La 1° Campagna di Costruzione di Luigi XIV

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Testo

LA PRIMA CAMPAGNA DI LUIGI XIV

La parte essenziale dell’intervento sulla struttura muraria nella prima campagna di Luigi XIV (negli anni 1600) riguardava proprio la ristrutturazione delle dépendances che Luigi XIII aveva fatto erigere davanti al fossato: non c’è più quindi da stupirsi che sia stata realizzata in mattone e pietra. I due edifici paralleli accoglievano le scuderie a sinistra e i locali di servizio a destra. Il tracciato del fossato è stato modificato per dare un assetto quadrato ai bastioni dell’antemurale. Due gabinetti appoggiati su contrafforti sono stati collocati agli angoli del cortile. Il primo piano è stato interamente circondato da un grande balcone con balaustra in ferro battuto.
Questo balcone era molto simile a quello che Anna d’Austria aveva fatto aggiungere alle facciate del palazzo reale e che, negli anni 1460, passava per un’innovazione sensazionale. Il balcone di Versailles ne è senza dubbio una citazione diretta. Luigi XIV che, non dimentichiamolo, ha trascorso l’infanzia nel palazzo reale, ha ereditato i gusti della madre, per la quale egli nutre una viva ammirazione. La moda delle rifiniture in ferro battuto sarebbe diventata, nel giro di alcuni decenni, l’indispensabile completamento di ogni opera architettonica. Inoltre, un balcone migliorava la distribuzione degli edifici semplici in profondità, aggiungendo un disimpegno per il passaggio: esterno, è vero, ma il bisogno di comodità non aveva ancora grosse pretese e molti spostamenti si facevano dall’esterno. Per controllare il passaggio sul balcone di Versailles, alla delimitazione di ogni appartamento erano state porte dorate di serratura.
Con Luigi XIV le regine fanno il loro ingresso a Versailles. La regina madre ottiene un appartamento a piano terra e Maria Teresa un appartamento al primo piano, simmetrico a quello del suo sposo: la regina a sinistra e il re a destra, seguendo una bipartizione che si è perpetuata. La scala centrale del corpo principale, soppressa, è stata sostituita da due scale simmetriche situate al centro delle ali. Ciascun appartamento reale occupava lo spazio angolare che va dal punto centrale alla scala della rispettiva ala. Questa bipartizione, notevole rispetto alla sistemazione prevista all’epoca di Luigi XIII, lo è anche di per se stessa: è stata interpretata come l’espressione del diritto della regina alla corona di Spagna! L’interpretazione non ha convinto: essa merita tuttavia qualche considerazione. Una clausola dal Trattato dei Pirenei, che prevedeva il matrimonio di Luigi XIV con Maria Teresa, figlia maggiore di Filippo IV, re di Spagna, stipulava la rinuncia dell’infanta alla corona di Spagna dietro pagamento di una dote di 500.000 scudi d’oro che non saranno mai versati. L’architettura francese presenta parecchi esempi di bipartizione che si possono definire di natura politica. Il più interessante è anche il più antico. I torrioni accoppiati del castello di Noirt, costruito nel XII secolo da Enrico il Plantageneto, re d’Inghilterra, sulle tenute sottoposte alla piena sovranità della sua sposa, Eleonora d’Aquitania, sono, ci pare, la rappresentazione simbolica delle due corone. La bipartizione è meno netta ad Ambroise e a Blois; ma la duchessa, sovrana di Bretagna, vi occupa un posto equiparabile a quello del re di Francia, suo sposo. I castelli e i palazzi costruiti dalle regine madri e dai ministri a partire dalla fine del XVI secolo sono invece improntati ad una perfetta omotetia: un appartamento riservato all’ospite reale che, d’altra parte, abitualmente non ne farà uso, è situato simmetricamente a quello del padrone o della padrona di casa.
Le incertezze riguardanti la prima campagna di Luigi XIV restano numerose. Soltanto a partire dalla nomina di Colbert alla sovrintendenza, nel 1664, gli archivi del cantiere sono stati tenuti regolarmente. Non si può datare con precisione l’inizio dei lavori che vengono conclusi nel marzo 1663. Certi autori hanno situato nel 1664 un concorso di architettura bandito in vista di una ristrutturazione totale. L’ipotesi non è inverosimile. Luis Le Vau, Primo Architetto del re, che dirige contemporaneamente i lavori del Louvre e quelli di Versailles non gode della fiducia di Colbert che, dopo la propria nomina, organizza un concorso per il Louvre mirante a eliminare il Primo Architetto. Forse Colbert sarebbe stato propenso a tentare la stessa manovra a Versailles. I lavori di Versailles sono però seguiti più direttamente dal re che apprezza Le Vau. Pare che il 1664 sia stato semplicemente confuso con il 1669, anno di un concorso debitamente documentato.

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