Andrea Mantegna

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Andrea Mantenga è nato nell’isola di Carturo nel 1430 ed è morto a Mantova nel 1506. A circa 10 anni si trasferisce a Padova dal suo fratello per lavorare nella bottega di Francesco Squarcione che lo accoglie come un figlio adottivo. Proprio durante i suoi anni di soggiorno a Padova operano i più grandi maestri fiorentini: Paolo Uccello, Filippo Lippi e Donatello. Nel 1448 affresca le storie di San Giacomo e San Cristoforo della cappella Ovetari.
Successivamente giunge a Ferrara dove è influenzato dall’arte fiamminga, entra in stretto contatto con la famiglia Bellini e nel 1451 si sposa con Nicolosia Bellini. Nello stesso anno dipinge l’orazione nell’orto, il polittico di San Luca e la Santa Eufenia. Dal 1457 al 1459 dipinge il polittico di San Zeno e il San Sebastiano avente riferimenti classici e archeologici ma con paesaggi naturalistici.

PALA DI SAN ZENO
Nel 1471 comincia a decorare la camera degli sposi in cui si può notare il definitivo addio che il Mantenga da al gotico cortese per rivolgere estrema attenzione alla prospettiva. All’apice della volta si apre il famoso oculo circolare dove da una balconata si affacciano figure umane e animali. Il tutto finisce in una prospettiva in fuga verso il cielo infinito. Qui si può notare un’illusione ottica perfetta che sarà adottata da artisti di generazioni successive.

LA CAMERA DEGLI SPOSI
Per circa 10 anni l’artista fu molto sfortunato in seguito alla dolorosa perdita del figlio e d’alcuni marchesi. Nella zona di San Sebastiano Mantenga costruisce la sua casa che si apre in un cortile circolare, dove colleziona molti marmi pregiati ammirati anche da Lorenzo il Magnifico.
CASA DEL MANTEGNA
Nel 1489 realizza una serie di dipinti a tempera aventi come soggetto il trionfo di Cesare. Nello stesso lasso è convocato a Roma dal papa Innocenzo VIII dove dipinge una cappelletta nei palazzi vaticani. La città però lo delude moltissimo, infatti, quando torna a Padova preferisce ricordare una Roma letteraria piuttosto che quella che ha osservato durante il suo soggiorno. La nuova colta e intelligente marchesa Isabella d’Este diventa la sua musa ispiratrice. In questo periodo realizza il Cristo sul sarcofago e la Madonna delle cave.
In queste opere mette in risalto al massimo la figura umana stagliandola su un paesaggio nitido ed il suo tratto grafico diviene più energico, il colore essenziale con effetti a bassorilievi appena lumeggianti con caute dorature.
Egli realizza scene bibliche come la Giuditta, il Sansone e la Dalila e due tele a tempera “il San Sebastiano e il cristo morto”

IL CRISTO MORTO
LA GIUDITTA
Inoltre il Mantegna ha anche lasciato una prova della sua abilità di scultore realizzando un autoritratto di bronzo facente parte dei decori della sua cappella. Nel 1495 Mantegna da inizio agli ultimi capolavori: due pale d’altare ed il progetto per la decorazione dello studio privato della marchesa.
ANDREA MANTEGNA
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