Il problema della delinquenza giovanile nella società odierna

Materie:Appunti
Categoria:Ricerche
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Data:28.11.2001
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Testo

Tipologia B Redazione di una lettera

Ambito: economico-sociale
Argomento: Il problema della delinquenza giovanile nella società odierna

emittente: lettrice di un quotidiano nazionale
destinatario: lettori del giornale, soprattutto gli interessati a temi della delinquenza e della criminalità giovanile.
messaggio: sensibilizzazione disagio giovanile e delinquenza
canale di trasmissione: giornale

Cari lettori,
io sono una comune lettrice di questo giornale, proprio come voi, e per questo ho deciso di scrivere all’editore, per farvi conoscere il mio punto di vista e confrontarmi con chi avesse voglia di rispondermi.
Ho letto con molto interesse il servizio che il giornale ha pubblicato nel numero precedente che trattava le problematiche connesse al disagio degli adolescenti e alla crescente criminalità giovanile, ed è proprio su questo argomento che vorrei esprimere un’opinione.
Premetto che ho sempre nutrito un particolare interesse per questo tipo di problemi, perchè credo che i giovani siano un “investimento” fondamentale, saranno le persone che avranno il potere di costruire o distruggere il mondo del futuro, e per questo devono avere il nostro interesse.
Alcune organizzazioni specializzate, che operano in questo campo ci forniscono dati allarmanti. La criminalità giovanile dilaga, anche se è mutata rispetto al passato.
Le bande giovanili tipiche del dopoguerra che combattevano per un ideale, per un valore, per qualcosa in cui credevano fortemente e volevano trasmettere agli altri, oggi si sono trasformate e quasi non le riconosciamo.
Oggi vediamo le baby-gang, termine inglese che con il suo significato ci vuole far intendere delle vere e proprie organizzazioni criminali. Infatti queste organizzazioni di adolescenti non si battono per un valore, ma per cose materiali che spesso potrebbero acquistare normalmente senza picchiare, malmenare o importunare deboli e anziani.
Infatti sono queste le “prede” preferite da queste gang, sono i deboli, quelli che non sono in grado di difendersi o ribellarsi, quelli che si piegano alla loro volontà per paura di reagire, quelli che si sentono minacciati. E i ragazzi delle baby-gang sono vigliacchi. E’ l’unica parola che si può utilizzare per definirli. Vogliono dimostrare la loro forza e la loro superiorità sui più deboli perchè in fondo anche loro sono dei deboli, la sola differenza è che non sono in grado di accettarsi!
Un’altra differenza dalle bande di strada del passato è la provenienza sociale. Un tempo i ragazzi che partecipavano all’attività di queste associazioni criminali erano esclusivamente ragazzi di strada, abbandonati dalla famiglia, dimenticati dal mondo. Ora no, la musica è cambiata. Spesso i capi delle baby-gang sono figli di famiglie agiate, che vivono in quartieri tranquilli di città tranquille e probabilmente per l’eccessiva monotonia della loro vita decidono di dedicarsi all’attività criminale.
Gli psicologi affermano che spesso questi ragazzi hanno un forte bisogno di affetto, di attenzioni che la famiglia gli ha negato quando ne avevano bisogno, quando avevano bisogno di un aiuto o di un consiglio.
Secondo il mio parere, il fenomeno delle baby-gang deve essere arginato al più presto, e per fare ciò ci deve essere un maggiore interessamento soprattutto da parte delle istituzioni fondamentali che si occupano dell’educazione del ragazzo, come ad esempio la scuola.
Lo stato si interessa di questi ragazzi in difficoltà solo nel momento in cui compiono reati, vengono processati e condannati. Io sono convinta invece che l’intervento dello stato dovrebbe essere mirato a prevenire il disagio giovanile e aiutare i giovani in difficoltà, magari con l’aiuto dello psicologo o di una figura competente in questa materia.
L’ultima evoluzione della delinquenza denota un elemento fortemente psicologico, che non porta il ragazzo a rubare o a commettere i cosiddetti reati minori per un istinto di sopravvivenza, ma il brivido di provare un’emozione, di far salire l’adrenalina in una vita monotona in cui ha già ottenuto tutto senza fare il minimo sforzo. E’ questo il caso dei “figli di papà” che non hanno mai sostenuto una piccola lotta per vedere esaudito un desiderio, non hanno mai fatto un sacrificio per ottenere qualcosa, tutto è sempre arrivato senza il minimo sforzo. Questo li ha portati a non coltivare più sogni, a non esprimere desideri, ha reso le loro giovani vite vuote, senza un senso, senza un futuro da immaginare. La monotonia è l’elemento centrale della loro vita, come quasi un peso che li opprime e gli impedisce di imporsi. Per questo spesso diventano violenti ed entrano nel mondo del criminalità, per rompere la monotonia e quel mondo che è stato e loro imposto, costruito da altri.
Con questa vorrei aiutare i lettori più inesperti, e far capire loro che dobbiamo combattere questo fenomeno. Non dobbiamo rimanere indifferenti. Potrebbe diventare anche un nostro problema, i ragazzini insoddisfatti della vita esistono in tutte le società, in tutti i paesi senza distinzione del ceto di appartenenza e proprio per questo motivo dobbiamo aiutarli.
In primo luogo come genitori, dobbiamo ascoltare i nostri figli, ma nello stesso tempo dobbiamo essere in grado di educarli, aiutarli e non trattarli da adulti quando sono ancora dei bambini. Dobbiamo essere attenti alle loro esigenze, non solo materiali, ma soprattutto affettive. Non dobbiamo diventare come quei genitori sembrano cadere dalle nuvole quando vengono a sapere che i loro figli sono criminali, dobbiamo prevenire queste situazioni ed essere attenti ai segnali che nostro figlio ci manda, segnali che non devono necessariamente verbali.
Anche la scuola, luogo fondamentale per la formazione del ragazzo deve imporsi ed essere in grado di identificare uno studente in difficoltà e trovare il modo migliore per aiutarlo. Mi rendo conto che queste affermazioni non sono di facile applicazione nella realtà concreta, ma dobbiamo cercare di attivarci tutti per riuscire ad aiutare gli uomini di domani.
Per questo ho scritto a questo giornale, per farvi riflettere maggiormente su questioni che sembrano non appartenerci direttamente, ma anche per farvi conoscere l’associazione “Aiutiamo di giovani”, che si occupa di questi problemi e si impegna a fornire un valido aiuto ai ragazzi in difficoltà. Senza dubbio la strada fa compiere è ancora tanta, ma se tanta gente si impegnerà con noi possiamo riuscire a cambiare le cose, o almeno possiamo provarci.
Sono sicura che troverete queste proposte fondamentali per contribuire a costruire insieme un mondo migliore e spero che qualcuno voglia contattarmi per ottenere ulteriori chiarimenti o informazioni.

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