La donna

Materie:Tema
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Testo

Volani Marta IV 30/10/2006
La donna
Fin dall’età antica l’uomo ha sviluppato diversi ideali della figura femminile; l’identità e i ruoli sociali della donna si sono sviluppati e trasformati. Inizialmente la donna doveva essere unicamente moglie e madre, doveva imparare a muoversi all’interno dell’ambiente domestico; sin da bambina le venivano impartiti, dalle altre donne della famiglia, i concetti essenziali ai suoi ruoli, mentre dopo il matrimonio era il marito a educarla nel apprendere i concetti fondamentali per poi farle formare la servitù ed educare, nei primi anni di vita, la prole.
Secondo Paolo di Tarso la donna doveva essere educata alla sottomissione, alla modestia e al silenzio, egli non concedeva a nessuna figura femminile di insegnare o di dettar legge all’uomo; ella doveva essere modesta e raggiungere la perfezione spirituale. I suoi doveri erano quelli di organizzare la casa, educare la prole e di procreare. Paolo di tarso ha una visione fortemente punitiva dell’immagine della donna, infatti ella non è all’altezza di confrontarsi con l’uomo sul piano culturale e sociale. L’autore sostiene che l’inferiorità della donna è riconducibile a Dio, poiché Egli ha creato la donna dall’uomo ed è ella che è stata tentata dal male e quindi la ritiene causa del peccato originale. Nel corso del tempo la donna ha sempre avuto un ruolo secondario rispetto all’uomo. Solamente negli ultimi decenni la figura femminile ha intrapreso un cammino fatto di riflessioni, proposte, impegno, lotte e rivendicazioni, che le ha consentito di guadagnare un ruolo sociale più consono alla sua dignità di persona umana. Ormai la donna non è più vista come espressione del sesso debole, sottomessa all’uomo, ma viene considerata in una nuova prospettiva paritaria. Attualmente partecipa alla vita della società, intellettualmente, lavorativamente ed ha acquisito coscienza di se, delle sue capacità e potenzialità, è divenuta consapevole di aver diritto a fare le proprie scelte, poiché è un individuo responsabile, dotato di intelligenza, volontà e carattere. La donna moderna non ha più timore del giudizio maschile, non viene più condizionata, accetta le difficoltà e le responsabilità. Le donne godono degli stessi diritti riconosciuti agli uomini e ciò comporta anche una maggiore libertà di pensiero, di espressione e soprattutto di scelte personali.
In questi ultimi anni in Italia, le donne hanno cominciato ad inserirsi più facilmente nel mercato del lavoro, in conseguenza del generale progresso economico, della diffusione dell’istruzione, del superamento degli antichi pregiudizi che la relegavano entro le pareti domestiche.
Diversa invece la condizione della donna nel sud del mondo, dove vengono sottomesse, sfruttate e non godono di alcun diritto. Esse devono affrontare molteplici problemi dovuti soprattutto alla povertà e all’analfabetismo che costituiscono un grave ostacolo alla trasformazione dei comportamenti sociali molto ben radicati.
La condizione della donna rispetto a quella dell’uomo è passata attraverso notevoli modificazioni, ma si può dire che in tutti i paesi e in tutti i tempi è sempre stata sottoposta a un trattamento meno privilegiato rispetto all’uomo. Oggi si è certamente raggiunta la percentuale più alta di “donne in carriera” ma il numero delle lavoratrici è notevolmente minore a quello dei lavoratori. Fino a poco tempo fa si era abituati a vedere la donna solamente come casalinga.
Le principali cause dell’ineguaglianza tra uomo e donna sono principalmente da ricercare nel passato durante il quale l’insieme dei caratteri civili, culturali e religiosi di un popolo hanno portato alla creazione di ideali non sempre basati sui principi di equità.
Da sempre l’uomo ha rappresentato il simbolo della forza e del potere e di conseguenza la donna ha sempre rivestito un ruolo inferiore. Questa situazione è stata superata ormai completamente solo in alcuni paesi. In molti altri infatti la donna viene ancora considerata inutile, un peso che può essere riscattato con un matrimonio e la nascita di un figlio maschio.
In Italia il processo che ha portato alla vittoria delle donne contro la discriminazione è stato lungo e difficile. Partendo dagli inizi del 1900 la donna ha gradualmente ottenuto potere: partendo dall’acquisizione degli stessi diritti di voto dell’uomo è arrivata alla parità in campo lavorativo, con la possibilità di esercitare qualsiasi professione e di coprire impieghi pubblici.
Oggi è schiava del lavoro, quello casalingo e quello che svolge nell’industria.
Secondo me l’emancipazione femminile non è completamente terminata, anche se oggi la libertà femminile ha raggiunto il culmine storico e le donne hanno assunto un proprio ruolo e una propria identità nella vita pubblica, siano riuscite ad acquisire poteri e responsabilità e a migliorare le loro condizioni sociali, economiche e politiche. Gli ostacoli di ordine culturale, politico ed economico, presenti soprattutto nei paesi del terzo mondo, che impediscono alle donne di realizzarsi al pari degli uomini debbono essere rimossi, se vogliamo che la società si evolva in ogni ambito della vita sociale, sia pubblica che privata.
Raggiungere l’obiettivo di una uguale considerazione delle donne e degli uomini consentirà di creare un equilibrio fra i due sessi e la crescita di uomini e donne liberi e consapevoli dei propri diritti e doveri come presupposto fondamentale per vivere in una società democratica e libera da pregiudizi.

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