L'architettuta gotica

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Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

Da quando nel sec. XVIII è iniziato lo studio dell’architettura gotica si è cercato di definirla in base all’impiego di un certo numero di forme tipiche che la distinguono con evidenza:
1) L’ARCO A “SESTO ACUTO” definito spesso ogivale. Oggi il termine “ogiva” si usa per definire non l’arco a sesto acuto ma i costoloni che sostengono la volta. L’origine è orientale e molto antica, introdotta in Occidente nel sec. XI.
2) VOLTA SOSTENUTA DA ARCHI che s’intersecano.
3) Presenza di ARCHI RAMPANTI all’esterno delle chiese di alcuni paesi.
Gli storici hanno inoltre individuato un numero considerevole di forme particolari sconosciute all’antichità classica o all’arte dell’alto Medioevo: pilastri a fascio di colonnette, pinnacoli, rosoni polilobati, finestre suddivise in luci ecc… In base alla combinazione di queste forme si sono distinte le caratteristiche nazionali o regionali dell’architettura gotica. Intorno alla metà del sec. XIX lo studio dell’architettura medioevale, favorito dalle grandi opere di restauro dei monumenti antichi e dalla costruzione di edifici neogotici, si orienta verso considerazioni tecniche. Principale rappresentante ne è l’architetto francese EUGENE VOLLET-LE-DUC. Egli evidenzia come tutto è in funzione della struttura: il matroneo, la galleria del triforio, il pinnacolo e il timpano. Il funzionalismo costruttivo si manifesta soprattutto nello studio delle volte e dei loro supporti: la volta a crociera, composta di archi di sostegno ogivali intersecatisi diagonalmente a da archi perimetrali, due trasversali alla navata e due perpendicolari, scarica il peso non sui muri, ma su punti determinati dei supporti. Ai muri si possono sostituire finestre e sottili divisori. Per la curvatura di archi e volte il peso della copertura si esercita obliquamente in spinte localizzate che gli architetti gotici neutralizzano con controspinte (per es. gli archi rampanti) o annullano mediante pesi verticali (per es. i pinnacoli). Si tratta di un sistema dinamico che si contrappone al sistema statico dell’architettura antica. Il sistema costruttivo gotico alleggerisce la massa consentendo di costruire più facilmente in altezza. Nell’architettura gotica caratteristica è la suddivisione dello spazio interno degli edifici. Le nervature delle volte su pianta quadrata, trapezoidale, rettangolare ecc… sono quasi sempre continuate lungo le pareti o i pilastri. Le pareti delle chiese gotiche sono molto spesso munite di corridoi (tribune, trifori, gallerie di circolazione a livello delle finestre) il cui fondo rimane visibile cosicché il muro è come sdoppiato. Spesso nei muri sono incastrate arcate cieche. Vi è una tendenza allo svuotamento delle pareti con progressiva sostituzione dei muri continui traforati da finestre con pareti traslucide ornate di vetrate. La superficie murale può essere interamente eliminata e ridotta a muri sottili, veri e propri divisori. Questa smaterializzazione è stata spesso considerata come uno dei principi più tipici dell’architettura gotica. Le grandi aperture sono spesso normalmente fornite di vetrate dai colori vivacissimi. Lo spazio gotico è un volume chiuso e geometricamente definito, è uno spazio trasfigurato dalla luce e concepito in funzione di essa.
L’architettura gotica come stile pienamente costituito appare nell’Ile de France alla fine della prima metà del secolo XII. Due momenti essenziali illustrano questa apparizione: la cattedrale di Sens di Henri Sanglier (1130-62) e la chiesa abbaziale di S. Denis (1130-40, 1140-44) di Sugerio. Per tutta la seconda metà del sec XII nei paesi a nord della Loira, fra la Borgogna e la Normandia si verificò un’intensissima attività edilizia come se l’adozione dei nuovi metodi costruttivi avesse stimolato il rinnovo totale o parziale delle chiese più antiche che in queste regioni erano quasi tutte ad armatura lignea. Quattro cattedrali definiscono chiaramente questa architettura: SENLIS, NOYON, LAON e PARIGI (NOTRE DAME).
Le piante presentano un considerevole sviluppo nel coro contornato da deambulatorio (doppio a N.D. di Parigi) sul quale si aprono tranne che a Parigi delle cappelle radiali tangenti (S. Denis). L’allungamento del coro verso ovest è un conseguenza dell’accrescimento dei capitoli canonici. Il transetto del tipo di Sens può mancare o essere di dimensioni ridotte come a Parigi. Ma può presentare anche un bellissimo sviluppo, sia che ad esso si affianchino navate laterali come a Laon, sia che l’estremità dei bracci sia arrotondata come a Noyon. L’alternanza dei supporti si trova a Senlis e a Noyon che per questo seguono l’esempio di Sens, mentre manca quasi completamente a N.D. di Parigi (solo nei supporti fra le doppie navate laterali) e a Laon dove si limita alla campata più orientale. Il ritmo alternato è rifiutato dai costruttori di Parigi e di Laon che si prefiggono un effetto di uniformità con l’impiego di file di pilastri cilindrici. Solo le colonnette che prolungano i costoloni delle volte esapartite in numero ineguale tra tempi forti e deboli producono una sorta di ondulazione dei muri laterali della navata e tranne che a Senlis gli alzati sono a 4 piani. Sopra le arcate principali c’è una tribuna voltata sormontata da un piano intermedio di archi ciechi di arcate o di rosoni, al di sopra dei quali si aprono le finestre, una o 2 per campata. Elevazione multipla che sarà abbandonata bruscamente poco prima del 1200. Si può spiegare la ripartizione in piani con ragioni pratiche. Poiché coprire le tribune voltate con un tetto a una sola falda, si dovevano collocare le finestre alte al di sopra di questa copertura: una fascia di muro cieco corrispondeva all’altezza del tetto, questo spazio poteva essere decorato da arcate cieche (coro di Noyon), da aperture sopra le volte (rosoni di Parigi) o da una galleria continua o triforio (come a Noyon o a Laon). Si ha quindi una sovrapposizione di registri ognuno separato nettamente dagli altri per mezzo di fasce modanate con effetto di divisione spaziale in elevazione. Inoltre la molteplicità dei piani corrisponde alla crescente altezza delle chiese. L’uso dell’arco rampante alla fine del sec XII permette in particolare a Chartres di superare questa fase stilistica sopprimendo la tribuna, unificando l’elevazione e disponendo le coperture fino a 40 m d’altezza.
Sulla crociera della chiesa vi e’ il tiburio, cioè una sopraelevazione poligonale con guglia.Sulle parti terminali delle chiese gotiche troviamo tabernacoli pieni o vuoti,con colonne isolate o aderenti al nucleo centrale,coronati da piramidi altissime a guglie:essi sono detti pinnacoli o impropriamente cuspidi.Campanili accompagnano le chiese gotiche.Essi sono altissimi.La forma più usata e’ quella di una torre quadrata che si fa ottagonale nella parte superiore e termina quasi sempre con altissima guglia poligonale.Nel gotico italiano non si trovano quasi mai campanili sulla facciata della chiesa mentre sono abituali in Francia.La facciata riproduce generalmente la struttura delle chiese romaniche con una maggiore grandiosità nelle proporzioni e una più grande ricchezza di decorazioni.Le tre navate sono indicate da tre porte separate da robusti contrafforti.Nelle grandi cattedrali d’oltralpe due torri gemelle inquadrano generalmente la parte centrale,altre volte una sola torre si eleva sulla parte centrale.In basso si aprono tre porte fortemente strombate;al di sopra della cemtrale trova posto la grande rosa o ruota affincata da finestre.L’apertura della porta è rettangolare bipartita da un pilastro centrale non presente nel gotico italiano,sormontata da un architrave.finestre con dimensioni sempre maggiori (monofore, bifore, trifore, quadrifore, pentafore). Le colonnine divisionali delle finestre sono tra loro legate con archi acuti.
La cattedrale romanica di N. Dame a Chartres(sec.XI)fu distrutta da un incendio nel 1194(sede di pellegrinaggio mariano).La ricostruzione evidenziò una concezione veramente rivoluzionaria nell’evoluzione dell’arte gotica.La pianta di dimensioni grandiose presenta in doppio deambulatorio a cappelle.E’ nell’alzato interno e nella struttura generale dell’edificio che il geniale architetto di Chartres ha dimostrato una straordinaria originalità.L’alzata e’ a tre piani con arcate e finestre alte separate da un triforio. Per ingrandire la finestra alta e per dare più luce all’edificio,l’architetto di Chartres ha unificato il matroneo.la finestra e’ composta da due luci sotto un vasto rosone polilobato. Con i suoi sei portali scolpiti nel sec.XIII e con la straordinaria abbondanza delle vetrate istoriate(166)la cattedrele di Chartres si impone come uno dei monumenti più espliciti delle intenzioni mistiche dell’arte medievale.
ARCHITETTURA CISTERCENSE.
Citeaux(monastero fondato nel 1089).
Tra il 1091 e 1153 eccezionale risulta la personalità di S.Bernardo di Clairvaux consigliere del re di Francia e del papa.L’espansione dell’ordine di Citeaux fu folgorante.La distribuzione degli edifici monastici ai fianchi della chiesa(chiostro, sala capitolare, dormitori, cucine, annessi industriali e agricoli)deriva da modelli benedettini più antichi.Nelle piante i cistercensi rinunciano agli effetti ricchi dei Cluniacensi e costruiscono absidi rettilinee e spoglie. I transetti sono spesso muniti di cappelle.Non ci sono torri di crociera;campanili proibiti alla regola. Nell’alzato interiore ci sono solo due piani di arcate che si aprono sulle navate laterali o sulle cappelle laterali e le finestre alte non molto ampie.Quando è adottata la volta su ogive essa non produce una chiara e rigorosa divisione dello spazio mediante l’impiego di colonnette che ne continuano la linea verso il pavimento. L’architettura cistercense del sec.XII è stata chiamata “gotico ridotto”;dopo la metà del sec.XII il gotico semplificato dei cistercensi viene portato da loro stessi in regioni molto lontane dove la vocazione gotica è assente ( Spagna, Portogallo, Austria, Polonia, Ungheria, Germania). In Italia abbazie di Casamari e Chiaravalle.
ABBAZIA DI FOSSANOVA:
sorge nella pianura Pontina alle falde dei Monti Musoni. Particolare importanza dal punto di vista stilistico riveste la chiesa abbaziale. Tipica pianta cruciforme a 3 navate con transetto munito di 2 cappelle per parte e abside quadrata. All’ innesto della navata centrale con il transetto si innalza il tiburio ottagonale a due piani sormontati da una lanterna che ne ripete lo schema planimetrico. La facciata in conci di pietra è dominata dal portale e dal grande rosone centrale; il primo a sesto lievemente acuto ha una profonda strombatura segnata da un triplice ordine di archi modanati. La facciata è segnata ai lati per l’intera altezza da 2 contrafforti. Sui fianchi i salienti della nave maggiore e delle minori sono segnati da 2 ordini di contrafforti di fattura analoga a quelli della facciata, che interessano anche le ali del transetto e l’ abside sempre alternati a semplici monofore. Nel tiburio 2 ordini di bifore acute. All’ interno il sistema di coperture presenta crociere lisce scandite da archi traversi portati da semicolonne pensili che si impostano su mensole sagomate a semicono poste a mezza altezza del corpo dei pilastri di navata. Le campate della navata centrale sono a forma rettangolare assai allungata con il lato maggiore disposto ortogonalmente rispetto all’asse longitudinale della chiesa; ad ognuna di esse corrisponde nelle laterali una campatella anch’ essa rettangolare con il lato maggiore disposto parallelamente alla lunghezza dell’ edificio e largo quanto quello minore delle campate principali. Lo sviluppo verticale della navata centrale è notevole ma l’ effetto prospettico di elevazione è sensibilmente smorzato dai profili quadrati degli archi acuti, dal modesto sviluppo delle arcature rispetto al totale dei muri di elevazione, dalla presenza di una cornice continua che corre per l’ intero perimetro circa a metà altezza interessando pilastri e colonne secondo un motivo ancora arcaico. Fra pilastro e pilastro lungo l’asse verticale degli archi acuti si aprono in corrispondenza di ciascuna campata una finestrella cieca e una grande monofora a forte squarcio. Il muro absidale spoglio di ogni decorazione è scandito dalla cornice in 2 porzioni differenti. La superiore è occupata dal rosone lobato. Nella inferiore tre monofore acute.
CASAMARI:
Presso Veroli in provincia di Frosinone. Pianta della chiesa a 3 navate concluse da un ampio transetto dotato di cappelle sul lato orientale e sull’occidentale da un coro quadrato. 7 campate rettangolari coprono la nave centrale, coperte tutte da crociere acute e costolonate e scandite da agili archi trasversi. Costoloni e archi vanno ad impostarsi, come a Fossanova, su quelle semicolonne sospese poggianti su mensole a semicono rovescio disposte lungo le facce dei pilastri che guardano la nave centrale. Una cornice continua corre per l’intero perimetro intorno alla chiesa intersecando i fasci di pilastri ed agendo da piano d’imposta per le monofore delle teste del transetto e per quelle più alte del coro.

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