Materie: | Tema |
Categoria: | Religione |
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Data: | 24.04.2007 |
Numero di pagine: | 2 |
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Testo
Elisa Piscitelli
05-12-‘06
II D
“L’ENERGIA DELLA RAGIONE TENDE AD ENTRARE NELL’IGNOTO.
Il vertice della ragione è l’intuizione dell’esistenza di una spiegazione che supera la misura.”
(cap. 4 del libro “scuola di religione”)
Quando mi trovo, ad esempio, di fronte ad un gesto di gratuità ed amore mi trovo di fronte all’infinito.
Quando sono andata alla colletta alimentare c’è stata una signora che, molto colpita dal nostro gesto, si è fermata e ha preso quattro sacchi di alimenti da dare ai poveri, quasi come se fosse venuta solo per la colletta. Inizialmente sono rimasta sorpresa da un gesto così grande di gratuità. Perché? Da cosa è stata spinta?
Quando vedo le montagne, poi, percepisco che quella bellezza è incomparabile. Perché sono così belle? Chi le ha fatte così?
E’ evidente, partendo dalla mia esperienza, dalla ragione, che al di là del gesto di per sé, sono presenti segni che indicano un Mistero, un infinito sempre presente, Dio. Questo Mistero non posso pretendere di comprenderlo, coglierlo, afferrarlo completamente, c’è sempre qualcosa che mi sfugge. (Non posso, per esempio, giudicare il comportamento di una persona o pretendere di capire il significato di tutto quello che accade o che fa parte della realtà) “La ragione non lo decifra, tuttavia rivela il segno della sua presenza in ogni esperienza umana”. “Tutto l’universo come la più piccola cosa sono segno che richiama all’infinito”. (Don Giussani)
Di fronte a qualsiasi incontro, qualsiasi esperienza, percepisco, mi imbatto in un’insoddisfazione (per cui non mi fermo solo all’esperienza di per sé) che dice : “più in là!”
Come Montale dice nella sua poesia “Maestrale”:
[...] sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
“più in là!”
Come riesco a percepire un Mistero nella bellezza della realtà, negli incontri, nel rapporto con le altre persone e in tutte le altre esperienze, così anche quando uso la ragione ho la coscienza dell’incompiutezza.
Sento che ho delle esigenze di amore e di felicità, capisco che non basto io o gli altri miei amici, dopo un po’ tutto ciò finisce o comunque non riesce a soddisfare totalmente la mia esigenza.
(Quando, ad esempio, mi ero legata ad una mia amica, lei non era sempre presente o comunque aveva dei limiti e non mi bastava una risposta all’esigenza di amicizia così parziale.)
Io attendo qualcosa che mi compie anche perché se ho delle esigenze che non posso soddisfare da sola, vuol dire che quel qualcosa c’è, al di fuori di persone con i propri limiti.
Il Papa ha riproposto ultimamente un livello nuovo di concezione della ragione durante il discorso “fede, ragione e università” all’università di Regensburg il 12 settembre 2006:
“Solo se ragione e fede si ritrovano unite in modo nuovo, se superiamo la limitazione della ragione a ciò che è verificabile nell’esperimento[...] la teologia avrà posto nell’università e nel vasto dialogo delle scienze.[...] Una ragione, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell’ambito delle sotto culture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture.[...] Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio.”