Il Mediterraneo romano

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Testo

La nascita dell’Impero.
Nel corso del 2°secolo ac Roma espande il suo dominio alla Macedonia, alla Grecia, all’Asia Minore, sconfigge la Siria, consolida la sua presa sulla Gallia Cisalpina, sulla Gallia, sulla Spagna:è ormai la potenza dominante del mediterraneo. Nasce l’Impero che modificò profondamente la società romana. Vittoriosa all’estero, Roma durante il 1°secolo ac fu tormentata da continue lotte politiche spinte fino alla soppressione degli avversari, una sanguinosa guerra sociale contro gli alleati italici, spietate guerre civili tra romani, rivolte di schiavi, congiure contro la Repubblica, tutte conseguenze dell’Espansionismo di Roma. Le popolazioni delle nuove province furono private di tutti i diritti e costrette a versare i tributi a Roma, inoltre erano controllate da funzionari nominati da Roma chiamati Governatori che spesso abusavano del loro potere. In questo clima di nuove conquiste, iniziò ad acquisire sempre più importanza una nuova classe sociale i Cavalieri mercanti e finanzieri che investirono i loro capitali in terre, ma soprattutto in attività commerciali, nella riscossione delle imposte nelle provincie e nell’esercito in quanto potevano permettersi di comprare tutto l’armamentario necessario compreso il cavallo, da qui il loro nome.
Le riforme dei Gracchi.
Le guerre vittoriose avevano procurato allo Stato nuove terre, ma avevano paurosamente impoverito i contadini. Il primo uomo politico che cercò di porre rimedio a questo grave problema, fu Tiberio Gracco che eletto Tribuno della Plebe nel 133ac, propose una riforma agraria che limitava la quantità di terra che un cittadino romano poteva possedere. Egli voleva in tal modo distribuire la terra anche ai piccoli proprietari terrieri, andando contro i senatori che possedevano gran parte della terra pagando allo Stato un affitto molto basso. Inoltre, egli propose di assegnare le nuove terre conquistate ai contadini poveri affinché avessero di che vivere. Naturalmente i Senatori si opposero e, da prima cercarono di fermare Tiberio contraponendogli un altro tribuno della Plebe, Marco Ottaviano che pose il veto alle riforme di Tiberio, ma quando Tiberio riuscì a deporre Ottaviano, i Senatori accusarono Tiberio di comportarsi come un dittatore, organizzarono una sommossa e lo uccisero. Gli obbiettivi di Tiberio, furono ripresi dal fratello Gaio Gracco eletto tribuno della Plebe nel 123ac. Egli propose una legge che prevedeva la distribuzione del grano a basso prezzo , cercò di controllare l’operato dei Governatori ottenendo che i giudici incaricati di controllarne l’operato fossero scelti tra i Cavalieri e non tra il ristretto gruppo che controllava il potere (patrizi e ricchi plebei) e inoltre propose la formazione di nuove colonie nelle terre conquistare da distribuire a chiunque avesse accettato di trasferirsi. Anche queste riforme incontrarono l’opposizione del senato, che con un decreto dichiarò Caio nemico di Roma, questi assediato in casa sua si fece uccidere da uno schiavo.
La riforma militare di Gaio Mario.
Nel 107ac Caio Mario attuo una riforma dell’esercitò con cui i soldati romani non vennero più arruolati per censo ma si presentavano volontari in cambio di uno stipendio e di una promessa di terra al momento del congedo. Gli eserciti iniziarono a rivolgere la loro fedeltà più ai loro generali che allo stato,e finirono per essere usati da questi come strumenti per raggiungere e conservare il potere. I soldati erano più legati ai loro comandanti che alla Repubblica. Ogni singolo generale (Imperator) aveva a disposizione in questo modo un proprio esercito privato assumendo sempre più potere.
La guerra sociale.
Gli alleati italici di Roma, contribuirono assieme ai contadini alle sue vittorie. In cambio si aspettavano la concessione della cittadinanza romana con tutti i privilegi che questo comportava, ma i romani non ne vollero sapere. Gli italici scatenarono così una guerra sociale contro Roma. Furono battuti ma per vincere Roma fu costretta a riconoscere la cittadinanza a chi le era rimasto fedele e a chi aveva deposto le armi.
Lo scontro tra Mario e Silla.
I rischi della nuova riforma militare di Mario furono evidenti quando Mario si scontrò con un altro generale Lucio Cornelio Silla. Il motivo dello scontro riguardava il comando di una campagna in Asia Minore che avrebbe portato molte ricchezze. Mario riuscì ad ottenere l’incarico e partì per l’Asia Minore lasciando campo libero a Silla che ne approfittò per marciare su Roma e conquistare il potere con la forza, obbligando i sostenitori di Mario a fuggire. Subito dopo partì per l’oriente e mentre Silla conquistava nuovi territori, Mario rientrò a Roma e riprese il potere, ma morì subito dopo facilitando il rientro di Silla che forte delle nuove vittorie riprese il controllo della situazione uccidendo i sostenitori di Mario e conferendosi l’autorità di dittatore. Silla attuò alcune riforme anche nel Senato consentendo a tutte le classi più ricche di farne parte (Cavalieri, e ricchi Italici), tolse ai Tribuni della Plebe il diritto di veto e ripristino la carica di giudici dei Governatori ai Senatori. Ai consoli in carica infine fu vietato attraversare i confini italiani e all’esercito fu vietato attraversare il fiume Rubicone con le armi togliendo ai generali l’Imperium (cioè il controllo dell’esercito) militare. Silla fu il primo Imperator che con la forza delle armi conquistò il potere politico controllando tutte le istituzioni della Repubblica.
La rivolta degli schiavi.
Dopo la morte di Silla nel 78ac, due consoli suoi alleati iniziarono ad acquisire sempre più potere:Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo. Crasso divenne popolare domando la rivolta degli schiavi che guidati dal gladiatore Spartaco, desiderosi di liberarsi approffitarono delle lotte civili di Roma e misero a ferro e fuoco l’Italia Meridionale. Pompeo si conquistò i favori del popolo grazie alle sue campagne militari che nel 63ac imposero il dominio di Roma sulla Siria e la Palestina. Intanto a Roma Lucio Sergio Catilina nel 63ac organizzò una congiura per conquistare il potere, ma fu scoperto dal console Marco Tullio Cicerone che affrontò l’esercito di Catilina e lo sconfisse.

Il primo triunvirato.
Pompeo in oriente non si era comportato come un suddito della Repubblica ma si preocupò solo di aumentare le sue ricchezze e il suo prestigio, motivo per cui il senato si rifiutò di concedere il controllo delle nuove provincie ai veterani di Pompeo. Questo comportamento spinse Pompeo ad allearsi con Crasso e Caio Giulio Cesare un giovane politico molto ambizioso. Questo accordo privato tra cittadini romani prese il nome di Primo triumvirato che impegnava i 3 triumviri a sostenersi a vicenda per impadronirsi del potere. Quando Cesare divenne console nel 59ac approfittò della sua carica per concedere le terre ai veterani di Pompeo, Crasso invece ottenne una prestigiosa campagna in Oriente che non ebbe successo e causò la sua morte.
Il trionfo di Cesare.
Alla fine del suo mandato Cesare ottenne il comando delle armate stanziate nell’Italia Settentrionale (Gallia Cisalpina). Tra il 57 e il 54 ac Cesare approfittando delle divisioni interne, iniziò la conquista della Gallia Transalpina (Francia e Svizzera). Fu una campagna lampo e vittoriosa che ingrandì enormemente l’Impero. A questo punto il Senato si accorse che Cesare stava acquisendo troppo potere e gli intimò di sciogliere le sue legioni. Per tutta risposta Cesare varcò il fiume Rubicone e marciò su Roma. Quando si trovò a fronteggiare Pompeo, a cui era stato assegnato il compito dal Senato di fermare la sua avanzata verso la città, Cesare forte della sua esperienza sul campo di battaglia, vinse la guerra civile, e nel 45ac entrò a Roma assumendo pieni poteri prendendo il titolo di dittatore a vita con il diritto di nominare i magistrati. Per garantirsi il favore del popolo, Cesare distribuì le terre delle nuove province ai cittadini più poveri. Anche se la Repubblica continuava a sopravvivere, di fatto Cesare si comportò come un vero re. Per questo motivo, alcuni Senatori guidati da Marco Giunio Bruto e Gaio Crasso, si organizzarono in una congiura. Cesare venne assassinato il 15 Marzo del 44ac mentre si recava in Senato.

Il secondo Triumvirato.
Con la morte di Cesare, nella vita politica di Roma, iniziò la sua ascesa Caio Giulio Cesare Ottaviano figlio adottivo di Cesare che stipulò un accordo con Marco Antonio e Emilio Lepido due generali alleati di Cesare. Tale accordo noto con il nome di Secondo Triumvirato non era un accordo tra privati cittadini come lo era stato il primo, ma una nuova magistratura che come prima legge dichiarò nemici dello stato gli assassini di Cesare e suddivise l’Impero tra i triumviri. Con la sconfitta di Bruto e di Cassio nel 42ac, Ottaviano assunse il controllo dell’ Italia e delle province occidentali, Marco Antonio delle province Orientali e Lepido dell’Africa. Quando Antonio si alleò con Cleopatra regina d’Egitto, egli fu accusato di andare contro gli interessi di Roma e Ottaviano ne approfittò per attaccarlo e sconfiggerlo ad Azio in Grecia nel 31 ac. Dopo la sconfitta Antonio e Cleopatra si suicidarono.

L’Impero di Augusto.
Ottaviano aveva ormai il controllo assoluto dell’Impero, anche se mantenne una parvenza repubblicana. Egli si impadronì dei poteri dei tribuni della Plebe diventando il padrone assoluto della vita politica romana. Nel 27 ac il Senato attribuì a Ottaviano il titolo di Augusto (“accrescitore” dell’Impero romano) inserendo un forte elemento religioso che mancava alle cariche politiche repubblicane. Come Cesare prima di lui, Augusto pur non essendo formalmente un re, si comportò come tale. Mantenne buoni rapporti con il Senato anche se di fatto ne aveva il pieno controllo,assegnando ai senatori il controllo delle province più ricche, tenendo per se il controllo dell’Egitto il più importante fornitore di Grano della capitale. Egli si presentò sempre come un pari grado dei senatori con la carica di Princeps, cioè primo. Egli in sostanza riunì nella sua persona il potere civile, militare e religioso.
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