Frate Cipolla (Giovanni Boccaccio, "Decameron")

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Testo

Frate Cipolla (Giovanni Boccaccio, ‘Decameron’ 6ag,10an)
I Personaggi
Nella sesta giornata del Decameron, il coi teme è “moti di spirito e battute che liberano qualcuno dall’imbarazzo”, si svolge forse la più famosa delle novelle presenti nell’opera maggiore del Boccaccio, quella di Frate Cipolla. I personaggi presenti in questa novella sono, oltre al frate stesso, Guccio Imbratta, Giovanni, Biagio e i cittadini di Certaldo. Frate Cipolla è un predicatore intelligente ed esperto dell’ordine di S.Antonio che, come si narrava fosse tipico dei suoi simili, spacciava false reliquie per attirare la fede della gente più ignorante. Egli si reca di villaggio in villaggio per raccogliere, in cambio delle visione di reliquie divine, soldi o qualsiasi cosa utile da portare al monastero. E’ una persona intelligente che lo stesso Boccaccio in qualche modo stima paragonandolo (forse un po’ ironicamente) ai due dei più grandi oratori Romani : Cicerone e Quintiliano. Con un discorso pieno di doppi sensi, toni solenni sacri convince gli abitanti dei villaggi a fare ingenti offerte, in proporzione alla loro produzione, per contribuire al sostentamento dei frati di cui Cipolla fa da ambasciatore. La situazione di imbarazzo per il frate viene creata da due giovani Giovanni e Biagio che non credendo alle predicazioni dello spacciatore di reliquie decidono, dopo aver distratto il servitore Guccio imbratta, di rubare la presunta penna dell’arcangelo Gabriele che il frate affermava di avere con se. Questi due personaggi (che in realtà sono solo uno) sono la chiave della novella: senza di loro la situazione di imbarazzo non si sarebbe venuta a formare. Non sono costantemente presenti nelle novella ma la loro beffa è come una sorta di velo che avvolge il corpo della novella stessa. Anche il servitore Guccio ha un ruolo simile, infatti, essendo dovuto essere a guardia delle presunte reliquie del frate, avrebbe potuto evitare la beffa, invece egli aveva un debole per qualsiasi donna, bella o brutta che fosse. Questo vizio gli è costato molto caro perché i due giovani, approfittando del suo ‘impegno’ con una signora, rubano la penna dell’angelo costringendo il frate a far uso di tutto il suo ingegno retorico per levarsi da una situazione alquanto imbarazzante davanti a tutta la comunità cittadina riunitasi per vedere la penna sacra. Il popolo appunto, forse il personaggio più importante di tutta la novella. E su di lui che cause ed effetti si ripercuotono o si potrebbero ripercuotere. Il popolo ignorante e credulone è il bersaglio di frate Cipolla e anche una delle cause che lo obbligano al suo capolavoro di retorica e inventiva che è l’orazione finale. E’ sempre il popolo da cui il frate deve ottenere le offerte.
Infine, bisogna rilevare che tutti i personaggi non hanno un ruolo fine a se stesso ma ogni parte si intreccia con l’altra formando un legame inscindibile, inseparabile da quello di qualsiasi altro personaggio.

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