Eneide, libro quinto, versi 114-285 - Virgilio

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Testo

" Come mai, Mecenate, nessuno vive contento della sorte che egli stesso si и scelto o che il caso gli ha buttato innanzi e loda chi segue direzioni diverse? "O fortunati mercanti!" dice il soldato, carico d'anni e con le membra rotte dalla lunga fatica; il mercante invece, mentre i venti sballottano la nave, esclama: "Meglio la vita militare. Cosa c'и infatti? Si va all'assalto: nel girт di un'ora viene o una rapida morte o una lieta vittoria". Il giureconsulto esalta il contadino quando il cliente batte alla sua porta al canto del gallo; quell'altro invece, tratto a forza in cittа dalla campagna a testimoniare, grida ai quattro venti che felici sono solo i cittadini. Di esempi di tal genere ce ne sono tanti che stancherebbero anche quel chiacchierone di Fabio. Per farla breve, sta a sentire dove voglio andare a parere. Se un dio dicesse: "Eccomi qui, pronto a esaudire i vostri desideri: tu, che poco fa eri soldato, diventerai mercante, tu che eri avvocato, contadino: scambiatevi le parti e uscite, voi di qua, voi di lа. Allora? Perchй state li impalati?". Rifiuterebbero. E pensare che avrebbero la possibilitа di essere felici. Perchй non avrebbe ragione Giove a sbuffare d'ira gonfiando entrambe le gote e a proclamare che d'ora in poi non sarа piщ tanto condiscendente da prestare orecchio ai desideri umani? Insomma, per non tirarla in lungo scherzando come un buffone - per quanto, cosa proibisce di dire la veritа scherzando? Come i buoni maestri danno talvolta dolcetti ai bambini perchй si decidano a imparare l'alfabeto; ma, bando agli scherzi, andiamo alle cose serie - quello che rivolta faticosamente la terra con il duro aratro, quest'oste imbroglione, il soldato e i marinai che audaci corrono per ogni mare, affermano di sobbarcarsi la fatica con questo proposito, di ritirarsi da vecchi in sicuro riposo, una volta messo da parte il necessario per vivere: come la formica piccola ma tanto laboriosa - и l'esempio proverbiale - trascina con la bocca tutto quanto puт e lo aggiunge al mucchio che va innalzando, ben consapevole e previdente del futuro. Ma non appena l'Acquario rende triste di pioggia l'anno che ricomincia il suo giro, essa non esce piщ dal suo buco e si serve, saggia, delle provviste procurate in precedenza, mentre te nй l'estate infuocata riuscirebbe a smuoverti dal guadagno, nй il freddo, il fuoco, il mare, il ferro, nulla ti и di ostacolo purchй un altro non sia piщ ricco di te.
Che gusto c'и a sotterrare di nascosto, tutto impaurito, un'immensa quantitа di oro e di argento? "Ma se la intacchi verrebbe a ridursi a un misero soldo". Ma se questo non succede, cosa ha di bello il mucchio che ti sei costruito? La tua aia avrа trebbiato centomila moggi di grano: il tuo stomaco non sarа per questo piщ capace del mio, come se, tra gli schiavi condotti al mercato, fossi tu a portare faticosamente sulla spalla il sacco del pane: non riceveresti assolutamente nulla di piщ di quello che non ha portato niente. Oppure dimmi, che differenza fa, per chi vive entro i confini della natura, arare cento iugeri o mille? "Ma и bello prendere da un gran mucchio". Purchй la medesima quantitа ce la lasci attingere da uno piccolo, perchй dovresti lodare i tuoi granai piщ delle nostre ceste? Come se tu avessi bisogno soltanto di una brocca o di un bicchiere d'acqua e dicessi: "Preferirei prendere la medesima quantitа da un gran fiume che non da questa pozzanghera". Per questo succede che se uno si compiace di una quantitа superiore al giusto, l'Ofanto impetuoso se lo porta via assieme a un pezzo di riva. Chi invece si contenta di quel pochino che gli и necessario, quello non attinge acqua torbida di fango nй perde la vita fra le onde. Ma buona parte della gente, ingannata da false brame: "Non se ne ha mai abbastanza" - dice - "perchй tanto vali quanto hai". Cosa vuoi farci a uno cosi? Digli di fare il disgraziato, dal momento che lo fa) volentieri: come un tale di cui si racconta in Atene, spilorcio, e ricco, che era solito disprezzare gli schemi della gente a questo modo: "La gente mi fischia, ma io mi applaudo da solo a casa, quando mi contemplo tutti quei denari nella cassaforte".
Tantalo cerca invano di raggiungere l'acqua che fugge via dalle sue labbra assetate. Ridi? Cambia il nome, и il caso tuo: dormi a bocca aperta sopra i sacchi di denaro ammassati da ogni parte e ti costringi a non toccarli come fossero sacri o a goderne come quadri dipinti. Non sai a cosa serve il denaro, che uso se ne puт fare? Ci si compra del pane, della verdura, un quarto di vino e in piщ tutto ciт che la natura umana, se non l'ha, ne soffre. Oppure star sveglio mezzo morto di paura, giorno e notte aver terrore dei maledetti ladri, degli incendi, dei servi che ti spoglino di tutto e poi fuggano, questo ti piace? Ma io di questa provvidenza) vorrei proprio.., farne senza. "Ma se, preso dai brividi, il corpo comincia a farti male o un qualche altro accidente ti inchioda a letto, hai chi ti assista, ti prepari impiastri, chiami il medico che ti rimetta in piedi e ti restituisca ai figli e ai cari parenti". Non la moglie, non il figlio ti vogliono salvo: tutti i vicini ti odiano, i conoscenti, ragazzi e ragazze. E ti meravigli, tu che metti tutto dopo il denaro, se nessuno ti accorda l'affetto che non ti meriti? Pensi proprio che se cerchi di tenerti e di conservarti amici i parenti che la natura ti dа senza fatica perderesti il tuo tempo, come se uno volesse insegnare a correre nel Campo Marzio a un asinello ubbidiente ai freni?
Insomma si ponga un limite all'aviditа e, quando hai di piщ, meno abbi paura della miseria: e comincia a porre termine alla fatica, una volta ottenuto quello che sognavi, se non vuoi fare come un certo Ummidio. Non и una storia lunga: ricco al punto da misurare il denaro a staia, spilorcio cosм da non vestirsi mai meglio di uno schiavo, temeva fino all'ultimo di essere schiacciato dall'indigenza. Ma eccoti che una liberta, novella Clitennestra, lo spaccт a metа con la scure. "Cosa mi consigli allora? di vivere come Nevio o come Nomentano?". Ti ostini a mettere insieme cose che fanno a pugni fra loro: quando ti dico di non essere avaro, non ti esorto a diventare scioperato e scialacquatore. C'и una via di mezzo tra Tanai e il suocero di Visellio: c'и una misura in tutte le cose, ci sono confini ben definiti, al di qua e al di lа dei quali non puт sussistere il giusto. Torno lа dove sono partito, come mai nessuno, come l'avaro, и contento di sй e loda piuttosto chi segue direzioni diverse, marcisce d'invidia perchй la capretta del vicino ha le mammelle piщ gonfie di latte e, senza confrontarsi con la schiera dei piщ poveri di lui, si affanna a superare questo e quello. Cosм a lui che s'affanna si para dinanzi sempre uno piщ ricco, come quando i cavalli scalpitanti si slanciano fuori dai cancelli trascinando i cocchi, l'auriga incalza quelli che superano i suoi, sprezzando quello che si и lasciato indietro e che se ne va tra gli ultimi.
Ecco la ragione perchй solo raramente ci и dato di trovare uno che dica di essere vissuto felice e che, contento del tempo trascorso, se ne esca dalla vita come un convitato sazio.
Ma ora basta: perchй tu non pensi che abbia fatto man bassa negli scrigni del cisposo Crispino, non aggiungerт una parola di piщ".

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