Arte gotica

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Arte gotica

È la produzione artistica del periodo compreso tra la fine del romanico e l'inizio del inascimento, cioè dalla seconda metà del XII secolo alla metà del XV secolo. La parola usata inizialmente con valenze negative, trae origine dalla scrittura "gotica" in contrapposizione a quella latina per sottolinearne il carattere nordico e quindi barbarico. Per quanto riguarda l'arte, il termine venne usato per la prima volta dal Vasari, che definì "mostruosa e barbara......la maniera trovata da i Gothi". La caratteristica dell'arte gotica è il linearismo, che consiste nella valorizzazione delle linee, soprattutto ascensionali. Ciò si evidenzia particolarmente nell'architettura da cui questo tipo di arte prese l'avvio. Le cattedrali gotiche, infatti, si differenziano da quelle di epoche precedenti per la notevole ampiezza degli spazi, per lo slancio verso l'alto e per la maggiore luminosità. Questo cambiamento stilistico poté avvenire grazie ai notevoli progressi compiuti dalla tecnica costruttiva che mise a punto il sistema degli archi rampanti, mediante i quali il peso dell'edificio poteva essere scaricato all'esterno, consentendo alla struttura di essere quasi autoportante. In questo modo, le pareti della navata, che non dovevano più sostenere il peso degli archi, potevano essere più alte e dotate di larghe aperture ( vetrate, rosoni) mentre la volta poteva aver un'elevazione altissima, grazie all'arco a sesto acuto, che si differenzia dall'arco a tutto sesto dell'architettura romanica.
Questo tipo di costruzione, in cui ogni elemento concorre ad accentuare il senso ascensionale, il verticalismo e la luminosità, andava di pari passo con la spiritualità dell'epoca caratterizzata da un diverso rapporto con la divinità. Mentre nell'architettura romanica l'uomo esprimeva la sua sottomissione ad un Dio da temere, nell'arte gotica l'uomo manifesta una nuova fiducia nelle proprie capacità conoscitive e creative, offerte ad un Dio da glorificare attraverso l'esperienza della bellezza insita sia nella natura, secondo il messaggio di S. Francesco, quanto nelle opere umane. Anche la scultura gotica testimonia questo mutamento di sensibilità con opere che non sono più parte integrante degli edifici, come avveniva nel romanico ma acquistano una propria autonomia stilistica ed espressiva, ottenuta attraverso la scoperta della natura e del mondo sensibile. Lo stesso ritrovato interesse per la realtà delle cose si riscontra nella pittura, che trova la sua massima espressione nell'opera del fiorentino Giotto ( 1267?-1337). L'artista rompe con la rappresentazione propria del mondo feudale e si riallaccia all'antichità greca e romana, operando una vera e propria rivoluzione in campo figurativo, recupera la capacità perduta durante il medioevo di rappresentare la natura in modo realistico e dimostra la volontà di porre l'uomo come protagonista della storia. Giotto, infatti, rappresenta l'azione umana accentuando il carattere emotivo e sentimentale degli individui colti nella loro dimensione terrena. Per dare una dimensione naturalistica alle sue composizioni egli giunge ad una nuova concezione dello spazio che non allude più alla sfera mistica, ma è teatro delle umane passioni. La conquistata capacità di rendere in modo realistico la figura umana influenza profondamente l'arte del XIV secolo che però presenta ancora per lungo tempo caratteri e temi legati al misticismo medievale e alla cultura cavalleresca e cortese.

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