Verga

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Testo

STILE E TECNICHE NARRATIVE

Verga assimila le nuove esigenze e nuovi canoni letterari del tempo e crea nuove tecniche narrative:
• DISTINZIONE FRA AUTORE E NARRATORE: l’autore è una persona anagraficamente determinata di cui possiamo ricostruire la vita, le caratteristiche e i rapporti sociali e culturali. Il termine narratore non designa invece una persona fisica ma la funzione di narrare: il narratore è cioè la “voce” a cui va assegnata l’enunciazione del racconto: può dire “io” nel corso del racconto, riferendo vicende e presentandosi come protagonista e partecipe, o, in un racconto in terza persona, commentando quello che accade (però non va confuso o identificato con l’autore). Il narratore può svolgere la sua funzione in vari modi, tra cui:
- non disdegna di “rivelarsi” nella sua identità di emittente del racconto e quindi
interviene, commenta e stabilisce un rapporto col lettore (Manzoni, Tolstoj)
- si cela nella maniera più assoluta (Verga, Tozzi, Hemingway)

• IL NARRATORE: esso si presenta come espressione dello stesso mondo che descrive, interno ad esso: ne adotta nelle descrizioni i codici di riferimento e dimostra di conoscere i valori, le norme etiche e consuetudinarie che lo regolano. Il narratore ipotizza come destinatario del suo narrare un pubblico che o è quello che costituisce quel mondo o comunque conosce quel mondo. Inoltre non accenna mai alla sua funzione di narratore, non la commenta e non dialoga col lettore. In ultimo è un narratore caratterizzato da un’estrema “disponibilità”, cioè da una straordinaria capacità di avvicinamento ai personaggi al punto di inglobarne, nella sua voce, ottica e linguaggio.

• Canone dell’impersonalita’: è come una delega concessa da Verga al personaggio che nel romanzo deve narrare. Noi apprendiamo lo svolgersi della vicenda attraverso le parole di questo narratore che di quel mondo e di quei personaggi parla in modo molto diverso da come ne avrebbe parlato, con la sua cultura e le sue esperienze di intellettuale borghese, l’autore Verga. Questa tecnica narrativa è stata definita dal Baldi come “artificio della regressione”: Verga adotta cioè livelli, parametri di giudizio e linguaggio “bassi”, “regrediti” rispetto a quelli che sarebbero i suoi.

• Discorso indiretto libero: esso si distingue dal discorso diretto perché non è isolato dalle virgolette e da quello indiretto perché non dipende da verbi del dire o del pensare e si configura come un resoconto nel quale le parole e i pensieri dei personaggi sono riportati con la mediazione del narratore, dalla sua voce. Il passaggio dal discordo diretto all’indiretto libero comporta cambiamenti di persona, di tempi verbali e di “indicatori” spazio-temporali.
L’adozione dell’indiretto libero produce due risultati: da un lato esime il narratore da qualsiasi intervento o commento, permettendogli così quella “eclissi” che egli puntualmente consegue; dall’altro fa emergere l’individualità dei personaggi con i propri codici di riferimento e le loro movenze stilistiche. C’è così la possibilità che emerga una probabilità di parlanti, una varietà di quelli che il Devoto ha definito “piani stilistici”, in virtù dei quali il racconto si dispone al di fuori dell’io del narratore (detti sapienzali).

• REGIONALISMI: il dialetto siciliano domina tutto il romanzo. In questo modo rende più veritiera la narrazione e vicina al popolo, protagonista della vicenda.
Verga si occupò molte volte di raccolte di proverbi e modi di dire facendone un minuzioso elenco. I proverbi contengono un alto grado di capacità individuatrice di quel mondo di "povera gente" che I Malavoglia intendevano esprimere. "Il proverbio è l'espressione di una fissità ideologica che si traduce in una fissità di formula: di rime, di cadenza metriche, di numero di sillabe" (Ciresi); è il segno di un mondo sottratto alla dialettica della storia, è una codificazione di comportamenti e valori non suscettibili di modifiche: "il motto degli antichi mai mentì", come dice Padron 'Ntoni. Questa tecnica stilistica comporta la presenza di concatenazioni,che lega i capitoli o i periodi l'uno con l'altro mediante la ripresa appunto di un termine o di un'espressione particolarmente significativi. O come la formula, che caratteristica un personaggio.
La differenza tra il canto popolare o il proverbio e l'arte di Verga sta nella
trasposizione in chiave d'arte della fissità ideologico-stilistica popolare. I
soprannomi nascono da accadimenti individuali più prossimi e sovente facilmente
identificabili. E tuttavia anch'essi, pur cogliendo il tratto individuale saliente, ne
fissano la peculiarità in una immobilità che pare perpetua, come accade all'inizio del
romanzo: "i Malavoglia [ ... ] tutti brava e gente di mare, proprio all'opposto di quel
che sembrava dal nomignolo, come dev’essere".

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