Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
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Data: | 30.05.2000 |
Numero di pagine: | 10 |
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Testo
I Malavoglia
Giovanni Verga
(Milano, 1881)
GENERE: Romanzo realistico sociale.
CONTENUTO:
Questo libro narra la vita di una famiglia di pescatori che vive ad Aci Trezza: i Malavoglia. Questa famiglia и composta da padron ‘Ntoni (il nonno), Bastianazzo, Maruzza (detta la Longa) e i loro figli ‘Ntoni, Luca, Mena (detta Sant’Agata), Alessi e Lia.
Un giorno padron ‘Ntoni decide di comprare dallo zio Crocifisso un carico di lupini per rivenderli a Riposto, ma durante il viaggio la sua barca, Provvidenza, viene sorpresa dalla tempesta e Bastianazzo ci rimette la vita.
Da questo momento la famiglia Malavoglia non trova piщ pace: deve pagare il credito dei lupini e, non avendo piщ soldi, viene declassata socialmente ed и oggetto di molti pettegolezzi. Gli unici che gli restano accanto sono la cugina Anna e Alfio Mosca il quale и segretamente innamorato di Mena.
Nonostante le difficoltа causate dal fatto che il giovane ‘Ntoni lavori di malanimo e che Luca sia partito militare, la Provvidenza riesce a ritornare a mare, il credito viene in parte saldato e padron ‘Ntoni riesce a combinare un matrimonio tra Mena e Brasi Cipolla, figlio di un benestante del paese.
Tutto, insomma, sembrerebbe andare per il verso giusto, ma un’altra ondata di disgrazie incombe sui Malavoglia: Luca muore, la casa del nespolo viene espropriata, il matrimonio va a monte e ‘Ntoni, dopo la morte della madre, abbandona il paese.
Padron ‘Ntoni, perт, non s'arrende e con l’aiuto di Alessi e Mena continua la sua lotta.
Intanto il giovane ‘Ntoni viene arrestato perchй ha accoltellato don Michele (il pretendente di sua sorella Lia). Lia scappa, non si fa piщ rivedere a causa delle malignitа che la riguardavano e si avvia alla perdizione.
Quando ormai padron ‘Ntoni и morto Alessi riesce finalmente a riavere la casa e va ad abitarci con sua moglie e Mena.
Dopo un po' ‘Ntoni ritorna a casa, ma, accortosi di essersi autoescluso da quella famiglia, riparte.
AMBIENTE: Aci Trezza, vicino Catnia.
TEMPO: 1864-1877.
PERSONA: Lo scrittore narra in terza persona.
PROTAGONISTA:
Padron ‘Ntoni: и il patriarca della famiglia Malavoglia. E’ un uomo molto forte che davanti alle avversitа della vita non si da mai per vinto.
ALTRI PERSONAGGI IMPORTANTI:
Il giovane ‘Ntoni: al contrario di suo nonno lui non riesce ad affrontare i problemi e cosм preferisce scappare, ma questo suo atteggiamento lo porta ad autoescludersi dalla famiglia e dal paese stesso.
Mastro–don Gesualdo
Giovanni Verga
(Catania 1883)
GENERE: Romanzo realistico sociale.
CONTENUTO:
Bianca Trao, una giovane discendente di una famiglia di nobili decaduti, si trova nella sua stanza con suo cugino, il baronetto Ninм Rubiera, mentre gli abitanti del paese stanno cercando di spegnere il fuoco nella sua casa.
Dato che la madre di Ninм non vuole che i due si sposino Bianca viene promessa sposa a Mastro–don Gesualdo Motta, suo vicino di casa, e Ninм si fidanza con Donna Fifм.
Don Diego, Il fratello di Bianca, inizialmente non acconsente al matrimonio, ma poi si sente male e cosм dice a Bianca di fare ciт che vuole, spinto soprattutto dalle parole della zia Sganci. Bianca e Mastro–don Gesualdo, quindi, si sposano.
Mastro–don Gesualdo decide d'entrare nella Carboneria convinto dalle parole del canonico Lupi.
Intanto don Diego и quasi in punto di morte; Bianca alla notizia va immediatamente da lui e, quando muore, perde i sensi.
Ninм s'innamora di una prima donna di nome Aglae. Donna Fifм gli fa una scenata e cosм lui tronca il loro fidanzamento.
Bianca, rimasta incinta di Ninм, partorisce una bambina che viene battezzata con il nome Isabella Trao e che assomiglia tutta a suo padre. Mastro–don Gesualdo all’etа di cinque anni la manda al Collegio di Maria e poi, quando diviene piщ grande, al primo educatorio di Palermo.
Intanto Ninм si sposa, per pura convenienza, con Donna Giuseppina Alтsi, facendo, cosм, infuriare l’amante di lei, Peperito.
Nel 1837 c’и un’epidemia di colera e Mastro–don Gesualdo, dopo essere andato a prendere Isabella, parte con lei e Bianca per Mangalavite. Lм Isabella s'innamora di suo cugino Corrado, figlio di Cirmena.
Il padre di Mastro–don Gesualdo si sente male e lui и costretto a partire per la Salonia dove resta per tutta la notte; quando si sveglia trova suo padre morto.
Mastro–don Gesualdo, tornato a Mangalavite, manda via zia Sarina, Cirmena e Corrado non essendo felice dell’amore che unisce Isabella e Corrado. La famiglia Motta torna in paese e Isabella e Corrado continuano a vedersi. Ciт fa sм che Mastro–don Gesualdo decida di mandare sua figlia al Collegio di Maria. Corrado riesce, perт, a mandarle dei messaggi e un giorno Isabella scappa con lui.
Dopo poco i due vengono trovati; Corrado viene arrestato e Isabella rinchiusa al monastero di Santa Teresa e poi promessa sposa al quarantenne duca di Leyra, un aristocratico palermitano a cui interessava soltanto la dote.
I due si sposano e si trasferiscono a Palermo. Dopo pochi mesi Isabella vuole suicidarsi perchй il matrimonio и un fallimento.
Bianca, che era malata da molto tempo, peggiora e muore. Anche Mastro–don Gesualdo, dopo la morte di sua moglie, si ammala. Il marito di Isabella decide, allora, di trasferire da loro a Palermo per farlo curare dai migliori medici, ma dopo un po' di tempo Mastro–don Gesualdo muore solo.
AMBIENTE: San Giovanni, Mangalavite e Palermo.
TEMPO: 1819-1848.
PERSONA: Lo scrittore narra in terza persona.
PROTAGONISTA:
Mastro-don Gesualdo: E’ un uomo che, partito da niente, и riuscito, nel corso degli anni, ad arricchirsi. La ricchezza, perт, non gli ha portato la felicitа che lui voleva, infatti, sua moglie l'aveva sposato solo per coprire un errore fatto per amore e Isabella, sua figlia, l'odiava.
ALTRI PERSONAGGI IMPORTANTI:
Bianca: Era innamorata di Ninм, ma non potendosi sposare con lui e dovendo riparare ad un errore fatto per amore, si sposa con Mastro-don Gesualdo, pur non amandolo. Con gli anni impara a volergli bene, anche perchй lui cerca sempre di farla felice.
Isabella: Figlia illegittima di Mastro-don Gesualdo che odia per molto tempo: da piccola perchй tutte le sue compagne di collegio le affermavano che lui “aveva le mani sporche di terra” e da grande perchй l’aveva costretta a sposare un uomo che non amava. Quando, perт, suo padre era in punto di morte, l’odio per lui scomparve lasciando il posto all’amore.
COMPRENSIONE DEL TESTO:Il testo non и molto scorrevole e ci sono vari periodi di difficile comprensione.
GIOVANNI VERGA
Una Peccatrice, Storia di una capinera, Eva, Tigre reale, Eros (1866-1875)
• Precise costanti, situazioni tipiche:
• Passione amorosa travolgente, “romantica” o contrastata o vissuta conflittualmente dai protagonisti, e comunque con approdi quasi sempre drammatici.
• Tipologia femminile nella quale si incentrano bellezza, bizzarria e lussuria.
• Societа gaudente.
• Mondo del teatro.
• Duelli.
• Figura del giovane artista, poeta o pittore, in cerca di affermazione.
• Intrecci piuttosto improbabili.
• Narrazioni frequentemente artificiose che mirano all’effetto e a coinvolgere il lettore.
• Presenza di uno “stile di parole”, fatto di enfatizzazione, di ricerca di effetti, di vistositа di toni e di tinte.
• Lingua intessuta, a livello lessicale, di voci toscane o toscaneggianti e caratterizzata, a livello sintattico, da un periodare complesso e spesso ridondante, funzionale ad esprimere toni di facile patetismo sentimentale.
E’ per questo che, nel designare l’itinerario della produzione verghiana, molti critici parlano di “conversione”. Ma nel primo Verga sono presenti anche:
• Valorizzazione dei modesti ma sereni affetti familiari.
• Frequenti e progressivi segni di un distanziamento dell’autore rispetto alla materia trattata, vengono cioи superati certi coinvolgimenti, certe complicitа emotive.
• Risentita posizione polemica contro la societа contemporanea (che и seria e prova antipatia per tutto ciт che и positivo).
• Riflessione sul ruolo dell’artista in un contesto storico–sociale che si avviava a profonda trasformazione.
Nedda, Primavera e altri racconti, Rosso Malpelo, Vita dei campi, I Malavoglia, Mastro-don Gesualdo (1874-1889)
• Dibattito critico sulle motivazioni del cambiamento:
• Luigi Russo: parla di “mutato atteggiamento etico”.
• Sapegno: parla di “crisi semplicemente umana, di stanchezza e di nausea nei confronti di quella societа di ricchi mondani, di femmine oziose e frivole”.
• Maisiello: parla di “disadattamento”, di “estraneitа ai miti progressivi dell’Italia ufficiale ed industriale”.
• Lingua: si accosta alle asciutte cadenze del “parlato” (proverbi in dialetto siciliano); lingua ibrida.
• E’ da notare che l’ideologia politica del Verga si limita ad una retorica concezione dell’unitа e dell’onore nazionale, e ha messo in luce il fondo illiberale dello scrittore, nonchй la sua tendenza maniaca a vedere in ogni agitazione sociale una minaccia per l’unitа italiana.
• Ma si ha l’impressione che tutto ciт sia causato da un profondo pessimismo dovuto alla consapevolezza del fatto che la societа in cui vive и dominata da uno sfrenato egoismo, dalla rincorsa del successo a ogni costo che soffoca i sentimenti piщ genuini e spontanei. Inoltre egli и consapevole del fatto che ogni tentativo di cambiamento и tragicamente inutile, che l’inevitabile approdo del vivere и lo scacco, la sconfitta.
• Artificio della regressione: impersonalitа, eclisse dell’autore (persona anagraficamente determinata di cui possiamo ricostruire la vita, le caratteristiche, i rapporti sociali e culturali attraverso documenti, testimonianze, ecc.).
Verga concede a un personaggio del romanzo la funzione di narratore (designa la funzione di narrare; il narratore и cioи la “voce” a cui va assegnata l’enunciazione del racconto).
Questo narratore parla di quel mondo e di quei personaggi in maniera molto diversa da quella dell’autore Verga.
L’artificio della regressione adotta livelli, parametri di giudizio e di linguaggi “bassi”, “regrediti” appunto rispetto a quelli che gli sarebbero propri.
• Caratteristiche del narratore:
• Si presenta come espressione di quello stesso mondo che descrive, и interno ad esso.
• Ipotizza come destinatario del suo narrare un pubblico che o и quello che costituisce quel mondo o comunque lo conosce.
• Non accenna mai alla sua funzione di narratore, non la commenta e non dialoga.
• E’ caratterizzato da un’estrema disponibilitа, da una grande capacitа di avvicinamento ai personaggi al punto di inglobarne ottica e linguaggio.
• Straniamento (definizione di Luperini): adozione di un punto di vista particolare, inusuale; presenta come normale ciт che и paradossale. Lo straniamento risulta essere una tecnica particolarmente efficace per sensibilizzare il lettore, per fargli prendere coscienza della disumana ingiustizia che vige nella societа siciliana, descritta senza alcuna enfasi o polemica, ma in maniera sobriamente ed efficacemente °realistica”.
• Tecnica del discorso indiretto libero: non и isolato dalle virgolette, nй dipende dai verbi del dire e del pensare; configura come un resoconto nel quale le parole e i pensieri dei personaggi siano riportati con la mediazione del narratore, dalla sua voce. Questa tecnica produce due risultati:
• Esime il narratore da qualsiasi intervento o commento.
• Fa emergere l’individualitа dei personaggi.
La Sicilia
• Realtа sociale siciliana:
• La misera vita di pescatori e di braccianti.
• Lo scontro di classe fra braccianti e “gentiluomini”.
• La trama di intrighi fra gentiluomini per il mantenimento del privilegio o per l’ascesa sociale.
• Il sopruso verso chi и indifeso e socialmente inferiore.
• La forsennata lotta per l’accumulazione della “roba”.
• L’omertа mafiosa fra gentiluomini e magistrati.
• La protesta fallimentare dei braccianti.
• L’usura.
• Il contrabbando.
• Diagnosi negativa dei meccanismi del potere.
• Lucida demistificazione degli ingranaggi sociali.
• Rifiuto della fiducia nel cambiamento e nel progresso (che и in realta durissima “lotta per la vita”, di ascendenza darwiniana, che vede i deboli soccombere di fronte ai piщ forti e agguerriti. Non c’и per Verga speranza di riscatto o di cambiamento del naturale: ne consegue il rifiuto di ogni ideologia progressista), della trasformazione sociale che sconvolgerebbe la societа agricolo–arcaica.
• L’accettazione del darwinismo sociale si trasforma in pietoso e dolente rispetto per i “vinti”, le vittime del progresso. Essi sono descritti come eroi, pur soccombenti, alle prese con le ferree leggi del determinismo economico e sociale; essi vengono rappresentati non insensibili alle lusinghe dei nuovi disvalori; sono contrassegnati dal tragico destino che li porta a scontrarsi con la lotta per la vita.
I Malavoglia
• Rivoluzione linguistica: antiletteraria, ma dotata di forte impatto comunicativo. Importante la presenza del “foderamento” (ripetizione alla fine della frase di un’espressione giа usata in precedenza), l’uso della “n’giuria” (soprannome) e del discorso indiretto libero.
• Il mondo di Acritrezza ha una doppia prospettiva:
• Veristica.
• Mitica.
• Proverbi = effetto di cristallizzazione, di fissitа metastorica (e ideologica).
• Punto di vista unico e sistema di valori e di culto unitario.
• Fluida continuitа del racconto.
Mastro–don Gesualdo
• Cambiamento della lingua: essa diviene “borghese”, si attenua la presenza del parlato, mentre si accentua l’espressionismo.
• Molteplicitа dei punti di vista.
• Voce narrante piщ solidale con l’autore, di cui esprime i valori e la cultura.
• Ritmo narrativo frantumato, tecnica dell’ellissi.
• Erosione e riduzione dei “miti” verghiani:
• L’amore da sentimento vero e reale ad affare e rapporto condizionato da motivi di interesse e privo di qualsiasi autenticitа.
• L’ideale dell’ostrica, inteso come tenace attaccamento ai codici comportamentali ereditati dalla tradizione, si trasforma nell’ossessione della “roba”, nella smania di arricchimento ad ogni costo, che non puт non sacrificare anche la spinte piщ genuine e disinteressate.
• L’etica del lavoro e del sacrificio si trasforma nell’alienazione.
• La “religione della famiglia”, intesa come sacro rispetto del nido familiare pulsante di affetti autentici, si sfalda progressivamente di fronte alle nuove tensioni che lo percorrono.
• Anche la morte soggiace alle leggi dell’utile economico, и solitaria e priva di solidarietа. Nella societа moderna gli uomini muoiono soli cosм come soli sono vissuti.
• Fatica = dannazione, solitudine.
GIOVANNI VERGA
Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840, da famiglia nobile e agiata.
Lasciati gli studi di legge per entrare, nel 1861, nella Guardia Nazionale, manifesta fin da giovane un grande interesse per la letteratura, pubblicando a soli 22 anni il romanzo storico I carbonari della montagna. Già in quest'opera è visibile l'ardore patriottico dell'autore, e il suo impegno politico per l'annessione della Sicilia al Regno d'Italia; questi si fanno più evidenti con il secondo romanzo, Sulle lagune (1863) e con la fondazione del giornale Roma degli Italiani.
Nel 1865 si trasferisce a Firenze, pubblicando i romanzi Una peccatrice (1866) e Storia di una capinera (1871), quest'ultimo di grande successo.
Si sposta poi a Milano, dove entra in contatto con scrittori del calibro di Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa, Federico De Roberto; pubblica i romanzi Eva e Tigre reale (1874), Eros (1875) e la raccolta Primavera e altri racconti (1876).
In una lettera del 1878 espone il suo progetto di un ciclo di romanzi, il cui comune denominatore sarebbe dovuto essere la teoria evoluzionistica darwiniana e il cui modello i romanzi di Zola, dal titolo "I vinti".
Nel 1880 esce la raccolta di novelle Vita dei campi; l'anno successivo il primo romanzo del ciclo dei vinti e il suo capolavoro, I Malavoglia; nel 1882 il romanzo Il marito di Elena; nel 1883 le raccolte di novelle Per le vie e Novelle rusticane.
Nel 1884 ha la soddisfazione di veder rappresentata in teatro una sua novella contenuta in Vita dei campi, la Cavalleria rusticana, che Pietro Mascagni tramuterà in opera lirica nel 1890.
Nel 1888 esce il secondo romanzo del ciclo dei vinti, il Mastro don Gesualdo.
Raggiunta l'agiatezza economica e la tranquillità sentimentale, dopo alcune relazioni anche adulterine, nel 1894 si ritira a Catania e pubblica ancora una raccolta di novelle, Don Candeloro; nel 1903 esce il dramma Dal tuo al mio, nel 1911 inizia il terzo romanzo del ciclo, La duchessa di Leyra, che però rimane fermo al primo capitolo.
Nominato senatore nel 1920, muore nel 1922.