Tanto Gentile e Tanto Onesta Pare

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Testo

TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE di DANTE ALIGHIERI

(Firenze 1265–Ravenna1321)vive nel dolce stil novo, dove vengono esaltate la vicinanza a Dio e le virtù spirituali: l’amore spirituale(non fisico, infatti Dante non è geloso)e la bellezza perfetta sia esteriore, sia interiore e sia del nome.
PARAFRASI: Beatrice, la signora del mio cuore, quando saluta le persone, si rivela tanto nobile d’animo e tanto dignitosa negli atteggiamenti esteriori che la lingua di ogni persona che la incontra diventa muta per la forte emozione e gli occhi non osano guardarla. Lei se ne va, vestita benevolmente di umiltà, pur sentendosi ammirata, e si mostra come una creatura discesa dal cielo sulla terra per manifestare il miracolo della sua creazione divina. Si mostra così bella a chi la contempla che infonde, attraverso gli occhi, una tale dolcezza nel cuore che è impossibile spiegare a chi non la prova e sembra che dal suo volto si effonda uno spirito soave pieno d’amore e chi la guarda sospira di ammirazione per la volontà di migliorarsi per Beatrice e avvicinarsi così a Dio.
I PERSONAGGI: BEATRICE - lei è la donna angelo del suo aspetto fisico vengono descritti solo gli occhi, le labbra e il portamento, cioè gli strumenti con i quali lei trasmette la perfezione: crea all’interno delle persone che la osservano il desiderio di migliorarsi per essere degni di Beatrice e per il desiderio di avvicinarsi di più a Dio. Viene visualizzata come incorporea e spiritualizzata.
LE PERSONE- sono passive, cioè ricevono lo spirito benefico di Beatrice subendo modificazioni: abbassano gli occhi, ammutoliscono, sospirano(fisiche), provano ammirazione, stupore, sbigottimento(psicologiche), vogliono migliorare e avvicinarsi a Dio(morali).
DANTE- è implicito, come se lui fosse lì vicino a descriverci l’accaduto. Egli non è geloso degli altri perché il suo amore è puramente spirituale.
LA VICENDA: Dante osserva gli effetti benefici che il saluto di Beatrice provoca nelle persone che incontra.
LUOGO E TEMPO: Non vengono specificati, ma si intuisce che la vicenda si svolga in una strada.
TEMI:-amore spirituale -avvicinamento a Dio- assenza di gelosia –il saluto – le virtù della donna angelo -decoro esteriore(gentilezza, nobiltà d’animo) –il miracolo della manifestazione divina -lo sbigottimento di chi incontra la donna angelo. SENSAZIONI: ammutolimento
EMOZIONI: sbigottimento, meraviglia, ammirazione, stupore
STATI D’ANIMO: dolcezza,serenità, calma, inquietudine
SENTOMENTI:amore
IDEALI MORALI:modestia, bene e amore profondo
IDEALI RELIGIOSI:raggiungere Dio, risvegliare la fede.
SIGNIFICATO: l’amore staccato dai sensi induce l’uomo a migliorarsi sotto l’aspetto psicologico, morale, religioso e sociale. La sua caratteristica è la materializzazione del reale: lo spirito è visto come la parte più importante e l’unica funzione del corpo è quella di esprimere e portare lo spirito.
LA SINTASSI: il sonetto è molto regolare, la costruzione semplice, e questo da alla poesia un senso di serenità e perfezione: infatti anche la sintassi è regolare, piana, ordinata e priva di complicazioni. Nelle proposizioni principali compare Beatrice, mentre nelle subordinate le trasformazioni che avvengono negli altri.
LA MORFOLOGIA: il verbo è sempre al presente, perché esso esprime eternità. Sono presenti i verbi nella forma progressiva per rendere il soggetto più dinamico. Una funzione dinamica attiva ha anche il falso riflessivo “Ella si va…”e da un’idea di incorporeità.
LA METRICA: il sonetto è composto da 2 quartine in rima incrociata e da 2 terzine in rima simmetrica.Tutto il contenuto è comunicato attraverso un sonetto di versi endecasillabi, che è il verso più solenne, lungo ed elegate. Il verbo viene generalmente espresso in fondo e forma la maggior parte delle rime. I versi sono fluidi, senza brusche pause, il ritmo è pacato e lento. Si usa la rima per creare musicalità e per unire logicamente le parole.
IL LESSICO: le parole chiave sono pare e mostrare, che indicano il pieno manifestarsi delle virtù di Beatrice; sospira, miracol e laudare ne sono le dirette conseguenze e riconducono le vicende dell’amore umano alla vicenda religiosa. Le parole e gli aggettivi uniti all’assenza di un luogo e di un tempo precisi smaterializzano le persone. Le parole usate per Beatrice indicano azione, quelle per gli altri, invece, stasi, ma hanno tutte il fatto di essere composte da due o tre sillabe, conferendo un’armonica dolcezza. Per legare il passaggio dalla quartina alla terzina Dante fa terminare la prima con “mostrare” e iniziare la seconda con “mostrasi”.
LA FONICA: i suoni sono dolci, musicali, leggeri, tenui, fievoli, per esprimere la leggerezza e incorporeità dei personaggi, la tranquillità e la serenità che ci vuole comunicare la poesia. Sono frequenti i suoni NT, TR, ND: la continua ripetizione di questi suoni è detta allitterazione consonantica, cioè una ripetizione di suoni. Le terminazioni dei versi “are”, “ore” e “ire” non fanno rima, ma hanno la R in comune: questa si chiama consonanza e serve a formare un legame tra versi diversi e anche lontani tra di loro.
LA RETORICA:-LA METAFORA: nella poesia vi è una sola metafora “d’umiltà vestuta”. La metafora è una figura retorica del significato e consiste nell’accostamento di due parole che hanno in comune una caratteristica. L’ENJAMBEMENT: si usa quando la fine della proposizione non coincide con quella del verso, ma essa viene spezzata andando a capo; così si lascia il periodo in sospeso e crea dei cambiamenti all’interno della poesia. L’enjambement e la metafora evidenziano l’idea del miracolo operato da Beatrice.
PAROLE PREGNANTI E POLISEMICHE: sospira è una parola pregnante, cioè è ricca di significati tra loro simili(il desiderio di migliorarsi per Beatrice e il desiderio di avvicinarsi a Dio); saluta è invece una parola polisemica, ha cioè due o più significati diversi tra loro(essa indica sia il saluto di Beatrice che la salute, nel senso di benessere, che ella infonde in chi riceve il suo sguardo)

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