La storia dello sfruttamento del lavoro minorile

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La storia dello sfruttamento del lavoro minorile
L’espressione lavoro minorile è oggi utilizzata per definire l’impiego di minori in generale, specialmente per lavori che potrebbero interferire con la loro educazione o danneggiare la loro salute. L’utilizzo di manodopera minorile non fu considerato un problema sociale fino alla Rivoluzione industriale, che introdusse diversi tempi e ritmi di lavoro, mutandone completamente l’organizzazione. Poiché la Gran Bretagna fu la prima a sperimentare la Rivoluzione industriale, essa fu anche la prima a manifestare particolari problemi di lavoro minorile nella produzione industriale. Alla fine dell’ottavo secolo, i possessori di cotonifici raccoglievano gli orfani e i figli di famiglie povere in tutto il paese, utilizzandoli in cambio del semplice mantenimento; in alcuni casi, fanciulli di cinque e sei anni erano costretti a lavorare dalle tredici alle sedici ore al giorno. Le cattive condizioni imposte ai fanciulli poveri ben presto si generalizzarono. I risultati erano l’analfabetismo, l’ulteriore impoverimento di famiglie già povere e una moltitudine di fanciulli ammalati e storpi. Dopo il 1878 entrò in vigore, in Gran Bretagna, la prima legislazione significativa che vietava ai bambini minori di dieci anni il lavoro, e ai datori la riduzione di utilizzo di fanciulli tra i dieci e i quattordici anni. Lo sviluppo del sistema industriale generò anche in altre nazioni uno sfruttamento del lavoro minorile simile a quello che si verificava in Gran Bretagna. Nei primi anni del nono secolo i bambini tra i sette e i dodici anni costituivano un terzo della manodopera delle fabbriche statunitensi. La moderna legislazione sul lavoro minorile nel mondo industrializzato è normalmente legata alla legislazione scolastica sulla frequenza a scuola. Sebbene sia vietato alla maggior parte delle fabbriche e delle attività di utilizzare personale minorile per impieghi a tempo pieno, i fanciulli vengono largamente impiegati nel “primo” e nel “secondo” mondo in lavori d’altro genere o part-time.
I problemi internazionali
Il lavoro minorile continua a costituire anche oggi un grave problema in molte parti del mondo, soprattutto nei paesi sottosviluppati dell’America latina, dell’Africa e dell’Asia, dove le condizioni di vita dei fanciulli lavoratori sono misere e le possibilità di istruzione minime. In certi casi essi vengono ceduti dalla famiglia stessa a padroni che hanno anticipato una somma di denaro sulla quale sono dovuti onerosi interessi, che i fanciulli devono rimborsare col proprio lavoro, venendo così a trovarsi in una situazione di vera e propria schiavitù. L’industrializzazione ha creato per i minori condizioni lavorative praticamente simili a quelle delle fabbriche e delle miniere europee del nono secolo. E’ difficile ottenere statistiche precise poiché il lavoro minorile è ufficialmente illegale quasi ovunque: per le autorità è molto difficile quantificare il problema, e quindi controllarlo. Secondo statistiche largamente accettate, il lavoro minorile si colloca comunque tra i 2 e il 10% della forza lavoro globale di alcune aree dell’America latina e dell’Asia, e supera il 10% in alcuni paesi del Medio Oriente. I problemi del lavoro minorile non sono limitati alle nazioni in via di sviluppo. Infatti, in Gran Bretagna la Low Pay Unit, creata per il controllo dello sfruttamento, ha recentemente stabilito che circa 2 milioni di minori sono stati assunti per i lavori part-time: si tratta del dato più negativo dell’9intera Unione Europea. Inoltre, negli ultimi anni è andata aggravandosi anche in Italia la piaga della prostituzione minorile nei centri urbani. I maggiori sforzi per eliminare lo sfruttamento della manodopera minorile nel mondo sono stati compiuti dall’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), fondata nel 1919 e dall’Organizzazione delle nazioni unite (ONU). Le organizzazioni hanno introdotto varie regolamentazioni sul lavoro minorile, incluse l’età minima di sedici anni per venire ammessi a qualsiasi tipo di lavoro, un’età minima maggiore per particolari lavori, visita medica obbligatoria e regolamentazione del lavoro notturno. L’ONU stima che entro il 2000 saranno 375 milioni i minori utilizzati in tutto il mondo come lavoratori.

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