Intervista riguardante la condizione dell'Italia e dei suoi abitanti nel periodo Fascista

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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Testo

3° A 24-02-03
Intervista

Il dopolavoro
Era un locale che si trovava in un edificio vicino alla piazza del paese: una stanza non molto grande, in cui c’era la radio, oggetto che pochi nella nostra comunità si potevano permettere, qualche tavolo e altri accessori di svago che in una casa di famiglia modesta non erano presenti.
Il dopolavoro era anche un’ associazione della quale facevano parte gli operai, ma anche tutti gli altri lavoratori; ovviamente per entrare era necessario essere sostenitore fascista.
Come il nome stesso fa capire, il locale era aperto dopo gli orari lavorativi, per chi voleva divertirsi in compagnia di amici.
Era utilizzato anche dalle scuola;infatti quando Mussolini teneva un discorso, tutti i bambini, accompagnati dalle maestre, vi si recavano ad ascoltare la radio che trasmetteva i discorsi del duce.
Le scuole
Anche a Bolgare c’ erano scuole fasciste
Si trovavano nell’ attuale palazzo comunale.
Qui era installato anche un parco giochi attrezzato con delle pertiche, delle corde, delle buche per la sabbia e tanti altri giochi rudimentali.
Un paio di volte ogni settimana, racconta una nonna che abitava a Costa di Mezzate, i bambini della scuola si recavano in piazza a cantare le canzoni che inneggiavano al fascio, canzoni che ogni maestra doveva far imparare ai propri alunni.
I ragazzi della scuola erano obbligati a partecipare a tutte manifestazioni fasciste, in particolare spesso alle sfilate.
I ragazzi maschi facevano parte del gruppo dei Balilla;indossavano una camicia nera sopra dei pantaloni verdi, in testa portavano un cappello nero come quello degli alpini, con un fiocco azzurro.
Le ragazze invece erano chiamate Piccole Italiane e indossavano una camicia nera, una gonna nera a pieghe ed un cappellino che somigliava ad una calza di nylon;

“ Noi facevano ciò che ci dicevano, eravamo anche contente di farlo, ma non sapevamo, essendo bambini, a cosa andavamo incontro” sono le parole di una nonna che faceva parte delle Piccole Italiane.
Le sfilate
Quando in paese o nei paesi vicini arrivava un’autorità fascista, o anche solo passava lungo la strada, la gente era obbligata a sfilare o aspettare ai bordi delle strade,con qualsiasi tempo,e per tutto il tempo che ritenevano necessario gli organizzatori fascisti.
I partecipanti erano divisi in varie categorie e ognuno doveva indossare la divisa del gruppo di cui faceva parte, che spesso era costituita da una camicia nera .
Le divise erano distribuite dalla cooperativa, ovviamente bisognava pagarle e, data la povertà dei tempi, per numerose famiglie questo era un grosso problema.
I gruppi avevano nomi diversi: , i “Figli della lupa”erano i più piccoli, i “Balilla” erano i ragazzi maschi della scuola elementare fino ai “Giovani fascisti” che erano i più grandi.
Per le ragazze i gruppi erano diversi; le più giovani, quelle che frequentavano la scuola elementare, facevano parte delle Piccole Italiane, seguivano le Giovani Italiane, fino alle più grandi che si chiamavano “ Avanguardiste”.
Anche gli adulti avevano le loro categorie; la nonna ricorda in particolare il gruppo delle “ donne rurali” che sopra alla maglia, legato al collo , portavano un foulard.
Premilitare
Vi erano obbligati a partecipare i giovani che avevano compiuto i diciotto anni e dovevano frequentarlo per un intero anno, fino alla partenza per il servizio militare
I ragazzi di Bolgare andavano al premilitare a Calcinate ogni sabato.
I ragazzi di Costa di Mezzate invece andavano a Bergamo. Vi si recavano in bicicletta, ma prima di partire marciavano lungo le vie del paese partendo dalla sede del fascio.
Anche qui per partecipare bisognava indossare camicia nera e pantaloncini verdi mimetici.
Il compito del premilitare era di far imparare i comandi e le regole del servizio militare, nonchè a marciare.
SVOLTA DA :
Bonacina Antonio
Poma Alessandra
Terzi Monica

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