Alvar Aalto

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Testo

• Alvar Aalto e la Villa Mairea
Alvar Aalto (Kuortane, Finlandia, 1898 – Helsinki, 1976) è uno dei maggiori architetti e designer del XX secolo. Si diplomò nel 1921 al Politecnico di Helsinki; gli edifici che gli procurarono generale plauso furono il sanatorio di Paimio (1927-1930), per il quale Aalto disegnò anche l’arredamento e le suppellettili; il padiglione finlandese per l’esposizione di Parigi del 1937; la Villa Mairea (1938-1939) e, infine, il padiglione per la Fiera mondiale di New York del 1939, le cui pareti interne erano in vetro ondulato e in legno sagomato. Nel 1940 fu inviato negli Stati Uniti dove rimase per otto anni e disegnò il dormitorio Baker House. Tornò in Finlandia per dirigere i lavori di ricostruzione del paese dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale. Tra i molti edifici realizzati a Helsinki, il più importante è la Casa della cultura (1955-1958).
La Villa Mairea è spesso indicata come una delle case unifamiliari più importanti del nostro secolo insieme alla Villa Savoye di Le Corbusier, alla Tugendhat House di Mies van der Rohe e alla Kaufmann House di Frank Lloyd Wright, capolavori di progettazione moderna costruiti in un solo decennio. La villa è stata costruita a Noormarkku (1937-1939) per una coppia di amici di Aalto: Harry Gullichsen, un industriale del legno, e sua moglie Maire (da cui deriva il nome della villa) collezionista d’arte; la casa rispecchia tanto la personalità dei clienti e la situazione culturale contemporanea finlandese quanto la fase di sviluppo particolare di Alvar Aalto. Sia l’architetto che i coniugi Gullichsen furono ispirati dall’utopia di una società senza classi, da una fiducia nella democrazia, dai benefici dell’industrializzazione e dal ruolo liberatorio dell’architettura moderna, del disegno e dell’arte.
La villa è di notevoli dimensioni, ma ricca di intimità: è stata «progettata con amore » (come ricorda Aalto) anche per i legami di amicizia che univano il progettista con i proprietari.
Nel disegno della Villa Mairea l’intellettualità maschile del modernismo tradizionale è stata trasformata e arricchita con l’inserimento di chiare associazioni femminili, di una sensualità globale e di tangibilità. Il trattamento ritmico evoca sensazioni muscolari e tattili e invita ad una partecipazione corporea attraverso il movimento.
Gli arredi e i mobili sono stati tutti progettati per questa villa dall’architetto finlandese e dalla moglie i quali, nel 1935, hanno fondato l’ARTEK una compagnia per gestire la produzione e la distribuzione dei mobili disegnati da Aalto. L’uso assai vario dei materiali e la soluzione misurata dei molti dettagli ha qui portato ad uno dei suoi migliori risultati.
La residenza di una famiglia ricca serve da laboratorio per esperimenti destinati a riflettersi nelle costruzioni popolari; alcuni mobili studiati in questa occasione, ad esempio, più tardi sono stati prodotti in serie.
• Differenze tra Alvar Aalto e i progettisti a lui contemporanei
Aalto è un razionalista: le forme delle sue architetture sono dettate dalla funzione. Proprio perché determinata dalla funzione, la forma non può essere rigidamente geometrica, come negli edifici di Gropius, ma muoversi liberamente in relazione alle esigenze interne.
In lui c’è anche l’organicità di Wright in quanto Aalto concepisce l’architettura come qualcosa di vivente entro l’ambiente naturale.
Per quanto riguarda la planimetria libera, questa è molto maggiore in Aalto che in Wright, è più morbida, più curveggiante, meno geometricamente tesa e scattante. Il suo «razionalismo organico» è dunque frutto della conoscenza aggiornata delle principali correnti architettoniche, delle novità tecnologiche e della sua elaborazione personale.
• Gli elementi fondamentali degli edifici progettati da Aalto
Le Corbusier ha sintetizzato gli elementi essenziali della sua progettazione in cinque punti; Aalto non l’ha fatto direttamente ma analizzando le sue opere possiamo qualificare le caratteristiche principali.
Nella biblioteca di Viipuri l’architetto ha affrontato funzionalmente il tema della luce: nella sala di lettura la luce proveniva dall’alto illuminando i libri in maniera indiretta in modo da non creare fastidiosi riflessi; quello dell’acustica progettando un soffitto ondulato costituito da strisce accostate di legno che permetteva un’acustica perfetta in ogni punto della stanza.
Per quanto riguarda il sanatorio di Paimio egli progetta un plesso articolato su tre bracci principali disposti reciprocamente ad angolo retto o ottuso per una migliore illuminazione e aerazione.
Passando dall’opera d’impegno sociale a quella privata, come la villa Mairea, cambia le forme, cambia i materiali, i colori, perché sono cambiate la funzione e il luogo: un’abitazione unifamiliare inserita in campagna in mezzo ad alberi d’alto fusto. Come Wright nella Casa sulla cascata, così Aalto in questa villa pone l’interno a contatto con l’esterno e viceversa grazie alla facciata interamente costituita da finestre.
Da luogo a luogo, da tipo a tipo di edificio, varia dunque la progettazione di Aalto, che ogni volta (e qui si capisce l’organicità del suo razionalismo) studia soluzioni differenti.
• Contesto naturalistico
Il nonno di Maire Gullichsen costruì una villa Vittoriana presso la sua tenuta a Noormarkku nel 1877; suo padre costruì un castello in stile romanico sulla stessa tenuta intorno al 1900. Il luogo di Noormarkku con i suoi simboli architettonici di due generazioni passate fornì lo scenario e la sfida per la nuova villa che diventò un entusiasmante esperimento architettonico e sociale ed un simbolo dello spirito di ottimismo della società aperta.
La costruzione sorge su una verde collina della Finlandia occidentale, in una piccola radura circondata da un bosco di pini. Attraverso gli alberi lo sguardo si spinge verso un fiume che aziona una segheria, ultimo resto dell’industria primitiva di questo paese nordico.
Il rapporto tra architettura e natura è necessario ad Aalto più per confermare l’autonomia del linguaggio prescelto che in funzione di una reale complementarietà tra le due. L’architettura aaltiana non è adatta a costruire edifici urbani, tanto che essa appare spesso spaesata se immersa in un contesto metropolitano.

• Il progetto
L’”oeuvre” di Alvar Aalto è collegabile alla sua casa di Helsinki (1934-1936). La propria abitazione gli aveva dato la possibilità di intraprendere uno studio personale degli aspetti funzionali, architettonici e psichici della residenza privata. Dall’altra parte il progetto dei due padiglioni fieristici per le esposizioni universali richiese una concentrazione drammatica di una moltitudine di informazioni, immagini e associazioni in una specie di collage scenografico. Senza dubbio i disegni per la mostra prepararono ad Aalto la strada per il lavoro massiccio di composizione architettonica, invenzione formale, improvvisazione e abbondanza di materiali utilizzati nella Villa Mairea.
Il disegno della villa fu il perfezionamento di una serie di progetti che avevano alcune idee centrali: un cortile separato dal bosco naturale, un gruppo di spazi abitabili collegati ad un’ala comprendente servizi domestici, camere da letto e sauna, la distinzione tra gli spazi abitabili e quelli di servizio e l’integrarsi di oggetti d’arte con le funzioni residenziali.
Lo stile dei progetti precedenti segue la linea standard del Movimento Moderno mentre il disegno finale diventa molto personale, una critica ironica sulle ristrettezze e sulle conformità dello stile moderno.
I lavori per le fondazioni erano già iniziati sulla base di un disegno datato inizio 1938 quando Aalto non soddisfatto del progetto in breve tempo ne produsse uno nuovo. Finalmente il disegno sembrò soddisfare le aspirazioni di Aalto riguardanti la distribuzione dei locali e l’integrazione delle collezioni d’arte negli ambienti di vita quotidiana. I primi progetti presentavano camere separate per le varie finalità mentre il disegno esecutivo si basa sul concetto di 250 mq continui di spazio abitabile nel quale si trovavano le funzioni collettive della casa oltre alle collezioni d’arte del proprietario. Lo spazio abitabile, senza divisori, della lussuosa villa era di nuovo come quello della tradizionale casa finlandese dei contadini. Nello stesso tempo Aalto si era scrollato di dosso i suoi predecessori moderni e aveva raggiunto uno schema che era abbastanza elastico e aperto per poter incorporare tutte le sue variazioni, improvvisazioni e capricci.
I suoi concetti iniziali erano diventati più ambigui, delicati e suggestivi.
• Analisi delle piante
Il fabbricato, situato all’interno di un ampio giardino è costituito da piano terra e piano primo. Il piano terra è accessibile attraverso varie porte dislocate perimetralmente all’edificio che collegano il giardino con i locali principali quali: sala da pranzo, soggiorno, libreria. Oltre questi locali, mediante corridoi e spazi liberi è possibile accedere ad altri locali, in particolare a due bagni, uno destinato a servizio della zona giorno e uno nel punto in cui sono situate camere e studio.
Particolarità di questa pianta è la centralità di alcuni ambienti quali: cucina, sala da pranzo e soggiorno, considerati probabilmente dal progettista tre ambienti fondamentali. Questo può essere confermato dal fatto che, in particolare questi ultimi locali hanno affaccio diretto sulla parte del giardino in cui è situata la piscina.
Dall’osservazione delle piante è inoltre possibile notare che il piano è organizzato su due livelli: uno basso, in cui troviamo soggiorno e libreria e uno più alto in cui si trovano sala da pranzo, cucina, uffici, servizi igienici e camere.
Attraverso due scale, dislocate rispettivamente sui due livelli appena citati, è possibile raggiungere il primo piano. Questo, differentemente dal precedente è interamente sullo stesso livello ed è destinato a zona notte; vi troviamo infatti varie camere più o meno ampie che si affacciano internamente ad un vasto spazio riscaldato da un focolare. Le camere sono divise in tre gruppi: il primo, costituito da tre moduli, è destinato ad alloggio ospiti; il secondo, costituito anch’esso da tre moduli, è destinato a camera per i bambini; il terzo, da due moduli, a camera doppia del proprietario. Come il piano terra, anche questo piano è servito da servizi igienici di cui uno è accessibile direttamente da due camere matrimoniali o dal terrazzo che si affaccia sul giardino.
La pianta a “L” si allunga nella parte posteriore in un porticato aperto che porta alla sauna e alla piscina.
• Il sistema distributivo degli spazi interni
Per Alvar Aalto è fondamentale l’idea di spazio integrato e in questo consiste il suo apporto rivoluzionario. I razionalisti si erano fermati ad un’indagine condotta dall’esterno verso l’interno: prima l’ossatura, poi l’involucro, infine l’articolazione degli ambienti. Aalto capovolge questo metodo privilegiando lo spazio, elimina la differenza tra la struttura, volumi e lastre divisorie poiché tutti gli elementi sono rimanipolati in nome di una visione spaziale globale.
“L’intenzione originale era di costruire un edificio residenziale separato e una galleria d’arte comunicante per le opere del cliente. Tuttavia, siccome non si trattava di una galleria convenzionale bensì di un rapporto molto personale con la pittura, l’idea della galleria è stata abbandonata. È stato formato invece un insieme architettonico basato sul concetto di una stanza unificata dove i divisori si raggruppano spontaneamente, dove la pittura e la vita quotidiana potevano svilupparsi più direttamente.” I divisori mobili furono concepiti come armadi dove immagazzinare le opere d’arte: esse persero le loro funzioni tradizionali e acquistarono una parte attiva nella vita quotidiana.
Il primo gradino della scala principale ha il ruolo di mediatore tra il piano e la scala stessa e suggerisce una pausa. L’apertura intagliata nel balcone di legno della terrazza sul davanti, il piccolo gradino nel bordo del caminetto, la parte elevata del tettuccio sopra l’entrata, oltre alle differenti forme e misure dei lucernari all’ingresso, sono esempi di un tentativo intenzionale di ridurre e individualizzare tutti gli spazi e le superfici.
Il carattere spaziale della Villa Mairea sembra avere sfumature panteistiche e metaforiche: lo spazio scorrevole di Aalto è associato allo spazio illimitato della natura, che si trasforma in locali e superfici soltanto attraverso l’esperienza umana.
La parete ondeggiante di unità modulari di vetro che fu aggiunta in un secondo momento per motivi di isolamento acustico sopra il divisorio di armadi nella biblioteca è un esempio brillante della capacità di Aalto di improvvisare e aggiungere ulteriori dettagli a fine opera.
• Gli spazi esterni
Attraverso un paramento verticale di alti pini la vista dell’entrata si presenta una sagoma rettangolare imbiancata come un edificio moderno, con una scala bianca che sale a spirale verso la terrazza sul tetto. Quest’immagine tuttavia da vicino si trasforma in un’entrata rustica a baldacchino che i suoi pali di abete rosso naturali e la sua struttura asimmetrica danno l’impressione di un riparo improvvisato. Verso l’angolo a sinistra perfino l’immagine di una singola casa comincia a scomporsi in un misto di volumi in sasso dipinti di bianco e superfici rifinite in legno, frammenti di travi sporgenti in calcestruzzo e tralicci in legno.
Dalla parte del cortile si può vedere la parete di vetro scorrevole (d’obbligo per la modernità) che viene messa a confronto con il camino primitivo in sasso e la scala che porta alla terrazza del tetto inferiore.
Il muro in sasso che delinea la terrazza della sauna è esageratamente spesso e ricorda i muri in sasso intorno ai vecchi cimiteri. Benchè lo spazio del cortile sia simbolicamente piuttosto chiuso, la forza primitiva di questo muro dà un senso distensivo di protezione. Forse il dettaglio più simpatico del collage di Aalto è l’inserimento del cancello del giardino fabbricato su disegno dell’architetto padre del suo assistente svizzero.
• I materiali
Alcune superfici e alcuni materiali appaiono come una pennellata unica oppure pezzi di giornale, di sughero o altri materiali in una composizione cubista. Per esempio, la piastrella blu dell’angolo della sala da pranzo fornisce un complemento di precisione astratta al caminetto romantico e la superficie in mattone mette in evidenza l’interno bianco, infatti è marcata l’incongruenza nel trattare sia l’interno che l’esterno di questo muro.
Aalto utilizza di preferenza il legno sia come materiale di rivestimento sia come parte essenziale dell’arredamento della villa in quanto esso gli permette un diretto contatto con la natura ed è la materia prima della sua nazione, la Finlandia, coperta da foreste per il 64% del territorio.
Il pavimento del piano terra, in gran parte occupato dal soggiorno, ha vari rivestimenti, parte in piastrelle e parte in legno, mentre il rivestimento esterno è costituito dal basamento in ardesia nera, i serramenti in teak e la fascia superiore in legno di betulla. Entrando dall’ingresso principale ci si trova in un ampio atrio da cui parte una scala, essa è composta da quattro scalini rivestiti di uno speciale tipo di betulla bianca, che permette l’accesso al soggiorno il quale, a sua volta, dà direttamente sul giardino d’inverno.
La transizione da un materiale ad un altro ha ricevuto molta attenzione; ad esempio la sequenza dei materiali di pavimentazione da quelli in tegole d’ardesia delle entrate e delle terrazze alle superfici piastrellate, ai pavimenti di faggio bianco congiunge la progressione dall’esterno all’interno, dal pubblico al privato.
La casa è costruita in cemento armato in modo tale che la funzione portante viene assunta non più dai muri ma dai pilastri; ciò comporta l’indipendenza statica dei muri superiori nei confronti di quelli sottostanti. Ogni piano può dunque essere strutturato spostando liberamente le pareti e, per lo stesso motivo, le finestre possono distribuirsi sull’intera facciata permettendo una maggiore illuminazione e areazione. La facciata è libera e può essere avanzata o arretrata rispetto ai pilastri di sostegno.
• Il sistema di copertura
Il tetto piano dell’edificio principale, un tocco moderno standard, è in contrasto con il tetto coperto di zolle erbose dell’ala comprendente la sauna. Molto particolari sono i corrimani bianchi da nave transatlantico in cima al tetto, con la balaustra irregolare della terrazza inferiore composta di sottili tronchi che ricordano lo steccato tradizionale delle fattorie.
• I sistemi portanti
I pilastri in legno del tettuccio all’entrata e la terrazza della sauna con le sue piastre in legno ad abaco appaiono primitivi e, nello stesso tempo, raffinati. Le sue colonne in acciaio, singole, in coppia o a tre sono confrontate con una colonna in cemento nella biblioteca e questa irrazionalità è ripetuta nei supporti dell’entrata e della terrazza sopra la sauna.
Aalto dà una lezione su cosa significa l’architettura quando, ad esempio, unisce colonne d’acciaio con la canna, il che suggerisce un’articolazione della colonna alla forma classica tripartita e modifica con questo gesto il tubo industriale venduto al metro in un oggetto sensuale, tangibile e unico. In modo simile il taglio obliquo dei pilastri in legno di ebano nero rivestiti parzialmente di vimini nella zona giorno rende la lunghezza più definita del taglio diritto standard.
Per creare un’altra variante irrazionale le colonne accanto alle finestre nella sala musica sono state coperte con listelle verticali di legno. Questo trattamento sembrava quasi proteggere in modo simbolico le colonne dal riflesso freddo del vetro paragonato all’eleganza meridionale della legatura a metà delle colonne con la canna.
Aalto spiega: «C’è stato un tentativo di evitare il ritmo architettonico artificiale nell’edificio». Per Aalto l’idea di “artificiale “ sembra significare una logica mono-direzionale strutturata in modo meccanico. La disposizione dei ritmi nella villa assomiglia agli andamenti irregolari della natura. Oltre ai loro legami organici gli intervalli non lineari delle unità creano continuità da uno spazio ad un altro.
I pilastri verticali dell’interno suggeriscono superfici virtuali che fluiscono attraverso gli spazi architettonici; offuscano la distinzione tra le varie unità, l’interno e l’esterno e perfino quella gerarchia architettonica trattando pali decorati e colonne strutturali come elementi della stessa progressione ritmica.
• Contesto storico – culturale
Sin dai primi anni del dopoguerra l’architettura d’avanguardia appare fallimentare: al «razionalismo» si contrappone perciò il metodo «organico», che trovando le premesse in Frank Lloyd Wright e in Alvar Aalto. I nuovi slogan sono dunque «umanizzazione», attenzione ai fattori psicologici, uso espressivo dei materiali e integrazione all’ambiente: tutto ciò che le avanguardie anteguerra sembravano aver ignorato viene riproposto insieme a un ulteriore mito, l’aderenza al luogo come NUOVO NATURALISMO.
Il fenomeno si estende come movimento «neoempirista» scandinavo e movimento «organico» in Italia; purtroppo i modelli di Wright e di Aalto incideranno ben poco sull’architettura italiana nonostante anch’essa abbia un occhio di riguardo per l’inserimento ambientale.
La collisione dell’utopia del XX secolo e del passato paesano è un esempio della situazione culturale contemporanea in Finlandia. Questo paese si stava trasformando: da una società rurale, agricola e artigianale diventava una nazione industrializzata e urbanizzata. La cultura dell’”avant-garde” fu orientata verso la modernizzazione europea che era considerata un simbolo del progresso. Il motivo per il quale la modernità fu accettata in Finlandia con poca resistenza si deve ricondurre al duplice significato di stile: la modernità simboleggia sia un futuro ottimista ed emozionante sia un ritorno sicuro all’estetica della semplicità paesana, agli ideali della “povertà nobile”.
L’opera postbellica di Aalto si propone come riforma approfondita ed evolutiva dell’esperienza organica sviluppata con il tipico empirismo d’epoca moderna.
Dalla realizzazione della villa Mairea, capolavoro conclusivo della fase interbellica e tipicamente moderna, del progettista finlandese, il critico anglosassone Quantrill individua la fonte di una più complessa evoluzione: «La Villa Mairea è già un’anticipazione del metodo pieno usato dall’espressione matura di Aalto». Questa non si esplicherà fino al 1941 e segnerà il passaggio ad una «architettura autonoma, libera da ogni influenza estranea».
Nella Villa Mairea, soprattutto con il completamento delle sue attrezzature supplementari (la sauna è realizzata nel 1946), si conclude quel tipico genere dello sperimentalismo empirista, post-razionalistico e organico, praticato da Aalto sulla valutazione estetica dei materiali edili tradizionali e caldi (mattone, legno, pietra); l’architetto nordico li impiegherà più avanti, con maggiore determinazione sistematica, nella propria residenza vacanziera di Muuratsalo, la cosiddetta «casa sperimentale».
Mentre il Modern Movement aveva come scopo lo sviluppo coerente dell’idea principale Aalto crea deliberatamente discontinuità e sposta continuamente l’elaborazione in chiavi nuove. Egli sopprime la logica e la ragione strutturale per sollevare un senso poetico di prospettive, avventure e mistero. Sembra mettere in dubbio gli atteggiamenti stilistici della modernità, della purezza, creando scontri “impuri “ di motivi (come per esempio la combinazione del caminetto e della scala) fondendo insieme oggetti di categorie intellettuali separate e distraendo in continuazione le aspettative, rifiutando deliberatamente di fare l’ovvio. Il riunire immagini spesso incongruenti sembra essere collegato direttamente con il fascino di Aalto per il pensiero anarchico.
• Il rapporto tra la Villa e la pittura
L’abbondanza di motivi, ritmi, trama e materiali è sorprendente. La composizione e sviluppata in modo artistico piuttosto che attraverso un’elaborazione di idee architettoniche. Nella descrizione di Aalto della casa c’è un riferimento esplicito alla relazione tra la pittura e il suo approccio architettonico: «Il concetto principale di forma associato alla progettazione di questo edificio è il collegamento intenzionale alla pittura moderna…Forse la pittura moderna sta diffondendo una forma mondiale collegata all’architettura che evoca esperienze personali anziché servire, come in precedenza, da ornamento di prestigio.» Aalto conosceva bene la pittura, da giovane amava dipingere e scriveva critiche di pittura contemporanea. Egli si dedicava di più alle emozioni e alle immagini delle forme artistiche che alla composizione formale come tale.
Aalto continua ad aggiungere motivi e trame come il pittore lavora sul colore, la luce e l’ombra. Non c’è un’idea architettonica prevalente; l’insieme di idee, umori ed emozioni è legato da un atmosfera sensuale nello stesso modo in cui i numerosi elementi di un quadro sono integrati da una luce consistente.
Il disegno è un collage intenzionale che unisce immagini standard del Movimento Moderno, invenzioni personali e suggerimenti di tradizioni paesane. Invece che adorare “The Spirit of Time” la Villa Mairea è orientata sia verso il passato che verso il futuro e per questo motivo indica un momento significativo nella storia. Il principio del collage di Aalto permette una fusione sfacciata di elementi contraddittori, immagini del moderno e del passato paesano, dell’”avant-garde” europeo e costruzioni primordiali, l’estrema semplicità e l’estremo riguardo per i dettagli.
• L’ispirazione giapponese della casa
Un particolare aspetto del metodo collage è la notevole atmosfera giapponese. Questa è evidente nella combinazione di materiali, la finezza dei dettagli, la mescolanza di ritmi regolari, le colonne legate, ecc.
Una quantità di fatti e di ricordi conferma l’interesse di Aalto all’architettura di quel tempo. In una lezione (Rationalism e Man) tenuta nel 1935 Aalto aveva parlato con molto entusiasmo del merito giapponese nel creare una grande varietà con materiali e forme limitate. A metà degli anni ’30 Aalto era un amico intimo dell’Ambasciatore del Giappone in Finlandia ed era anche uno dei membri fondatori della Società Finlandese-Giapponese. Il suo assistente nel progetto, l’architetto svizzero Paul Betroulli, ricorda che Aalto a quel tempo veniva in ufficio vestito in kimono. Ricorda inoltre che Aalto portò in ufficio un libro sulle case tradizionali giapponesi che doveva essere consultato nella progettazione della porta scorrevole del giardino e dell’entrata principale.
In un primo disegno della scala principale i paletti verticali erano fatti di bamboo, un’altra impressione giapponese. I collegamenti decorativi dei paletti di legno nel disegno finale derivano chiaramente da immagini di bamboo.
In un articolo Aalto scrisse della “mentalità del gioco” come elemento importante nel disegno in questi tempi utilitari e calcolatori.
«Siamo sulla strada giusta soltanto quando le parti strutturali dell’edificio e le forme derivanti da esse attraverso la nostra conoscenza logica e empirica sono arricchite da quello che possiamo chiamare in tutta serietà l’arte del gioco. La tecnologia e l’economia devono essere unite ad un fascino che arricchisce la vita.»
Villa Mairea spicca come il più appassionato lascito dell’ispirazione poetica, della declinazione personale, dell’arte del gioco di Aalto.
Bibliografia
• ALVAR AALTO, VILLA MAIREA, NOORMARKKU, FINLAND, 1937-39
Global Architecture, ed. Yukio Futagawa, testi di Yuhami Pallasmaa.
• Piero Adorno, L’ARTE ITALIANA, vol.3°, ed. D’Anna, Messina-Firenze.
• ARCHITETTURA CONTEMPORANEA DAL 1943 AGLI ANNI ‘90, Gavinelli
Corrado, ed. Jaca Book, 1998, Milano.
• ARCHITETTURA CONTEMPORANEA, Tafuri Manfredo, Francesco dal Co,
ed. Electra, 1992, Milano.

Indice

Alvar Aalto e la Villa Mairea
Differenze tra Alvar Aalto e i progettisti a lui contemporanei
Gli elementi fondamentali degli edifici progettati da Aalto
Contesto naturalistico
Il progetto
Analisi delle piante
Il sistema distributivo degli spazi interni
Gli spazi esterni
I materiali
Il sistema di copertura
I sistemi portanti
Contesto storico – culturale
Il rapporto tra la villa e la pittura
L’ispirazione giapponese della casa

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