Giorgione e Tiziano

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Testo

Giorgione
È il primo dei grandi pittori veneti del ‘500, ma non sempre è ricordato. Nacque nel 1477, e le uniche notizie certe che abbiamo di lui ci sono date dal Vasari. Pochissime sono le opere attribuibili, perché non lavorava su committenza della chiesa, ne per i potenti. Egli dipingeva soprattutto per privati e i suoi quadri possono essere ammirati solo da pochi intenditori.
I soggetti sono soprattutto profani e quindi comportano anche una difficile interpretazione. Infatti quando un dipinto è commissionato dalla chiesa ha un tema chiaro e un’iconografia voluta dalla religione, quindi senza troppe modifiche. Studia nella bottega del Bellini. Il dominio dell’uomo sulle cose è imposto dalla legge prospettica. A Venezia si studia la natura e la si pone allo stesso livello dell’uomo. I colori sono quelli naturali. Caratteristica di Giorgione è dipingere senza l’ausilio del disegno, e quindi dipinge solo con i colori. Abolire il disegno per Giorgione significa togliere la linea di contorno dell’oggetto che lo separa dagli altri. Poiché la natura è fatta di colori per l’artista questo significa anche capire la natura e rendere il suo significato pittoricamente.
Pala di Castelfranco

il vero nome sarebbe Madonna in trono col bambino fra i santi Liberale e Francesco, 1504-05, Treviso, Chiesa di San Liberale. Questa tavola non è documentata ma è concordemente attribuita a Giorgione. Si pensa che l’opera sia stata dipinta in morte di Matteo Costanzo, il cui stemma è dipinto sul basamento che sorregge il trono della Madonna. Il santo raffigurato sulla destra è sicuramente San Francesco, ma quello sulla sinistra, un tempo creduto San Giorgio, è probabilmente San Liberale al quale è dedicata la Chiesa che ospita la tavola. Il tema e la posizione della Vergine simmetrica tra i due Santi, sono tradizionali. I personaggi hanno atteggiamento rilassato, sono pensosi. La luce è attenuata tanto che il dipinto sembra quasi malinconico. La Madonna è elevata per rappresentare il ruolo di tramite tra sacro e profano e fra il luogo dove si trovano i Santi e la zona aperta alle sue spalle. La rappresentazione a scacchiera del pavimento è importante per il convergere delle linee prospettiche. Il punto di fuga è rialzato di modo che lo sguardo dello spettatore sia proiettato oltre il pannello divisorio. Nel paesaggio la distanza è data dal passaggio dai colori caldi dei piani più vicini, ai colori freddi delle zone lontane. Quindi Giorgione alla prospettiva aerea di Leonardo sostituisce la prospettiva cromatica, che era caratteristica del Bellini. Il disegno è limitato all’intelaiatura prospettico - architettonica.

I tre filosofi,

1507-10, si trova in museo di Vienna. Raffigura tre personaggi a destra, un giovane seduto osserva qualcosa e prende misurazioni, un arabo è assorto nei propri pensieri e un uomo più vecchio che tiene in mano un foglio con segni astronomici. Questi uomini sono circondati dalla natura. A differenza della pittura fiorentina, dove la natura è soggiogata all’uomo al centro dello spazio, qui la presenza umana assume meno importanza. L’uomo non è più un essere superiore che possiede la natura. Al centro dell’opera si apre uno squarcio di panorama chiaro, che si allontana per il contrapporsi tra colori caldi e colori freddi. Per dare allo spettatore la sensazione che lo spazio prosegua oltre i lati della composizione, gli alberi non sono rappresentati nella loro altezza totale. Lo spazio non è condizionato da una rigida prospettiva. L’arabo e il vecchio hanno entrambi un piede sollevato e l’altro posto in avanti per farci intuire che stanno compiendo un percorso, e questo toglie staticità alla composizione.
La tempesta,

1507-10, Venezia, Gallerie dell’Accademia. Nel 1530 non si conosceva esattamente il titolo dell’opera. Nonostante il titolo la natura è ferma, serena, quieta. Inizialmente al posto dell’uomo Giorgione aveva rappresentato un altro nudo femminile. Capire che cosa stanno a significare i due personaggi è molto complicato proprio perché Giorgione dà pochissima importanza alla storia narrata, l’ipotesi più attendibile è che si tratti della cacciata dal Paradiso Terrestre. Le dimensioni delle figure umane sono ulteriormente diminuite rispetto alla precedente opera, questo perché non sono protagonisti di una storia, semplicemente rappresentano l’umanità. La donna sta adempiendo a uno dei suoi compiti di madre. Sembrano attendere l’evento naturale che sta per accadere, cioè la pioggia. Infatti le nubi che sono in cielo sono squarciate da un fulmine. La natura, osservata dal vero è protagonista assoluta, e la figura umana perde d’importanza. Il disegno è eliminato, la profondità spaziale è data dalle diverse tonalità di verde. Anche qui si tratta di prospettiva cromatica. È anche rappresentata una cittadina veneta, al di là di un ponte in legno.
Tiziano
Tiziano Vecelli o Vecellio (1490, Pieve di Cadore (Belluno) - 27 agosto 1576, Venezia), più comunemente conosciuto come Tiziano, fu uno dei grandi pittori veneziani del Rinascimento italiano.
Bellunese, proveniva da una famiglia locale importante ed abbiente. Suo padre Gregorio Vecellio aveva diversi incarichi tra cui quello di capitano della milizia ed ispettore delle miniere.Non si sa quale educazione abbia ricevuto: sicuramente non conosceva il latino, lingua molto importante all'epoca e la maggior parte delle lettere rinvenute furono scritte da altre persone per suo conto.
Tiziano si avvicinò alla pittura insieme al fratello Francesco, i due furono mandati a Venezia a studiare arte molto giovani (la data precisa non si conosce), si ritiene che iniziarono l'apprendistato nel 1500.Il primo studio fu presso la bottega di Sebastiano Zuccato, per poi passare nello studio di Gentile Bellini ed infine in quello di Giovanni Bellini, fratello di Gentile.
Qui conobbe Giorgio da Castelfranco meglio conosciuto con il nome di Giorgione.
I due diventarono amici e soci d'affari, nel 1508 lavorarono insieme agli affreschi esterni del Fondaco dei Tedeschi. Due anni dopo Giorgione morì di peste e probabilmente Tiziano completò molti quadri dell'amico rimasti incompiuti. Tiziano dipinge i tre affreschi per la Scuola di Sant'Antonio a Padova (1511). Nel 1516, alla morte di Giovanni Bellini, Tiziano fu nominato suo successore come pittore ufficiale della Repubblica veneziana.Nel 1520 esegue numerose importanti pale e commissioni laiche, incluse le decorazioni per il Palazzo dei Dogi e tre dipinti mitologici per Alfonso d'Este.
Tre anni dopo durante un viaggio a Ferrara conosce Federico II Gonzaga, marchese di Mantova.Nel 1525 sposa Cecilia Soldano, figlia di un barbiere, che gli aveva già dato due figli: Pomponio e Orazio.
Nel 1530 nasce la figlia Lavinia e pochi mesi dopo muore la moglie.
Nello stesso anno conosce Carlo V durante un viaggio dell'imperatore in Italia, tre anni dopo gli conferisce il titolo di Conte Palatino e Cavaliere dello Sperone d'Oro, un onore senza precedenti per un pittore.Nel 1545 si reca a Roma invitato da papa Paolo III, cinque anni dopo si reca ad Amburgo e comincia a lavorare alla sua serie di Poesie per il re Filippo II.
Il 16 marzo ottiene la cittadinanza romana, in seguito rientra a Venezia. Insieme ad Andrea Palladio e a Tintoretto viene eletto membro dell'Accademia del Disegno di Firenze nel 1566. Muore il 27 agosto 1576, forse di peste, ma più probabilmente di semplice vecchiaia; viene sepolto nella chiesa di Santa Maria dei Frari a Venezia.
Tiziano matura uno stile personale dei colori, che vengono stesi in modo rapido e talvolta impreciso, senza disegni preparatori: il risultato è l'immediatezza e l'espressività, le figure sono accennate e più vive e reali. Agli inizi della sua carriera artistica Tiziano dipinse molte scene di vita pastorale idilliaca (ninfe e pastori) influenzato soprattutto da Giorgione.
Molti quadri di questo periodo sono di difficile attribuzione in quanto a volte Tiziano completava i quadri iniziati da Giorgione. Il pittore dipinse anche molte immagini di donne bellissime e sensuali, di solito con lunghi capelli sciolti che ricadono sulle spalle nude e per la maggior parte hanno anche qualche accessorio simbolico o allegorico.
Non considerati ritratti, ma generiche esaltazione della bellezza femminile, queste tele erano piuttosto in voga a Venezia all'inizio del Cinquecento e si suppone che alcuni potrebbero rappresentare o alludere alle prostitute per cui la città era famosa.
Tiziano fu uno dei più prestigiosi ritrattisti e sicuramente il più influente, dato che andò oltre la formula del mezzo busto che era predominante nel XV secolo.
Spesso introduceva accessori nei suoi ritratti, come un cane od uno strumento musicale e la posa delle sue figure era naturale.
La maggior parte dei ritratti giovanili del pittore ha come soggetto personaggi sconosciuti, ma quando la sua fama crebbe, dipinse i più importanti uomini d'Europa.
Il pittore realizzò disegni, anche se molto rari, usando il gessetto, il carboncino, la penna e l'inchiostro con grande vigore.
Alcuni di questi disegni sono studi preparatori per dipinti, anche se secondo le testimonianze del tempo lavorava direttamente sulla tela senza alcuno schizzo preliminare.
Ci sono anche dei paesaggi molto rifiniti, attribuiti a Tiziano che sono all'apparenza opere indipendenti e la cui autenticità è oggetto di dibattiti eruditi.
Realizzò anche notevoli xilografie, alcune molto grandi e fatte con numerosi blocchi.
Tiziano realizzò anche molte opere a carattere religioso, come la Vergine ed il Bambino o i Santi.
Nei primi lavori il pittore ambientò le sue figure in paesaggi bellissimi.
L'Assunta
è un dipinto ad olio su tavola di cm 690 x 360 realizzato tra il 1516 e il 1518 dal pittore italiano Tiziano.È conservato nella Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari (Venezia).Narrazione a tre registri: in basso sono rappresentati gli apostoli, che hanno le braccia rivolte al cielo, eccetto San Pietro, dalle mani giunte. Gli sguardi sono rivolti all'unanime verso Maria che si libra tra loro e Dio, in piedi su una nube, attorniata dai cherubini festosi e danzanti.
Accanto a Dio che l'attende, uno dei due cherubini stringe in mano la corona della gloria divina. È bene sottolineare che nella iconografia tradizionale la Madonna svegliatasi dalla dormitio (ossia dalla sua morte apparente) si ricongiunge al Figlio, e non a Dio Padre, che nella tela è in controluce rispetto allo splendore del cielo che illumina la parte superiore della scena.
La Vergine è in tensione verso il cielo, con le mani levate in alto, e il volto in estasi; la veste è molto naturalistica.
L'uso del colore e della luce ci proiettano realisticamente nella scena. Questa pala ha indubbiamente decretato il successo di Tiziano a Venezia. Secondo fonti attendibili, alla scopritura della tela avrebbe assistito un emissario dell'imperatore Carlo V, il quale intimò ad un frate di volerlo acquistare nel caso avessero voluto rimuoverlo. Al contrario, l'acclamazione popolare costrinse un secondo frate in verità scettico nei confronti del talento dell'artista, ad ammettere la sua bravura.
Nel 1818 il dipinto fu spostato all'Accademia, il museo principale di Venezia, ma nel 1919 fu riportato nel luogo originale.
Pala Pesaro
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Sacra conversazione con i donatori Pesaro, nota anche come Pala Pesaro, è un dipinto ad olio su tavola di cm 478 × 268 realizzato tra il 1519 e il 1526 dal pittore italiano Tiziano.È conservato nella Basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari a Venezia.Madonna in trono col Bambino fra i Santi Pietro, Francesco e Antonio e la famiglia committente. La Madonna è sulla destra, sulla diagonale, in evidenza. Lo spazio è complesso, come suggeriscono le ampie colonne (tra le quali, due angeli innalzano una croce su una nuvola), i diversi piani, le immagini dei committenti tagliati. Nalla bandiera le insegne dei Pesaro e dei Borgia. I santi sono rappresentati senza alcuna gerarchia, in modo molto naturale. Attraverso sfumature di luce, i volti assumono moltissime sfumature, i panneggi sono cangianti, i colori contrapposti tra chiari e scuri. L'effetto è quello di grande realismo e di centralità della Vergine.

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