MEDIOEVO: le origini

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

Medioevo

Origine del nome

Medioevo: età di mezzo tra l’età antica e quella moderna.
Sembra che il termine sia stato usato la prima volta dall’ umanista Flavio Bionda, nell’ "Historiarum ab inclinatione Romanorum Imperii decades", scritta verso il 1450 e pubblicata nel 1483. Secondo l’autore, il termine indica una parentesi tra due epoche, nella quale e’ avvenuta una sospensione del progresso, una stasi culturale che si colloca tra la grandezza dell’età classica e la rinascita della civiltà all’inizio di una nuova era.

Periodo storico
Con il termine "Medioevo" si indica il periodo della storia europea compreso tra il V secolo(caduta dell’Impero Romano di Occidente) e il XV secolo. Il Medioevo viene poi ulteriormente suddiviso in Alto Medioevo (V-X secolo) e Basso Medioevo (XI-XV secolo).Le date 476 d.C., anno della deposizione di Romolo Augustolo, ultimo imperatore d’Occidente, e 1492, anno della "scoperta" dell’America da parte di Cristoforo Colombo, che tradizionalmente indicano l’inizio e la fine del periodo medioevale, sono convenzionali.
GIUSTINIANO (527 – 565 d.C.)
RIFORME E GUERRE
CORPUS IURIS CIVILIS = raccolta completa e ordinata di tutti i testi che
Riguardano il diritto romano

Guerre contro i barbari

GIUSTINIANO(527-565d.C.)
Divento imperatore d’oriente nel 527, Giustiniano(482-565) è ricordato dai posteri soprattutto per il Corpus Iuris Civilis immensa opera di codificazione del meglio della tradizione giuridica romana. Agli occhi dei suoi contemporanei egli fu piuttosto l’artefice della riconquista dell’Occidente barbarico condotta fra il 534 e il 554, impresa nella quale rivelò l’ambizione e la vastità del suo disegno universalistico. Ma lo storico Procopio di Cesarea, che aveva a lungo vissuto alla corte bizantina e ne era stato poi allontanato, ne traccia un profilo impietoso:”L’imperatore Giustiniano era affabile e mite con chiunque; non rifiutò mai a nessuno un’udienza, non si irritava nemmeno con chi, in sua presenza, teneva un discorso o un comportamento poco corretto. Ma neanche arrossiva davanti alla gente che aveva già destinato a morte; non lasciava trapelare ira o sofferenza verso chi lo aveva offeso; al contrario, con espressione tranquilla, occhi abbassati e voce sommessa, ordinava lo sterminio di migliaia e migliaia di innocenti, la distruzione di città, la confisca di interi patrimoni… Giustiniano era più leggero della polvere nei suoi giudizi”. Più equilibrato il profilo di uno storico contemporaneo, Michel Kaplan:”Giustiniano in carne la diversità, la grandezza ma anche le contraddizioni dell’Impero. Originario dell’Illirico, di lingua latina regna su un impero in cui si parla il greco o anche, in Oriente, il siriano o il copto. Minacciato in Oriente, riconquista l’Occidente ma trascura la difesa dei Balcani. Benché autoritario, rischia di cedere davanti la rivolta ‘Nika‘… Portavoce dell’aristocrazia ortodossa, fa chiudere l’Accademia di Atene per il suo paganesimo e fa ricostruire la basilica di Santa Sofia, destinata a restare la più grande chiesa della Cristianità fino alla caduta di Costantinopoli. Nel contempo sposa una donna monofisita, domatrice di orsi[…].
CORPUS IURIS CIVILIS

Il Codice Giustiniano, o corpus iuris civilis, come fu battezzato, si apre con un’ invocazione alla Trinità e l’affermazione del Primato ecumenico cioè universale della Chiesa, la quale riceve ordine solo dall’Imperatore. Il Codice proibisce agli ecclesiastici di fare speculazioni finanziarie e di prendere parte a giochi pubblici o a spettacoli teatrali. Condanna a morte e alla confisca dei beni agli eretici. Incoraggia l’affrancamento degli schiavi, ma consente ai genitori indigeni di vendere i propri figli, e obbligava colui che per trent’anni ha coltivato un pezzo di terra a restare inchiodato al proprio podere fino alla morte. Giustiniano, sotto l’influsso di Teodora, migliorò le condizioni della donna. L’adulterio non era più un delitto capitale, come ai tempi di Costantino. Il marito tradito può uccidere l’amante della moglie ma solo se, dopo averla avvertita tre volte, la sorprende in casa o in un luogo pubblico con il rivale. Chi ha rapporti con una vedova o con una zitella paga un’ammenda. Il meretricio è tollerato. Chi si macchia del delitto di omosessualità è punito con la tortura, la mutilazione e la morte. Il Codice favorisce i lasciti e le donazioni alla Chiesa, le cui proprietà sono inalienabili. Ciò consentì al clero di accumulare un patrimonio che attraverso i secoli divenne assai cospicuo. Numerosi capitoli sono dedicati all’amministrazione della giustizia. Solo un alto magistrato può spiccare un mandato di cattura. Tra l’arresto e il processo, che va celebrato alla presenza di un giudice designato dall’Imperatore, non deve trascorrere un tempo molto lungo. L’imputato può scegliersi l’avvocato, ma questi può difenderlo solo se è convinto della sua innocenza. Le pene sono severe, ma alle donne, ai minori e a coloro che hanno violato la legge in stato di ubriachezza il giudice ha la facoltà di concedere le attenuanti. Agli agenti del Fisco che si lasciano corrompere vengono tagliate le mani. Questa mutilazione è largamente praticata insieme a quella del naso e della gola. Anche l’accecamento -a cui verranno sottoposti soprattutto gli usurpatori- è consentito. Le pene capitali comunque più in uso sono la decapitazione per i liberi e la crocifissione per gli schiavi. Uno speciale trattamento è riservato ai disertori e agli stregoni che sono invece condannati al rogo. Il Codice è insieme un modello di spirito cristiano e un documento di barbarie e superstizioni. A esso – e ai suoi orrori- Giustiniano deve la sua gloria.
GUERRE CONTRO I BARBARI
LA SPEDIZIONE CONTRO I VANDALI
Nel 533 Giustiniano iniziò la riconquista dell’Occidente con una spedizione contro i Vandali che occupavano la Sardegna, la Corsica, le Baleari e l’Africa settentrionale. Al momento dell’attacco l’impero dei vandali era colpito da molti problemi, interni ed esterni. I rapporti con la popolazione locale erano tesi, sia per le persecuzioni ai cattolici, sia perché avevano imposto una separazione tra i gruppi etnici. L’economia era andata in decadenza e la potente flotta era venuta meno, mentre si verificavano frequenti incursioni dei nomadi del deserto africano. Per questi motivi Belisario, generale bizantino, riuscì, tra il 533 e il 534, ad impadronirsi del regno dei Vandali.
LA GUERRA CONTRO I GOTI
Nel 526 la figlia di Teodorico, re dei Goti, Amalasunta, alla morte del padre, prese la guida del regno dei goti e subito cercò di riappacificare i Romani con i Goti. La sua politica però venne contrastata dai nobili, guidati dal cugino e marito Teodato che nel 535 uccise la moglie. Giustiniano sfruttò questo pretesto per attaccare i Goti e conquistare l’Italia. Nel 536 Belisario con 10000 uomini giunse in Sicilia e risalì la penisola conquistando Roma. I Goti, ucciso Teodato, elessero re Vitige, che dopo aver perso Ravenna venne catturato. La guerra però non era ancora finita, i Goti nominarono re Totila , abile condottiero, che mise a dura prova i Bizantini. Poi Giustiniano affidò le truppe a Narsete e sconfisse nel 552 i Goti a Gualdo Tadino dove morì Totila. Infine i Goti furono definitivamente sconfitti a Monte Lattaio, in Campania, dove morì l’ultimo re Teia. Nel 554 con la Prammatica Sanzione l’Italia divenne una provincia dell’impero romano d’Oriente. Questo decreto mise la Penisola sotto il controllo di un rappresentante dell’imperatore, chiamato Esarca, che risiedeva a Ravenna.
BIBLIOGRAFIA:
• Clio Dossier editrice La Scuola 2001
• Atlante Storico Multimediale De Agostani
• Viaggio nella Storia dalle origini al 2000 de La Repubblica

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