Dal Decameron di Boccaccio: Lisabetta da Messina

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Categoria:Letteratura

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Testo

Dal "Decameron" di Giovanni Boccaccio
Giornata IV, Novella V,

Lisabetta da Messina

La protagonista di questa novella è Elisabetta, una giovane e bella ragazza, che viveva a Messina insieme ai suoi tre fratelli, mercanti di professione; questa, predisposta dal bell'aspetto e dall'età, presto s'innamorò di un aiutante dei fratelli di nome Lorenzo, il quale dimostrò subito di contraccambiare i sentimenti della giovane.
Una sera uno dei tre fratelli scoprì casualmente la tresca tra i due ragazzi e, quando la mattina seguente ne parlò con gli altri, tutti insieme decisero di far finta di non sapere nulla, almeno finché non avessero eliminato definitivamente colui che rappresentava un'onta per la sorella e per tutta la famiglia.
Così un giorno i tre condussero con l'inganno Lorenzo fuori città, l'uccisero e poi lo seppellirono; tornati in città dissero di averlo mandato lontano per portare a termine alcuni affari, e visto che erano soliti farlo, furono facilmente creduti.
Elisabetta, vedendo che Lorenzo non tornava, cominciò a chiedere sue notizie ai fratelli in maniera sempre più insistente, finché una notte lui le apparve in sogno: le disse che quei tre lo avevano ucciso, perciò che lei non lo aspettasse oltre, le disegnò il luogo in cui era sepolto e poi scomparve.
Il giorno seguente, senza avere il coraggio di affrontare i fratelli, si diresse verso il luogo che Lorenzo le aveva indicato in sogno e trovato il corpo, sapendo di non potergli dare degna sepoltura, ne tagliò il capo che portò con sé.
Arrivata casa mise la testa dell'amato in un vaso, riempì questo di terra e vi piantò numerosi rami di basilico salernitano, che da quel giorno in poi spesso innaffiò con le proprie lacrime; questa sua ossessione per quel vaso di basilico fu notata da alcuni vicini, i quali informarono i tre fratelli che, dopo aver più volte rimproverato la ragazza, decisero di sottrarle il vaso.
Come si rese conto della privazione Elisabetta fu colpita da infermità, cosa che sorprese i tre fratelli a tal punto che essi vollero capire cosa avesse di tanto speciale questo vaso: subito trovarono sul suo fondo i resti della testa di Lorenzo, e per paura che questo fatto si venisse a sapere, trasferirono tutti i propri affari a Napoli.
Nel giro di poco tempo, Elisabetta morì continuando a domandare del vaso, e con lei morì il suo grande amore.

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