Le origini della tragedia

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Le origini della tragedia
Quello delle origini della tragedia и un problema molto oscuro e complesso. Forse, per le origini della tragdia, sono state importanti le innovazioni importate da Arione al ditirambo. Stando ad Erodoto, dovremmo ritenere che Arione, non essendo il primo a comporre ditirambi, fosse il primo a darne il titolo che ne indicasse il contenuto. Tuttavia l'espressione erodotea и molto ambigua ancora oggi. I documenti conferamno che Arione diede un titolo a ciт che era cantato dal coro, ma anche che egli avrebbe creato due tipi di rappresentazione a noi sconosciuti, precedenti il dramma satiresco.
A Sicione, vicino a Corinto, si svolgevano agli inizi del VI secol a.C., dei cori tragici con cui gli abitanti onoravano l'eroe Adrasto, un eroe della guerra dei Sette contro Tebe. Tuttavia Clistene, per motivi "personali", sostituм al culto di Adrasto il culto di Melanippo, suo acerrimo nemico. La testimonianza erodotea appare ancora oscura: avrа usato tragikoi koroi per indicare dei cori affini a quelli creati da Sofocle, tragediografo suo amico. Una cosa и comunque certa: quei cori erano collegati alle cerimonie funerbri celebrative di un eroe defunto ed erano in suo onore. Secondo alcune fonti anonime, pare che il primo poeta tragico fosse epigene, ma probabilmente tale in quanto autore di versi "tragici" a Sicione.
In Attica era in uso bandire un premio per la poesia corale, che consisteva in un capro, la vittima del successivo sacrificio.
Nel 534 a.C., durante la celebrazione di queste feste, ad Atene, chiamate "Grandi Dionisie", Tespi, poeta di Icaria, presentт un suo coro facendolo precedere da un prologo ed intervallandolo con parti recitate da un attore (il poeta stesso) che assumeva le vesti del personaggio di cui il coro cantava le vicende. Il successo fu cosм vivo che non solo Testi vinse il premio, ma fu instituito un concorso annuale di quel nuovo genere.
L'etimologia di tragikos si riconduce tragos il capro, un animale la cui presenza nella mitologia e nella storia dei culti religiosi и rilevante. Il rapporto che lo riconduce ai cori di Sicione puт essere:
se i cori di Sicione sono stati chiamati tragici per un' altra ragione che non sia la somiglianza con i versi della tragedia, il capro era in qualche modo correlato al rito funebre di Adrasto.
era diffusa la tradizione che Bacco avesse donato ad Icario, pastore di Icaria, la vite per gli uomini. Quando la vite crebbe rigoliosa, un capro ne divorт le foglie e il contadino lo sacrificт a Dioniso. La vite tornт quindi a prosperare e a dare abbondanti uve e il contadino decise di offrirne ai compaesani che, ubriacatisi, lo accusarono di sortilegio e lo giustiziarono. La figlia, per il dolore, si impiccт. Dioniso aveva punito gli abitanti del paese rendendoli folli.
Ad Eleutere, un piccolo centro alle pendici dell'Elicona, era venerato Dioniso Melanaigis, cioи con pelle di capra nera. Il Dioniso di Eleutere era venerato anche ad Atene dove divenne il dio delle grandi Dionisie.
Quale che fosse il processo di maturazione della tragedia, и evidente che esso fu sollecitato dai tiranni. Tuttavia appare errata l'interpretazione della parola tragwdia come "canto dei capri", perchй, per leggi della linguistica, da tragwn wdh potrebbe derivare solo tragwdh, ma tale parola in greco non esiste. La parola puт unicamente indicare il poeta vincitore del capro, o il poeta che gareggiava per il capro.
Eschilo
Nacque ad Eleusi, presso Atene, nel 524 a.C., da famiglia aristocratica. Gli anni dell'adolescenza segnano per lui un profondo orientamento spirituale: dalla caduta della tirannia di Ippia (510 a.C.) alle guerre di Maratona e Salamina (480 a.C.) a cui aveva preso parte come combattente. Cominciт a mettere in scena le sue opere a venticinque anni, ma i primi successi arrivarono molto tardi, circa quindici anni dopo. Si recт due volte in Sicilia: la prima fu ospite di Ierone, la seconda, forse deluso dal pubblico ateniese, negli ultimi anni della sua vita. Morм a Gela nel 456-55 a.C.
Di Eschilo possediamo circa un'ottantina di titoli, ma ci sono giunte solo sette tragedie che appartengono tutte all'ultimo periodo della vita di Eschilo. Le innovazioni di Eschilo furono:
la creazione di un secondo attore, che doveva dare adito ad una piщ efficace azione drammatica: dapprima si configura come elemento neutro, nelle tragedie successive si presenta come figura di rilievo e di contrasto.
lo svolgimento di trilogie legate da una sola struttura tematica e che presentavano tre momenti di uno stesso tema
si riscontra anche la presenza di un terzo attore che non ebbe tuttavia mai forte rilievo nella tragedia greca.
La tragedia di Eschilo и densa di temi e di temi che interferiscono tra loro, in tanta complessitа possiamo tuttavia isolare alcuni aspetti propri del pensiero del poeta. Eschilo si chiede il perchи del male e della sofferenza, si interroga sul mondo divino, considera la struttura sociale di Atene.
Il problema del male, secondo i greci, era costituto da una costante tentazione a peccare che, se fosse stata perseguita, avrebbe portato alla rovina e alla punizione divina. In questo spirito sono stati composti "I Persiani" , che incatenano l'Ellesponto, ma che prendono coscienza della giustizia divina. Tuttavia la colpa и ereditaria (cfr. Edipo). Il motivo della paura и poi una costante del teatro Eschileo, in particolare nell'Agamennone. Tuttavia il perno della tragedia и il dolore, che se da una parte и conseguenza del male, dall'altra и la via necessaria per la saggezza. Il dolore acquista cosм un significato positivo: и funzionale al bene degli uomini. L'efficacia del dolore va tuttavia vista negli uomini comuni e non negli eroi: in questo modo si crea un atmosfera di sumpaqeia tra lo spettatore e la tragedia.
и da sottolineare infine l'apparato scenico, quasi statico: tuttavia la sensazione di staticitа и compensata da una coreografia sempre ben curata, anche nei giochi di chiaroscuro.
Non esiste un'unitа di luogo e di tempo: talora (per lo piщ) il ritmo dell'azione и lento, talora si velocizza, si contrae.
Sofocle
Nacque ad Atene nel 497 e morм novantenne nel 406. Fu testimone di una lunga e densa pagina di storia, delle guerre persiane, della guerra del Peloponneso. Trascorse una vita serena, alieno da ogni severitа, agiato. La sua vita esteriore era riequilibrata da una vita interiore enigmatica e inquietante. Accettт alcune cariche pubbliche, ma non si interessт mai di politica.
Gli antichi conoscevano 123 opere di Sofocle, a noi sono pervenute sette tragedie, tutte composte negli ultimi quarant'anni di vita. In questo periodo compose 90 opere. Le innovazioni:
abbandonт la trilogia Eschilea
portт il numero dei coreuti da 12 a 15: ciт permetteva di dividere il coro in due voci
La tragedia di Sofocle affonda le sue radici nell'uomo, si ramifica nella meditazione sul suo comportamento verso i simili, verso gli dei, verso se stesso. Incidono sul corso della vita le decisioni degli dei, in maniera assoluta e inequivocabile. Appaiono spesso nella tragedia Sofoclea sacerdoti e indovini, ma non avviene mai l'incontro con gli dei, che agiscono ad una distanza che non и raggiungibile. Non si ferma a sondare il volere divino, ma individua un aspetto formidabile di questo rapporto: la divinitа scende e si interiorizza con l'uomo e si traduce come affermazione di valori e principi. Non esiste legge infallibile, ma leggi che l'uomo porta in sй.
Altri valori riscontarti nella tragedia sofoclea sono quelli di aretй, dell'onore, della buona reputazione. Spesso l'eroe agisce come un corpo estraneo alla vicenda conseguendo la propria storia. La tragedia di Sofocle и la tragedia dell'incomunicabilitа, poichи le parti si irrigidiscono nelle loro posizioni. Il linguaggio che ne consegue и un linguaggio aderente ai caratteri, non senza ricercatezze, perifrasi, termini astratti.
Euripide
Nacque probabilmente a Salamina nel 480, in occasione della famosa battaglia. La sua famiglia di origine modesta riuscм ad ogni modo a garantirgli di proseguire gli studi. Non possediamo le sue opere giovanili, ma quelle senili rivelano una grande propensione per la filosofia. Conobbe il pensiero di Anassagora, di Diogene, di Archelao. Si oppose a Socrate, mentre si mostrт interessato ai sofisti.
Ci sono pervenute 17 tragedie e una che la critica considera non sua. Nella sua tecnica compositiva possiamo isolare alcuni procedimenti di rilievo:
la tragedia non sempre mette in scena un'azione compiuta come ipotizzato da Aristotele
le tragedie si aprono con la presentazione della trama e talvolta del finale per concentrare meglio l'attenzione sull'intreccio organizzato dal poeta. La presentazione viene fatta da un Dio o da un personaggio attraverso un monologo.
frequenti sono le monodie e i duetti lirici, a supportare lo scarso valore che Euripide attribuiva alla poesia.
il coro perde importanza
si vale del deus ex machina
Euripide riscopre il patetismo e l'intellettualismo che a tratti prevale sul poeta. Questo aspetto sarа poi criticato da Aristofane: in effetti pare che molto spesso le tragedie scolorino nell'oratoria e diventino vere e proprie "palestre di discorsi". Molti problemi sono affrontati con piccole conferenze un po' fuori luogo, ma l'elemento gnomico pullula un po' ovunque. Euripide и una miniera di sentenze (Tarditi)

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