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Categoria: | Ricerche |
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Data: | 15.10.2001 |
Numero di pagine: | 4 |
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Eutanasia:omicidio o atto di pietà? Passaporto per la morte, o.. la vita ad ogni costo?
La parola eutanasia proviene dal greco: eu=buono, thanatos=morte.
"Buona morte" termine che si è voluto e che ora fa riferimento all'atto di concludere la vita di un'altra persona dietro sua richiesta, allo scopo di diminuirne le sofferenze.
Eutanasia si oppone talora a distanasia o accanimento terapeutico, che indicano invece il ricorso ad interventi medici di prolungamento della vita non rispettosi della dignità del paziente.
Esistono diverse forme di eutanasia:
• passiva:si riferisce alla morte naturale, cioè quando viene sospeso l'uso degli strumenti vitali o delle medicine in modo che si verifichi una morte completamente naturale, che non contrasta le leggi della natura (esempio una persona in coma irreversibile);
• attiva:questo termine si riferisce alla morte che viene procurata allo scopo di alleviare il dolore del paziente;
• suicidio assistito:è correlato all'eutanasia: avviene quando qualcuno dà delle informazioni e i mezzi necessari ad un paziente affinché possa far finire facilmente la propria vita.
Una grande percentuale di pazienti terminali soffre di dolori indescrivibili o avverte un'intollerabilità verso la propria difficile qualità di vita. Questi preferirebbero quindi che la loro morte finisse piuttosto che continuarla fino alla morte naturale. Il suicidio è un atto legale che teoricamente chiunque può praticare. Ma i malati terminali che sono in ospedale non possono esercitare questa opzione. In effetti questi sono discriminati.
Molti gruppi religiosi, come i cristiani ed i giudei, pensano che Dio dia la vita e dunque soltanto Lui dovrebbe porvi fine. Il suicidio sarebbe dunque considerato un rifiuto alla sovranità di Dio.
La decisione di praticare l'eutanasia è molto dibattuta anche da un punto di vista medico, in quanto il giuramento di Ippocrate vincola la maggior parte dei medici. Esso vieta la somministrazione di medicamenti letali ai pazienti, anche se terminali.
L'eutanasia è vietata da quasi tutti i governi degli stati europei, fanno eccezione due stati: Olanda e Danimarca.
L'Olanda nel 1993 ha approvato una legge, che pur non depenalizzando l'eutanasia non persegue i medici che l' hanno praticata. Sempre in Olanda, deve essere esaminata, ma si prevede che verrà approvata entro un anno, la bozza governativa che prevede per i minorenni (almeno dai sedici anni in poi) l'eutanasia. In linea di principio quindi i ragazzi di sedici-diciassette anni possono decidere indipendentemente, cioè senza l'assenso dei genitori. Nel caso dei dodici-quindicenni, il disegno di legge impone il consenso dei genitori o del tutore, ma in presenza del rifiuto di uno, o di entrambi i genitori, o del tutore, la richiesta del minore può tuttavia essere esaudita se il medico è convinto che ciò prevenirebbe un grave danno al paziente.
La Danimarca è l'unico stato europeo dove è consentita, la legge è stata approvata qualche mese fa e ciò ha riproposto in tutti gli stati europei il problema.
Ecco invece che cosa accade nel resto del mondo..
• Giappone: il governo giapponese ha enunciato quattro circostanze in cui l'eutanasia sarebbe permessa:
1. Se il paziente soffre di un dolore terribile;
2. Se la morte è inevitabile ed imminente;
3. Se tutte le misure possibili sono state adottate per eliminare il dolore;
4. Se il paziente ha espresso chiaramente il suo consenso.
• Canada: il suicidio è legale, ma un medico non può mai aiutare il paziente. E' presente però un alto numero di casi in cui i pazienti terminali hanno cercato la presenza tecnica per il suicidio.
• USA:In Oregon, nel 1994 è stato approvato con referendum un documento che consente il suicidio assistito ai malati terminali con prospettiva di vita inferiore a sei mesi. In North Carolina, Utah e Wyoming non esistono leggi che proibiscano il suicidio assistito. Il suicidio è reato secondo la Common Law degli stati dell'Alabama, Idhao, Ohio, Maryland, South Carolina, Vermont, West Virginia, Nevada, Michigan e Massachussetts.
• Colombia:una sentenza del 1997 della Corte Costituzionale sull'omicidio pietoso sancisce la non punibilità del medico che aiuta un paziente terminale consenziente.
La stampa ha parlato e continua a parlare di persone che sono riuscite a concludere la loro vita mediante l'eutanasia. Qualche anno fa ci si è presentato davanti agli occhi la toccante vicenda di una donna americana: Janet Mills. Janet era afflitta da una particolare forma di cancro alla pelle che le aveva devastato il volto. Al mattino il cuscino, le lenzuola erano inzuppate di sangue. Non mangiava, non dormiva. Il suo corpo in sfacelo emanava un cattiva odore. Aveva cinquantadue anni e ne dimostrava il doppio. Dopo aver lanciato vari appelli ed aver sofferto per un troppo lungo tempo è riuscita ad ottenere l'autorizzazione da parte dello Stato a praticare su se stessa l'eutanasia. Le sue ultime parole al marito Dave:"finalmente la pace".
Più recente un fatto di cronaca accaduto proprio in Toscana: un giovane cardiopatico in attesa di trapianto si è fatto "aiutare a morire" dall'amico più caro.
Io, appartengo ad una famiglia cristiana, sono stata battezzata, ho fatto la Comunione ed ho ricevuto il sacramento della Cresima. Tutto ciò mi porta ad avere una visione cattolica della vita, a considerarla un bene prezioso di cui Dio ci ha fatto custodi. Lui ce l' ha data e solo lui ce la può togliere. Comunque credo che chiunque si trovasse nelle condizioni dell'americana Janet Mills avrebbe difficoltà ad essere cristiano nonostante tutto, perchè si arriva ad un punto in cui la speranza può non essere più sufficiente. Sebbene penso che per vivere ci voglia coraggio ed un ottimo spirito di sopportazione, tenendo conto dell'esistenza di casi limite come quello citato, non me la sentirei di condannare le persone che chiedono l'eutanasia e chi le esaudisce.
Le persone coinvolte in questa "buona morte" sono di solito parenti o persone care, o in casi sporadici, medici dei pazienti terminali.
Non credo, comunque, che una richiesta del genere, lasci queste persone indifferenti e non credo assolutamente che nell'eventualità decidano di esaudire il malato lo facciano senza provare un dolore incommensurabile. Spesso è la prova di un grande bene, che si spinge fino al punto di non avere più la possibilità di vedere la persona amata, pur di alleviare le sue sofferenze.
A livello politico invece, credo che sarebbe opportuno, legittimare l'eutanasia anche in Italia, perchè ritengo che lo stato laico debba lasciare alla responsabilità e alla coscienza di ognuno l'eventuale scelta.
Giulia Scerrato 3’ I Scuola Fracco Ferentino