Materie: | Tesina |
Categoria: | Multidisciplinare |
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LA MUSICA
Percorso multidisciplinare
LA MUSICA NELLA FILOSOFIA
Nell’ideologia di Schopenauer la musica occupa un posto a sé. Essa non riproduce infatti le idee, come fanno le altre arti, ma si pone come immediata rivelazione della volontà a se stessa. Il filosofo sostiene che la musica si configura come l’arte più profonda ed universale ossia come una vera e propria “metafisica in suoni”, capace di metterci a contatto, al di la dei limiti della ragione, con le radici stesse della vita e dell’essere. Come ogni arte, anche la musica è liberatrice: il piacere che essa procura è la cessazione del bisogno, raggiunta dallo svincolarsi della conoscenza dalla volontà e il suo porsi come disinteressata contemplazione. Questa funzione liberatrice è, però, soltanto temporanea e di conseguenza non è una via per uscire dalla vita ma unicamente un conforto alla vita stessa.
Anche il filosofo tedesco Nietzsche in “La nascita della tragedia dallo spirito della musica” prende in considerazione l’importanza di quest’ultima nello spiegare la storia della tragedia greca.
Il motivo centrale dello scritto è la distinzione fra “apollineo” e “dionisiaco”. Questa coppia di opposti rappresentano rispettivamente i due impulsi di base dello spirito e dell’arte greca. L’apollineo, che scaturisce da un impulso alla forma e da un atteggiamento di fuga di fronte al divenire, si esprime nella forme della scultura e della poesia epica. Il dionisiaco, che scaturisce dalla forza vitale e dalla partecipazione al divenire, si esprime nell’esaltazione creatrice della musica. Nietzsche insiste sul carattere originariamente dionisiaco della sensibilità greca, portata a scorgere ovunque il dramma della vita e gli aspetti orribili dell’essere. L’apollineo, infatti, nasce solo sul terreno di una visione dionisiaca dell’esistenza, e dallo sforzo di trasfigurare l’assurdo in un mondo definito e armonico. Perfino gli dei olimpici sono un modo per sopportare la caducità dell’essere-uomini.
In un primo tempo impulso apollineo e impulso dionisiaco convivono separati ed opposti nella Grecia presocratica. Successivamente, nell’età della tragedia attica, apollineo e dionisiaco si armonizzano fra di loro, dando origine a capolavori sublimi (infatti la grande tragedia manifesta un perfetto accoppiamento fra apollineo e dionisiaco). Come attesta la “tragedia attica” che è contemporaneamente apollinea, nelle parti sceniche e nel dramma, e dionisiaca, nella musica e nella danza, in quanto riunisce sia la rappresentazione del mondo sia il furore orgiastico.
Nell’arte successiva, la sintesi fra apollineo e dionisiaco viene messa in forse dal prevalere dell’apollineo, che trionfa fino a quasi soffocare il dionisiaco. Questo processo di decadenza si concretizza nella tragedia di Euripide e attinge la sua espressione nell’insegnamento razionalistico di Socrate, il filosofo con cui si compie l’uccisione delle profondità istintuali della vita. La decadenza della tragedia funge così da spia rivelatrice della decadenza della civiltà occidentale.
LA MUSICA NELLA LETTERATURA ITALIANA
Per i poeti decadenti la musica, e quindi la musicalità nella poesia, diviene un mezzo per ottenere effetti di segreta suggestione. La parola non vale tanto come significante logico, ma quale pura fonicità che suscita echi profondi. Nella visione decadente la musica è la suprema fra le arti proprio perché è la più indefinita, capace di agire nelle zone più oscure della psiche e di creare la comunione mistica con l’assoluto. Persino il teorico, padre dell’estetismo inglese, Walter Pater afferma che “tutte le arti tendono costantemente alla condizione della musica”.
La trasformazione della parola poetica in musica è esplicitamente teorizzata proprio in apertura della citata “Arte poetica” di Verlaine, considerata il manifesto tecnico della nuova letteratura decadente. La poesia di Verlaine è caratterizzata da una squisita musicalità. L’affermazione iniziale:-”la musica, più d’ogni cosa”-ha il valore di un’insegna e sottolinea appunto l’importanza che anche il poeta attribuisce a quest’arte.
Una ricerca tesa a scorgere la musica nella parola la possiamo notare anche in Gabriele D’Annunzio il quale in “La pioggia nel pineto”, poesia esemplare presente in Alcyone, il poeta mira a trasformare la parola in musica. La partitura musicale della lirica vuole essere a sua volta la riproduzione di un’altra musica, ossia quella composta dalla pioggia. Le quattro strofe sono organizzate come i movimenti successivi di una sinfonia; la proposizione del tema musicale compare già nella prima strofa con la caduta della pioggia sulle varie presenze della natura vegetale, e prosegue nella seconda in cui il poeta specifica la differenza dei suoni prodotti dall’acqua che cade su foglie più o meno rade. Le chiome degli alberi appaiono come strumenti diversi sotto innumerevoli dita.
Questa “partitura musicale” è costruita con strumenti molto sofisticati come la metrica che risulta estremamente libera, non soggetta ad alcuno schema tradizionale; la rima, anch’essa usata molto liberamente per non racchiudere i versi in uno schema fisso; alla qualità musicale dà un notevole contributo anche la modulazione fonica che si può osservare nella variazione tra i toni chiari delle a e i toni cupi delle o; a questi virtuosismi metrici e timbrici si unisce anche l’uso di numerosi procedimenti retorici come l’anafora (come la serie insistita dei piove nella prime strofa), l’epifora (es. nel celebre calando del canto delle cicale), le alliterazioni (ciel cinerino, spirto silvestre…), e infine le paronomasie (ombra/fronda).
Accanto al poeta nazionalista ritroviamo in un altro personaggio la ricerca di termini che evocano l’immagine di una particolare situazione: egli è Giovanni Pascoli.
Il primo componimento in cui ritroviamo una serie di notazioni uditive è “Temporale” in cui l’onomatopea gioca un ruolo fondamentale. Già la sensazione di apertura è fonica, il brontolio lontano del tuono. Il termine “bubbolio”, impiegato dal poeta, con valore onomatopeico, non mira alla sola riproduzione del dato oggettivo ma è una forma di espressione prelinguistica , che si carica di valore suggestivo ed evocativo. Il dato materiale sembra, infatti, alludere a qualcosa di vagamente minaccioso, inquietante.
Anche nella poesia “Il tuono” compaiono molti termini con funzione onomatopeica (es. rimbombò, rimbalzò, rotolò) che riproducono idealisticamente il rumore del tuono. Questa poesia, con il componimento “Il lampo” costituiscono due ballate.
La musica nell’arte
Possiamo notare che l’interesse nei confronti della musica emerge, nel periodo Manierista, per la prima volta con Andrea Palladio. Egli erige, infatti, la Rotonda, una villa costruita per Paolo Almerico, inaugurata nel 1553. La sala centrale serviva da luogo di audizioni musicali. La villa sorge negli immediati dintorni di Vicenza in una posizione abbastanza isolata a causa dello svolgersi di spettacoli musicali e riunioni. Presenta una sala centrale attorno a cui sono poste alte sale quadrangolari costituendo nel complesso una pianta quadrangolare.
Un altro edificio adibito a spettacoli è il Teatro Olimpico, costruito si pensa dal figlio Silla, che, però rispecchia fedelmente le idee del padre. Questo teatro è coperto, riservato prevalentemente ad audizioni musicali, interamente chiuso per un miglior risultato acustico, detto odeon. Il Palladio con questo edificio crea un’opera originale e moderna.
Con il trascorrere degli anni troviamo nel giorno 6 ottobre 1600 la rappresentazione dell’Euridice di Jacopo Peri, il primo melodramma della storia del teatro. Questo è uno dei due eventi che stanno alla base dell’affermazione del periodo Barocco, in cui il teatro musicale diviene il mezzo espressivo più adeguato a parlare ai sentimenti. La musica agisce, infatti, sull’inconscio prima ancora che sull’intelletto. Dopo l’Euridice, viene eseguito a Mantova l’Orfeo di Monteverdi e a Venezia apre il primo teatro pubblico San Cassiano. Il melodramma è divenuto uno spettacolo popolare e non più solo per una ristretta elite.
Nel 1776, nel periodo neoclassicista, Giuseppe Piermarini ha l’incarico di progettare a Milano il teatro alla Scala, destinato ad uso pubblico. Nasce, così, il prospetto con il portico per l’arrivo e la partenza delle carrozze, la terrazza e il timpano sovrastante. Qui compare anche l’emiciclo della sala con gli ordini dei palchi sovrapposti e con l’acustica perfetta. E’ un teatro perfettamente funzionale.
A Genova, Carlo Barbino, costruisce nel 1828 il teatro Carlo Felice dedicato al re Carlo Felice di Savoia; Giannantonio Selva, invece, erige a Venezia La Fenice, teatro che si riallaccia a forme palladiane ingentilite, come è visibile nell’armonica facciata lievemente chiaroscurata. Il neoclassicismo dedica la propria attenzione alle architetture che rivestono pubblica utilità; per questo nascono nuovi teatri come luogo d’incontro sociale.
Avvicinandoci sempre più ai giorni nostri nascono nuove tendenze architettoniche entro cui si inseriscono nuovi teatri e costruzioni.
Un esempio ne è l’Opera di Parigi costruita nel 1863, su progetto di Charles garnier, secondo lo schema stilistico dell’eclettismo in cui le costruzioni esprimono l’ostentata ricchezza della borghesia.
Interessante, non dal punto si vista musicale ma sotto un profilo puramente acustico, è l’Auditorium della Biblioteca costruito da Alvar Aalto. Rinunciando all’usuale copertura piana, caratteristica dell’architettura razionale, Aalto usa un soffitto ondulato costituito da strisce ondulate di legno. Questa è la riaffermazione del principio funzionale: la disposizione ondulata del legno permette un’acustica perfetta in ogni punto, cosicché durante i dibattiti un ascoltatore poteva ascoltare ed essere ascoltato con chiarezza in qualsiasi posto fosse seduto.
LA RIPRODUZIONE SONORA MEDIANTE ALTOPARLANTI (Fisica)
L’altoparlante è un ricevitore telefonico, costituito in modo da irradiare potenza acustica e che converte energia elettrica in energia sonora attraverso energia meccanica. Le forze meccaniche vengono sviluppate per reazioni fra le correnti di un conduttore di poche spire, detto bobina mobile ed un campo magnetico di polarizzazione nel quale il conduttore è posto.
Gli altoparlanti possono essere “elettrodinamici” nel caso in cui il campo elettrico accennato in principio viene generato da una elettrocalamita.
Poiché le correnti d’uscita, variabili, dell’amplificatore o ricevitore di segnali vengono immesse nella bobina mobile (avvolgimento elettrico costituito da un conduttore isolato e avvolto su uno o più strati) si genera in questa un flusso magnetico di densità variabile. Tale flusso reagisce con il campo dell’elettromagnete, per cui la bobina viene così sollecitata da una forza istantanea in newton: fm=B dni, dove i è la corrente in ampere nella bobina mobile, d ed n sono diametro in m della spira media e numero delle spire del conduttore (il prodotto ddn ne rappresenta la lunghezza) e B è l’induzione del campo magnetico in weber/m². Le conseguenti vibrazioni passano alla colonna d’aria della tromba oppure al diffusore tronco-conico e da questo al mezzo circostante.
In generale si cerca sempre di dare alla bobina mobile e relativo supporto, la minima massa, a parità di ampere-spire. Infatti, essa è costituita da poche spire di filo di rame ed in taluni casi anche di alluminio, la cui impedenza, ad una determinata frequenza, varia da 2,5 a 15 ohm o più.
LA MUSICA NELLA STORIA
La musica è sempre stata nella storia un mezzo per trasmettere i propri ideali e talvolta un modo per riassumere in poche parole lo sdegno di molti. Negli anni ’60 l’Italia conosce il primo “miracolo italiano”; grande espansione dell’industria , crescono le città per il fenomeno dell’urbanesimo, continua l’emigrazione verso l’estero ma si va a cercare lavoro anche nelle città del nord provocando un esodo di massa dal Mezzogiorno. La fabbrica inizia a diventare luogo di aggregazione e di protesta della classe operaia, e cominciano i primi scioperi per rivendicare migliori condizioni di vita e di lavoro; in questo clima nascono anche fenomeni di crumiraggio che portano ad uno scontro aperto fra i lavoratori in lotta e i compagni che non vogliono aderire allo sciopero. Proprio in “O cara moglie”, tipica canzone sindacale molto in voga nel periodo dell’autunno caldo, ritroviamo le parole di un operaio che non accetta il comportamento dei crumiri ma che lotta affinché anche suo figlio capisca “cosa vuol dire lottar per la libertà”.
Un’altra canzone, “Contessa”, composta nel maggio 1966, in occasione della prima occupazione studentesca dell’università di Roma divenne successivamente una specie di inno durante le manifestazioni del ’68. Dalla fine degli anni ’60, infatti, la lotta contro il sistema diviene sempre più dura; da un lato si accusa il padronato per il duro lavoro a cui sono sottoposti gli operai alla catena di montaggio, mentre dall’altro comincia ad agitarsi il mondo giovanile, stanco di sogni e promesse non mantenute (la protesta studentesca era in primo luogo una richiesta di democratizzazione del sistema scolastico).
Le lotte studentesche e operaie del 1968-1969 si prolungarono fino alla metà del decennio successivo; esse si alimentarono e sospinsero numerosi processi che caratterizzarono la storia italiana nei tormentati anni settanta, tra cui: l’orientamento a sinistra del paese, un innovativo ciclo di riforme che recepivano in parte le richieste della società e, purtroppo, l’oscura e drammatica trama del terrorismo.
E’ proprio in questo periodo che viene composta un‘altra canzone molto significativa, di Fabrizio de Andrè, “Canzone del Maggio”, che ricorda quei giorni infuocati che hanno inciso profondamente nella storia del nostro paese. Negli anni ’70 la protesta si fa sempre più violenta e radicale. Canzoni come “Ostruzionismo” documentano come nelle fabbriche si teorizza l’ostruzionismo contro i padroni, mentre da più parti si invoca il ricorso alla lotta armata; si pensa, infatti, di abbattere lo stato capitalista organizzando clandestinamente formazioni militarizzate come le Brigate Rosse, responsabili di attentati ed uccisioni fra cui quella del presidente della Democrazia Cristiana, l’onorevole Aldo Moro. In questo periodo, iniziato il 12 dicembre 1969 con l’esplosione di una bomba alla Banca nazionale dell’agricoltura a Milano, il paese vive in un atroce clima di terrorismo; l’inerzia, le coperture, i gravi favoreggiamenti nella magistratura, nell’esercito e negli organismi statali e di governo hanno reso impossibile l’individuazione dei mandanti e consentito che il disegno terroristico si svolgesse in tutta la sua violenza.
In conclusione la canzone acquisì un importanza fondamentale all’interno delle organizzazioni operaie che in essa trovarono un mezzo pacifico per sostenere le loro idee. In poche parole si possono cogliere gli aspetti più drammatici di un’Italia scossa da gravi lotte interne che a poco a poco incidevano sulla stabilità del paese.
IL SUONO IN GEOGRAFIA
Le onde sonore possono farci capire un particolare fenomeno utile a verificare lo spostamento delle stelle non percepibile dall’uomo a causa delle grandi distanze che separano i corpi nell’universo. Questo fenomeno viene chiamato effetto Doppler.
Apparentemente le stelle sono, per i nostri occhi, sorgenti luminose ferme nello spazio. In realtà questi corpi sono soggetti a continui movimenti come la terra è in continuo movimento intorno al sole e perciò anche rispetto alle altre stelle. I movimenti relativi di una sorgente luminosa rispetto ad un osservatore possono essere rilevati e misurati dagli spostamenti che subiscono gli spettri. Quando, infatti, una sorgente luminosa si muove, la luce si sposta di lunghezza d’onda, verso il rosso se il corpo è in allontanamento, verso il blu quando sorgente e osservatore si avvicinano. Lo spostamento può essere osservato facilmente sugli spettri stellari, poiché tutte le righe di assorbimento di ogni elemento si spostano verso il blu o verso il rosso, risultando, così, spostate rispetto alla posizione teorica. Lo spostamento dello spettro è causato dall’effetto Doppler
Per comprendere meglio il fenomeno ci rifacciamo alle onde sonore. Quando la sorgente del suono e l’osservatore si avvicinano le lunghezze d’onda si accorciano e di conseguenza il suono sale di tono, mentre quando si allontanano si verifica un allungamento delle onde che aumentano di lunghezza d’onda. Ciò dipende dal fatto che la sorgente si sta movendo mentre emette il suono: cambiando la posizione nel tempo cambia anche il punto d’origine da cui si calcola la lunghezza d’onda.
L’effetto Doppler consente di studiare gli eventuali moti delle stelle e anche gli spostamenti della terra rispetto ad esse. L’ampiezza dello spostamento delle righe spettrali è direttamente proporzionale alla velocità di spostamento.
In conclusione dall’analisi spettrale si possono ricavare informazioni su varie caratteristiche di un corpo celeste come temperatura, densità, pressione degli strati superficiali, sulla loro composizione chimica e, infine, sull’esistenza di movimenti reali o relativi dei corpi stessi.