L'Iliade

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura
Download:1253
Data:24.10.2000
Numero di pagine:5
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
iliade_1.zip (Dimensione: 9.49 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_l-iliade.doc     58.5 Kb


Testo

Esaminati attentamente tutti i brani letti in relazione ai caratteri di Ettore ed Achille, descriverli con abbondanza di esempi e citazioni e poi metterli a confronto.
Nell’Iliade, Omero esalta in particolare due personaggi, i principali del racconto, e cioè Achille ed Ettore.
L’Iliade ha inizio con l’ira di Achille, che è quindi il personaggio principale, causata dal furto di Briseide, schiava di Achille ma allo stesso tempo molto apprezzata dal padrone, da parte di Agamennone - … vattene a casa con le tue navi e i tuoi compagni e regna sui Mirmidoni, io non mi curo di te, il tuo sdegno neppure mi sfiora: anzi, ti dirò questo: poiché Febo Apollo reclama Criseide, con la mia nave ed i miei compagni io la rimando; ma Briseide belle guance mi prendo, il tuo premio, io in persona venendo alla tua tenda, affinché tu chiaramente conosca quanto è più forte il mio potere del tuo, e lo sappia chi altro osi parlarmi d pari e confrontarsi con me … -.
Egli era il re dell’eroe in campo di battaglia e quindi aveva tutti i meriti delle vittorie, anche se la maggior parte delle volte grazie l’intervento di Achille, e quindi poteva usufruire della parte più preziosa del bottino, composta da preziosi, cavalli e donne fatte schiave; - … mai io ottengo un premio uguale al tuo quando gli Achei conquistano una città popolosa di Troiani: ma la fatica più grande dell’aspra guerra le mie braccia sostengono. E quando è il momento di dividere per te c’è un premio di gran lunga più prezioso; io invece me ne torno alle navi con un piccolo e caro, dopo la grande fatica a combattere … -.
Questo sopruso genera in Achille un forte sdegno che causa in lui il desiderio di ritirarsi dalla battaglia - … Ma ora me ne torno a Ftia, perché è molto meglio che torni a casa con le concave navi. Certo non penso di stare qui, privo del mio onore, a raccogliere per te abbondanza e ricchezze … -.
Adesso è presente un aspetto un po’ strano di Achille, infatti dopo che Agamennone gli ruba la schiava, prova dolore per la sua perdita, dopodiché ha una pausa di riflessione su come deve agire per rispondere al torto subito da parte di Agamennone, sicuramente con la morte del re se non fosse intervenuta la dea Atena a calmare l’impeto del guerriero - … così disse: soffriva il Pelide a lui il cuore nel petto forte oscillava fra due gesti, o sguainando l’aguzza spada dal fianco o frenare lo sdegno e trattenere l’impulso; mentre questi pensieri volgeva in cuore e già estraeva dal fodero la grande spada, giunse Atena dal cielo: la dea dal bianco braccio la mandava, Era, che entrambi amava e proteggeva: si fermò alle sue spalle, prese per i biondi capelli il Pelide, a lui solo apparendo, nessuno degli altri poteva vederla; fu colpito da stupore Achille, si volse, subito conobbe lei, Pallade Atena: terribili gli occhi splendevano: e a lei volgendosi parole alate le disse: «Perché dunque, figlia di Zeus egìoco, sei giunta? Forse per vedere l’impudenza di Agamennone Atride? Ma questo ti dico e penso si compirà: per la sua arroganza presto perderà la vita». Ma a lui disse la dea dagli occhi azzurri, Atena: «Per placare il tuo sdegno sono giunta, se mai mi ascolterai, dal cielo: Era mi manda, la dea dal bianco braccio che entrambi ama e protegge. Suvvia, fai cessare la contesa, non sguainare la spada: a parole insultalo, quanto vuoi.
Questo infatti ti dico, e questo avrà compimento: un giorno splendidi doni ti saranno offerti, tre volte tanti per questo oltraggio: ma tu trattieniti ed obbediscimi» … -.
Andando avanti nel racconto, Omero mostra un altro aspetto della personalità di Achille oltre alle altre caratteristiche dell’eroe, cioè freddezza e la mancanza di paura, ed è l’intensa amicizia con il suo compagno Patroclo.
In questa scena inizialmente c’è la preoccupazione di Achille dato che vede entrare nella sua tenda l’amico piangente -… «Perché piangi, o Patroclo come una bimba, piccola, che corre dalla madre per essere presa in braccio, le prende la veste e non la lascia camminare, ma piangendo la guarda dal basso, perché la prenda in braccio: a lei assomigli, Patroclo, versando tenere lacrime … -. Dopo la spiegazione dei fatti da parte di Patroclo, Achille non accetta di ritornare a combattere, ma concede a Patroclo di indossare le sue armi, ma lo prega di non affrontare duelli poiché potrebbe privarlo della gloria che era molto importante per Achille che era l’eroe per eccellenza.
In un approfondimento del libro, viene sottolineata e descritta ampiamente l’amicizia di tipo eroico tra Achille e Patroclo.
Più in là nel racconto, Omero sottolinea un’ennesima caratteristica della personalità del personaggio Achille. Questa è presente nell’incontro tra Achille e Priamo.
Dopo che l’eroe acheo uccide brutalmente Ettore, il padre Priamo, supplice richiede il corpo del figlio per consentirgli un funerale precedentemente negato.
Qui Achille si commuove all’udire il discorso di Priamo che lo porta al ricordo del padre tanto amato, ma tristemente lontano - … Ricordi di tuo padre, Achille, simile agli dei, che ha la mia età, è al limite doloroso della vecchiaia: e coloro che gli vivono vicino standogli attorno lo tormentano, e non c’è chi gli tenga lontana pena e rovina . Eppure egli, sentendo che tu sei vivo, si rallegra in cuore, poiché spera ogni giorno di vedere il figlio di tornare a Troia … Così disse, e ad Achille nacquero lacrime tristi per il padre … -; così intenerito riconsegna il corpo di Ettore a Priamo.
Quasi da antagonista ad Achille funge Ettore, eroe molto più umano del primo, ma che ha sulle spalle il dovere di proteggere la propria città, differentemente da Achille; e proprio il suo senso del dovere per la battaglia viene espresso nell’incontro con la madre - … non offrirmi il vino delizioso, madre veneranda, che mi privi del vigore e mi faccia dimenticare la lotta … -.
In opposizione all’obbligo di partecipare ai combattimenti di Ettore è il desiderio della moglie Andromaca di averlo vicino a lei ed al suo figlio Astianatte, soprannominato dal padre Scamandrio - …Ettore, ora tu sei per me padre e madre, fratello, e sposo, nel fiore delle forze: abbi compassione, resta qui sulla torre, non rendere orfano il bimbo e vedova la sposa … - .
In questo incontro è presente il volto umano dell’eroe che all’incontro con la famiglia si lascia andare in un insieme di emozioni, dall’amore per la moglie e il figlio alla preoccupazione per il loro triste futuro.
In ogni caso il suo imperativo è combattere contro gli Achei e proteggere la città di Troia, ed è proprio questo suo ineccepibile senso del dovere che lo ucciderà.
Se mettiamo a confronto i due personaggi possiamo notare sia parecchie differenze che altrettanti aspetti uguali. Tutti e due sono eroi, forti nel fisico e nell’arte del combattere, ma i motivi per cui sono in guerra sono diversi: infatti Achille è entrato completamente in guerra causa l’uccisione del suo più caro amico Patroclo, mentre Ettore combatte per puro dovere, quello di difendere Troia.
I due personaggi sono differenti anche nelle emozioni, infatti Achille è l’eroe che non ha paura di niente ed è sempre pronto a lottare, mentre Ettore in certe occasioni prova anche terrore ed in particolare nello scontro diretto con l’eroe Acheo: « … Un tremito di terrore assalì Ettore, non appena lo vide: non poté più sopportare di stare ad attendere, dietro le spalle si lasciò le porte, corse atterrito: si agguantò ad inseguirlo il Pelide, sicuro dei rapidi piedi … ».
Personalmente apprezzo più la figura di Achille che quella di Ettore, anche se più spietato e disumano dell’altro, per il semplice motivo che ha subito un’ingiustizia e ciò nonostante è riuscito a controllare il proprio impulso guerriero e secondo me si è giustamente limitato a fare da spettatore alla carneficina che si stava svolgendo sotto le porte di Ilio senza portare aiuto all’odiato ma sempre compagno Agamennone.

Esempio