Materie: | Tesina |
Categoria: | Religione |
Voto: | 2 (2) |
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Data: | 24.09.2007 |
Numero di pagine: | 9 |
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Testo
Istituto Professionale Per i Servizi Sociali “Leonardo Da Vinci”
Anno scolastico 2006-2007
Relazione di Religione
Professoressa Guacci
Alunni: Leoni Marta
Desiderà Francesca
Pauro Mirko
Tenace Giorgia
Argomento: DICO e Matrimonio
Il Consiglio dei Ministri il giorno 8 febbraio ha dato il primo si al disegno di legge sulle unioni di fatto che non si chiameranno più Pacs, alla francese , ma DICO( diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi)voluto da Rosy Bindi e Barbara Pollastrini. I DICO regolamentano le convivenze omosessuali e eterosessuali , prevedendo dei diritti “ex novo”, senza introdurre nuovi istituti giuridici o strumenti amministrativi che che ledono i diritti della famiglia .
Nel testo è previsto, tra l’altro che in caso di malattia e ricovero le strutture sanitarie regolano l’esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza. Ciascun convivente può designare l’altro suo rappresentante in caso di malattia o di morte.Allo straniero convivente con un cittadino italiano si applicano ai fini della concessione del permesso di soggiorno.
Questo disegno di legge prevede che in caso di morte di uno dei conviventi che sia conduttore nel contratto di locazione della comune abitazione, l’altro convivente puo succedergli nel contratto, purchè la convivenza perduri da almeno 3 anni ovvero vi siano figli in comune,la presunta legge e i contratti collettivi disciplinano i trasferimenti e le assegnazioni di sede dei conviventi dipendenti pubblici e privati al fine di agevolare il mantenimento della comune residenza , prevedendo tra i requisiti per l’accesso al beneficio una durata di almeno triennale della convivenza.
Trascorsi 9 anni dall’inizio della convivenza , il convivente concorre alla successione legittima dell’altro convivendo , il convivente ha diritto a un terzo dell’eredità se alla successione concorre un solo figlio e ad un quarto se concorrono due o più figli, in caso di concorso con ascendenti legittimi o con fratelli e sorelle anche se unilaterali, al convivente è dovuta la metà dell’eredità.
Ma i DICO prevedono anche doveri , come quello della tutela del convivente più debole nel caso di interruzione dopo 3 anni della relazione.La legge vale per conviventi legati da rapporti affettivi, ma anche da rapporti di parentela, la Bindi infatti ha fatto l’esempio di una nipote che assiste una vecchia zia, però ovviamente la legge riguarda le persone maggiorenni e capaci , e diritti introdotti non sostituiranno quelli gia esistenti.
È prevista come ha spiegato il ministro Pollastrini, una sorta di retroattività per il riconoscimento delle convivenze che sono in essere da diversi anni e che vengono coperte dalla nuova normativa , cioè, chi convive potrà entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge , dimostrare che la convivenza è iniziata prima , sono previsti anche accertamenti sull’effettiva convivenza e sanzioni in caso di dichiarazioni di convivenza non vera.
La discussione sui Pacs ci ha coinvolto un po’ alla volta; abbiamo ascoltato dibattiti e interviste in televisione, la stampa ci ha informato delle diverse posizioni a livello politico nazionale, sappiamo che sono stati approvati in molti stati europei.
Insomma i tempi sembrano ormai maturi perchè nella società ci siano, a fianco delle antiche, anche nuove forme di istituzionalizzazione del rapporto familiare. Perchè è indubbio che la famiglia, come sempre del resto ma in questi ultimi anni tumultuosamente, è via via cambiata. E quindi ci si dovrebbe aspettare che ai cambiamenti nella società, nella vita delle persone, corrispondano nuove formalizzazioni istituzionali, nuove forme di matrimonio. Solo che le cose non sono così semplici.
Innanzitutto perchè la Chiesa cattolica attribuisce un particolare valore, sacrale, alla famiglia (e il matrimonio difatti è un sacramento) che considera immutabile; e questi sono fatti suoi, o meglio, dei cattolici. Ma inoltre la Chiesa tende, se può a imporre la propria visione etica come norma per tutti, e cogente per legge: e questi allora non sono più solo fatti suoi.
Anche perchè la politica, particolarmente debole in questo periodo, si dimostra prona o tentennante.
Dario Maestranzi (Forza Italia) ha sollevato la questione e la sua proposta di istituire un registro per le unioni di fatto ha dato inizio ad una bagarre. Afferma che "i Pacs sono un passo avanti: riconoscere le convivenze di fatto è mettere fine ad un vuoto legislativo. in Parlamento la proposta di legge Rivolta (anch’egli di Forza Italia) parla di un contratto fra persone maggiorenni che intendono pattuire pubblicamente la loro convivenza, senza discriminarne il sesso. Purtroppo è la questione omosessuale che ha fatto scalpore, anche se rispetto a 4 5 anni fa è cambiata la mentalità.
Certo, accettare questi cambiamenti è una questione di cultura, sicuramente i giovani sono solidali, ma purtroppo si tengono a distanza dalla politica, e quindi contano poco, mentre tra le persone di una certa età c’è più resistenza. Altro scoglio sono le adozioni, che nei Pacs non sono previste, ma sicuramente non si intende allargare alle coppie omosessuali la possibilità di adottare un figlio. Comunque voglio sottolineare: da parte mia sono orgoglioso che la mia proposta abbia richiamato attenzione sull’insieme del problema".
Alla proposta alcune forze politiche hanno dato il loro mascolino parere di condanna, altre si sono astenute, nello specifico e nel personale sono volati insulti, qualcuno si è beccato dello sporcaccione, qualcun altro vuole mettere in cura gli omosessuali perché malati e paventato la legalizzazione della pedofilia; insomma, un Consiglio comunale vivace e indisciplinato che in alcuni suoi membri fin dall’inizio aveva fatto scalpore per l’attacco contro l’immigrato Mamadou Seck; e che qui non si è smentito.
Mauro Bondi, consigliere provinciale (Ds) e avvocato, ci spiega che "con il Pacs non si scopre nulla di nuovo; nell’antica Roma esisteva la ‘res facta’ con la quale si riconosceva la coppia di fatto, poi vennero i patti coniugali, quelli che oggi chiamiamo appunto Pacs, per poi arrivare ai ’dextrarum iunctio’, la prima forma di matrimonio, con una serie scritta di diritti e doveri, mentre l’istituzione del matrimonio religioso è successiva al 380 d.c. con Teodosio e la religione cattolica divenuta religione di Stato.
L’aspetto più innovativo dei Pacs è che si rivolgono anche a coppie dello stesso sesso. L’art. 2 della proposta di legge Grillini stabilisce che ‘patto civile di solidarietà è un accordo tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso stipulato al fine di regolare i propri rapporti personali e patrimoniali relativi alla loro vita in comune. Per unione di fatto si intende la convivenza stabile e continuativa tra due persone, di sesso diverso o dello stesso sesso, che conducono una vita di coppia’.
a discussione sui Pacs ci ha coinvolto un po’ alla volta; abbiamo ascoltato dibattiti e interviste in televisione, la stampa ci ha informato delle diverse posizioni a livello politico nazionale, sappiamo che sono stati approvati in molti stati europei.
Quale futuro per la famiglia
“Nella generalizzata concezione della vita come un self service in cui basta allungare una mano per prendere ciò che si desidera, sembra che questo nuovo e fondamentale bene di consumo che sembra essere considerato il figlio non possa essere negato ad alcuno… deve essere contrastata quella cultura emergente… che sviluppa sempre più nella nostra società una accentuata rivendicazione dei diritti dell’adulto nei confronti del bambino… e una ipervalutazione dei diritti degli adulti nei loro confronti”.
Questo non significa, mi raccomando, che il bambino debba essere messo al centro dell’attenzione. Tuttavia, al giorno d’oggi il bambino SEMBRA al centro delle attenzioni di tutti, mentre è soltanto un’escrescenza di persone che, non sapendo dove andare e dove VOLERE andare, pensano alla soluzione più comoda: generare qualcuno che ci vada per loro. In realtà, a forza di parlare di bambini e ragazzi, li si tiene ai margini della società. E quando gli si dà un posto, è quello sbagliato nel modo sbagliato. Non hanno punti di riferimento, perché i genitori pensano a se stessi dal momento in cui li generano. Alla cameretta, al bello dei passeggini, all’onere dell’educazione (che non danno) e dell’istruzione… ma pensano a se stessi esclusivamente. Senza tenere conto del nuovo essere che è stato creato.
Il matrimonio, entrato in crisi perché non se ne capisce più l’essenza, è l’impegno formale di una coppia di persone, per ora in Italia maschi e femmine, a rispettare determinati diritti e doveri. La crisi dell’istituzione è dovuta al fatto che la si vede dal punto di vista formale: le spese, la burocrazia, l’impegno che, si dice, uccide l’amore. In realtà, è un impegno che presuppone l’impegno. Pubblico dal momento che la società è poi chiamata in causa a risolvere i problemi.
Infatti, è lo Stato, se non vogliamo parlare del matrimonio religioso che si basa su ulteriori e più profondi presupposti, che deve intervenire a sancire chi deve pagare cosa; che, quando finisce il matrimonio, interviene per stabilire le regole. Insomma, l’unione di due persone è una questione sociale e come le persone chiedono la tutela, devono assumere degli impegni.
Compreso il fatto che, se dall’unione nasceranno dei figli, com’è possibile in una coppia eterosessuale, si deve stabilire chi se ne occupa eccetera eccetera.
Ora, Aramini considera il problema dell’adozione, dell’affido dei bambini a persone singole o a coppie omosessuali, il senso del matrimonio tra persone dello stesso sesso che è invalidato dal fatto stesso che non possano procreare, come il matrimonio presuppone.
E, per risolvere la questione senza accettare il matrimonio vero e proprio, ad esempio in Francia, hanno pensato a degli accordi diversi. Che non sono la coppia di fatto, non sono il matrimonio. I Pacs possono essere firmati da persone dello stesso sesso, ma anche da eterosessuali; i due non devono essere sposati, ma in Olanda è già accaduto che un uomo abbia firmato un patto con due donne contemporaneamente. Insomma, la confusione regna sovrana. Perché, invalidando il matrimonio, è possibile il dilagare dell’egoismo che fa sì che si pensi corretto tutto quello che viene in mente al singolo. Disinteressandosi di ciò che è lecito e ciò che no.
Quindi, esasperazione dell’egoismo adulto, i Pacs non tengono conto dei figli. Dove vanno e con chi? Se chi firma i Pacs ha dei figli di unioni precedenti, cosa succede? Se nascono figli da queste unioni siglate da un Pacs, chi se ne occupa? Insomma, una via di mezzo che ha ricevuto la bollatura dell’insuccesso, dal momento che chi l’aveva firmato è poi passato al matrimonio o, comunque, ha cambiato idea.
Da queste considerazioni, Aramini spiega nel dettaglio perché ci deve interessare questo argomento. Perché le coppie omosessuali non possano essere equiparate alle coppie eterosessuali e perché i bambini hanno bisogno della coppia genitoriale per crescere in un ambiente consono al migliore sviluppo possibile.
Per quanto affermi spesso che le libertà sono sacrosante, sono anche convinta che la libertà ci vincoli molto più della sua limitazione e della sua assenza.
Se è giusto per la donna avere la possibilità di generare senza l’ausilio maschile, per pienezza di sé persona che non debba dipendere da altro che dalla propria decisione, nel momento in cui si decide di avere un figlio si deve pensare a quello. Nient’altro. Al suo bene e al suo meglio.
Quale è la diffenza tra matrimonio e PACS?
Il PACS (Patto Civile di Solidarietà) nasce dall'esigenza di creare un istituto che tuteli giuridicamente coppie di persone che non accedono al matrimonio civile.
In generale si può pensare al matrimonio civile come allo strumento di tutela più completo di una coppia da un punto di vista giuridico. Se una coppia non ricorre al matrimonio, per scelta (preferisce una convivenza prematrimoniale, etc..) o per mancanza di requisiti (perchè i membri della coppia sono dello stesso sesso), non ha la possibilità di ricorrere a istituti di tutela più leggeri. Il Pacs ha l'obiettivo di colmare proprio questo gap.
Prevede un sottoinsieme dei diritti disponibili attraverso il matrimonio civile: pensione di reversibilità, eredità, il vincolo a interpellare il partner da parte dei medici in caso di malattia dell'altro etc... Non contempla invece la possibilità di adottare bambini.
Che differeneza c'è tra il PACS e il CCS proposto da Rutelli?
Rutelli, (contrario al PACS e al matrimonio omosessuale) propone a titolo personale il CCS (Contratto di Convivenza Solidale). Sono contratti di tipo privato che non comportano il riconoscimento.
"pubblico" delle coppie: i contraenti si impeganano a prestarsi mutua assistenza con beni e abitazione in comune. Sempre secondo Rutelli, sarebbe possibile codificare simili contratti di diritto privato nel codice civile, in modo da precisare diritti e doveri delle persone che convivono, a vario titolo, incluse le persone omosessuali. Di seguito sono riportati alcuni commenti di esponenti politici relativi al CCS proposto da Rutelli:
Franco Grillini (Ds): "Non si cominci a giocare a ribasso, il Pacs è già una mediazione della mediazione, al di sotto di questo c'è solo la rinuncia". "Non so se Rutelli si sia consultato con un giurista ma non credo. Se vado a trovare una persona cara in ospedale e non sono parente un contratto privato non mi aiuta".
Paolo Cento (Verdi): "E' sbagliato ridurre le coppie di fatto a una logica privatistica".
Titti De Simone (Rifondazione): "non comprensibile, nè condivisibile e al di fuori della
legislazione europea"
Katia Belillo (Comunisti Italiani): "Uno schiaffo in faccia alle aspettative di tanti uomini
e donne"
Mauro Fabris (Udeur): "Prendiamo atto con soddisfazione che Rutelli si è aggiunto a noi nel
dire no ai Pacs".