Materie: | Appunti |
Categoria: | Filosofia |
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Data: | 31.05.2001 |
Numero di pagine: | 10 |
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Testo
L'arte di ottenere ragione - Arthur Schopenhauer
1. Cos'и la dialettica secondo Schopenhauer?
Secondo Schopenhauer la dialettica и: "L'arte di disputare", piщ precisamente l'arte di disputare per ottenere ragione con ogni mezzo, lecito od illecito che sia; quindi essa и composta da un sistema di regole e tecniche che servono alle persone che si accorgono di avere torto in una disputa ad ottenere ugualmente ragione agli occhi degli altri.
2. In quale contesto si applica?
La dialettica si applica in una disputa nel momento in cui ci sembra di non avere piщ ragione agli occhi degli altri a causa di una confutazione ben fatta dall'avversario, che, a volte, puт farci credere di avere veramente torto. In questi casi la vanitа ci spinge a non accettare il fatto di avere torto e quindi a cercare di mettere in contraddizione l'avversario per fare passare lui dalla parte del torto indifferentemente dal fatto che noi abbiamo ragione veramente oppure no, infatti, avere ragione o torto, и lo scopo della disputa e ciт non si puт sapere mentre questa и ancora in corso, ma solo alla "resa dei conti".
3. Qual и il fine della dialettica e in cosa si distingue dalla logica?
Il fine della dialettica и quello di imporre le proprie tesi su quelle dell'avversario indipendentemente dalla loro veritа o falsitа oggettiva, quindi quello di insegnare a difendersi dagli attacchi di ogni genere e, soprattutto, da quelli sleali; o di assalire l'avversario con i suoi stessi mezzi al fine di difendere le proprie affermazioni e rovesciare quelle avversarie.
La dialettica e la logica presentano due grandi differenze: la logica si occupa solo della forma delle proposizioni, mentre la dialettica del loro contenuto; ma soprattutto la logica si pone come di fine quello di portare alla luce la veritа oggettiva di un'inferenza, mentre nella dialettica non и per nulla importante la ricerca della veritа oggettiva, ma и importante quella della veritа soggettiva (imporre la propria tesi).
4. Quali sono le critiche di Schopenhauer ad Aristotele?
Secondo Schopenhauer, Aristotele commette l'errore di non definire nettamente la differenza tra logica e dialettica, infatti egli sostiene che la dialettica ha allo stesso tempo sia lo scopo di disputare che quello di ricercare la veritа. Nella sua opera, Aristotele, и conscio della differenza delle due azioni, ma non le tiene abbastanza divise cosicchй nel suo elenco di regole per imporre le proprie tesi sull'uditorio se ne trovano anche alcune che conseguono il ritrovamento della veritа.
Inoltre, sempre secondo Schopenhauer, Aristotele, nella sua trattazione scientifica della dialettica, non raggiunge lo scopo pratico che si era presupposto; infatti, nella sua esposizione nei Topici, si occupa delle regole (Topoi) che stabiliscono i rapporti tra i contenuti delle proposizioni (e non della forma come aveva fatto negli Analitici), ma lo fa in maniera ancora formale perchй raggruppa i concetti che analizza in classi e quindi analizza i rapporti non tra concetti materiali ben definiti, ma tra classi di concetti; di conseguenza i rapporti analizzati possono essere fatti risalire a molti oggetti contemporaneamente e quindi conservano un aspetto generale.
Un altro "errore" di Aristotele и il fatto di definire come Topoi delle regole che sono normalmente rispettate o riconosciute da ognuno perchй sono naturali e molto evidenti, quasi delle identitа, perciт la loro utilitа и quasi nulla.
In conclusione Schopenhauer ammira Aristotele per il suo lavoro scientificamente corretto, ma non approva la sua concezione di dialettica perchй la trova troppo confusa con quella di logica, al contrario della propria che stabilisce nettamente i limiti della materia in questione.
5. In che relazione stanno dialettica e sofistica?
La sofistica puт essere considerata una parte della dialettica perchй essa consiste nel far apparire vere solo le tesi false, mentre la dialettica viene usata sia per la dimostrazione di veritа di tesi false che per quella di tesi vere, infatti bisogna sempre "difendere" le proprie affermazioni dagli attacchi, a volte, sleali degli avversari.
6. La dialettica и una scienza?
Sм, la dialettica и una scienza nella quale non conta la ricerca della veritа (altrimenti sarebbe logica), ma solo saper difendere le proprie affermazioni ed attaccare quelle avversarie; e il suo fine и quello di analizzare gli stratagemmi "sleali" delle dispute in modo da insegnarci a riconoscerli e ad annientarli tempestivamente.
7. Come si pone la dialettica rispetto al valore di veritа delle proposizioni?
La dialettica ignora il valore di veritа oggettiva delle proposizioni, essa si occupa solo della veritа soggettiva, vale a dire del far approvare la validitа di una tesi al pubblico e quindi far passare per vera anche un'affermazione che non lo и; questa и la differenza fondamentale che decide la separazione tra logica e dialettica eristica.
8. Quali sono i due modi e le due vie di confutazione?
1° modo: ad rem, cioи si dimostra che la tesi dell'avversario non concorda con la veritа oggettiva assoluta e quindi non puт essere vera;
2° modo: ad hominem o ex concessis, cioи si dimostra che la tesi sostenuta dall'avversario и in contraddizione con alcune affermazioni dello stesso e quindi con la veritа soggettiva relativa.
1Є via: confutazione diretta, cioи dimostrare che la tesi non и vera attaccando direttamente le sue basi; ciт puт avvenire in due modi: mostrando che i fondamenti della tesi sono falsi, oppure mostrando che la tesi non deriva dai fondamenti posti, quindi mostrando che l'inferenza con la quale si sostiene la tesi non и valida.
2Є via: confutazione indiretta, cioи si dimostra che la tesi non puт essere vera in quanto le sue conseguenze non lo sono; ciт puт avvenire secondo due procedimenti:
- si suppone che la tesi sia vera, poi la si unisce ad un'altra proposizione vera per formare un sillogismo che abbia una conclusione palesemente falsa, in modo da mostrare la sua falsitа che deriva dal fatto che da due premesse vere deriva obbligatoriamente una conclusione vera; se questa и falsa una delle due premesse era falsa. Questo procedimento и chiamato apagoge.
- si enunciano dei casi compresi nella tesi iniziale che la contraddicono (le eccezioni) e quindi la rendono falsa. Questo procedimento prende il nome di istanza o exemplum in contrarium.
9. Sintetizza in un elenco i 38 stratagemmi.
Stratagemma n°1: AMPLIAMENTO - forma di iperbole con la quale si estende l'affermazione dell'avversario oltre le sue intenzioni e, al contempo, si limitano le proprie affermazioni difendendole dagli attacchi avversari.
Stratagemma n°2: OMONIMIA - estendere l'affermazione dell'avversario anche a concetti che con quello iniziale hanno in comune solo il nome, in modo da sviare il fine della controversia.
Stratagemma n°3: forma di iperbole con la quale si estende un'affermazione dell'avversario da relativa ad universale.
Stratagemma n°4: presentare le premesse in ordine sparso in modo che l'avversario le confermi senza capire dove si vuole arrivare e mettere ordine al discorso solo quando l'avversario ha giа confermato tutte le premesse necessarie.
Stratagemma n°5: servirsi del modo di pensare dell'avversario per fargli dichiarare vere delle tesi false secondo il nostro punto di vista, ma dalle quali si puт arrivare a conclusioni vere.
Stratagemma n°6: Attraverso uno scambio di nomi o di concetti (da generali a particolari o vice versa), si dа per scontato (postulato) un concetto che si dovrebbe dimostrare facendolo approvare occultamente.
Stratagemma n°7: unire in un'unica domanda molte informazioni in modo da nascondere il vero scopo della domanda e poi argomentare la propria tesi a partire dalla risposta che ci era utile in modo molto veloce per nascondere, a chi non и rapido di comprendonio, eventuali fallacie.
Stratagemma n°8: comportarsi in modo sfacciato in modo da far innervosire l'avversario e quindi facilitare la sua confusione.
Stratagemma n°9: nascondere il proprio ragionamento attraverso il cambiamento di ordine delle domande in modo da confondere l'avversario che non riesce piщ a seguire correttamente il nostro ragionamento; oppure, a seconda delle risposte, occultare la propria tesi traendo conclusioni false dalle risposte stesse.
Stratagemma n°10: porre domande contrarie alla nostra tesi all'avversario perchй questo cercherа di negarle convinto che siano corrispondenti alla tesi e quindi farebbe il nostro "gioco".
Stratagemma n°11: quando si argomenta per induzione si deve chiedere conferma all'avversario di tutti i passaggi tranne che della conclusione che viene introdotta dopo come se lo fosse stata; infatti l'avversario, dopo tutte quelle domande, puт dimenticarsi di non averla concessa e anche il pubblico si convince che tutte le domande precedenti devono aver portato ad una conclusione.
Stratagemma n°12: scegliere subito il nome da dare ad un determinato fenomeno in modo favorevole alla nostra tesi e contrario all'avversario, in modo da poter derivare la conclusione direttamente da un'attenta analisi del termine scelto.
Stratagemma n°13: per far approvare la nostra tesi si deve presentare quella avversaria in maniera molto forte in modo che l'avversario, per non risultare paradossale, deve smentire la sua tesi e quindi confermare la nostra.
Stratagemma n°14: INGANNO TRAMITE ASSUNZIONE DELLA NON-CAUSA COME CAUSA - Con molta impertinenza si dichiara una conclusione che non puт essere tratta dalle risposte dell'avversario, sfruttando la sua timidezza o la sua paura di controbattere ad un'affermazione che noi facciamo con tanta sicurezza.
Stratagemma n°15: nel caso in cui si esponga una tesi paradossale, bisogna presentare una seconda tesi giusta, ma un po' ostica in modo da farla rifiutare all'avversario, che a questo punto puт essere confutato per assurdo visto che la nostra seconda tesi era vera, sviando l'attenzione dalla prima tesi paradossale.
Stratagemma n°16: ARGUMENTA AD HOMINEM - cercare, per ogni affermazione dell'avversario, se essa sia in contrasto con qualcosa da lui affermato in precedenza o con qualche suo comportamento in modo da "smascherarlo".
Stratagemma n°17: presentare la stessa prova anche come controprova cercandone un secondo significato magari piщ specifico.
Stratagemma n°18: SVIARE L'ARGOMENTAZIONE - se l'avversario intraprende un'argomentazione che ci puт battere bisogna impedirgli di portarla a termine sviando il discorso su qualche altra questione.
Stratagemma n°19: per negare una prova contro la quale non si hanno particolari argomenti bisogna trattarla in maniera generale e confutare il concetto nella sua generalitа.
Stratagemma n°20: impedire all'avversario di tirare le conclusioni di un ragionamento del quale ha giа confermato le premesse, ma tirarle noi stessi come se fossero state anch'esse confermate in precedenza.
Stratagemma n°21: confutare un argomento apparente dell'avversario, non dimostrando la sua illusorietа, ma usando un altro argomento apparente.
Stratagemma n°22: rifiutare la tesi dell'avversario, qualora sia risolutiva, spacciandola per una tesi simile a quella da dimostrare e quindi inutilizzabile alla sua dimostrazione.
Stratagemma n°23: contraddire l'avversario per portarlo ad esagerare la sua affermazione in modo da renderla facilmente confutabile e, allo stesso tempo, evitare che l'avversario esageri la nostra fermandolo con decisione.
Stratagemma n°24: FORZATURA DELLE CONSEQUENZIALITA' - attraverso false deduzioni si traggono dalla tesi avversaria delle tesi che sembrano consequenziali, ma fallaci in modo da poterle confutare facilmente e, quindi, confutare la tesi iniziale che sembra quella dalla quale nascono queste tesi confutate.
Stratagemma n°25: per evitare che l'avversario contesti per apagoge una nostra affermazione servendosi di un solo esempio (istanza) che demolisce l'affermazione generale, bisogna impedire che l'avversario presenti come istanza un esempio non vero o non verificabile, o un esempio non pertinente alla dimostrazione, oppure ancora un esempio che non и realmente in contraddizione con la nostra affermazione.
Stratagemma n°26: RETORSIO ARGUMENTI - usare l'argomento dell'avversario contro di lui ribaltandolo.
Stratagemma n°27: cercare di capire il punto debole dell'avversario attraverso le sue reazioni: se lui si arrabbia bisogna continuare il ragionamento in corso perchй probabilmente si и trovato il suo punto debole e, la sua debolezza, и accentuata dal fatto che l'avversario si arrabbia e quindi non и piщ perfettamente lucido nel suo ragionamento.
Stratagemma n°28: ARGUMENTUM AD AUDITORES - approfittare dell'ignoranza degli ascoltatori per mettere in ridicolo l'affermazione dell'avversario, che per confutarci dovrebbe inoltrarsi in una lunghissima e complicata spiegazione proprio perchй gli ascoltatori non sono preparati sull'argomento della disputa.
Stratagemma n°29: quando si sta perdendo, di solito, si esegue una diversione che puт essere sfacciata o meno; questa procedura puт sviare l'avversario dal discorso iniziale, ma se ciт non avviene noi abbiamo firmato la nostra sconfitta perchй questa tecnica non consiste nel confutare le accuse che ci vengono rivolte, ma nel tralasciarle per rivolgerne altre all'avversario, che, se non si lascia distrarre, dimostrerа facilmente il nostro torto.
Stratagemma n°30: ARGUMENTUM AD VERECUNDIAM - Consiste nel citare a proprio vantaggio l'opinione di un'autoritа in materia, che fa sempre molto colpo sulla gente poco colta, la quale puт essere distorta a piacimento se и sconosciuta all'avversario perchй egli in quel momento non ha a disposizione gli elementi per verificarla.
Stratagemma n°31: far valere la propria autoritа (quando si и piщ stimati dal pubblico rispetto all'avversario) facendo apparire insensata l'affermazione avversaria affermando ironicamente di non capirla. Per controbattere a questo stratagemma bisogna dichiararsi piщ ignoranti dell'avversario, ma rispiegare la propria teoria cosм chiaramente che egli non puт non capirla e farlo passare cosм per un'incompetente.
Stratagemma n°32: per accantonare un'affermazione dell'avversario che ci и contraria bisogna farla rientrare in una categoria "odiosa" affermando perciт che l'affermazione avversaria non и per niente nuova oppure che essa и giа stata confutata insieme a tutta la sua categoria.
Stratagemma n°33: CIO' E' VERO IN TEORIA, MA FALSO IN PRATICA - si confermano le ragioni di un fenomeno ma se negano le conseguenze; ciт и impossibile perchй se la realtа non rispecchi la teoria significa che questa contiene degli errori e quindi non puт essere vera.
Stratagemma n°34: persistere su un argomento al quale il nostro avversario non risponde con precisione, o non risponde affatto cercando di sviare la discussione, perchй ciт significa che abbiamo trovato il suo punto debole.
Stratagemma n°35: ARGUMENTUM AD UTILI - questo stratagemma consiste nel far notare all'avversario che la sua tesi и in contrasto con le sue condizioni o la sua categoria di appartenenza ed egli la lascerа cadere anche se giusta, oppure in contrasto con l'opinione nostra e dell'uditorio, il quale, per non dover smentire le proprie convinzioni darа ragione a noi decretando la sconfitta avversaria anche se la sua argomentazione era perfetta.
Stratagemma n°36: confondere l'avversario usando "paroloni" o giri di parole altisonanti in modo da indurlo a fingere di capire anche se non ha capito nulla e quindi a credere che la nostra prova sia incontestabile anche se in realtа era priva di senso.
Stratagemma n°37: quando l'avversario sceglie un esempio errato per sostenere la sua tesi, noi possiamo confutare facilmente questa prova, e quindi la tesi, vincendo la disputa nel caso in cui l'avversario non riesca a trovare un esempio migliore.
Stratagemma n°38: ARGOMENTUM AD PERSONAM - stratagemma estremo che consiste nell'offendere ed insultare l'avversario ignorando totalmente le varie tesi con lo scopo di fargli perdere la pazienza. Il metodo per difendersi da un attacco consiste nel rimanere calmi e riportare la disputa sull'argomento iniziale, oppure nel discutere solo con persone che hanno il nostro stesso livello intellettivo in modo da essere sicuri di non poterli umiliare a causa della loro ignoranza.