La situazione bellica nel dopoguerra

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Testo

Situazione bellica dopo la seconde guerra mondiale

Il possesso di armi atomiche fu un elemento della diplomazia americana sin dagli albori dell'era nucleare. Truman, infatti, cercт senza successo di utilizzare la bomba atomica come strumento di pressione su Stalin giа nel 1945. Ma la scoperta, nel 1949, che l'URSS aveva colmato il ritardo tecnologico e possedeva anch'essa la bomba atomica, pose fine a tale strategia. La perdita del monopolio atomico, che sconcertт l'opinione pubblica statunitense, spinse gli USA a un inutile tentativo di riconquistare la superioritа strategica avviando la costruzione di bombe all'idrogeno, ma l'Unione Sovietica questa volta non restт indietro. La corsa agli armamenti, in mancanza di qualsiasi volontа di accordo, divenne un dato essenziale degli equilibri internazionali basati sulla paritа delle superpotenze. La strategia americana di "rappresaglia massiccia", ovvero la minaccia di utilizzare armi nucleari contro l'URSS in risposta ad attacchi anche convenzionali, lasciт il posto a una condizione di "mutua distruzione assicurata" e al tentativo di riguadagnare margini di superioritа adottando nuovi sistemi d'arma e vettori per le testate atomiche, come flotte di bombardieri strategici, missili intercontinentali e sottomarini a propulsione nucleare (dotati di autonomia subacquea pressochй illimitata). Negli anni Sessanta, l'impasse strategico spinse gli Stati Uniti verso la teoria della "risposta flessibile", che prevedeva operazioni convenzionali e l'uso di atomiche "tattiche". Ciт preoccupт gli alleati europei, consci del rischio di una guerra che si faceva meno improbabile, dato che quasi sicuramente avrebbe distrutto l'Europa, ma non i due grandi. Nei decenni successivi, la varietа e la precisione sempre maggiore delle armi nucleari rafforzт la tendenza degli ambienti militari dei due schieramenti a ipotizzarne l'uso, sostenendo che una guerra nucleare su larga scala puт effettivamente essere vinta.

La corsa al riarmo ha portato alla costruzione di ordigni di distruzione di massa sempre piщ potenti, tra cui primeggia la bomba termonucleare, o all'idrogeno (H). La bomba H si basa su una reazione di fusione di nuclei di isotopi dell'idrogeno, cioи sulla stessa reazione che produce l'energia solare. Per ottenere le temperature necessarie a tale fusione, si utilizza come innesco una bomba atomica (A) che, invece, funziona tramite fissione (divisione) di nuclei di atomi pesanti, quali l'uranio e il plutonio. Le piщ potenti bombe H possiedono un'energia mille volte maggiore di quella della bomba A sganciata su Hiroshima. All'altro estremo della potenza atomica stanno le piccole testate utilizzabili dall'artiglieria e la bomba al neutrino (N). Questa ha scarso potere dirompente e termico e bassa ricaduta radioattiva, ma forte radiazione iniziale. I suoi effetti sui materiali quindi sono relativamente limitati, estesi quelli sugli esseri viventi. La potenza nucleare di una nazione, comunque, dipende anche dai sistemi di dispiegamento e lancio delle testate. Ad esempio, la superioritа americana nel campo dei sottomarini a propulsione nucleare equipaggiati con missili a testata atomica, negli anni Sessanta, costituм un vantaggio notevole perchй implicava la possibilitа di colpire l'avversario, anche dopo la distruzione ipotetica di tutti i missili basati a terra. Analogamente, la superioritа sovietica nei missili pluritestata a medio raggio, agli inizi degli anni Ottanta, costituм un serio elemento d'instabilitа.
La cosiddetta guerra non convenzionale, comunque, comprende anche armi batteriologiche e chimiche, come appunto microrganismi rafforzati o modificati in laboratorio o aggressivi di alta tossicitа per il sistema nervoso, e con effetti cronici prolungati anche in caso di debole esposizione.

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