Italia
L’Italia aveva quindi – conformemente alle stesse clausole del trattato di alleanza – il pieno diritto di proclamare la propria neutralità e di astenersi dall’entrare in guerra al fianco dell’Austria.
Il primo anno di guerra.
Il primo anno di guerra si concluse con esito incerto per entrambe le forze belligeranti.
Fronte occidentale: la guerra ebbe inizio con reiterati successi militari per la Germania, che, facendo leva sulla sua netta superiorità di uomini e armamenti, si proponeva di piegare in pochi giorni la Francia per volgersi con tutte le forze contro la Russia, che sarebbe stata veramente pronta alla guerra solo dopo qualche mese. Per sconfiggere senza indugi ‘esercito francese gli alti comandi tedeschi ritennero necessario invadere il Belgio; e poiché si trattava di uno stato neutrale, la Germania violò brutalmente la sua neutralità, garantita dai trattati internazionali. Così, nonostante l’eroica resistenza dell’esercito e del popolo belga, le forze militari tedesche, al comando del generale Moltke, occuparono in pochi giorni le principali città e la stessa capitale del Belgio.
Il poderoso esercito tedesco si scontrò quindi con l’esercito francese nell’accanita battaglia di Charleroi, conclusasi con la disfatta dei francesi e con una fulminea avanzata delle truppe tedesche, che si riversarono sul territorio francese e giunsero oltre Compiègne, fino a poche decine di km da Parigi.
Il maresciallo francese Joffre non esitò allora ad attaccare col massimo impeto l’esercito tedesco, riuscendo ad arrestarne la marcia, nella grande battaglia della Marna; mentre il generale Gallieni accorreva da Parigi a capo di un corpo d’armata, minacciando di chiudere in una morsa tutta l’ala destra dello schieramento germanico.
Lo stato maggiore tedesco si trovò pertanto costretto ad abbandonare la zona della Marna e a trincerarsi dietro le linee dell’Aisne e della Somme. Da questo momento, sul fronte occidentale, la guerra di movimento si venne trasformando in una lunga e logorante guerra di trincea.
Fallito il tentativo di occupare fulmineamente Parigi l’esercito tedesco si propose di tagliare le comunicazioni tra l’Inghilterra e la Francia spingendosi fino a Calais, ed affrontò a tal fine gli alleati nella sanguinosissima battaglia della Fiandre.
In un primo tempo i tedeschi operarono una rapida avanzata lungo tutto il litorale belga; ma l’esercito alleato si difese validamente e riuscì a fermare gli invasori, impedendogli di raggiungere il loro obiettivo.
Anche in questa zona, pertanto, la guerra di movimento si venne trasformando in guerra di trincea.
Fronte orientale: sul fronte orientale si verificarono i seguenti avvenimenti bellici:
a) Gli eserciti russi, sotto il comando del granduca Nicola, penetrarono immediatamente nella Prussia orientale ed invasero quindi la Galizia austriaca occupando Leopoli e avanzando verso i Carpazi.
b) Le armate tedesche, al comando del maresciallo Hindenburg, passarono allora alla controffensiva e riportarono schiaccianti vittorie nelle battagli di Tannenberg e dei Laghi Masuri, costringendo i russi ad indietreggiare e a sgombrare gran parte della Prussia orientale.
c) Per quanto riguarda la Galizia, invece, gli eserciti russi riuscirono a contenere e a respingere l’attacco sferrato dalle truppe austriache e tedesche, riportando un’ulteriore vittoria presso Leopoli, e procedendo all’occupazione della Bucovina, fino a raggiungere la linea dei Carpazi.
Nello scorcio di questo anno si deve poi registrare l’intervento del Giappone a fianco delle potenze dall’intesa e, qualche mese più tardi, l’entrata in guerra della Turchia a fianco degli imperi centrali. La guerra veniva così ad accentuare il suo aspetto di vera e propria guerra mondiale.
Il secondo anno di guerra.
Il secondo anno si concluse con esito favorevole agli imperi centrali.
Fronte occidentale: il fronte occidentale rimase quasi sempre immobilizzato: gli opposti eserciti si mantennero a lungo sulla difensiva, logorandosi in un’estenuante guerra di posizione; mentre i francesi e gli inglesi operavano una vera e propria mobilitazione industriale e attendevano alacremente a completare la propria preparazione bellica per portarla al medesimo livello di quella tedesca.
Nello stesso periodo l’Inghilterra sottopose la Germania a un rigoroso blocco marittimo, venendo praticamente ad impedire al nemico ogni possibilità di scambi commerciali. La Germania tentò di opporsi al predominio inglese sui mari , impegnandosi in sempre più numerose e temerarie operazioni di guerra sottomarina.
Bisogna poi tenere presente che la prima guerra mondiale, risoltasi in un’immane carneficina di milioni di vittime umane da entrambe le parti, fu tragicamente caratterizzata dal sistematico impiego di tutto un nuovo armamento sempre più perfezionato e micidiale.
Fronte orientale: si registrarono tre gravi sconfitte per le potenze dell’Intesa:
a) disfatta della Russia→ le armate tedesche ripresero l’avanzata nella regione dei Laghi Masuri e costrinsero i russi a sgombrare tutta la Prussia orientale. Le truppe russe subirono un’altra grave sconfitta nella battaglia di Gorlice riuscendo a sfondare il fronte nemico e riuscendo così ad occupare tutta la regione della Galizia. Le truppe tedesche si riversarono nell’intero territorio polacco, giungendo ad occupare tutta la Lituania e la Curlandia fino al golfo di Riga. La disfatta russa fu veramente immane e costituì un’ulteriore conferma della grave crisi dello stato russo.
b) Disfatta della Serbia→ la Serbia venne attaccata dalle armate austriache e bulgare. L’esercito serbo oppose una tenace resistenza, ma nel volgere di pochi mesi fu costretto a subire una completa disfatta. Alcuni componenti dell’esercito serbo furono aiutati dalle truppe italiane e inglesi che si adoperarono per trasferirli a Corfù e poi a Salonicco.
c) Fallimento del tentativo franco-inglese nei Danardelli→ l’inghilterra e la Francia occuparono la penisola di Gallipoli con l’intento di forzare lo stretto dei Danardelli e ristabilire un contatto marittimo con la Russia, ma l’operazione fu un completo fallimento.
INTERVENTO IN GUERRA DELL’ITALIA
L’Italia si divise prevalentemente in due partiti contrastanti:
- Neutralisti, guidati da Giovanni Giolitti, credevano che l’Italia dovesse mantenere la propria neutralità in guerra, cercando intanto di ottenere da parte dell’Austria vantaggi nel Trentino e nella Venezia Giulia. Ne facevano parte i liberali giolittiani, i socialisti e i cattolici.
- Interventisti , fra cui spiccavano figure come quella di Benito Mussolini, Filippo Corridoni, Leonida Bissolati e Gabriele D’Annunzio, che reclamavano insistentemente l’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria. Ne facevano parte i nazionalisti, i liberali conservatori, gli irredentisti, i socialisti riformisti, i democratici e i repubblicani.
Il governo italiano, presieduto dal liberale Antonio Salandra, aveva proclamato la propria neutralità; ma poi si venne decisamente orientando verso la tesi dell’intervento per due motivi:
1) La preoccupazione per un’eventuale vittoria delle truppe tedesche, che avrebbero così proclamato la supremazia della Germania in tutta l’Europa.
2) Il desiderio di raggiungere i nostri confini naturali e quindi di liberare le regioni ancora soggette alla dominazione austriaca.
Il ministro degli esteri Sidney Sonnino concluse quindi con le forze dell’Intesa il cosiddetto patto di Londra con il quale Inghilterra e Francia riconoscevano i diritti italiani sul Trentino, la Venezia Giulia, l’Istria e gli altri territori occupati dagli austriaci, in cambio dell’entrata in guerra dell’Italia.
Il parlamento, in cui predominavano i neutralisti, tentò allora di opporsi all’azione del governo, provocando le dimissioni di Salandra, ma gli interventisti manifestarono e organizzarono clamorose dimostrazioni finché il re Vittorio Emanuele III riconfermò il governo di Salandra e dichiarò guerra all’Austria. L’entrata in guerra da parte dell’Italia costituì un grave colpo per l’Austria.
L’esercito italiano, guidato da Luigi Cadorna, diede inizio alle prime operazioni militari, e in poco tempo, occuparono molti territori nel Trentino meridionale e nella Val Sugana, fino alla riva destra dell’Isonzo.
Ma le formidabili fortificazioni austriache fecero si che anche sul fronte italiano la guerra divenne una guerra di trincea.
Terzo anno di guerra
Si concluse con esito incerto per entrambe le forze belligeranti.
Fronte occidentale a)l’evento più importante fu la battaglia di Verdun che si risolse con uno dei più terribili massacri di tutta la guerra.
I comandanti tedeschi ammassarono sul fronte occidentale enormi quantità di uomini e di mezzi, e condussero per oltre due mesi una serie di ininterrotti assalti contro la munita fortezza di Verdun.
Pochi mesi dopo l’esercito franco-inglese passò alla controffensiva e diede inizio alla grandiosa battaglia della Somme(1916), che si protrasse poi per tutto l’anno successivo.
c) Battaglia dello Jutland tra la flotta inglese e quella tedesca nel Mar del Nord. La flotta inglese subì perdite enormi, ma d’altra parte la flotta tedesca dovette ritirarsi definitivamente. La Germania allora tentò di opporsi alla superiorità navale degli inglesi intensificando le azioni sottomarine.
Fronte orientale la Russia mosse ad una fulminea riscossa. Le armate russe approfittarono del fatto che l’Austria fosse impegnata sul fronte italiano per attaccare e riconquistare le regioni della Galizia e della Bucovina. La Romania entrò in guerra al fianco delle forze dell’Intesa ma le armate tedesche sconfissero completamente l’esercito romeno e procedettero all’invasione e occupazione di gran parte della Romania e della sua capitale Bucarest.
Fronte italiano sul fronte italiano ebbe luogo la cosiddetta spedizione punitiva promossa dall’Austria per vendicare il presunto tradimento dell’Italia. Il poderoso esercito austriaco attaccò le truppe italiane, riuscendo ad ottenere un iniziale successo e a sfondare le nostre linee nella zona della Val Sugana e sull’altipiano di Asiago. Ma i nostri soldati si attestarono sui capisaldi del Coni Zugna e del Pasubio e reistettero valorosamente, passando poi ad una vigorosa controffensiva in tutto il trentino meridionale.
Il nostro esercito sferrò un grande attacco sul fronte dell’Isonzo che portò alla conquista del Monte Sabotino, del San Michele e del Podgora e si concluse poi trionfalmente con la presa di Gorizia.
Il ministero di Salandra fu sostituito da un grande ministero di unione nazionale, presieduto dal patriota Paolo Boselli, in cui entrarono rappresentanti di tutti i partiti favorevoli alla guerra.
Il 28 agosto 1916 l’Italia dichiarò guerra alla Germania. In Austria alla morte di Francesco Giuseppe gli succedette Carlo I.
Nel frattempo vennero maturandosi le condizioni favorevoli a numerosi tentativi per una pace di compromesso. L’internazionale socialista chiedeva l’unità dei popoli per una pace senza annessioni e indennità, il presidente Wilson si adoperò per portare a termine il conflitto. La Germania fece una proposta di pace agli alleati in cui però non rinunciava alle conquiste fatte durante la guerra e per questo fu rifiutata. In seguito poi l’imperatore Carlo I d’Austria richiese una pace separata. Nel 1917 papa Benedetto XV chiese di porre fine all’”inutile strade” della guerra, ma anche l’appello del papa rimase del tutto inascoltato.
Quarto anno di guerra
Si concluse con esito favorevole agli Imperi centrali.
Fronte occidentale: proseguì la battaglia nel settore della Somme, che provocò perdite enormi da entrambe le parti e finì poi con l’esaurirsi senza alcun risultato decisivo. L’esercito francese iniziò una violenta offensiva nella zona dello Chenin Des Dames; ma l’attacco francese si infranse contro la salda resistenza delle truppe tedesche, e si risolse ancora una volta in uno spaventoso massacro, che determinò una grave crisi psicologica e morale in vari reparti delle forze francesi. La Francia seppe reagire energicamente superando il periodo di crisi e rafforzandosi sempre di più nella sua intransigente volontà di combattere ad oltranza fino alla definitiva vittoria sulla Germania. Fu in questo periodo che venne costituito un nuovo ministero sotto la presidenza dell’energico patriota Giorgio Clemenceau.
Intervento americano: un effettivo successo per le potenze dell’Intesa fu costituito in questo periodo dall’intervento degli Usa, che per reagire agli attacchi sottomarini tedeschi si indussero infine a dichiarare guerra agli imperi centrali. Dopo pochi mesi i primi contingenti di truppe americane combattevano sul fronte francese, mentre l’enorme potenziale economico ed industriale degli stati uniti venne a costituire un apporto sempre più decisivo per la risoluzione del conflitto.
Fronte orientale : le vicende del quarto anno di guerra furono decisamente influenzate dallo scoppio della rivoluzione russa che determinò il completo sfacelo dell’esercito zarista e si risolse in un netto vantaggio militare per la Germania, i cui eserciti poterono occupare sterminate distese di territori. Nello scorcio di questo anno si deve peraltro registrare l’intervento in guerra della Grecia affianco delle potenze dell’Intesa con il conseguente rafforzamento del fronte alleato di Salonicco dove i franco-inglesi avevano creato una munita base di operazioni contro l’Austria e la Bulgaria.
Le truppe inglesi si impegnarono in un deciso attacco contro la Turchia e procedettero alla progressiva occupazione della Mesopotamia e della Palestina.
Fronte italiano: le vicende della rivoluzione russe si ripercossero sul fronte italiano dove l’esercito fu costretto a subire la grave disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917). L’esercito austro-tedesco, rafforzatosi grazie all’arrivo delle truppe prelevate sul fronte russo, sferrò una poderosa offensiva e riuscì a sfondare le linee della difesa italiana nei pressi di Caporetto. Ma dopo un iniziale sbandamento l’esercito italiano riuscì ad organizzarsi e ad arretrare in buon ordine fino alla linea del Piave e del Monte Grappa su cui si arrestarono e seppero resistere.
Successivamente alla disfatta di Caporetto il maresciallo Cadorna fu sostituito dal Maresciallo Armando Diaz mentre il ministero Boselli venne sostituito da un nuovo ministero di coalizione nazionale presieduto da Vittorio Emanuele Orlando. In questo periodo ci furono numerosi vittorie della marina italiana: l’attacco della corazzata austriaca Wien da parte del comandate Luigi Rizzo.
Per la conclusione della guerra con gli Imperi Centrali è da rilevare che il nuovo governo bolscevico non esitò a sottoscrivere la Pace di Brest-Litovsk (marzo 1918), in seguito alla quale la Russia fu costretta a cedere alla Germania le province baltiche, tutta la Polonia e l’Ucraina.
Quinto anno di guerra
Si concluse con esito definitivamente favorevole alle potenze dell’intesa.
Fronte occidentale: il quinto anno di guerra si aprì con un importante messaggio di Wilson nel quale il presidente degli stati uniti fissava i famosi “14 punti”, che sarebbero dovuti servire come base per le trattative di pace. Il messaggio di Wilson non approdò allora a nessun risultato concreto; ma valse a suscitare le più vive speranze dei popoli in guerra, anelanti alla pace e alla giustizia.
Sul fronte occidentale l’esercito tedesco sferrò per più mesi una serie di poderose offensive sul fronte francese. I francesi furono pertanto costretti a retrocedere fino alla linea della Marna, vicino Parigi, che si trovò sottoposta a micidiali bombardamenti. Verso la fine di giugno l’esercito francese riuscì ad arrestare l’avanzata degli eserciti francesi. Poco dopo le truppe anglo-francesi diedero inizio ad una vigorosa controffensiva sul fronte della Marna che obbligò i tedeschi ad una lenta ma continua ritirata fino alla fine della guerra.
Fronte orientale: sul fronte orientale la defezione della Russia provocò la definitiva sconfitta della Romania che fu costretta a sottoscrivere con la Germania la pace di Bucarest, per la quale dovette cedere le regioni della Valacchia e della Dobrugia, oltre alle proprie importanti risorse economiche come il petrolio.
Anche su questo fronte le vicende volsero a favore dell’Intesa. Nel settore di Salonicco l’esercito alleato sferrò una violenta offensiva contro l’esercito austro-bulgaro occupando la Macedonia e costringendo la Bulgaria all’armistizio.
Sul fronte del medio oriente l’esercito inglese riuscì definitivamente a travolgere la resistenza turca, costringendo la Turchia a chiedere l’armistizio.
Fronte italiano: sul fronte italiano gli austriaci attuarono un violentissimo attacco nella cosiddetta battaglia del Piave. In un primo momento alcuni reparti austriaci riuscirono a superare in più punti la linea del Piave, ma l’esercito italiano riuscì a contrastare le forze nemiche. La vittoria italiana sul Piave ebbe un’influenza decisiva sulle sorti della guerra. Anche in quest’anno procedettero i successi della marina che si distinse in numerose imprese di grande audacia come quella guidata da Gabriele D’annunzio, Costanzo Ciano e Luigi Rizzo i quali riuscirono ad affondare un piroscafo “la famosa beffa di Buccari”.
Notevole fu anche l’opera dell’aviazione, ricordiamo infatti Francesco Baracca caduto in combattimento dopo aver abbattuto in pochi mesi più di 30 apparecchi nemici.
La battaglia di Vittorio Veneto e la fine della guerra.
Pochi mesi dopo la controffensiva sul Piave l’esercito italiano diede inizio alla famosa battaglia di Vittorio Veneto (24 ottobre- 3 novembre 1918) in cui le truppe italiane inflissero agli austriaci una decisiva sconfitta costringendoli alla resa definitiva. In pochi giorni i soldati italiani occuparono Vittorio Veneto e procedettero ad una rapida avanzata su tutto il fronte ed entrarono a Trento e Trieste. Il 4 novembre 1918 l’Austria fu costretta a firmare l’armistizio di Villa Giusti. Carlo I abdicò e in Austria e Ungheria venne proclamata la repubblica. L’11 novembre 1918 anche la Germania fu costretta a firmare con le potenze dell’Intesa l’armistizio di Réthondes, mentre l’imperatore Guglielmo II abdicava e veniva proclamata la repubblica. Ebbe così termine la prima guerra mondiale.

I TRATTATI DI PACE
LA CONFERENZA DI PARIGI(1919)
Nel gennaio 1919 si inaugurò la Conferenza di Parigi, alla quale parteciparono i delegati degli stati vincitori,per stabilire la pace e il nuovo assetto europeo. Tra le personalità di primo piano ricordiamo:il presidente degli Stati Uniti,Woodrow Wilson;il primo ministro francese Giorgio Clemenceau;il capo del governo inglese Davide Lloyd George;e il presidente del consiglio italiano Vittorio Emanuele Orlando. rappresentanti degli stati vincitori miravano ai problemi della sicurezza nazionale e all’ esclusivo interesse personale,e vollero imporre ai vinti la più dure condizioni di pace. Dopo la stipulazione dei trattati di pace gli stati vincitori vennero a trovarsi nella seguente situazione politica ed economica:
• L’Inghilterra riconquistò il primato politico ed economico in europa e consolidò il proprio predominio navale e coloniale.
• La Francia riacquistò il primato militare in Europa,e in seguito all’acquisizione dell’ Alsazia e della Lorena potè accrescere la sua potenza industriale. Inoltre promosse un accordo tra la Cecoslovacchia,la Jugoslavia e la Romania(Piccola Intesa)per garantire l’equilibrio politico e territoriale nell’Europa centrale e meridionale.
• L’Italia ottenne Trento e Trieste diventando nel contempo una delle maggiori potenze europee.
I TRATTATI DI PACE(1919-1920):tra il 1919 e il 1920 vennero stipulati i seguenti trattati di pace:
• Il Trattato di Versailles con la Germania(giugno 1919);
• Il Trattato di Saint-Germain con l’Austria(settembre 1919);
• Il Trattato di Neuilly con la Bulgaria(novembre 1919);
• Il Trattato di Sèvres con la Turchia(agosto 1920).
Il Trattato di Versailles(giugno 1919):Questo trattato costrinse la Germania a cedere alla Francia le province dell’Alsazia e della Lorena;alla Danimarca lo Schleswig settentrionale;e alla Polonia la Posnania,una parte dell’Alta Slesia,e il cosiddetto “corridoio polacco”,mentre Danzica veniva dichiarata città libera. Inoltre la Germania dovette rinunciare a tutte le sue colonie,consegnare alla Francia il bacino del Saar per 15 anni,ridurre al minimo indispensabile il suo esercito e il complesso degli armamenti,e impegnarsi a pagare le “riparazioni”come risarcimento dei danni e ad abolire il servizio di leva obbligatorio. Furono annullati i trattati di Brest-Litovsk e di Bucarest;conseguenza di ciò furono l’annessione di alcuni territori russi alla Polonia e della Transilvania e della Bessarabia alla Romania;mentre dalla disgregazione della Russia si vennero a formare i territori della Finlandia,Lituania,Lettonia ed Estonia. Il trattato di Versailles si risolse in una vera e propria imposizione “DIKTAT”,in quanto i rappresentanti tedeschi non furono ammessi alle discussioni della conferenza e la Germania dovette rinunciare alla sua potenza politica,economica e militare. Pertanto si ebbe un trattato di pace formalmente assai duro ma di fatto poco coerente(“pace anfibia”)che valse a prostrare la Germania ,ma non risolse gli effettivi problemi del dopoguerra. Il trattato di Versailles diventò causa di nuovi contrasti in quanto lasciò scontenti sia i tedeschi sia i francesi.
Il Trattato di Saint-Germain(settembre 1919): sancì lo smembramento dell’impero austro-ungarico nei tre stati indipendenti dell’Austria, dell’Ungheria e della Cecoslovacchia.
Inoltre l’Austria dovette cedere all’Italia le regioni del Trentino, dell’Alto Adige e della Venezia Giulia; e dovette cedere alla Serbia i territori della Croazia, della Slovenia, della Bosnia e dell’Erzegovina, che si unirono a formare il nuovo stato della Jugoslavia. L’Austria fu pertanto ridotta ad un piccolo stato che dovette affrontare insostenibili difficoltà economiche e finanziarie.
Il trattato di Neuilly (novembre 1919): costrinse la Bulgaria a restituire alla Romania la regione della Dobrugia e a cedere alla Grecia le coste della Tracia occidentale, perdendo ogni sbocco sul mar Egeo.
Il trattato del Trianon (giugno 1920): costrinse l’Ungheria a cedere alla Polonia la Galizia e alla Romania la Transilvania.
Il trattato di Sèvres (agosto 1920): costrinse la Turchia a cedere alla Grecia la regione della Tracia orientale con Adrianopoli, riducendo i suoi possessi europei alla sola Costantinopoli. Inoltre la Turchia dovette cedere i seguenti territori:
- La città di Smirne, che venne assegnata alla Grecia
- La regione della Siria, che venne posta sotto il “mandato” della Francia
- Le regioni della Mesopotamia e della Palestina vennero poste sotto il “mandato” dell’Inghilterra
- La penisola arabica divenne stato indipendente
La situazione italiana
Il governo italiano si dichiarò disposto ad entrare in trattative dirette coi delegati iugoslavi, ma i gruppi più intransigenti dei nostri nazionalisti non vollero rassegnarsi e diedero vita ad un moto insurrezionale. In tale occasione il poeta Gabriele D’Annunzio iniziò la famosa spedizione di Fiume. La questione di Fiume poté essere regolata da i seguenti trattati:
a) Trattato di Rapallo (novembre 1920) stipulato dal ministero Giolitti. Di conseguenza il territorio di Fiume venne dichiarato stato indipendente, il porto di Zara fu annesso all’Italia e la regione della Dalmazia venne assegnata alla Jugoslavia
b) Trattato di Roma (gennaio 1924) stipulato dal ministero Mussolini. La città di Fiume fu annessa all’Italia mentre la Jugoslavia otteneva in compenso alcuni territori istriani.
LA SOCIETA’ DELLE NAZIONI (aprile 1919)
Prima di procedere alla stipulazione dei trattati di pace venne promulgato lo stato della società delle nazioni (aprile 1919) istituita con lo scopo di sviluppare la cooperazione tra le nazioni, di garantire la pace e la sicurezza internazionale e di evitare in ogni modo il ricordo alla guerra. L’organismo internazione della società delle nazioni stabilì la sua sede a Ginevra. Di essa fecero parte in un primo momento soltanto gli stati vincitori e i paesi neutrali, ma gli Stati Uniti si rifiutarono di aderire alla società, che venne così a perdere gran parte della sua efficacia politica ed ideale.

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