Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
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Data: | 22.05.2001 |
Numero di pagine: | 8 |
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Testo
Appunti su Ludovico Ariosto (1474/1533 d.C.)
Vita: padre conte di origine Ferrarese madre nobildonna di Reggio, numerosi trasferimenti, studi giuridici & prime prove poetiche 1489/94/studi umanistici, fino ‘5oo 1^ produzione lirica volgare; dal 1497 alla corte estense; con la morte del padre va al servizio di Ippolito d’E. + prende gli ordini minori, attività politico~amministrative; 1508-9: prime commedie (Cassaria, Suppositi); 1515: relazione con A. Benucci (nozze 1528, segrete); dal 1518: al serv. di Alfonso d’Este, x cui compie frequenti viaggi; 1522-5: commissario ducale in Garfagnana.
Produzione lirica: latine (67) 1494~1503, fedeltà ai temi classici; volgari (87), modello: petrarchismo bembesco ma con rapporto originale e variato & ricco e produttivo con + aspetti della tradizione + legame con poesia cortigiana tardoquattrocentesca. Satire: (7) 1517/1525, sviluppo narrativo e articolazione logico~discorsiva lontani dalla purezza lirica, contaminazione linguistica; elementi autobiografici ben integrati NON incanalati; lungh. 181~328 vv., personaggi reali, struttura dialogico~teatrale; metrica quella della S.: ricorso alla terzina Dantesca e plurilinguismo, stilisticamente disimpegnato dantismo “colloquiale”; comunicazione autentica non idealizzata. Produzione teatrale: A. diventa un modello x la commedia del teatro successivo, è un vero uomo di teatro, consapevole della propria funzione culturale; tenta di innalzare il decoro letterario delle rappresentazioni senza rinunciare a vivacità & immediatezza; recupero della commedia classica latina (Plauto e Terenzio) e della novellistica volgare (x le opere originali); linguaggio spesso basso gergale e dialettale; metro: endecasillabo sdrucciolo (x sim. a trimetro giambico); denuncia dei brutali rapporti umani nelle corti. [Satira I: 1517, al fratello Alessandro & Ludovico da Bagno; A. espone i motivi che lo hanno indotto a rifiutarsi di seguire il cardinale Ippolito in Ungheria x ragioni, rivendicazione della propria dignità]
Focalizzazione sul Furioso
A. Inizio stesura 1505; 3 edizioni: 1^ 1516, 2^ 1521, 3^ 1536 (leggiamo oggi); progetto encomiastico (cfr. Boiardo); titolo: omaggio a B., di cui sviluppa i suggerimenti radicalizzandoli & facendone oggetto di riflessione. Struttura del poema: molti protagonisti & intreccio complesso, ognuno ha una sua storia in parte // in p. intersecata coll’altre; primo filone della vic.: racconto d’armi, 2°: le vicende romanzesche di Orlando, follia di, Rinaldo & Astolfo, Ruggiero, Bradamante, nozze di. 1° canto: Angelica è l’emblema dell’amore irrealizzabile e della passione irrazionale e impossibile da soddisfare, con la guerra santa solamente sullo sfondo, tutti sono vittime di A.; modelli x cortigiani cinquecenteschi (cfr. Rinaldo & Ferraù). Palazzo di Atlante: allegoria del destino umano, vano affaticarsi. Pazzia di Orlando: trama bretone (cfr. Tristano & Isotta) pretesto x studio sulla gelosia in A., sviluppa la fonte in chiave psicologica; l’amore è visto come furia devasatrice; intensificazione di Boiardo. Astolfo sulla luna: S. Giovanni, colloquiando con A. sulla luna mentre recuperano il senno di O., polemica la corte: dice ceh la letteratura è asservita al potere; Ariosto passa in rassegna la follia umana, + precisamente la corte; l’ironia non smorza i toni, il canto ha un’insolita pregnanza, si trasforma in satira.
B. Tradizione cavalleresca fino al “Furioso”: 2 filoni: armi & amore; 1°: epico della tradizione carolingia (cfr. Chanson de Roland), il cui successo cresce col 4oo ()prod. di cantari, ecc…), il poema cavalleresco diventa il genere popolare, concepito x1 pubblico analfabeta (Pulci prende le distanze dai canterini e alla fine del M. recupera ideali cristiani & populisti: ritorna all’antico spirito carol.); l’Innamorato riempie la forma del poema cavalleresco di contenuti cortigiani, e, col progetto encomiastico, si avvicina al modello epico classico virgiliano e alterna al racconto carolingio quello 2°: romanzesco d’amore, così come il Furioso, nato nel sec. XII (cfr. romanzi arturiani); qui è in gioco la sorte di un singolo cavaliere, e troviamo l’entrelacement (:intrecciare + storie con protagonisti + cavalieri). La Poetica: linguaggio epico nel 4oo: popolare dei cantari, nel 5oo: imitazione, + s’è consolidata una lingua aulica;==>lasciando sullo sfondo il ling. canterino, A. rispetta la teoria classicistica dei 3 generi (umile mediocre sublime); Furioso: stile epico illustre, reso possibile da un avvicinamento ai modelli epici (Omero & V.), appartiene a una tradizione (ciclo carolingio & trad. classica = autorità letteraria ed ideologica), ed è dunque epico xché: sia afferma l’individualità dello stato estense, sia si presenta come un poema leggibile in tutta Italia: A. dà alla nostra letteratura un’opera “nazionale”; però l’etica 500esca è individualistica e legata alla classe dei cortigiani, mentre i valori dell’epica sono collettivi & popolari; nel Furioso dovremmo avere proposti i valori della lotta vs. Saraceni, mentre passa in primo piano il versante romanzesco per quel che riguarda la narrazione. Le vie del romanzo: esprime valori individuali, tende al decentramento e al dinamismo (==>quete romanzesca (contribuisce alla sua struttura aperta), diviene inseguimento di un fantasma interiore; quella che compie O. è una pazzia=esistenza umana, sul suo stesso piano stanno tutte le forme proprie della cult. rinascimentale [cfr. canto XXXIV funz. contraria a quella dell’epica]); il F. è un poema della consapevole rinuncia a lle illusioni rinascimentali; il modello positivo di cortigiano è Ruggiero, che compie un cammino di formaz. positivo e consapevole, la sua conversione è una scelta della maturità & rinuncia a un’avventurosa indeterminazione; la logica del romanzo prevede il rimandare il compimento di fatti decisivi; l’epica ha una forza centripeta, il romanzo centrifugacl’equilibrio rinascimentale non accetta fino in fondo la tragicità degli eventi. La voce del narratore: è un narratore onnisciente, + è DEMIURGO (: non crea dal nulla, si alimenta su altra letteratura, utilizza FONTI, non ricerca l’originalità); A., proseguendo l’opera del Boiardo, assume spesso un atteggiamento ironico, può essere addirittura autoironia (: la storia di A. che scrive il romanzo è essa stessa un romanzo, il solo non toccato dagli affanni e sofferenze dei personaggi del rom.); già dalle 1e ottave, A. è un personaggio a causa della sua storia d’amore. [A. DEMIURGO cfr. il passaggio da una vicenda all’altra, un proemio, il paradosso della letteratura, la narrazione coma “quéte”, A. furioso come O., A. pentito]. Armonia e ironia: A. ha un distacco dagli sconvolgimenti storici del suo tempo, ma è un letterato di corte, e quindi deve piegarsi alle direttive del signore e eseguire anche menzioni “disonorevoli” x 1 intellettuale: la sua arma è l’ironia (v. sopra) satirica sottile e immediata, coinvolge l’universalità della vita umana ma s’indirizza alla corte (cfr. “corte & viaggio di A. sulla luna”: condizionamento reciproco tra arte e potere, tutto è sempre stato una menzogna A. ironizza su questo e guarda con un sorriso scettico persino la sua stessa opera). [cfr. A. & S. Giovanni: la posiz, del letterato di corte]. Paradossi del razionalismo 500esco: il magico è un espediente letterario, e A. gioca su questo carattere: la serietà diventa scherzo & la magia sapere profondo (cfr. TURPINO (cfr. cronache di roncisvalle), emblema della tradizione cavalleresca, invocato come autorità); il F. si presenta come un’opera di fantasia e gioco, dunque metaletteratura; infine, x A. tutta la trad. rischia di diventare un mucchio di “belle favole”, ma comunque sempre esemplare sul piano formale. [cfr. l’Ippogrifo]. Lingua & varianti delle 3 edizioni: dopo 1516, lunga revisione; 1532 (3^), canti 40:46, per avere: – scompensi e + significato, x passare da un’ottica cortigiana a un’ottica europea; revisione linguistica: i suoi modelli sono autori toscani, con le edizioni succ. s’adegua ulteriormente al toscano letterario; PROPOSTA DI BEMBO: tornare al fiorentino 300esco:A. aderisce a B. in maniera personale: corregge tutto ciò che si scosta dalle regole, ma lingua e stile non si irrigidiscono sulle sue norme; A. è guidato anche dal criterio del gusto, oltre che grammaticale; il F. ha anche contribuito alla unificazione linguistica nazionale, anche letteraria, tutta la cultura impegnata di inizi 500 va verso il toscano (: lingua di vasta circolazione); il pubblico si allarga a quello cortigiano & borghese e non solo regionale: 1^ opera x l’ITA dell’età moderna. La ricezione: il F., espress. di un classicismo libero e sperimentale, precede il diffondersi dell’aristotelismo in ITA. I critici del F.: DeSanctis: “disprezza” l’opera di A., xché non è un’opera omogenea, la vede come superamento della civiltà medievale, considera il F. in modo – xché lo considera un’opera di forma, senza contenuto e rappresenta l’incapacità dell’intellettuale italiano ad affrontare la storia e la società a lui contemporanee; disimpegno dell’A. contrapposto all’impegno di Machiavelli; Croce: il F. deve essere valutato come la rappresentazione di un mondo in sé concluso e dov’è presente il dominio dell’arte; in tal modo il F. diventa simbolo della Poesia e una specie di manifesto della propria estetica.
PERCORSI ARIOSTO
Labirinto temporale e spaziale del F.: la geografia è varia, mobile ed aperta, l’ampiezza di scenari è strettamente collegata al suo versante romanzesco, in cui i cavalieri percorrono distanze illimitate inseguendo il loro oggetto del desiderio; ma il vero spazio dell’azione è una geografia ideale piena di suggestioni simboliche: su tutti domina la selva (emblema del’ “errare” & “errore” dei cavalieri), comunque, tutti i luoghi sono centri temporanei della vicenda scompare la geografia teocentrica medievale e ne compare una mobile con + centri; ma la dimensione temporale è molto meno controllabile: A. conduce //ente storie diverse, è anche il padrone del tempo, ke maneggia come vuole; ==>nessuno trova ciò che cerca, tutti trovano quello ke non cercano. Passione & ragione: bellezza del corpo specchio della nobiltà dell’anima; A. insiste sul tema dell’irrazionalità dell’amore e sulla vanità e il rischio dell’inchiesta amorosa; dietro l’ “errore” c’è la folliafOrlando impazzisce xché eccede l’idealizzazione della donna amata e diviene incapace d’accettare & vedere la realtà; razionalità, follia, vanità della azioni umane sono una cond. diffusa a tutti gli uomini. L’amore~follia: x A. l’amore è follia, tuttavia è il motore, attiva un processo di conoscenza, ke però può portare alla follia; Angelica rappresenta la bellezza eccessiva ke scatena in tutti un desiderio incontrollato, sconvolge l’ordine & mette in crisi l’etica guerriera, la sua realtà s’identifica col desiderio maschile; Alcina rappresenta la sedusione, il sesso, esperienza di formazione x Astolfo & Ruggiero; A., difronte alle donne, lascia aperte le + prospettive ke mette a confronto. La guerra: A. non celebra lo spirito bellico, di cui restano l’ammirazione x le virtù cavalleresche, la generosità, l’onore, la fedeltà al signore:valori tipici del perfetto cortigiano; la guerra è lo scenario di grandi azioni individuali; anche in guerra deve sopravvivere un senso di cortesia; A. pone un abbassamento dei valori della civ. cavalleresca xché è consapevole della loro perdita: il movente delle azioni dei cavalieri è nei sentimenti privati & nell’amore; la guerra del F. è una guerra “ideale”, in genere A. depreca le guerre & l’imbarbarimento della guerra nella sua epoca.
APPUNTI NEOPLATONISMO
1)Nicola Cusano: concetto di infinito come attributo fondamentale di Dio, che non può dare origine a un universo infinito; le cose sono solo contrazioni di Dio, ke compendia in sé posse e esseepossest, poiché la sua attualità è identica alla possibilità di essere tutto, Dio è un infinito che si finitizza; COINCIDENTIA OPPOSITORUM: all’infinito i limiti scompaiono e i contrari coincidono, soprattutto in Dio, di fronte al quale il massimo e il minimo s’annullano nella totale infinità; DOCTA IGNORANTIA: Dio è al di sopra delle nostre capacità conoscitive e la conosc. di dio è D.I.; l’uomo è un microcosmo, partecipe dell’infinito colla sua soggettività; x comprendere il mondo si deve abbandonare la logica tradizionale e giungere con gli studi matematici alla visione dell’infinito (nuova logica).
2)Marsilio Ficino: nella sua dottrina s’armonizzano i motivi classici & cristiani; la religione è concepita come naturale, preesistente a tutte le altre; Cristiani possono considerarsi colore ch’accettarono il principio d’immortalità dell’anima, la trascendenza e la provvidenzialità di Dio (come Platone & Plotino); l’uomo è un microcosmo centro del mondo, creato da Dio che l’ha posto intermediario tra sé e le creature inferiori, può forgiare il proprio destino e abbassarsi o elevarsi; è quasi un artefice libero e sovrano.