"Ne li miei occhi porta la donna mia amore"

Materie:Appunti
Categoria:Dante

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Testo

DANTE ALIGHIERI
Ne li occhi porta la donna mia Amore
Analisi testuale
PARAFRASI:
La mia donna porta negli occhi Amore,
per cui ciò che ella guarda diventa nobile;
dove lei passa, ogni uomo si gira verso di lei,
e fa tremare chi saluta,
così tanto che, abbassando il viso, tutto impallidisce,
e prova pentimento di ogni suo sentimento:
fuggono davanti a lei la superbia e l’ira.
Donne, aiutatemi a farle onore.
Ogni dolcezza, ogni pensiero umile
nascono nel cuore di chi l’ascolta
per cui ne ha lode e beatitudine chi la vide per primo.
Quello che sembra quando sorride
non si può dire ne tenere a mente
così è un miracolo mai visto e gentile.

ANALISI LIVELLO INTRATESTUALE
Il sonetto è tratto dalla “Vita Nova” e, anche da una veloce lettura, possiamo capire che siamo ancora nel 1° stadio dell’amore , l’amore extra nos,momento in cui Dante riceve amore da elementi esterni a lui quali ad esempio il saluto, lo sguardo, gli occhi. Possiamo in infatti notare, nell’intero sonetto, una chiara ripresa degli elementi stilnovisti, quali ad esempio l’analisi degli effetti che l’amore suscita, o ineffabilità stessa dell’amore o ancora il saluto che da salute.Anche strutturalmente notiamo questo ritorno al dolce stile.Il testo è infatti molto fluido, scorrevole, dolce ed ha una struttura chiaramente lineare.Il linguaggio, come d’uso, è il volgare senza dubbio aulico, colto, molto ricercato.Notiamo difatti la presenza di alcuni latinismi e provenzalismi quali ad esempio”mira” (v.2),” smore “(v. 5),”pensero” (v. 9), “novo“(v. 14) , “ond ’ è”(v. 11) etc…Ma per dimostrare meglio l’influenza stilnovista conviene passare all’analisi delle tematiche presenti nel sonetto. Nelle due quartine iniziali hanno un posto di prim’ordine le parole “mira” ( v. 2) e “saluta” (v. 4) .Da qui scaturiscono :
1. Il tema del saluto che dà salute,
2. Il tema del nobilitamento dell’uomo che “mira “la donna,
3. Il tema dell’innamoramento,
4. Il tema degli effetti che l’amore provoca sull’amante.
Quest’ultimo è ripreso nelle due successive terzine dove notiamo, come parole chiave, “ laudato chi prima la vide” (v. 11), “ ella par” ( v.12), “ Non si può dicer“ ( v.13) da cui hanno origine :
1. Il tema dell’apparire miracolistico della donna.
2. Il tema dell’ineffabilità .
Come possiamo ben notare sono tutte tematiche prettamente stilnoviste.Dante afferma ,infatti, alla stregua di questi, che la presenza, la visione e il saluto della donna nobilitano l’ uomo e , oltre a dargli salute, lo rendono immune da sentimenti negativi quali la superbia e l’ ira.La donna è quindi, anche per Dante, dispensatrice di salvezza. E già l’ammirarla è , per l’uomo, fonte di nobilitazione.
La donna viene quindi attorniata da un aria miracolistica.Non a caso il poeta usa la parola “par” .E’ proprio per questo che si parla, anche, di ineffabilità della bellezza della donna.Dante dice che “ Quel ch’ella par quando un poco sorride/non si può dicer ne tenere a mente” (v. 12-13) La mente umana non ha le capacità di poter cogliere appieno qualcosa di così elevato come la donna.
La notevole influenza dello “Stil Novo” e , comunque, tutto ciò che abbiamo evidenziato nelle tematiche ha un riscontro nella struttura, nel lessico, nella fonetica e nella metrica del sonetto.
Abbiamo difatti, una struttura molto lineare, senza forti spezzature, ma con ben determinate pause ritmiche.Alla fine di quasi tutti i versi c’è , infatti, un segno di punteggiatura. I periodi sono quindi abbastanza brevi fatta eccezione per i versi dal 3 al 6 che non hanno segni di punteggiatura forti .Come si può facilmente capire , quindi, il testo è per lo più ricco di asindeti.Notiamo anche alcuni iperbati, che non sono però molto influenti nel testo: “ Ne li occhi porta la mia donna Amore” (v.1), “ ogn’om ver lei si gira” (v.3), “ e d’ogni suo difetto allor sospira”(v.6), “fugge d’innanzi a lei allor superbia ed ira” (v.7), etc..Non determinano,comunque, spezzature forti .Neanche possiamo parlare di presenza di enjambements, fatta eccezione per quell’unico dei versi 9/10 (“ ogne pensiero umile nasce”).Abbiamo , invece, dataci dal fatto che il sonetto è ipotattico una sorta di gerarchia. Gerarchia che vede la donna al di sopra dell’uomo.
Metricamente notiamo che il sonetto è a rima incrociata nelle quartine e rima speculare nelle terzine(ABBA;ABBA;CDE;EDC) ed i versi sono endecasillabi.Le rime sono dolci, così come la maggior parte del testo. I fonemi prevalenti sono le “a” e le “e “(“Amore”, “ core” , “ smore”, etc..).Troviamo una sorta di allitterazione nella prima quartina e nella seconda terzina. E’ una allitterazione del fonema “r”. Vediamo quindi “porta” ,Amore”, “per “, “ mira”, “ver”, “ gira”, “tremar”, “core”nella quartine e “par”, “ sorride”, “dicer”,” tenere”, “miracolo” nella terzina. Questo rotacismo preannuncia, nella quartina, la parola “tremar lo core” , mentre nella terzina regge il “par” che non va interpretato come sembrare ma come apparire. Il rotacismo ci dà l’idea del tremore che , religiosamente, indica la venuta, per lo più , della Madonna o comunque di entità superiori. Il “par”, quindi, insieme al rotacismo ci danno l’idea di un essere superiore qual è appunto la donna dantesca, una sorte di anello di unione tra fra Dio e l’uomo.
Notiamo anche l’ allitterazione della “s “ nella 2° quartina(“sì”, “bassando”, “viso”, “ smore”, “suo”, “ sospira” , “superbia”) che preannunciano l’idea del sospiro..
Un’altra analogia con lo Stil Novo ci è data dalla presenza della personificazione in parte dell’Amore ma soprattutto dell’ira e della superbia che fuggono via.
Notiamo comunque una sorta di staticità nel sonetto. C’è poca azione e i verbi non indicano, per lo più , movimento. L’unico movimento è quello della donna e della superbia e dell’ira che fuggono che , non sono ,comunque , molto dinamici.Nel caso della donna si può forse parlare , anche di dinamismo apparente.Manca infatti , totalmente l’actio e questa stasi ci dà l’idea dell’eternità, che è eternità della bellezza della donna ed eternità dell’amore che Dante prova per lei.Non scordiamoci infatti che Dante scrive sempre riferendosi a Beatrice.

ANALISI LIVELLO INTERTESTUALE:
Come detto sopra il testo è tratto dalla “vita Nova”Tratta infatti il tema dell’amore e si capisce chiaramente che siamo nello stadio di amore exrta nos.Dante riceve appagamento amoroso da alcuni elementi esterni quali il saluto, la visione della donna, lo sguardo e ,di conseguenza, gli occhi .Anche qui , come in“Tanto gentile e tanto onesta pare” si descrive la donna come qualcosa di spirituale ed anche qui si parla di ineffabilità della bellezza.Sono molto simili, come tematiche , i due sonetti.Una sostanziale differenza sta però nel fatto che in “Tanto gentile e tanto onesta pare” fa capire che parla di Beatrice dicendo “donna mia” mentre qui non fa nessuna allusione.In entrambi i sonetti mancano i riferimenti spazio-temporali e non c’è nessuna descrizione fisica della donna.In “Tanto gentile e tanto onesta pare”, inoltre, alla fine , abbiamo la predizione che l’amore finirà male ,tramite la parola “sospira”, qui , invece, l’amore sembra essere qualcosa di solamente positivo e dante non fa riferimenti al fatto che finirà male.
LIVELLO EXTRATESTUALE:
Questo sonetto, come detto prima, ha anche delle strette analogie con le poesie di Guinizzelli e di Cavalcanti.Prendendo in considerazione il sonetto guinizzelliano “Io voglio del ver la mia donna laudare” notiamo che lo stile è pressoché uguale: poche spezzature, molti vocali aperte,linguaggio colto ma lineare. Tematicamente in entrambe c’è un motivo uguale.In entrambe è infatti riscontrabile il tema del saluto che dà salute.Solo che Guinizzelli è più esplicito di Dante.Il primi infatti dice subito ” dona salute / e fa ‘l de nostra fede se non la crede” mentre Dante è meno esplicito.Nel sonetto Guinizzelliano c’è anche il tema della lode alla donna amata, nel sonetto dantesco c’è soltanto un’ inizio di lode alla benamata. Il tema della lode , sarà infatti presente nel secondo periodo d’amore dantesco :l’amore intra nos.
Si può dire comunque che i due sonetti siano uno il seguito dell’altro nel lungo processo di sublimazione della donna.
Anche con”Chi è questa che ven ,ch’ogn’om la mira” di Cavalcanti troviamo delle analogie.Innanzitutto il fatto che entrambi interpretano la donna con un’entità superiore e la caricano di misticità religiosa. In entrambi i sonetti troviamo l’allitterazione della “ r”e ,in quello cavalcantiano ,nella frase “fa tremare di chiaritate l’are”(v.2)c’è un chiaro riferimento alla Madonna che , con la sua apparizione estatica illumina l’ambiente circostante con un fascio di luce che trema.La stessa immagine è ripresa da Dante all’inizio e alla fine del sonetto anche se in forma meno esplicita.Altro punto di contatto è il tema dell’ineffabilità che è però maggiormente sviluppato in Cavalcanti(“ch’i nol savria contare”v.6,” non si poria contar” v.9,” non fu si alta già la nosta mente e non si pose in noi tanta salute che propriamente n’avrian conoscenza” v11-14).
Il sonetto dantesco si può quindi definire una summa dei motivi delle poesie amorose precedenti, è una sorta di completamento dei temi trattati prima da Guinizzelli e poi da Cavalcanti.
Molte differenze possiamo invece ritrovare con le altre poesie di Cavalcanti quali ad esempio “Voi che per gli occhi mi passaste il core” o “Tu m’hai si pien di dolore la mente” in cui gli effetti dell’amore sono devastanti e la sintassi, la struttura, il lessico sono più dure, brutali (“angosciosa vita”, “l’anima tremando si riscosse”, “i’vo come colui che fuor di vita”,etc…)

Esempio



  


  1. ARIANNA

    sto cercando appunti sulle poesie di vita noca.. sostengo l'esame alla facoltà di italiano alla sapienza