Analisi de "La banalità del bene"

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Data:05.10.2001
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Testo

Scheda di analisi “ La banalità del bene “

Titolo: La banalità del bene
Autore: Enrico Deaglio

Riassunto della trama:
Il racconto narra della vita di Giorgio Perlasca durante la seconda guerra mondiale e di tutti i personaggi coinvolti in questa vita. L’autore infatti descrive l’ intervista avuta con il protagonista e i fatti narrati a lui da Perlasca. Vengono narrate le vicissitudini avute dal protagonista presso l’ambasciata spagnola a Budapest, è qui, infatti, che Perlasca si sostituirà al console spagnolo tramite vari inganni, per garantire la sopravvivenza della popolazione ebraica del paese, seriamente minacciata dal regime nazista istauratesi a quel tempo.
Perlasca infatti privo di reali appoggi politici riuscì aiutato da poche persone a mantenere in condizioni “ umane “ gli ebrei del luogo, limitandone le deportazioni e uccisioni, anche quando i nazisti invaderanno la città, tutto ciò grazie a false promesse ai militari tedeschi e a una buona dose di fortuna e amicizie.
Tutto ciò sarà poi dimenticato dalle autorità italiane che solo in un secondo momento, dopo la consegna di svariate onorificenze donate a Perlasca in tutto il mondo, lo ringrazieranno con un breve colloquio con il presidente della repubblica.

Focalizzazione:
La focalizzazione risulta essere zero quando l’autore narra delle vicende accadute e descrive l’intervista al protagonista, mentre la focalizzazione è interna quando è lo stesso Perlasca a narrare i fatti.

Durata:
Nel racconto prevale notevolmente il tempo della storia sul tempo del discorso, eccetto nei punti in cui si hanno delle riflessioni in cui il tempo della storia si azzera o quando i due tempi si corrispondono ossia nei dialoghi.
- “ Nell’ aprile del 1943…prima “ ( p.45 ) TS > TD
- “ E lei che cosa sapeva? “ > (p.33) TS = TD
- “ Giorgio Perlasca è un bel…..Riccardo. “ (p.19) TS = 0
Lessico:
Nel testo il registro di medio livello non presenta terminologie specifiche, a parte alcune espressioni tipiche d’altre lingue.

Sintassi:
La costruzione paratattica caratterizza il testo e con essa il discorso di tipo indiretto, i periodi se pur lunghi vengono alleggeriti dall’abbondante uso di punti.

Uso della punteggiatura:
L’autore usa notevolmente sia i punti sia le virgole per rendere la narrazione più scorrevole e dinamica, inoltre le parole straniere o particolari nomi richiedono l’uso delle virgolette.

Figure retoriche:
Non ne sono state trovate, anche se probabilmente potrebbe essermi sfuggito qualche paragone.

Temi e motivi affrontati nel libro:
Il libro riporta dal profilo storico la condizione della popolazione ebraica durante la persecuzione nazista e ancor meglio la popolazione ebraica ungherese di cui non vi sono moltissime fonti. Dal profilo umano l’autore racconta di quanto peso possa aver avuto la solidarietà di un uomo verso i propri simili, durante una situazione drammatica quale la guerra.

Idee espresse - messaggi:
Il titolo stesso dell’opera introduce il concetto principale che sorregge le azioni del protagonista e quindi tutto il libro, in altre parole che con la volontà è possibile fare del bene anche con semplicissimi espedienti, l’importante è crederci e volerlo realmente.

Giudizio critico:
Personalmente ho trovato la lettura del libro scorrevole, anche se in molti tratti vi erano ripetizioni di concetti o avvenimenti già trattati. Inoltre credo che l’essenzialità del messaggio del libro riesca a colpire a fondo il lettore, poiché chiama in causa un valore come la solidarietà che sembra poco presente nella società moderna. Proprio per questa mancanza d’obbligo domandarsi quante persone oggi avrebbero fatto lo stesso nei panni del protagonista.

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