La Shoah

Materie:Tesina
Categoria:Storia

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La Shoah

- Terminologie e cause
Il termine olocausto in greco significa “tutto bruciato” e si riferiva ai sacrifici di animali, che facevano gli ebrei su richiesta della Torah. Solamente di recente il termine è stato associato al massacro di milioni di ebrei e non. Ovviamente questi non sono soliti utilizzare tale parola, in quanto non accettano che l’uccisione di molti di loro abbia rappresentato un’offerta nei confronti di Dio. Un’altra parola usata è Shoah, che in lingua ebraica significa “distruzione”. Molti ebrei utilizzano questo termine perché si trovano a disagio con la parola olocausto, per il suo significato etimologico.
Le cause che portarono ad un simile massacro vanno ricercate nei sentimenti nazionalisti, che erano presenti nella Germania della Seconda guerra mondiale. Infatti i tedeschi erano convinti che la loro razza fosse superiore alle altre, e, vedevano gli ebrei, come la causa della degradazione della società moderna. Gli ebrei erano abili commercianti, e i tedeschi si sentivano minacciati da loro, soprattutto ora che la Germania doveva riacquistare una certa posizione in campo economico, dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale. Del massacro non furono protagonisti solo gli ebrei, poiché i tedeschi presero di mira anche altre razze, come gli slavi e gli zingari. Un’altra risposta è stata ricercata nell’antisemitismo. Infatti agli ebrei viene imputato di essere gli assassini di Gesù. Con questa accusa convissero per centinaia di anni, e furono vittime di uccisioni e di aggressioni di massa. A questo antisemitismo religioso, all’inizio degli anni novanta, se ne aggiunse uno di carattere razziale secondo cui l’ebreo era un parassita per la società. Si credeva che gli ebrei cospirassero costantemente per la conquista del mondo. Secondo tali ideali l’ebreo assunse il ruolo di capro espiatorio per tutte le difficoltà, e soprattutto in Germania accolsero questi principi per giustificare la “eliminazione” di un popolo.

- Gli eventi che portarono al massacro
Nel 1939 il tentativo di Hitler di realizzare un “nuovo ordine europeo” portò allo scoppio della Seconda guerra mondiale. La guerra a Est fu caratterizzata da due avvenimenti, l’attacco alla Polonia nel 1939 e l’operazione Barbarossa nel 1941, che concretizzarono il progetto di riorganizzazione sociale e demografica a cui puntava la Germania. I tedeschi già all’inizio del governo nazista avevano discriminato e perseguitato gli ebrei, ma non aveva ancora pianificato la cosa con un disegno ben preciso. Tale pianificazione si ebbe appunto con l’attacco alla Polonia, la quale ospitava circa due milioni di ebrei. La guerra che scoppiò con la Polonia, non era uguale alle altre, poiché la Germania non puntava a sconfiggerla e poi a firmare una pace stipulata, bensì i tedeschi partivano con il presupposto di distruggere e annientare il nemico. Il compito di cancellare l’identità del paese fu affidato da Reinhard Heydrich, capo dell’Ufficio centrale della sicurezza nazionale, agli Einsatzgruppen, che erano dei reparti speciali che i tedeschi inviavano a “ripulire” da ebrei e altre categorie i territori che occupavano. Gli Einsatzgruppen dovevano epurare totalmente quei territori da ebrei, intellettuali, clero e nobiltà. In poche parole dovevano eliminare la dirigenza polacca e stabilire le modalità su come trattare la questione ebrea. Così già dal settembre vennero istituiti i primi ghetti, spazi urbani delimitati da mura, dove concentravano tutti gli ebrei. Con l’invasione polacca si erano poste le premesse per una guerra razziale. Mentre in Polonia andava aventi l’opera di ghettizzazione, dove gli ebrei, obbligati a un lavoro coatto e a indossare un bracciale con la stella di David, che li rendeva riconoscibili, vivevano in condizioni disumane, i tedeschi preparavano l’attacco all’Urss. Con l’operazione Barbarossa del giugno 1941, si consolidò sempre più la possibilità di risolvere la questione ebraica. Infatti in Urss le pratiche spietate che in Polonia erano praticate soprattutto dalle SS e dai corpi speciali, vennero praticate in larga scala dall’esercito intero. Così dal luglio del 1941 i tedeschi iniziano le prime esecuzioni di massa, con l’uccisione di funzionari sovietici, dirigenti di partito, intellettuali, personalità di rilievo, comunisti ed ebrei. Alla data dell’aprile del 1942 queste truppe avevano ucciso 560.000 persone.

- L’organizzazione e la pianificazione dello sterminio
Verso la fine del 1941 Heydrich, convocò una riunione per discutere della “soluzione del problema ebraico”. La riunione però slittò e si fece il 20 gennaio 1942, in una villa presso il lago di Wannsee, da cui prese il nome di Conferenza di Wannsee. I partecipanti furono tredici alti funzionari e ufficiali, chiamati non per discutere l’eliminazione degli ebrei in se, cosa che era già iniziata, ma per decidere le modalità con cui portare aventi il progetto. Verificata l’impossibilità di portare quattro milioni di ebrei in Madagascar, proposta che aveva avanzato Heinrich Himmler nel maggio del 1941 a Hitler, a causa dell’andamento negativo della guerra, si decise di muoversi su altri fronti. I gerarchi nazisti decisero che la “soluzione finale” avrebbe coinvolto 11 milioni di ebrei. Ora restava da decidere solo le modalità con cui sterminare gli ebrei. Alle fucilazioni di massa furono sostituiti il gas e l’uccisione attraverso l’eutanasia, poiché non si voleva portare i soldati che compivano tali atti a uno stato di stress alto. Per quanto riguarda il gas, ci furono vari test prima di procedere con l’utilizzo. Per prima cosa furono utilizzati i camion a gas, chiamati “camion della morte”, dove in furgoni chiusi il gas di scappamento veniva scaricato all’interno, asfissiando le vittime. Solo il 3 settembre 1941 nel campo di Auschwitz, venne condotto il primo esperimento di gassazione con il ricorso allo Zyklon B (acido cianidrico). Questo portò alla morte 1.500 prigionieri di guerra sovietici e 250 ricoverati in infermeria. L’esperimento voluto dal comandante del campo, Rudolf Hoss, ebbe successo. Invece per quanto riguarda l’eutanasia, questa era già usata dall’ottobre del 1939, quando Hitler aveva ordinato di sopprimere tutti i malati di mente e gli handicappati, avviando un programma di eutanasia definito T4. L’eutanasia dapprima veniva praticata con un’iniezione venefica, poi con il ricorso di camere stagne sature di monossido di carbonio. Nella Conferenza di Wannsee vennero poste le basi per la trasformazione dei campi di concentramento in campi di sterminio.

- Campi di concentramento e di sterminio
I campi di concentramento erano situati in tutta Europa, soprattutto nelle zone con alta densità di “indesiderabili”. Questi campi si trovavano anche nella stessa Germania, ma non erano adibiti allo sterminio, anche se i prigionieri vi morivano a causa di malattie o degli esperimenti che i medici del campo facevano su di loro. Il medico tedesco più conosciuto sotto questo punto di vista era Josef Mengele, il quale effettuava esperimenti su esseri umani nel campo di Auschwitz. Le sue teorie sulla disparità delle razze umane, che si concretizzano nel disprezzo delle vite di coloro che reputa inferiori e la freddezza dei suoi modi, gli valsero il nome di angelo della morte. Ovviamente molti come lui erano impiegati all’interno dei lager. Il campo di concentramento per eccellenza era Auschwitz. Questo era diviso in tre campi: Auschwitz I, che era destinato a ospitare inizialmente trentamila prigionieri polacchi di guerra; Auschwitz II, o Auschwitz – Birkenau, il vero campo di sterminio, che poteva contenere 100.000 prigionieri, che attraverso la ferrovia arrivavano da tutta l’Europa; Auschwitz III, o Auschwitz – Monowitz, un campo di lavoro, destinato prima alla costruzione e poi al funzionamento, grazie al lavoro dei prigionieri, di un’industria chimica, dove si producevano benzina e gomma sintetica. Le funzioni dei tre campi si intrecciavano fra di loro, dando vita a una progressione che era: l’imprigionamento, lo sfruttamento e l’annientamento. Il primo convoglio di ebrei da assassinare giunse ad Auschwitz il 15 febbraio 1942, e fu ucciso tramite lo Zyklon B. Due camere a gas (bunker 1 e 2), vennero messe in funzione alcune settimane dopo, quando i convogli divennero più frequenti. Gli ebrei quando giungevano al campo, venivano fatti scendere sulle banchine e qui venivano selezionati: una minoranza di abili veniva impiegata per il funzionamento del campo. Nel 1943 entreranno in funzione nuove camere a gas, collegate a forni crematori, che lavorando di continuo impiegano squadre di prigionieri, dette Sonderkommando. Sono gli uomini più forti che hanno il compito di sorvegliare l’operazione di vestizione delle vittime destinate alle camere a gas, adibite a docce, dove scenderanno i cristalli di gas, della rasatura e depilazione, di spogliare i cadaveri di eventuali protesi d’oro, di raccogliere gli abiti, di gettare i corpi nei forni e di schiacciare le ossa non completamente polverizzate per non lasciare tracce. Vicino ai forni crematori vi era la Kanada, un gruppo di baracche, cove si separavano gli abiti e tutti gli averi da mandare in Germania. Nell’autunno del 1943 con la chiusura dei campi del distretto di Lublino, Auschwitz divenne il campo di sterminio più importante. Nel 1944 tocca l’apice della sua produzione di morte, arrivando nella primavera all’uccisione di 400.000 ebrei ungheresi, fino a diecimila al giorno, tanto da riaprire il bunker 2. Altri tre campi usati esclusivamente per lo sterminio furono Belzec, Sobibor e Treblinka II.

- La vita nei lager
I prigionieri deportati nei lager vivevano in condizioni pietose. Gli era concessa una casacca, talmente leggera che non li riscaldava dal freddo, avevano un cambio di biancheria pluri-settimanale e persino mensile e non potevano lavarsela. Ciò portava alla diffusione di malattie, come il tifo e la scabbia. Molto spesso i malati non venivano accettati in ospedale per il dovuto affollamento, quindi i medici delle SS conducevano delle selezioni. Coloro che non avevano possibilità di guarire venivano spediti nelle camere a gas o soppressi in ospedale con iniezioni di fenolo, per questo i detenuti avevano rinominato l’ospedale “l’anticamera del crematorio”. Un altro mezzo di uccisione era il lavoro. I prigionieri all’inizio lavoravano per l’ampliamento del campo, solo in un secondo momento la manodopera fu utilizzata dal III Reich. Durante il ritorno al campo i morti venivano trasportati su carriole o carri. Le condizioni abitative, furono differenti nell’esistenza del campo, ma pur sempre disastrose. I primi convogli dormirono su paglia sparsa sul pavimento, in un secondo momento si usarono i pagliericci. A secondo del crimine che avevano commesso i detenuti avevano cucito sulle casacche triangoli di diverso colore, insieme al numero di matricola (dal 1942 il numero di matricola veniva tatuato sull’avambraccio). I prigionieri politici portavano il triangolo rosso, gli zingari e i detenuti ritenuti asociali quello nero, viola agli studiosi delle Sacre Scritture, agli omosessuali rosa ed ai criminali verde. Mentre gli ebrei avevano due triangoli gialli sovrapposti a formare la stella di David, con la parola Jude scritta sopra. Il detenuto durante il giorno assumeva circa 1.300 – 1.700 calorie. A colazione riceveva circa mezzo litro di caffè; a pranzo un litro di minestra senza carne, con verdure avariate. La cena consisteva in circa 300 – 350 grammi di pane nero duro e da una bevanda d’erbe. Ciò portava all’esaurimento totale dell’organismo e a un peso variabile dai 23 ai 35 Kg.

- I protagonisti dell’olocausto
I protagonisti dell’olocausto furono gli ebrei, gli omosessuali, gli zingari, i testimoni di Geova e i malati di mente. Gli ebrei furono i maggiori a essere perseguitati, infatti alla fine della Seconda guerra mondiale persero la vita sei milioni di ebrei. Questi già il 1 aprile 1933, dopo l’elezione a cancelliere di Hitler subirono un boicottaggio di tutte le attività economiche gestite da loro, che però durò solo un giorno, poiché la popolazione tedesca fece rientrare il boicottaggio. Con una serie di leggi le autorità tedesche giunsero a limitare sempre più le attività ebree, fino a giungere nel settembre 1935, alla promulgazione delle leggi di Norimberga, che escludevano i cittadini di origine ebraica da ogni aspetto di vita sociale tedesca. Così iniziava la politica della Germania, che voleva costringere gli ebrei ad una emigrazione forzata, che raggiunse il suo apice nel corso del pogrom del 9-10 novembre 1938, passato alla storia con il nome di “Notte dei cristalli”, quando circa 30.000 ebrei vennero deportati presso i campi di concentramento. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale la politica dell’emigrazione forzata fu interrotta a causa della guerra stessa e gli ebrei furono rinchiusi nei ghetti. Gli omosessuali invece non furono uccisi con l’intenzione di sterminarli, poiché essere omosessuale non era motivo di arresto. Gli omosessuali venivano arrestati solo se compivano atti omosessuali in pubblico e venivano puniti secondo il paragrafo 175; inoltre vennero presi di mira solo i gay tedeschi e non europei. Va detto che alcuni membri eminenti dei nazisti, come Ernst Rohm, erano omosessuali e quindi cercavano di limitare l’uccisione di questi, cha va da un minimo di 10.000 a un massimo di 600.000. Per quanto riguarda la questione del genocidio degli zingari principalmente Rom e Sinti, venne molto dibattuta, in quanto si diceva che questi fossero i discendenti degli originali invasori ariani dell’India, che poi tornarono in Europa. Il dilemma fu risolto da Hans Gunther, che spiegò che alcuni gruppi Rom vennero risparmiati dalla deportazione e dalla morte. Mentre altri soffrirono all’incirca come gli ebrei. I Testimoni di Geova furono tra i primi ad essere presi di mira dallo stato nazionalsocialista. Nel 1933, la comunità religiosa fu messa al bando rendendo fuorilegge la loro predicazione, ma ciò non servì a fermarli, quindi nell’agosto del 1942, Hitler stesso disse che “questa genia deve essere eliminata dalla Germania”. Questi non furono sterminati tutti, ma gli fu concessa la libertà se avessero firmato un’abiura. Pochissimi la firmarono e la maggioranza preferirono la morte. Mentre per quanto riguarda i malati di mente e gli handicappati questi vennero uccisi perché mettevano in cattiva luce la razza ariana. Solo il 24 agosto 1941, Adolf Hitler ordinò la fine del Programma T4, a causa delle proteste da parte della popolazione tedesca.

- La fine dell’incubo
Solo nel novembre del 1944 si ferma l’attività di Auschwitz, in quanto Himmler ordina di distruggere tutto e di cancellare ogni traccia. I prigionieri sopravvissuti vengono trasferiti verso altri campi, ma solo una piccola parte lo raggiunge gli altri muoiono prima. Il 27 gennaio 1945 all’arrivo dei sovietici, solo qualche migliaio di prigionieri era ancora presente nel campo. Dopo la fine della guerra nella città di Norimberga vennero processati 24 alti dirigenti nazisti accusati di crimini contro la pace, crimini di guerra e ben più importante crimini contro l’umanità. Dopo circa un anno il processo si chiuse con tre assunzioni, nove condanne a pene e dodici condanne a morte. Nei mesi successivi alla fine del conflitto molti criminali riuscirono a lasciare la Germania, come il dottor Mengele e Adolf Eichmann, il burocrate che aveva pianificato e organizzato le deportazioni degli ebrei da tutti i paesi d’Europa. Nel 1960 Eichmann fu rintracciato in Argentina dagli agenti del Mossad, servizio segreto israeliano, portato in Israele e condannato a morte.

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