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Categoria: | Ricerche |
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Data: | 04.05.2001 |
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Testo
LA DFEFINIZIONE DI TRAGEDIA SECONDO ARISTOTELE
Definizione della tragedia; suoi elementi costitutivi.
Dalla mimesi in esametri e della commedia dirò di più avanti; parliamo ora della tragedia e anzitutto riassumiamo quella definizione della sua essenza che risulta dalle cose già dette. Tragedia dunque è mimesi di un’azione seria e compiuta in se stessa, con una certa estensione, in un linguaggio abbellito di varie specie di abbellimento, ma ciascuno a suo luogo nelle parti diverse, in forma drammatica e non narrativa; la quale, mediante una serie di casi che suscitano pietà e terrore, ha per effetto, di sollevare l’animo da siffatte passioni.
Questo testo permette di orientare la sua riflessione su aspetti significativi di poetica:
1. l’unità e la lunghezza dell’azione,che poi sono diventate “regole” dell’interpretazione dei critici cinquecenteschi;
2. gli elementi che portano l’azione alla soluzione: la peripezia, cioè gg il mutamento improvviso […] da una condizione di cose nella condizione contraria ( Aristotele);
3. il fine della tragedia classica, la cosiddetta catarsi, il sollevare l’animo dalle passioni sulla catarsi ( fine morale o piuttosto fine estremo? ) si potrebbe aprire un dibattito con la classe.
Elementi costitutivi della tragedia:
➢ prologo
➢ parodo
➢ episodi
➢ stasimi ( canti del coro )
➢ esodo ( canti finali del coro )
La rappresentazione era scandita in cinque episodi, dove vi erano due o tre attori, un protagonista, un dentaragonista e il tritagonista.
Il coro era un personaggio del dramma, in un certo senso era il primo spettatore.
La tragedia era ispirata da tre unità:
Unità di tempo: le vicende dovevano durare al massimo ventiquattro ore, perché ci fosse una certa coincidenza tra tempo del racconto e tempo della storia.
Unità di luogo: non erano ammessi mutamenti di scena, quindi la vicenda si svolgeva sempre nello stesso spazio o luogo.
Unità di azione: la tragedia doveva presentare un’unica vicenda