Federico II di Svevia

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

Federico II

Federico II era per discendenza paterna uno Hohenstaufen di Svevia, ma per discendenza materna normanna e nipote del grande Ruggero.
La sua infanzia trascorse nella cornice esotica del palazzo reale di Palermo e qui, all’età di 3 anni, diventò re. Durante il periodo della sua minore età singoli privati usurparono le funzioni della legge e della pubblica amministrazione, e questo in misura ancor maggiore quando la regina Costanza morì, nel 1198, dopo aver nominato il papa Innocenzo III tutore di suo figlio; e sebbene Innocenzo fosse un grande papa, ben poco poteva fare per difendere gli interessi del suo pupillo.

Federico parlava otto lingue e in tutte sapeva anche scrivere. Amava le persone colte, e intorno a lui si raccolsero i poeti della cosiddetta “scuola siciliana”.
Era lui stesso coltissimo e, ci resta un trattato sistematico sulla falconeria (la caccia con gli uccelli) che è anche un tratto ornitologico.
Federico II è stato descritto a volte come un “super uomo”, a volte come un anticipato del rinascimento, a volte, al contrario, come un despote.
La propaganda guelfa e antimperialista utilizzò il suo amore per la cultura araba per accusarlo di somigliare più ad un sultano che ad un imperatore cristiano (si diceva anche che tenesse un harem).
I ghibellini lo presentarono invece come colui che avrebbe riportato la giustizia nel mondo.
Nei progetti dell’imperatore vi era un impero universale romano basato sui singoli regni, ognuno dei quali rigorosamente organizzato. Per essere così l’impero doveva unificare sotto una sola corona i regni di Germania e di Sicilia.
La difficoltà stava nel fatto che i domini che componevano l’impero erano molto diversi.
La Germania aveva una sua organizzazione politica e amministrativa feudale-vassallatica.
La Sicilia era una monarchia centralizzata.
L’Italia centro-settentrionale era caratterizzata da forti comuni molto autonomi. A Roma, i territori della chiesa si erano consolidati sotto il pontificato d’Innocenzo III.
Federico per prima cosa unì il regno di Sicilia a quello di Germania. Così l’impero fu esteso dalla Germania alla Sicilia, interrotto proprio a metà dell’Italia dal patrimonio di San Pietro, che ne rimaneva accerchiato.
Nel 1231 venne redatto per volontà dell’imperatore un codice di leggi, il Liber Augustalis.
Federico centralizzò anche le scritture pubbliche, organizzò un archivio del regno e introdusse l’uso di registrarne gli atti in una cancelleria. L’imperatore combatte tenacemente i signori feudali e costruì, in punti strategici, alcuni castelli reali per vigilare contro eventuali sediziosi: nel 1240 fece edificare Castel del Monte come casa di caccia, famoso ed affascinante, sintesi dell’architettura gotica, romanica e orientale.
Federico organizzò l’amministrazione del regno in province, affidate a personale che riceveva un incarico revocabile e un salario statale. Per formare i funzionari del governo fondò l’università di Napoli. Infine, dal momento che per gestire questo sistema amministrativo centralizzato occorreva molto denaro, lo procurò stabilendo monopoli regi, creando un sistema di imposte permanenti (collette), aumentando le tasse che la corona riceveva sul commercio estero.

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