Il secondo dopoguerra

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Testo

IL SECONDO DOPOGUERRA
I.T.S.C.G.
Tesina multidisciplinare
A cura di Alessandro C.
PERCORSO MULTIDISCIPLINARE
INGLESE
SAMUEL BECKETT
THE THEATRE OF THE ABSURD
ITALIANO
LUIGI PIRANDELLO
IL TEATRO ITALIANO DEL 900
DIRITTO
LA COSTITUZIONE
L’ASSEMBLEA COSTITUENTE
SCIENZE DELLE FINANZE
RIFORME TRIBUTARIE
LA RIFORMA VANONI 1951
STORIA
IL SECONDO DOPOGUERRA
LA GUERRA FREDDA
EDUCAZIONE FISICA
LA RINASCITA DELLO SPORT E DELLA VITA NEL SECONDO DOPOGUERRA
IL CICLISMO
INFORMATICA
LA NASCITA DI INTERNET
ARPANET
MATEMATICA
LA STATISTICA DESCRITTIVA
CARATTERI GENERALI
RAGIONERIA
LA GESTIONE DEI BENI STRUMENTALI
IL LEASING
TECNICA BANCARIA
LE OPERAZIONI DI SERVIZI
LE CARTE DI CREDITO
INGLESE
SAMUEL BECKETT
“THE THEATRE OF THE ABSURD”
The world war two provoked a great shock in human life (the atrocities of concentration camps, the atomic holocaust of Hiroshima). In this period the western world seemed to have lost its orientation, leaving man with a sense of helplessness and with a feeling that human efforts towards progress were futile. Beckett reflects the attitudes, disillusion and anger of the post-war generation. Beckett is one of the most important playwrights of”The rheatre of the absurd”(oter playwriters are Ionesco, Adamov). These writters created a surrealistic theatre they didn’t intend to-represent reality, but to represent the deeper reality as it is revealed through dreams or nightmares. The world”absurd”comes from greek and means apart from the chorus, dissonant, in other words. Absurd is which is devoided of purpose cut of from his religious, mentaphysical and trascendental roots: man is lost, all his action become sensless, absurd, useless.
“Waiting for Godot”(1949) is Beckett’s most famous work. Waiting means making the ezperience of the flow of time. The main idea presented in the play is that man is waiting all his life for something which will never happen. Because nothing ever happens, all change being illusory. The play was fisrt written in french and then in english. The play is divided into two acts it has no development in time; just a repetitive present; it has no setting but a country road and a bare tree; it has no plot, it has no characters in the traditional sense. It has no action, it has no dialogue in”the convetional sense”, circular (non beginning – non end). The structure of the play suggests un that life seems repetitive, empty with no meaning in the sense of purpose or progress.”Waiting for Godot”is a tragicomedy in two acts. Both acts are set on a country road with a tree. There are five characters: Extragon, Vladimir, Lucky, Pozzo and a Messanger. Two tramps, Extragon and Vladimir cannot leave the road because they have to meet a Mr. Godot from whom they expect some unspecified kind of help. At the end of act one, a boy arrives with the message that Mr. Godot cannot come but that he will certinly come tomorrow. The next day the messanger comes with the same message. The two tramps keep on waiting, waiting for something Good to Happen, for love, for God, for something that gives meaning to life. Godot problably stands for God, perhaps the characters are looking for a God. The main characteristics of Beckett’s theatre:
1. He puts on the stage the theatrical happening it self, revealing th nature of theatrical representation;
2. Uses low popular theatrical forms (music-hall, circus, silent movies) whitin a high genre.
3. The dialogue has lost and local meaning and has become just a way of passing the time an example of actual incommunicability (repetitions, misunder standing, double meanings, monologues, wrong words, telegraphic syle, trite senteces.
4. The style is very simple, clear, colloquial.
ITALIANO
LUIGI PIRANDELLO
La perdita di punti di riferimento che Beckett esalta nel teatro dell’assurdo, è un tema che Pirandello sviluppò già in Italia con il suo”Teatro dello Specchio”. Ossia un metateatro in cui nella rappresentazione teatrale il pubblico non è chiamato a vedere con occhio critico il palcoscenico, ma ci si immedesima, vedendo non la propria maschera ma quelo che c’è sotto di essa, la dolorante umanità.
Pirandello ha debuttato il 9 dicembre 1910 (si pensi che”Il fu Mattia Pascal”è del 1904): è pervenuto al teatro persuaso da un commediografo, Mino Martagno, il quale scriveva in dialetto catanese.
Non si è convertito al teatro, anche perché non gli piaceva e proprio per questo lo ha scelto, perché era una forma letteraria che considerava più scadente. È quindi una scelta antiletteraria per dimostrare che la letteratura e l’arte non dovrebbero esistere. Si continua a fare arte per errore di distrazione.
Con il teatro vuole perciò dimostrare di voler fare parodia dell’arte e su se stesso come scrittore.
Nel 1908, in un saggio per il teatro,”Illustratori, attori e traduttori”afferma che secondo lui la rappresentazione di un’opera teatrale è necessariamente un tradimento dell’opera di uno scrittore. È quindi una forma d’arte da guardare con diffidenza, perché l’attore trasforma in qualcosa di diverso quello che lo scrittore ha scritto, è cioè impossibile che l’attore rappresenti un personaggio scritto.
Secondo lui l’artista”crea un’idealità essenziale”: i personaggi hanno un’essenza che l’uomo non ha. Questo rende il personaggio letterario superiore all’uomo perché l’arte crea un’idealità che non c’è nella vita. Nel teatro questa idealità viene meno perché l’umiliazione dell’attore è inevitabile. Il teatro porta cioè ad uno scadimento dell’idea: è il regno del relativo per eccellenza; in più ha anche esigenze precise di audience.
Per questo sceglie il teatro, perché:
1. il teatro, meglio di altre cose, si presta a dimostrare un’arte che ha perso l’idealità, corroso nei suoi significati, un’arte che non ha senso.
2. perché il teatro, essendo il mondo del relativo, si presta meglio a rappresentare il relativismo della vita.
Pirandello portò delle innovazioni al teatro, come l’abolizione della quarta parete: finora il teatro prevedeva uno spettatore e una scena cioè una differenza fra palcoscenico e pubblico. Questo per Pirandello non ha senso: lo spettacolo è lo specchio degli spettatori, non ci sono differenze fra il pubblico e gli attori.
Questo presuppone un pubblico che non va ad osservare, ma che è chiamato a riconoscersi sul palco. Lo spettatore corrode sia se stesso come uomo sia l’opera, perché il teatro è unitario. riduce quindi a nulla sia l’uomo nei suoi luoghi comuni che l’arte; cioè il suo spettacolo finisce per creare corrosione sia dell’opera teatrale che dello spettatore.
Nel teatro confluiscono i soliti temi, giocati sul problema della forma e dell’assenza di forma.
La messa in scena sfrutta il meccanismo del”grottesco”(cioè quello che in letteratura è il sentimento del contrario). In queste opere il tema tradizionale del triangolo borghese (moglie, marito, amante) è ripreso e nel contempo rovesciato: la logica delle convenzioni borghesi è accettata solo per essere portata paradossalmente alle ultime conseguenze, in modo da farne esplodere dall’interno tutte le contraddizioni. Nei capolavori di questa fase, i protagonisti sono caratteri fissi, irrigiditi in maschere. Un’azione corrosiva soprattutto per quanto riguarda il teatro verista, di cui fa ironia, perché aveva la presunzione di essere verosimile. Pirandello lo riprende e ne mostra l’assurdo.
Lo scrittore stesso nel 1920 dà del «grottesco» una definizione chiara e pregnante: «Una farsa che includa nella medesima rappresentazione della tragedia la parodia e la caricatura di essa, ma non come elementi soprammessi, bensì come proiezione d’ombra del suo stesso corpo, goffe ombre d’ogni gesto tragico».
La rappresentazione della tragedia consiste quindi nel drammone verista con la caricatura di esso con il sentimento del contrario.
Il teatro rappresenta la parte più interessante della produzione artistica di Pirandello. Egli vi giunse piuttosto tardi, infatti debuttò per la prima volta, a Roma, al teatro metastasio, il 9 dicembre del 1910, con”LA MORSA”e”LUMÌE DI SICILIA”.
Poi, a mano a mano che si maturava in lui il distacco dal verismo verso il decadentismo, si dedicò ad esso quasi totalmente comprendendo che la sua concezione tragica della vita, calato in situazioni drammatiche, dolorose, umoristiche, e paradossali, poteva trovare nella azione scenica, più che nella narrativa, il mezzo espressivo più adatto ed efficace. E dal teatro gli venne più tardi il successo.
Il teatro precedente mirava alla rappresentazione di una realtà esistente come un dato di fatto, mentre quello di Pirandello introduce una visione non più statica, ma dialettica del reale, cioè una realtà oppostamente interpretabile e per questo priva di una sua oggettiva consistenza e tale che non può generare che lo scontro tra le varie interpretazioni.”COSÌ E (SE VI PARE)”è la prima opera teatrale nella quale si realizza una nuova concezione.
Questa premessa determina quella caratteristica raziocinante tipica dei personaggi pirandelliani, Il loro arrovellarsi e ragionare, a spiegare: ma questa è una condizione inevitabile, perché il conflitto è tra le diverse interpretazioni della realtà e la commedia non può non assumere l’aspetto di dialogo filosofico.
Nasce così il tentativo di rompere il carcere della solitudine, cioè dal bisogno di far combaciare le opposte visioni di una realtà e quindi stabilire un terreno di colloquio. Questo non è possibile e allora non resta che accettare la propria solitudine, il carcere cioè quella forma, quella maschera che imprigiona la vita, in cui la visione degli altri, che non coincide con la nostra, ci ha inchiodati.
A togliere la maschera, e vedere sotto di essa, la dolorante umanità (“MASCHERE NUDE”). Pirandello era spinto da lucida esigenza di verità e da pietà umana, nel contempo, e i volti che questa operazione svela sono deformati da un misto di riso e pianto (il sentimento del contrario).
Dal 1925 diresse la compagnia”Teatro D’Arte di Roma”, che, per merito anche di due grandi attori, Ruggero Ruggeri e Marta Abba, rappresentò trionfalmente le sue commedie sui più importanti palcoscenici dell’Europa e delle americhe.
Fu allora la gloria e il premio nobel (1934). Conformemente alla sua poetica, che affida all’arte il compito di”Denudare le maschere”, Pirandello chiamo il suo teatro”Teatro dello specchio”, perché in esso si rappresenta la vita nuda, cioè senza maschera con le sue reali verità e amarezze, che palpitano dolorosamente sotto il velo dorato delle ipocrisie e delle convenzioni sociali, così che chi assiste, si vede come in uno specchio così com’è, e diventa migliore.
Alla base del teatro di Pirandello, c’è una forte esigenza morale di strappare gli uomini dalle menzogne, perché il mondo si rinnovi secondo giustizia, verità e libertà.
Pirandello compose complessivamente 43 opere fra drammi e commedia (il dramma è un opera teatrale fondate sul contrasto violento delle passioni, ma sostanzialmente senza morti sulla scena, come avviene invece nella tragedia).
“SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE”è la tipica commedia della relatività delle nostre conoscenze. Pirandello ritiene che la verità è quella che si trova in ciascuno di noi, nel profondo della nostra coscienza: essa va quindi rispettata e difesa contro chi vuole violarla per imporre la”sua”verità.
Quando fu rappresentata per la prima volta, a Roma al Teatro Valle il 10 maggio 1921 suscitò violente polemiche per l’incomprensione del pubblico, che si trova per la prima volta davanti ad un’opera così nuova e provocatoria.
Insieme con altre due commedie”Ciascuno a modo suo”“Questa sera si recita a soggetto”, forma la cosiddetta”Teatro nel Teatro”. Si tratta di un dramma da rappresentare, cioè non fatto, ma in fieri, concepito nel suo farsi.
Il dramma da rappresentare è quello di un padre sorpreso in una casa equivoca, in intimità con la figliastra, che si prostituisce per la miseria in cui vive. È il dramma della frantumazione o pluralità dell’IO, che appare”uno”, ma è, in realtà,”tanti”.
L’autore che ha concepito questo dramma si rifiuta di scriverlo, ma i sei personaggi ideati (padre, madre, figlio di 22 anni, figliastra di 18 anni, bambina di 4 anni e un giovinetto di 14 anni), girano per il mondo alla ricerca di un autore che faccia vivere sulla scena il loro dramma. Esso rappresenta il tentativo di Pirandello di uscire dalla disperazione e dalla frantumazione della personalità, aggrappandosi a uno dei miti, in questo casp l’arte che, ridarebbe all’uomo la sua identità e la sua personalità. Quindi l’arte ridarebbe all’uomo quell’unita e quella pace che la vita gli sottrae.
DIRITTO
LA COSTITUZIONE ITALIANA
Pirandello in Italia anticipa il teatro dell’assurdo di Beckett nelle sue tematiche post-belliche del secondo dopoguerra in cui si sente una perdita di punti di riferimento. In italia si incomincia con la ricostruzione delle istituzioni politiche. Infatti il 2 giugno 1946 si ando al voto per due scelte: monarchia o repubblica e per eleggere i rappresentanti all'Assemblea costituente, incaricata di redigere la nuova Costituzione. Le votazioni a suffragio universale(per la prima volta in Italia votavano anche le donne), videro la vittoria della repubblica con il 54% dei voti. Per le rappresentanze all'Assemblea costituente i voti si orientarono verso tre partiti maggiori, le cui origini risalivano al periodo precedente il fascismo: la Democrazia cristiana (DC) capeggiata da Alcide de Gasperi; il Partito socialista italiano (PSI) di unità proletaria, divenuto in seguito Partito socialista, guidato da Pietro Nenni; il Partito comunista italiano (PCI), con segretario Palmiro Togliatti. Questi e altri partiti minori collaborarono alla stesura della costituzione, che fissò i lineamenti istituzionali dello stato.
1 gennaio 1948: entra in vigore la Costituzione.
La Costituzione italiana venne ufficialmente presentata dall'Assemblea nazionale costituente il 1 gennaio 1948. Con l'entrata in vigore di una costituzione l'Italia diventava ufficialmente Repubblica.
CARATTERI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA.
La Costituzione nasce all'interno del CLN, quindi ha sicuramente un carattere antifascista, e nasce inoltre da tre anime: cattolica (DC), liberale e socialcomunista (PSI, PCI).
La costituzione italiana, ovvero l'insieme degli ideali di una società, rappresenta il frutto del lavoro dell'Assemblea costituente, composta di 556 membri eletti il 2 giugno 1946 e presieduta da Umberto Terracini. Il progetto, redatto da una commissione di 75 membri, fu sottoposto il 31 gennaio 1947 all'assemblea, che nel corso di 170 sedute esaminò 1663 emendamenti; la votazione per l'approvazione del testo definitivo ebbe luogo il 22 dicembre 1947.
La Costituzione fu firmata dal presidente della Repubblica Enrico de Nicola e controfirmata dal presidente del consiglio Alcide de Gasperi e dal presidente dell'Assemblea costituente, Terracini.(vedi allegato n°12)
La Costituzione è composta di 139 articoli, divisi in quattro sezioni:
- princìpi fondamentali (artt.1-12);
- parte prima, dedicata ai diritti e ai doveri dei cittadini (artt.13-54);
- parte seconda, concernente l'ordinamento della Repubblica (artt.55-139);
- 18 disposizioni transitorie e finali, riguardanti situazioni relative al trapasso dal vecchio al nuovo regime e destinate a non ripresentarsi.
I princìpi fondamentali e la prima parte della Costituzione contengono, innanzitutto, un ampio riconoscimento dei diritti civili e politici fondamentali, che vengono garantiti nella loro immodificabilità: l'uguaglianza davanti alla legge e l'inviolabilità dei diritti dell'uomo (libertà personale, diritto alla difesa, presunzione di innocenza, inviolabilità del domicilio, segreto epistolare, libertà di circolazione e soggiorno, di espatrio, di riunione, di associazione, di religione, di opinione e di stampa). Espressamente tutelate sono le minoranze linguistiche. Sono poi riconosciuti esplicitamente i diritti della famiglia, dei minori, il diritto alla salute, la libertà delle arti e delle scienze, il diritto all'istruzione.
Accanto ai diritti civili e politici la Costituzione stabilisce dei diritti sociali che hanno valore di programma politico-sociale per guidare la società italiana verso obiettivi di uguaglianza sostanziale. Questo aspetto trova espressione diretta nell'articolo 3, comma secondo:”E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della libertà umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese". In questo senso va interpretato, ad esempio, il diritto al lavoro.
I diritti del cittadini sono inoltre riconosciuti e tutelati non solo con riferimento a ciascun individuo isolatamente, ma anche nelle formazioni sociali in cui si svolge la sue personalità (famiglia, comunità locale, partiti, sindacati, associazioni, etc…). Un richiamo preciso sottolinea i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Un'altra peculiarità della Costituzione consiste nell'elencazione, oltre che dei diritti, dei doveri dei cittadini. Accanto al diritto-dovere del lavoro, consistente nello svolgere un'attività utile per la società, vi sono la fedeltà alla repubblica, il pagamento delle imposte, il dovere dei genitori di curarsi dei figli, il dovere di votare e di difendere la patria.
La seconda parte della Costituzione definisce le strutture dell'ordinamento statale, definendo quindi i ruoli di Parlamento, presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, governo, magistratura e Consiglio superiore della magistratura.
Sempre nella seconda parte sono elencate e descritte nelle loro funzioni e organi le Regioni, le Province e i Comuni.
La Costituzione italiana è definita”rigida", cioè non può essere modificata con leggi ordinarie. Ciò allo scopo di sottrarre la legge fondamentale dello stato alle trasformazioni che appaiono più convenienti a maggioranze parlamentari contingenti. Ciò non significa che sia immodificabile. Al contrario essa stessa prevede, all'art. 138, le procedure da seguire per adottare leggi di revisione della Costituzione e leggi costituzionali ossia le leggi che, rispettivamente, modificano e integrano la Costituzione. Tale procedura prevede prudentemente due deliberazioni a maggioranza assoluta di ciascuna Camera a distanza di tre mesi l'una dall'altra, al fine di evitare che si giunga a modificare la Costituzione sull'onda di un'emozione passeggera. Diverse modifiche costituzionali di carattere articolare sono già state effettuate nel corso degli anni senza che fosse necessario ricorrere al referendum. Sono sottratti a ogni revisione costituzionale la forma repubblicana e i diritti di libertà e sociali che la prima parte della Costituzione dichiara inviolabili.
SCIENZE DELLE FINANZE
LE RIFORME TRIBUTARIE
LA RIFORMA VANONI
In un rapporto del 1946 dell’Assemblea Costituente una speciale commissione economica evidenziava l’esigenza di una riforma del sistema fiscale; occorreva di fatti adeguare tale settore del diritto alla nuova realtà economico-sociale. Dopo i primi tentativi di Riforma rimasti senza esito si arrivò alla prima importante legge di riforma e cioè la legge 11 gennaio 1951, n.25, meglio nota come legge Vanoni mediante la quale si cercò di realizzare un sistema di perequazione tributaria, ossia un sistema che tendesse ad eliminare le maggiori ingiustizie tributarie. La legge, modificò profondamente l’istituto della dichiarazione dei redditi, rendendo obbligatoria quella annuale e prevedendo per la prima volta l’unicità della stessa per tutti i redditi facenti capo al medesimo soggetto.
EDUCAZIONE FISICA
LA RINASCITA DELLO SPORT E DELLA VITA
NEL SECONDO DOPOGUERRA
IL CICLISMO
Anche in ambito sportivo nel dopoguerra si ebbe una ripresa delle attività agonistiche, e il ciclismo ne fu il più evidente segnale. Nel 1946 riparte il Giro d'Italia e, l'anno successivo, il Tour de France. Riprendono anche le grandi classiche come la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix. Nello sport delle due ruote i primi anni del dopoguerra sono dominati dagli italiani e dalla grande rivalità fra il”vecchio”Bartali e il”giovane”Coppi. Il Campionissimo domina la scena ciclistica del dopoguerra compiendo imprese memorabili: vince, fra l'altro, nello stesso anno il Giro e il Tour nel 1949 e nel 1952. Gino Banali compie un'impresa storica nel 1948 aggiudicandosi, a dieci anni di distan za dal primo, il suo secondo Tour de France: leggenda vuole che quella vittoria abbia allontanato l'Italia dal clima rivoluzionario in cui l'aveva precipitata l'attentato al leader comunista Palmiro Togliatti, il 14 luglio 1948. Ma il ciclismo di quegli anni non vive di soli risultati agonistici: nel clima della guerra fredda, delle contrapposizioni manichee ed esasperate, l'Italia cattolica e bigotta tifa per Gino Bartali, quella laica per Fausto Coppi.
STORIA
IL SECONDO DOPOGUERRA
LA GUERRA FREDDA

In ambito internazionale in questi anni ha segnato l’inizio di un’epoca definita l’età delle super potenze, dominata dalla presenza e dalla concorrenza di due grandi blocchi politico-economico-militari entrambi in grado di distruggere l’avversario e con esso la vita di tutto il pianeta. Fortunatamente lo scontro politico ed ideologico non degenerò mai in un conflitto militare aperto: per questo il dopo guerra viene generalmente denominato come il periodo della guerra fredda.
Gli anni della G.F. sono stati segnati da una tensione continua, da guerre locali definite”guerre per delega”, in quanto combattute dagli alleati degli USA e dell’URSS, e dalla corsa agli armamenti.
L’ inizio della G.F. viene fatto risalire alla conferenza di Yalta, dove ”I tre grandi ”Churchill, Roosevelt e Stalin, decisero le sorti del mondo che usciva dalla guerra. In termini brutali, ci fu una vera e propria spartizione del mondo tra USA e URSS.
I protagonisti della guerra fredda.
URSS: L’URSS uscì dalla II guerra mondiale notevolmente provata : 18 milioni di morti, molte città distrutte e tutte le sue regioni europee invase dalla Germania. Riuscì comunque ad affermarsi a livello mondiale grazie alla forza del suo grande esercito (“l’armata rossa”), grazie alla ferrea disciplina imposta da Stalin e grazie allo sfruttamento dei territori occupati.
Fin dal 1945, infatti, l’URSS avviò una politica di sfruttamento sistematico dei paesi occupati, volta a ricostruire e accelerare lo sviluppo del sistema industriale sovietico. Vennero quindi imposte pesantissime riparazioni agli ex alleati della Germania (Ungheria, Romania e Bulgaria) costretti a cedere risorse finanziarie, derrate agricole, macchinari e mezzi di locomozione. Interi complessi industriali, un tempo controllati dai tedeschi, vennero inoltre smantellati e ricostruiti su territorio russo.
Il suo potere derivò inoltre dal grande appoggio di tutti i partiti comunisti del mondo e dalle speranze di indipendenza che essa alimentava in tutti i paesi ancora soggetti al regime coloniale.
In Europa orientale, la massiccia presenza dell’armata rossa anche dopo la fine del conflitto, determinò l’imposizione russa di governi comunisti filo-sovietici (e di conseguenza l’allontanamento forzato dei dirigenti non comunisti) e la conseguente collettivizzazione dell’economia.
Nel 1947 così si insediarono governi filo-sovietici in Polonia, Bulgaria, Ungheria e Romania, uniti tutti alla”madre Russia”mediante organizzazioni politiche, COMINFORM , economiche, COMECON e militari, Patto di Varsavia.
Il Cominform era una sorta di riedizione della terza Internazionale (che si era sciolta nel ’43 in omaggio all’alleanza antifascista), ed il suo scopo era quello di coordinare l’ azione di tutti i partiti comunisti europei. Fondato nel 1947 dai rappresentanti dei partiti comunisti dei paesi dell’Europa orientale, di Francia ed Italia, Il Cominform divenne lo strumento tipico della contrapposizione tra blocco comunista e blocco occidentale.IL Cominform venne però sciolto nel 1956 con l’avvio della politica di coesistenza pacifica avviata dal leader sovietico Chruscev.
Grazie al COMECON invece, l’URSS si assicurò il controllo delle economie dei paesi da lei occupati. Attraverso il”consiglio di mutua assistenza economica”(COMECON) infatti, l‘URSS poté scegliere i processi di produzione dei paesi satelliti in modo tale che questi risultassero complementari a quelli russi. I tassi di scambio all’interno dell’area del rublo, nonché la quantità ed i prezzi dei beni scambiati furono quindi rigidamente controllati dal potere sovietico.
La Russia così conobbe ben presto un rapido sviluppo: nei primi anni del dopoguerra, la crescita produttiva sovietica fu notevole, con incrementi medi del 10 % annuo.
Il Patto di Varsavia fu invece la risposta sovietica all’ingresso nella Nato della Germania Federale.
Esso si configurò come organizzazione militare dei paesi comunisti dell’Europa orientale e conferì alla Russia il comando di tutte le forze militari dei paesi contraenti il trattato.
Il patto di Varsavia si sciolse soltanto nel 1991 in seguito al crollo dei regimi comunisti nell’Europa orientale.
USA: Gli USA uscirono dalla II guerra mondiale addirittura rafforzati; essi non avevano, infatti, conosciuto né occupazione straniera né bombardamenti e la loro capacità produttiva era notevolmente aumentata dato lo sforzo fatto per rifornire di armi e di ogni altra merce i propri soldati in guerra.
Alla fine della guerra gli USA si ritrovarono con la più potente marina e aviazione militare del mondo e la sua supremazia militare era garantita dal possesso della bomba atomica.
Anche nel campo economico la supremazia degli USA era indiscutibile, con la conferenza di Breton Woods del 1944 infatti, poiché gli USA possedevano i due terzi delle riserve aurifere mondiali ed era necessaria la ricostruzione di un sistema monetario internazionale efficiente e stabile per la ripresa della crescita degli scambi internazionali, fu deciso che di tutte le monete internazionali, solo il dollaro avrebbe mantenuto la convertibilità in oro diventando così la moneta chiave del sistema. Gli scambi e i pagamenti internazionali sarebbero stati effettuati unicamente in dollari e la valuta americana sarebbe divenuta moneta di riserva in sostituzione dell’oro.
Vennero inoltre create due nuove istituzioni economiche internazionali : la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale con lo scopo di agevolare con prestiti lo sviluppo dei paesi più arretrati. Queste istituzioni, nate per essere”super partes”dipendono però principalmente dai finanziamenti USA e sono quindi largamente influenzati dalla politica di Washington.
Agli occhi degli americani il fallimento delle democrazie europee, la nascita dei regimi fascisti, dei vari nazionalismi e della stessa catastrofe bellica erano il frutto della mancata risoluzione dei problemi finanziari creati dalla I guerra mondiale. Solo l’ affermazione della libertà di commercio su scala mondiale e lo sviluppo della cooperazione internazionale avrebbero potuto assicurare la pace e la democrazia. Gli USA si proclamarono allora promotori di quest‘ideale e lo dimostrarono attuando il cosiddetto”Piano Marshall”.
Il Piano Marshall consisteva nella concessione agli stati europei di prestiti a basso interesse o a fondo perduto, nella fornitura di massicci aiuti in beni alimentari e materie prime e soprattutto nel rinnovamento tecnico delle imprese europee attraverso l’introduzione di macchinari, tecnologie e tecniche di produzione più moderne.
Il piano Marshall che all’inizio era piuttosto vago assunse ben presto dimensioni considerevoli : dal 1948 (anno del suo inizio) al 1957 (anno della conclusione) esso portò allo stanziamento di ben 13 miliardi di dollari. Esso d’altra parte permise agli USA di influenzare la condotta economico-finanziaria dei paesi assistiti e di favorire gli investimenti esteri americani.
IL piano Marshall inoltre, creando un forte legame tra USA e Europa occidentale, si poneva come forte baluardo contro le mire espansionistiche sovietiche in Europa. Fu per questo dunque che quando gli americani offrirono i loro aiuti anche a Cecoslovacchia e Polonia, fu lo stesso Stalin ad intervenire e ad imporre ai governi di Varsavia e di Praga di rifiutare l’offerta americana.
La solidarietà politica tra Usa ed Europa si riaffermò poi nel 1949 con l’alleanza politico-militare del Patto Atlantico che ebbe il suo strumento bellico nella NATO (North Atlantic treaty Organization) cui aderirono 12 paesi.
La Nato era una alleanza con dichiarato carattere difensivo, ma il suo sorgere confermò comunque una netta divisione dell’Europa occidentale da quella orientale. Questa divisione fu confermata nel 1955 quando i paesi del blocco comunista opposero alla NATO una loro alleanza militare, IL Patto di Varsavia, che istituiva a Mosca il comando supremo delle forze armate di tutti i paesi a lei alleati. Era dunque calata quella”cortina di ferro”di cui Churchill aveva parlato già nel 1946.
I”non allineati”.
Non tutte le nazioni però avevano accettato di allinearsi con uno dei due blocchi e avevano preferito restare neutrali e conservare i propri orientamenti tradizionali nella politica estera e le proprie strutture e istituzioni di governo.
Tra i”non allineati”europei il più importante fu la Yugoslavia di Tito che nel 1948, vista la scarsa presenza dell‘armata rossa sul suo territorio, arrivò ad una rottura definitiva con l’URSS per quanto riguardava le relazioni economiche e militari, aderendo invece al piano Marshall e intensificando gli scambi con l ‘ occidente. Si proclamò quindi repubblica federale e concesse ampie autonomie alle sue sei regioni. In questo modo dunque, La Yugoslavia si pose come cuscinetto neutrale tra Est ed Ovest.
Nel 1955 inoltre, a Bandung, (India?) ci fu una conferenza tra i vari paesi afro-asiatici non allineati, i quali proclamarono la volontà di essere ormai soggetti attivi e non più oggetti di azioni politiche e la possibilità di una pacifica convivenza tra sistemi politici e sociali diversi.
L’ONU
Di matrice soprattutto americana, fu anche l’ispirazione di base dell’organizzazione delle nazioni unite –ONU-, creata nella conferenza di S.Francisco in sostituzione della screditata Società delle Nazioni, con l’obbiettivo di salvare le generazioni future dal”flagello della guerra”e di impiegare”strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli”.
La struttura organizzativa venne articolata attorno a tre organismi principali: il segretariato generale, con funzioni amministrative, l’assemblea generale, col potere di adottare a maggioranza semplice risoluzioni che però non sono vincolanti ma hanno solo valore di raccomandazione ed il consiglio di sicurezza. Quest’ultimo si compone di quindici membri ed ha il potere di produrre decisioni vincolanti per gli stati ed ha il potere di adottare misure che possono arrivare anche all’intervento armato.
Dei quindici membri del consiglio di sicurezza, le cinque massime potenze vincitrici della seconda guerra mondiale sono membri permanenti con diritto di veto, mentre gli altri dieci vengono eletti a turno tra gli altri stati.
Con l’evolversi del processo di contrapposizione dei due blocchi, l’ONU restò schiacciata dallo scontro tra USA e URSS ed il suo potere venne notevolmente ridimensionato. In molte delle più spinose questioni internazionali, l’ONU venne sistematicamente scavalcata dalle decisioni delle grandi potenze
LA politica del terrore e la corsa agli armamenti.
Nel 1945 il primato atomico americano finì. Fu proprio questo infatti, l’anno in cui l’URSS riuscì a costruire la sua prima bomba atomica.
La fine del monopolio atomico americano colse di sorpresa i governi occidentali e mutò radicalmente le prospettive delle relazioni internazionali.
Improvvisamente lo scontro ideologico e politico sembrò potersi trasformare in un aperto conflitto nucleare.
Tutti gli uomini e le donne a Ovest come ad Est avevano la sensazione di una imminente catastrofe e ciò rendeva ancora più difficile i rapporti tra i due blocchi.
Le tecnologie cui si era arrivati da ambo le parti, infatti, erano tali da potersi annientare istantaneamente a vicenda.
Paradossalmente però, la consapevolezza dell’enormità del potenziale distruttivo delle armi accumulate da ambo le parti, impedì di fatto lo scoppio di un conflitto nucleare aperto. Tale fenomeno prese il nome di politica della”deterrenza”.
Nel 1952 intanto, gli USA riconquistarono la supremazia nucleare con la costruzione della prima”bomba H”, la bomba all’idrogeno, che aveva una potenza distruttiva mille volte superiore a quella della bomba di Hiroshima.
Pochi mesi dopo i sovietici ottennero gli stessi risultati.
Nessuno dei due paesi aveva però interesse a combattere una guerra nucleare sul proprio territorio e perciò un eventuale scontro diretto si sarebbe potuto svolgere soltanto in Europa, vista la sua posizione strategica e viste le ancora insufficienti tecnologie per il trasporto delle bombe di cui disponevano i due blocchi.
Conseguenza di questo fu il fatto che i paesi europei membri della NATO affidarono a Washington ogni decisione sulla loro difesa.
La corsa agli armamenti era ormai cominciata.
Sia USA che URSS cominciarono a investire gran parte dei loro capitali nella ricerca e nella costruzione di armi sempre più nuove e più potenti.
Gli USA, comunque, mantennero sempre una certa superiorità tecnologica, superiorità che venne seriamente minacciata nel 1957 con la messa in orbita da parte dei sovietici dello”Sputnik”.
Lo Sputnik era il primo satellite artificiale in orbita attorno alla terra, ma la sua importanza, agli occhi degli occidentali, consisteva soprattutto nel fatto che ora i sovietici avrebbero potuto disporre di propulsori in grado di lanciare missili dal suolo russo direttamente sul territorio americano.
In risposta allo Sputnik gli USA lanciarono nel 1958 il loro primo satellite orbitale : l’ Explorer.
Nel 1961 seguirono all’Explorer i primi missili intercontinentali americani : gli Atlas, cui si aggiunsero poi i primi sottomarini a propulsione nucleare, non intercettabili ed in grado di restare in immersione per parecchi mesi, percorrendo migliaia di chilometri.
Dal ’45 agli anni ’90, sono state costruite più di 130 mila testate nucleari, 75 mila dagli americani, 55 mila dai russi. Secondo una stima pubblicata nel 1995 nel”Bullettin of the atomic scientists’”, gli USA da soli hanno speso dal 1940 ad oggi circa 3900 miliardi di dollari per i loro programmi nucleari. L’URSS probabilmente spese una cifra confrontabile il che, insieme con le spese delle potenze nucleari”minori”(Francia, Gran Bretagna, Cina, Israele, India e Pakistan), porta la spesa complessiva a qualcosa nell’ordine dei 9000 miliardi di dollari (equivalente a nove volte il PIL annuo attuale italiano).
Un esempio significativo della distorsione economica e sociale prodotta dalla corsa agli armamenti è stata la creazione in Russia di intere città chiuse al mondo esterno e dedicate alla produzione di materiale fissile e di altri prodotti per le armi nucleari. La popolazione totale di queste città chiuse ha superato le 700 mila unità.”Le armi nucleari costituiscono dunque un fenomeno unico nella storia dell’umanità : mai così tante energie sono state dedicate allo sviluppo, alla produzione e all’installazione di sistemi d’arma che, per circa 50 anni sono stati solo accumulati senza mai essere utilizzati.”(Paolo Cotta).
Il Mondo tra spie e”caccia alle streghe”
A est come a ovest, la propaganda politica anticomunista da una parte, dall’altra la condanna del capitalismo di cui si prevedeva il prossimo declino, assunse una posizione di grande rilievo.
In entrambi i blocchi, paure irrazionali e cecità politica sfiorarono il fanatismo.
Problemi interni al blocco occidentale :
Ad Ovest, e soprattutto negli USA, potenti interessi industriali premevano affinché le spese militari fossero incrementate. Al nome del senatore americano McCarthy, sono legate pesanti misure repressive che portarono all’estromissione dal pubblico impiego tutti i sospetti simpatizzanti comunisti (una vera”caccia alle streghe”)e alla repressione delle minoranze, a partire dai neri, potenzialmente sovversive. Per alcuni anni fu addirittura vietata la proiezione dei film di Chaplin rei di tendenze filo comuniste. Tale fenomeno prese appunto il nome di”Maccartismo”. Quasi ad emblema di quegli anni, è rimasta la condanna a morte e l’esecuzione di due innocenti, i coniugi Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dei sovietici.
In Germania occidentale inoltre, gli alleati abbandonarono ben presto i loro programmi di denazificazione e adottarono una silenziosa politica di reintegrazione degli ex collaboratori del regime nazista in modo tale da poterne sfruttare le conoscenze contro il nuovo pericolo comunista. Un caso eclatante fu l’accoglienza che gli americani riservarono all’ingegner Werner von Braun, l’inventore dei famigerati V2, i missili con i quali Hitler aveva bombardato Londra durante la II guerra mondiale. Nel caso in cui inoltre, partiti comunisti o comunque filo sovietici fossero saliti al potere nei paesi del blocco occidentale, gli americani avrebbero provveduto al sabotaggio di tale governo (mediante organizzazioni di spionaggio come la Cia) avvalendosi anche, se necessario, dell’uso delle armi (come accadde ad esempio a Panama). In Germania il partito comunista venne posto fuorilegge, mentre in Gran Bretagna, Francia e Italia i partiti comunisti presero il sopravvento.
Problemi interni al blocco comunista :
Nel blocco orientale, i partiti comunisti, persino laddove erano in maggioranza, mortificarono la loro egemonia imprigionandola in forme di governo autoritarie, povere di dialettica politica, criminalizzando le manifestazioni di dissenso, dietro le quali si sospettava l’esistenza di trame destabilizzatrici”capitaliste”.
Per quasi un decennio, si sgranò un’interminabile serie di processi contro oppositori interni veri o presunti tali, non di rado le confessioni estorte a vittime innocenti furono funzionali alla lotta politica interna agli apparati politi comunisti. Ogni tentativo di riforma fu duramente represso. Fulgido esempio ne furono gli scontri avvenuti a Budapest nel 1956. Le frange comuniste più democratiche, attraverso l’insurrezione popolare, riuscirono ad imporre un nuovo governo guidato da Imra Nagiy, il quale si staccò dal patto di Varsavia proclamando la neutralità dell’Ungheria. Le truppe sovietiche presenti sul territorio furono costrette ad uscire dai confini ungheresi. Cogliendo il pretesto dell’incapacità del Governo Nagiy di far fronte ai tentativi di controrivoluzione in atto, Kadar, Segretario del Partito, egli pure antistalinista ed inizialmente favorevole a Nagiy, costituì un uovo governo; una delle prime misure fu la richiesta di intervento delle truppe del Patto di Varsavia che soffocarono nella violenza il tentativo di liberalizzazione del socialismo ungherese. Nel 1968 inoltre ci fu la famosa”primavera di Praga”
“Non erano la Cina di Mao né la Cuba di Castro, i modelli e i simboli che mobilitarono le masse cecoslovacche, ma il maturo convincimento che era necessario andare avanti nell’umanizzazione della società: questo era l’aneddoto bruscamente interrotto dopo il 1968; combattevano per mettere l’uomo al centro della Società e non certo interessi del capitale o del partito”.
Tutto cominciò nel gennaio del ’68 quando il nuovo segretario del Partito Comunista Dubcek cercò di rinnovare il sistema economico e politico del suo Paese. Egli si proponeva di affermare un socialismo più aperto rispetto agli altri socialismi dell’epoca. C’era voglia di giustizia, libertà e democrazia e per questo si accettò la presenza di nuovi partiti e si incentivò la libertà di stampa e di opinione. Grazie a questo nuovo socialismo dal volto più umano la Cecoslovacchia conobbe un periodo di grande fermento intellettuale, anche se le proposte governative non vollero mari mettere in discussione la posizione del Paese all’interno del Sistema Sovietico. L’URSS però preoccupata degli effetti contagiosi che questa nuova situazione avrebbe potuto portare negli altri Paesi del blocco, decise di inviare in Cecoslovacchia le proprie truppe. Il 21 agosto del ’68 truppe sovietiche entrarono a Praga, arrestarono prima e isolarono politicamente poi dirigenti del Governo e gran parte degli intellettuali che lo avevano appoggiato. Reinstallarono poi un Governo comunista di stampo tradizionale. Questa azione contribuì ulteriormente all’appannamento dell’immagine dell’URSS. Essa infatti venne duramente contestata da gran parte dei partiti comunisti del mondo.
La politica estera dei due blocchi.
Il fenomeno della”deterrenza”ebbe come conseguenza lo spostamento in zone periferiche della conflittualità che esisteva tra i due blocchi. Iniziò così, alla fine degli anni ’40 una serie interminabile di conflitti locali dietro i quali si collocavano più o meno visibilmente le due superpotenze.
INFORMATICA
NASCITA DI INTERNET
ARPANET
La tecnologia è pur questa oggetto di sfida tra le due acerrime nemiche; il 4 ottobre del 1957 l'Urss manda in orbita lo Sputnick, il primo satellite artificiale della storia, che gli Stati Uniti sentirono come un'offesa inammissibile a testimonianza di un progresso tecnologico inarrestabile ormai. La contromossa statunitense fu repentina, guidata dal presidente Eisenhower; la preoccupazione ricorrente ed ossessiva derivava dall'impossibilità di comunicare con sicurezza in caso di attacco nucleare con le solite trasmissioni via radio. Il 15 ottobre viene convocato lo Science Advisory Committee (Comitato di consulenza scientifica) all'interno del quale si stabilisce di nominare uno Science Advisor, con il potere di decidere sullo sviluppo della tecnologia americana, senza subire le pressioni degli organi ufficiali. Il 7 gennaio Eisenhower trova lo scienziato adatto, James R. Killian Junior il quale definisce insieme al segretario della difesa americana le basi per la creazione di un'agenzia per lo sviluppo scientifico che portasse all'unione di esercito, marina militare e aviazione, interrompendo vecchie e reciproche concorrenze. Tale progetto è ostacolato dalle alte gerarchie militari, che non intendono sottomettersi ad un'unica unità decisionale; nasce dopo un estenuante braccio di ferro l'ARPA, Advanced Research Project Agency.
Il sistema nato all'interno dell'ARPA prevedeva il collegamento fra computer distanti fra loro con possibilità di interscambio di documenti ed applicazioni, e nacque dopo gli studi condotti in America da Paul Baran e in Inghilterra da Donald Watts Davies. I due scienziati portarono avanti uno studio sulla”commutazione di pacchetto", ispirato al cervello umano; tale studio portò alla nascita del metodo di trasmissione definito”packet switching". In un documento pubblicato da Baran nel 1962,”On Distributed Communications Network", veniva infatti avanzata una proposta tutta nuova: la rete che collegava i vari computer tra di loro non doveva avere una autorità centrale, ed era fondamentale che tutti i nodi fossero indipendenti, godessero di una stessa posizione gerarchica e fossero in grado di originare, passare e ricevere messaggi. Tali messaggi sarebbero stati scomposti in pacchetti opportunamente targati per non perdersi ed ogni pacchetto indirizzato verso la propria meta finale, raggiunta la quale sarebbero stati ricompattati i diversi moduli. La strada percorsa da questi pacchetti era scelta da loro stessi, grazie ad una serie di computer programmati appositamente per incanalare i dati sulla strada più veloce e sicura; ovviamente, se la strada percorsa avesse presentato dei problemi il pacchetto sarebbe stato reindirizzato verso una strada alternativa e più sicura. Il sistema venne battezzato Arpanet.
Il nuovo sistema sperimentato dall'Arpa trovò alcuni ostacoli nella realizzazione ma alla fine arrivarono anche i sostenitori del progetto; tra i più autorevoli troviamo l'inventore del mouse, Engelbart, che mette a disposizione dell'ARPA il suo gruppo di lavoro per la realizzazione del NIC, che in seguito diventerà INTERNIC, (Internet Network Information Center). Importante per lo sviluppo di Arpanet è stato il progetto proposto da Wesley Clark, per il quale non andavano collegati tra loro due computer ma andava usata una sottorete di computer uguali tra loro per trasmettere e ricevere dati, in modo che ogni computer collegato avesse dovuto imparare solo il linguaggio della sottorete e non quello di tutti computer on-line. Queste sottoreti vennero definite IMP (interface message processor); l'appalto dei primi IMP è affidato alla Bolt Beranek and Newman, piccola ditta del Massachussets nata nel 1948 e prima ditta che sostiene il progetto, dopo che l'IBM ha rifiutato la proposta. La BBN prende il nome di”terza università", dopo il MIT e Harvard, in quanto diventa il centro propulsore di una nuova tecnologia; attorno alla piccola azienda nascono gli”IMP guys", un gruppo di ricerca composto da scienziati quotati che realizzano il primo IMP. La svolta avvenne tra il 1968-1969 quando, creato il primo IMP, si cominciano a realizzare i primi nodi nelle università; nel 1969 viene inaugurato il primo nodo, ubicato fisicamente presso la University of California Los Angeles (UCLA), al quale seguirà il collegamento della University of California at Santa Barbara (UCSB), della Stanford University e della University of Utah. Curiosamente l'embrione della rete Internet nasce negli stessi anni in cui il primo essere umano pone piede sulla Luna e rappresenta un nuovo mondo sia per le leggi che lo regolano che per opportunità che offre. Arpanet ebbe successo fino ai primi anni ottanta quando il successo delle connessioni in rete fece proliferare i computer collegati rendendo indispensabile un rapido accordo per la loro interconnessione e la nascita di un protocollo per la trasmissione dati uguale per tutti e molto più elastico.
Nasce il protocollo TCP/IP
I calcolatori, pur avendo sistemi operativi diversi, dovevano infatti”parlare”la stessa lingua, un esperanto informatico basato sul metodo del packet switching; tale idioma nasce informalmente nel 1973, grazie a Vinton Cerf (che in un'intervista rilasciata a Mediamente ne spiega le caratteristiche) e Robert Kahn. I due ricercatori diedero vita al progetto di realizzazione di una architettura di cooperazione tra reti (internetworking), in grado di collegare tra loro reti diverse basate su pacchetti di informazioni e macchine diverse collegate a reti diverse ma interconnesse. Tale architettura si basa sul protocollo tcp/ip, del quale vennero realizzate quattro versioni tra il 1974-1978, fino a quando il protocollo divenne standard di riferimento: erano i primi anni '80, e la rivoluzione Internet prendeva sempre più piede, appoggiata anche dalle autorità e dalle imprese. Tecnicamente, il protocollo tcp/ip è formato da due protocolli distinti che svolgono funzioni diverse nella trasmissione dei dati: il TCP gestisce l'organizzazione dei dati e il controllo della trasmissione di questi ultimi, in quanto poiché i dati da inviare sono troppo grandi ne ridimensiona la grandezza, li spezzetta in pacchetti più piccoli e li ricompone nel momento in cui arrivano al computer scelto. Compito del protocollo IP è invece quello di trasmettere i dati e di gestire il traffico fra i diversi computer collegati; tale protocollo, infatti, impacchetta i dati in uscita e li invia, trovando la strada migliore per l'invio. Altro compito assolto dal protocollo IP è l'invio dei dati ad un indirizzo esistente, utilizzando uno schema di”indirizzamento”dei computer collegati, basato su un sistema di indirizzi numerici. Infatti in Internet ogni sito logico è individuato da un solo indirizzo numerico, intellegibile da parte di un computer; l'indirizzo numerico è determinato da quattro campi separati tra loro da un punto, in cui ogni campo può assumere valori da 0 a 255 per un totale di 8 bit, per cui l'indirizzo completo del sito dà vita ad una parola di 32 bit (esempio: 131.175.64.1). L'indirizzo del sito assume diversi nomi, anche se più tecnicamente la prima parte corrisponde all'indirizzo della sottorete a cui il nodo appartiene, mentre la seconda parte individua i computer secondari di appartenenza fino ad arrivare al singolo computer. Tale modalità è efficiente ma non è molto semplice da memorizzare e perciò è stata affiancata da un altro metodo chiamato FQDN (Fully Qualified Domain Name), che si caratterizza con nomi simbolici tipo: sito.dominio. Il dominio cui appartiene il sito appare in modi diversi in relazione alle sottoreti alle quali ci si appoggia, per cui nelle sottoreti statunitensi si caratterizzano i domini in relazione alla loro tipologia di appartenenza mentre in Europa secondo la nazione di appartenenza del sito stesso. Naturalmente ad ognuno di questi indirizzi simbolici (FQDN) è associato un indirizzo IP numerico nella forma xxx.xxx.xxx.xxx ma l'associazione tra le due codifiche non è compito dell'operatore bensì del sistema stesso; infatti la 'tabella di transcodifica' dei nomi simbolici in indirizzi numerici viene affidata ad uno o più nodi di sotto-rete chiamati name-server, distribuiti in modo conveniente all'interno della rete in modo tale da poter fornire in ogni momento e in tempo reale l'indirizzo numerico richiesto. Tutto questo avviene senza alcun coinvolgimento dell'utente. Con l'utilizzo di questa codifica possiamo raggiungere un determinato sito e se vogliamo raggiungere uno specifico utente nel sito (esempio: vogliamo inviare un messaggio di posta elettronica) dobbiamo aggiungere all'indirizzo il codice identificativo del destinatario. L'indirizzo individuale si presenta perciò così: utente@indirizzoIP oppure nel caso simbolico utente@FQDN otterremo così ad esempio: [email protected] Vantaggi derivati dall'uso del protocollo tcp/ip sono relativi al fatto che esso ha assunto la status di open standard, in quanto chiunque può utilizzare le sue caratteristiche ed inoltre perché tale protocollo è indipendente dal modo in cui la rete alla quale si attacca è realizzata; esso infatti supporta una rete Ethernet, una linea telefonica o un cavo a fibre ottiche, integrando i diversi componenti hardware in un'unica soluzione.
Arpanet:
da centro storico a periferia
Con l'utilizzo ufficiale del protocollo tcp/ip all'interno di Arpanet, la stessa Arpanet comincia a perdere progressivamente d'importanza; per questo motivo il Dipartimento della Difesa statunitense si convinse che per favorire la crescita del networking di suo interesse si doveva dividere la rete Arpanet in due separate sottoreti. Una di queste reti viene usata a scopi militari e collega prevalentemente siti all'interno degli Stati Uniti e solo eccezionalmente nel resto del mondo, la cosidetta rete MILNET; la sezione della ricerca universitaria prende invece il nome di NSFnet (National Science Foundation Network), della quale fanno parte diversi enti di ricerca (Bolder, Carnegie Mellon University, University of Pittsburg). Tale scissione fu sostenuta in modo da far si che gli atenei potessero usufruire dei benefici di Internet nonostante non fossero a diretto contatto con enti militari; per questo motivo la NSF durante i primi anni '80 dà vita alla Csnet, che mette in contatto fra loro tutte le università americane. Ovviamente il protocollo tcp/ip mette ancora in comunicazione le macchine sulla rete MILNET e quelle sulla rete NSFnet, anche se i nodi della rete militare sono protetti dal fatto di trovarsi all'interno di siti protetti più che in laboratori di ricerca; dunque se ci sono problemi sulla rete NSFnet la rete MILNET può essere disconnessa tagliando i collegamenti in un determinato numero di gateways che le collegano, i quali vengono creati per limitare le comunicazioni fra le due reti al semplice scambio di posta elettronica.
MATEMATICA
LA STATISTICA DESCRITTIVA
PROPRIETA’ FONDAMENTALI
Il metodo statistico ha lo scopo di descrivere e interpretare i cosiddetti”fenomeni collettivi”; infatti nelle indagini statistiche si esaminano fenomeni, ad es. demografici, sociali, etc., che riguardano appunto delle”collettività”, o comunemente,”popolazioni”.
In statistica, il termine”popolazione”designa un insieme di elementi che presentano tutti delle caratteristiche comuni, elementi che vengono chiamati”individui”o”unità statistiche”.
Facciamo alcuni esempi di popolazioni statistiche:
1) I cittadini che hanno il diritto al voto nelle lezioni per il Parlamento.
2) Gli abitanti della Francia.
3) Le autovetture in circolazione attualmente il Italia.
4) Le aziende tessili in Liguria.
E’ facile capire che una”popolazione statistica”si può classificare in vari modi, in relazione alle diverse quantità, o”caratteri”o”argomenti”, o”attributi”, dei singoli elementi.
Per esempio:
1) Le autovetture circolanti in Italia possono essere classificate secondo la cilindrata, la casa costruttrice, l’anno di fabbricazione, la città di immatricolazione…
UNO DEGLI SCOPI DELLA STATISTICA E’ LO STUDIO DI COME SI DISTRIBUISCE UNA DATA”POPOLAZIONE”, IN RELAZIONE A UNO O PIU’”CARATTERI”.
I caratteri che formano l’oggetto di una rilevazione statistica, possono essere:
a) Qualitativi, espressi in forma verbale, sovente rappresentata da aggettivi.
Esempi: il colore; la nazionalità; lo stato civile; l’affidabilità; l’attitudine ai lavori manuali; l’attitudine agli studi…
Questi caratteri possono differire per diverse manifestazioni, dette”modalità”del carattere.
Per esempio:
1) Il carattere”colore degli occhi”ha le modalità: celesti, grigi, neri…
2) Il carattere”stato civile”ha le modalità: celibe, nubile, coniugato…
b) Quantitativi, espressi da numeri.
Esempi: la statura, il peso, il numero di stanze di un appartamento …
Le modalità di un carattere quantitativo saranno, allora, espresse da numeri, che si chiamano anche”i valori”di quel carattere.
L a m e d i a
La media è un valore che è atto ad esprimere sinteticamente la distribuzione di intensità di un fenomeno collettivo, prescindendo dai singoli dati individuali.
Esistono vari tipi di”valori medi”il cui uso dipende dal particolare tipo di dati statistici in esame e dallo scopo che si vuole raggiungere.
L a m e d i a a r i t m e t i c a
La media aritmetica è quel valore che si può attribuire a ogni termine della distribuzione senza alterarne la somma. Dipende dal valore di tutte le osservazioni ed è fortemente influenzata dalla presenza di valori estremi.
DEFINIZIONE – Dati n numeri x1, x2, … xn, la loro media aritmetica è pari al rapporto tra la loro somma e il numero di oggetti sommati.
In simboli scriviamo:
ESEMPIO:
Si vuole determinare la media dei voti riportati da una classe di 25 alunni in seguito ad un compito di matematica.
Voti
3
4
5
6
7
8
9
Totale
Frequenza
1
5
6
7
3
2
1
25
Per calcolare la media aritmetica dei voti assegnati poniamo al numeratore la somma dei prodotti di ogni voto per il numero degli studenti che lo hanno meritato e, al denominatore, il numero totale degli studenti su cui sono ripartiti i voti.
Otteniamo:
Da cui otteniamo che la media aritmetica dei voti assegnati è 5,64.
OSSERVAZIONE: in questo caso, poiché si calcola la media aritmetica di valori di una variabile statistica che hanno frequenza diversa da 1, si parla di media aritmetica ponderata e la si chiama ancora media campionaria.
L a m e d i a g e o m e t r i c a
La media geometrica (calcolabile solo se tutti i termini sono positivi e nessuno è nullo) è quel valore che si può attribuire a ogni termine della distribuzione senza alterarne il prodotto.
DEFINIZIONE – si chiama media geometrica degli n numeri positivi x1, x2 …, xn il numero positivo.
xg = (x1 x2 … xn) 1 / n = ( x1 x2 … xn
L a m e d i a a r m o n i c a
La media armonica è quel valore che si può attribuire a tutti i termini senza alterare la somma dei loro reciproci.
DEFINIZIONE – si chiama media armonica degli n numeri positivi x1, x2 … xn, il numero positivo
n
xa =
(1 / x1) + (1 / x2) + … + (1 / xn)
L o s c a r t o d e l l a m e d i a
DEFINIZIONE – lo scarto della media è la differenza tra ciascuno dei valori della variabile e la loro media.
Se indichiamo con M la media dei valori di una qualunque variabile statistica e con S1 lo scarto del valore x1 della variabile da noi posseduta, si può calcolare ciascuno scarto con la formula:
S1 = x1- M, S2 = x2- M … Sn = xn- M
ESEMPIO:
Se in una variabile statistica x1 risulta essere 3 e M = 5,64, allora lo scarto della media sarà:
S1 = 3- 5,64 = 2,64
L a v a r i a n z a
DEFINIZIONE – la varianza di una variabile statistica consiste nella media dei quadrati degli scarti.
Se una variabile statistica X assume n valori xi, che hanno media M(x) e scarti si = xi – M(x) la varianza, indicata simbolicamente con VAR(x) o –2, è espressa da:

Lo scarto quadratico medio
Nel calcolo della varianza, eseguendo i quadrati degli scarti, si ottiene un numero che ha le stesse unità di misura dei dati e perciò non è confrontabile con essi.
Per rispondere a tale esigenza si introduce lo scarto quadratico medio.
DEFINIZIONE – lo scarto quadratico medio o deviazione standard di una variabile statistica è la radice quadrata della varianza.

In simboli:

L a m e d i a n a
Nel calcolo della media, tale valore può risultare molto condizionato da termini estremi.
Si definisce allora un nuovo indice statistico di posizione, la mediana.
DEFINIZIONE – si chiama mediana degli n numeri x1, x2, … xn ogni numero xm tale che il numero degli x1, x2, … xn minori o uguali a xm sia uguale al numero degli x1, x2, … xn maggiori o uguali a xm. In altri termini, rappresentati gli x1, x2, … xn come punti di una retta, xm è un punto”centrale”rispetto agli x1, x2, … xn; ne cadono tanti alla sua sinistra quanti alla sua destra.
Dunque, in un insieme di numeri ordinato la mediana è:
- l’elemento centrale se i valori sono in numero dispari;
- la media aritmetica dei due termini centrali se i dati sono in numero pari.

ESEMPIO – si vuole calcolare la mediana di alcune temperature massime registrate nel giugno 1998 a Milano. I valori sono: 29, 24, 22, 25, 24, 21, 23, 26, 28, 30.
Il calcolo della mediana richiede innanzitutto l’ordinamento delle temperature.
Otteniamo così:
21, 22, 23, 24, 25, 26, 28, 29, 30
Poiché i dati sono in numero pari, bisogna calcolare la media aritmetica dei due elementi centrali: 24, 25.
Così avremo:
M = (24 + 25) / 2 = 24,5 °C
L a m o d a
DEFINIZIONE – Data una distribuzione di frequenze di un carattere quantitativo, si chiama”moda”ogni valore del”carattere”al quale corrisponde la”massima”frequenza.
ESEMPIO – Riferendoci all’esercizio precedente, si vuole calcolare la moda.
Si osserva che un solo valore della temperatura massima si è presentato più di un giorno, quindi la moda è: 24 °C.
RAGIONERIA
La Gestione dei beni strumentali
Il Leasing
II termine immobilizzazioni viene qui inteso con esplicito riferimento agli elementi attivi del capitale, operando una distinzione circa la loro attitudine alla liquidità (criterio anche recepito dalla IV direttiva CEE; l'altro criterio riguarda la destinazione). Sotto questo profilo si distinguono:
• le immobilizzazioni tecniche
• le immobilizzazioni immateriali
• le immobilizzazioni finanziarie
Le immobilizzazioni tecniche sono costituite da tutti quei beni materiali che vengono impiegati durevolmente dall'impresa come strumenti produttivi. Sono, tra gli altri, i fabbricati industriali, i terreni, gli impianti e macchinar! eccetera. Distinguiamo gli impianti in:
- generici', non essendo caratterizzanti di uno specifico settore produttivo, si possono utilizzare per diverse produzioni;
- specifici: per la loro peculiarità, caratterizzano la produzione specifica dell'impresa (ad esempio: gli altoforno nell'industria siderurgica).
Le immobilizzazioni sono fattori a lento ciclo di utilizzo, cioè partecipano alla produzione dell'impresa mediante una serie di processi produttivi, che si protraggono normalmente per più esercizi. Il relativo ciclo di disinvestimento (cioè il tempo di recupero) è di durata pluriennale.
2. L'acquisizione delle immobilizzazioni tecniche Le immobilizzazioni tecniche possono pervenire alle imprese mediante:
• acquisti da terzi fornitori
• conferimento (cioè apporto da parte dei soci)
• costruzione in economia (o costruzione interna).
L’acquisto da terzi fornitori genera un costo, determinabile in maniera ogget-tiva (=il debito verso il fornitore). In P.D. la rilevazione sarà:
Diversi a Fornitori
ricevuta fattura n... per acquisto di...
Impianti
IVA ns. credito
La medesima registrazione verrà effettuata per le spese accessorie di acquisto, che vengono capitalizzate, cioè concorrono a formare il costo delle immobilizzazioni.
Simile all'acquisto da terzi è {'appalto, cioè affidare la costruzione di un impianto a una ditta specializzata, alla quale generalmente verranno dati degli anticipi, man mano che procedono i lavori.
L’apporto da parte dei soci si verifica, in genere, in sede di costituzione di una società o di un successivo aumento del capitale sociale; si ricordano al riguardo le particolari cautele stabilite dal legislatore in ordine al problema della loro valutazione (per evitare sopravalutazione dei conferimenti). La registrazione in P.D. sarà la seguente:
Socio X s/c conferimenti a Capitale sociale
per sottoscrizione della quota da parte del socio
Impianti a Socio X s/c conferimenti
per conferimento di impianti da parte del socio
La costruzione in economia si ha quando l'impresa, utilizzando proprie strutture produttive e proprio personale, servendosi di materiali acquistati, produce al proprio interno delle immobilizzazioni tecniche. Poiché tutti i costi d'esercizio affluiscono, a fine anno, al conto P.P., senza distinzione della parte che si riferisce alle costruzioni interne, si rende necessario per queste ultime appunto effettuare una rettifica ai costi d'esercizio, stornando un complesso indistinto di costi, che vengono capitalizzati e portati a formare il valore delle immobilizzazioni costruite in economia. La registrazione in P.D. sarà al 31/12:
Impianti a Costruzioni in economia
per impianti costruiti in economia
II conto”Costruzioni in economia”sarà successivamente girato in avere del conto economico generale.
In alternativa si poteva accreditare direttamente il c/P.P. Nel caso in cui la costruzione dell'impianto non sia completata nel periodo amministrativo in cui è iniziata, occorrerà effettuare una prima capitalizzazione di costi in un conto”Impianti in costruzione", con la seguente registrazione:
Impianti in costruzione a Costruzione in economia | |
per valutazione dei lavori in corso... | | 100.000.000
Al termine dell'esercizio in cui la costruzione è ultimata si registrerà:
Impianti a Diversi | | 250.000.000
per ultimazione dell'impianto
a Impianti in costruzione | 100.000.000 |
a Costruzioni in economia | 150.000.000 |
3. Il leasing di beni strumentali
Alcune imprese, invece di acquistare in proprietà alcuni beni strumentali, ne ottengono la disponibilità mediante il leasing. Si tratta in pratica di un contratto di locazione di un bene strumentale, ottenuto pagando dei canoni periodici. Le forme tecniche più importanti che l'operazione di leasing può assumere sono tré:
• leasing operativo (o diretto)', è un contratto stipulato direttamente tra l'impresa produttrice di determinati beni e l'azienda utilizzatrice. Schematizzando:
ditta produttrice contratto di locazione ditta utilizzatrice
(locatore) -----------------------------→ (conduttore)
Trattasi in pratica di una specie di noleggio, per un certo periodo di tempo, di attrezzature (come macchine fotocopiatrici, calcolatori elettronici) di cui la società produttrice mantiene la proprietà e cura la manutenzione, compresa nei canoni periodici. Per le aziende concedenti, il leasing rappresenta un'opportunità commerciale in più, nei confronti di quelle imprese che hanno problemi di disponibilità di mezzi finanziari.
• leasing finanziario: prevede, rispetto al leasing operativo, anche l'inserimento di una società di leasing, che stipula il contratto con la ditta utilizzatrice. Può schematizzarsi nel seguente schema:
ditta vendita società contratto ditta
fornitrice -------------------→ di leasing -------------------→ utilizzatrice
dei beni (locatore) di leasing (conduttore)
II leasing finanziario si presenta come una vera e propria forma di finanziamento: la società di leasing funge da finanziatrice e non si occupa della manutenzione e del funzionamento dei beni locati. Alla scadenza del contratto, la ditta utilizzatrice potrà restituire il bene alla società di leasing, potrà rinnovare il contratto oppure acquistare il bene al prezzo inizialmente pattuito (prezzo di riscatto).
I vantaggi della locazione finanziaria sono i seguenti:
-finanziamento completo dell'investimento
- possibilità di evitare un immobilizzo di fondi
- conoscenza certa”a priori”del costo dell'operazione
- deducibilità fiscale dei canoni periodici, per intero.
Il leasing finanziario ha per oggetto tanto beni mobili (leasing mobiliare) che immobili (leasing immobiliare).
Il carattere finanziario di questa operazione è evidenziato dalla presenza massiccia degli istituti bancari, che in Italia sono i principali azionisti delle società di leasing (es. la Locafìt S.p.A. fa capo alla Banca nazionale del lavoro).
• leasing promozionale o agevolato: è una forma particolare di leasing finanziario, consistente nel fatto che i canoni effettivamente pagati dalle aziende risultano particolarmente favorevoli (e ciò per favorire l'industrializzazione di certi territori o per beneficiare certe categorie economiche).
Il lease-back o sale and lease back (vendi e riprendi in locazione) consiste nel vendere un certo bene ad una società di leasing e stipulare con la medesima una locazione finanziaria del bene stesso, che viene pertanto ripreso; in pratica si risolve in un recupero di liquidità da parte dell'impresa utilizzatrice.
La scelta tra acquisto e leasing andrà fatta confrontando il valore attuale dei costi e il valore attuale dei ricavi, per ciascuna alternativa, calcolati in base ad un tasso di capitalizzazione che rifletta il costo del denaro.
Pur essendo il costo dell'operazione di leasing più caro rispetto a forme alternative di finanziamento, esso risulta preferito, rispetto ai mutui a medio termine, per i seguenti motivi:
- maggiore facilità di ottenimento e minori garanzie richieste
- tempi di istruttoria più brevi
- non peggiora l'indice di indebitamento delle imprese utilizzatrici.
Le più comuni registrazioni in P.D. riguardanti il leasing sono le seguenti:
Beni di terzi in leasing a Locatari e/leasing
per stipulazione dei contratto...
Diversi a Fornitori
ricevuta fattura dalla soc. di leasing
Canoni di leasing
IVA ns. credito
Fornitori a Banche c/c
pagata fattura della società di leasing
AI 31/12, considerando che i canoni si pagano anticipatamente, si farà la registrazione:
_________________ 31/12_________________
Risconti attivi a Canoni di leasing
per quote di canoni leasing di competenza del futuro esercizio
Si ricorda infine l'applicazione del principio della competenza economica: costi del leasing imputati a ciascun periodo amministrativo, calcolando i relativi risconti contabili.
TECNICA BANCARIA

Le operazioni di servizi
Le carte di credito
Nelle tasche e nei portafogli dei cittadini di oggi sono sempre più numerose le variopinte tesserine plastificate con striscia magnetica che costituiscono uno status symbol delle società economicamente progredite, avviate a far sempre meno uso del denaro contante.
Queste tesserine che caratterizzano la plastic society vengono distinte in due grandi categorie a seconda che servano a utilizzare fondi disponibili in c/c di corrispondenza oppure che non siano direttamente connesse a un c/c bancario. Queste tessere si servono dei badge che consentono di utilizzare gli sportelli automatici o i terminali situati nei punti vendita. Tali tesserine non sono strumenti autosufficienti, perché sono sempre collegate a un rapporto di c/c di corrispondenza con una determinata banca. Consideriamo ora le carte di credito, che sono stumenti di pagamento e non mezzi per utilizzare un c/c bancario; si tratta di tesserine autosufficienti perché non sono necessariamente collegate a un rapporto di c/c con l’ente che le ha emesse. Negli ultimi anni queste tesserine si sono molto diffuse, diventando una vera esigenza anche per tantissimi italiani nonostante siano stati considerati per lungo tempo fra i più riluttanti a ricorrere a nuovi strumenti di pagamento. Le carte di credito esprimono una concezione di credito al consumo effettuata dall’emittente a favore del loro titolare; possono essere bancarie, T & E (dall’inglese travel and entertainment), commerciali e specifiche per usufruire soltanto di determinati servizi.
Le carte di credito bancarie esprimono concessioni di fido e assicurano la solvibilità dei loro titolari nei riguardi di alberghi, ristoranti, negozi al dettaglio, agenzie di viaggio, compagnie aeree, distributori di carburante e altri esercizi commerciali che hanno aderito all’iniziativa. L’utilizzo delle carte di credito consente ai titolari di regolare acquisti di beni o di servizi senza versare denaro contante e senza emettere assegni bancari. Ciò può risultare molto comodo, soprattutto quando ci si trova lontano dalla propria sede, sia perché si evita il rischio di portare in viaggio somme consistenti di denaro liquido sia perché molti commercianti non gradiscono ricevere in pagamento assegni firmati da persone che non conoscono.
Le carte di credito bancarie sono rilasciate da apposite organizzazioni appartenenti all’area parabancaria oppure dagli stessi enti creditizi che hanno adottato la soluzione organizzativa della banca universale; alla famosa Bankamericard-Visa se ne affiancano altre, tra cui la carta di credito nazionale (denominata”Carta SI”) emessa dalla società Servizi Interbancari alla quale hanno aderito tutte le principali banche italiane e le loro associazioni di categoria. Questa carta nazionale, oltre a essere una carta di credito utilizzabile in Italia e all’estero, è anche un badge che consente di prelevare denaro dagli sportelli Bancomat, è una carta di addebito che può essere utilizzata presso i terminali situati nei punti vendita (POS) ed è infine uno strumento per usufruire di tutta la vasta gamma di servizi che le banche offrono e offriranno in futuro.
Le carte T & E personali, rilasciate da apposite organizzazioni parabancarie (quali il Diners Club International e l’American Express), consentono ai loro possessori un’elevata possibilità di spesa, anche molto superiore a quella prevista dalle carte di credito bancarie. Queste carte di credito, che consentono di alloggiare nei migliori alberghi del mondo e di effettuare acquisti nei negozi più raffinati, sono utilizzate soprattutto per i viaggi all’estero e comportano il pagamento di una quota annua associativa. Esserne titolari è indice indubbio di prestigio personale, tenuto conto degli accurati controlli e dell’attenta selezione che vengono operati sulle richieste di rilascio. I titolari di queste carte di credito possono chiedere il rilascio di tessere supplementari per il coniuge o i figli maggiorenni aventi la medesima residenza. La procedura per i pagamenti è sempre la medesima: i diversi memorandum di spesa redatti dagli alberghi e dai negozi convenzionati e firmati dal titolare della carta di credito sono pagati, al netto della commissione, delle banche incaricare dalle società emittente, che mensilmente redige un estratto-conto particolareggiato da saldare tramite rimessa diretta oppure con addebito in c/c presso una banca designata.
Le carte T & E aziendali (o societarie) non riguardano il settore del turismo e delle spese voluttuarie ma sono realizzate per risolvere i molteplici problemi che possono sorgere durante i viaggi per affari. Queste carte recano sia il nome della persona fisica che le utilizza sia la denominazione della società o dell’azienda per la quale lavora. Il meccanismo dei pagamenti è sempre il medesimo.
Le carte commerciali sono rilasciate alla propria clientela da una determinata impresa mercantile operante al dettaglio che dispone di diversi punti vendita.

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