La mia sera

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Categoria:Letteratura
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Testo

La mia sera

La poesia “La mia sera” é stata scritta nel 1903 da Giovanni Pascoli ed é tratta dalla raccolta “Canti di Castelvecchio”.
Questa poesia é suddivisa in 5 strofe da 8 versi ciascuna. I versi sono tutti novenari tranne gli ultimi di ogni strofa che cono senari (chiuso sempre dalla parola sera). La rima é alternata e segue lo schema ABCBDEDE; però non tutte le strofe (es: 3°strofa) seguono questo schema.
Le figure retoriche presenti nella poesia sono: metafore (“... tacite stelle...”), onomatopee (“..gre gre di ranelle...”), la sineddoche (“...i nidi...”), ossimori (“..fulmini fragili...”) e la metonimia (“..stanco dolore...”).

Prosa:

L’autore immagina una sera estiva dopo un temporale e descrive le silenziose stelle e i campi, nei quali si sente le ranelle, mentre arriva la pace della sera.(2)Si devono far strada le stelle
fra le nuvole e nel campo si sente il fiumiciattolo singhiozzare e dopo il temporale, arriva l’umida sera.
La tempesta é finita col singhiozzare del ruscello, dei fulmini rimangono le nuvole rosse e dorate nell’ultima sera.
Ora le rondini volano nell’aria e la fame che le assale, prolunga la loro ricerca di cibo che neanche i piccoli non avranno,e neanche l’autore ha avuto la sua felicità, mentre le rondini volano nella limpida sera.
Si sente il suono delle campane, che assomiglia ad una ninna-nanna, e fanno ricordare all’autore la madre, che gliela cantava prima di addormentarsi, sul finir della sera.

Con questa poesia l’autore vuole fare un paragone tra il temporale e la pace della sera, cioè paragona il temporale alla vita travagliata (perdita del padre e della madre) e la sera ad un momento di pace della sua vita.

Esempio



  


  1. gloria

    commento di "la mia sera"