Tanto gentile e tanto onesta pare

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Testo

Dante Alighieri “Tanto gentile e tanto onesta pare”
La Vita nuova fu scritta da Dante verso i trent’anni e comprende 31 liriche e 42 capitoli in prosa. L’opera reca questo titolo perché narra del rinnovamento avvenuto nella vita del poeta dopo l’incontro con Beatrice, la fanciulla di cui egli si innamora. Beatrice è intesa da Dante secondo i modi del dolce stil novo, come una creatura soprannaturale e santa inviata da Dio sulla Terra.
PARAFRASI
L’amata sembra tanto nobile e tanto gentile quando porge il suo saluto a qualcuno al punto di lasciarlo senza parole e timoroso di posare lo sguardo su di lei. Ella procede nel suo cammino sentendosi lodare, rivestita di umiltà e bontà e pare quasi sia venuta dal cielo per mostrare in terra la potenza divina. Appare così bella che chi la guarda prova una grande dolcezza nel proprio cuore, sentimento che non può essere compreso da chi non l’ha provato in prima persona; e sembra che dal suo volto giunga una soave ispirazione amorosa, che sussurra all’anima: sospira.
ANALISI
Nel componimento vi sono qualità e azioni che Beatrice ha compiuto ma l’azione che risulta la più importante è quando elle porge il suo saluto a qualcuno al punto di lasciarlo senza parole e timoroso di posare lo sguardo su di lei. Gli effetti del suo saluto possono essere suddivisi in due gruppi: effetti fisici ed effetti psicologici e spirituali; gli effetti fisici si trovano nei versi 2 e 12; gli effetti psicologici e spirituali nei versi 1, da 5 a 8, da 9 a 14. Gli effetti del saluto di Beatrice ricadono alle persone al punto di lasciarli senza parole. L’amore suscitato da Beatrice ha caratteristiche spirituali perché ella è intesa da Dante secondo i modi del dolce stil novo. La posizione dei verbi si trovano in prevalenza alla fine dei versi per evidenziarne il significato. Nel primo e nel secondo verso vi sono delle anastrofi e secondo le consuete norme sintattiche il periodo dovrebbe essere così: l’amata sembra nobile e tanto gentile quando porge il suo saluto a qualcuno. Questa poesia è un sonetto con due quartine e due terzine.

Esempio