Interpretazione del rendiconto finanziario

Materie:Appunti
Categoria:Economia Aziendale

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Testo

INTERPRETAZIONE DEL RENDICONTO FINANAZIARIO DELLE VARIAZIONI DI CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
Prima di interpretare tale rendiconto è necessario procedere ad una percentualizzazione del prospetto dimostrativo delle fonti e degli impieghi.
A tale scopo viene posto pari a 100 l’importo totale più alto, cioè il totale delle fonti, in caso di aumento del CCN, o il totale degli impieghi, in caso di diminuzione del CCN.
L’interpretazione, poi , si scompone in n° 5 fasi:
1) analisi delle fonti
2) analisi degli impieghi
3) analisi della correlazione fra fonti e impieghi
4) analisi del segno e dell’importo delle variazioni nelle attività a breve e nelle passività a breve
5) confronto fra variazioni nelle attività correnti e variazioni nelle passività correnti.
Le prime tre indagini si effettuano prendendo in considerazione la sezione I del rendiconto, mentre le ultime due attingono informazioni dalla sezione II dello stesso.
SEZIONE I
1)Analisi delle fonti
-Innanzitutto si verifica la consistenza della fonte interna prodotta dalla gestione reddituale , rispetto alle fonti esterne provenienti dalla gestione patrimoniale: se la prima fornisce un contributo consistente ( maggiore del 25%-30% del totale delle fonti) verrà espresso un giudizio positivo.
-Successivamente si determina il totale delle fonti interne ,aggiungendo all’autofinanziamento la fonte derivante dalla cessione di immobilizzazioni . Normalmente il ricavato derivante dalla vendita delle attività fisse è destinato solo al rinnovo delle strutture tecnico produttive.
-Infine si suddividono le rimanenti fonti, che sono esterne e provengono dal capitale permanente, in fonti a titolo di capitale di credito e fonti a titolo di capitale proprio, allo scopo di verificare se l’azienda ha diminuito o meno la propria dipendenza finanziaria da terzi.
Nel primo caso viene espresso un giudizio positivo, mentre nel secondo negativo, a meno che l’aumento del grado di indebitamento sia motivato dal desiderio di aumentare la redditività del capitale proprio, in condizioni di leva finanziaria positiva,e non pregiudichi la solidità dell’impresa legata ad un valore accettabile della dipendenza finanziaria da terzi.
2) Analisi degli impieghi
E’ necessario determinare la consistenza degli impieghi derivanti dagli aumenti di immobilizzazioni ,per verificare lo scopo degli investimenti in esame:
a) se tali impieghi sono nettamente prevalenti rispetto agli altri ( maggiori del 60% del totale impieghi ), segnalano processi di innovazione, sviluppo e riorganizzazione tecnico-produttiva, in quanto sono stati effettuati per incrementare la capacità produttiva.
b) Se, al contrario, gli investimenti in immobilizzazioni non prevalgono rispetto agli altri impieghi, rientrano nella normale politica di rinnovo della struttura tecnico- produttiva.
3) Analisi della correlazione fra fonti e impieghi
a)Innanzitutto si verifica che gli impieghi derivanti dal rimborso dei debiti a medio-lungo termine e dal pagamento dei dividendi siano finanziati interamente dalla fonte interna originata dalla gestione reddituale .
L’eventuale eccedenza dell’autofinanziamento non assorbita da tali impieghi è stata
destinata, unitamente alla fonte interna derivante dalla dismissione di immobilizzazioni, all’acquisizione di nuovi beni strumentali.
b)Successivamente si verifica che l’ammontare degli impieghi in attività fisse siano stati correttamente finanziati dall’eventuale eccedenza di fonti interne, in caso di semplice rinnovo della struttura tecnico-produttiva esistente, con l’aggiunta delle fonti esterne a titolo di capitale permanente, in caso di ampliamento della capacità produttiva.
Per poter esprimere un giudizio positivo sulla correlazione fra fonti e impieghi è necessario che gli investimenti in immobilizzazioni siano stati interamente coperti da fonti interne e/o esterne a titolo di capitale permanente.
In tal caso si è verificato un aumento di CCN di ammontare pari all’eccedenza delle fonti esterne a titolo di capitale permanente non assorbite dall’ acquisizione di immobilizzazioni.
Quando, invece, gli investimenti in beni strumentali sono stati finanziati con fonti non compatibili, perché derivanti dall’indebitamento a breve,si esprime un giudizio negativo sulla correlazione fra fonti e impieghi.
In tal caso si è verificato un decremento del CCN ,di un importo pari alla differenza fra impieghi e fonti,a causa di una prevalenza dell’aumento delle passività correnti rispetto alla diminuzione delle attività correnti.
L’analisi della sezione II completa, pertanto , quella della sezione I ,che ora si conclude.
Sezione II
4)Analisi del segno e dell’importo delle variazioni nelle attività e nelle passività a breve
L’analisi dell’ammontare e del segno delle variazioni negli elementi che fanno parte del patrimonio circolante netto fornisce informazioni utili ad individuare le cause algebriche dell’incremento o decremento di capitale circolante netto.
In particolare gli elementi del CCN subiscono variazioni positive e negative:

a)sono variazioni positive degli elementi del capitale circolante netto l’aumento delle attività correnti e la diminuzione di passività correnti .
b)Sono variazioni negative degli elementi del capitale circolante netto la diminuzione di attività correnti e l’aumento di passività correnti.
Se le variazioni positive superano quelle negative, il capitale circolante netto aumenta per la differenza.
Viceversa il capitale circolante netto diminuisce quando le variazioni negative sono maggiori di quelle positive.
VARIAZIONI NEGLI ELEMENTI DEL CCN
POSITIVE NEGATIVE
Aumento di diminuzione di aumento di diminuzione di
Attività passività passività attività
Correnti correnti correnti correnti

VARIAZIONI POSITIVE - VARIAZIONI NEGATIVE =
SE > ZERO = INCREMENTO PCN SE < ZERO = DECREMENTO PCN
5) Confronto fra le variazioni nelle attività correnti e le variazioni nelle passività correnti
Confrontare le suddette variazioni consente di esprimere un giudizio , positivo o negativo ,sull’incremento o decremento del capitale circolante netto.
In particolare un incremento di CCN ( = variazioni positive – variazioni negative) è giudicato bene se le variazioni positive, maggiori, presentano le seguenti caratteristiche:
a) la diminuzione di passività correnti è superiore all’aumento di attività correnti, in modo da provocare un decremento del grado di dipendenza finanziaria da terzi.
b)Pur essendo aumentate le attività correnti in misura maggiore rispetto alla diminuzione delle passività correnti ,l’incremento delle liquidità immediate supera quello delle scorte di magazzino e dei crediti a breve .
c)Pur essendo aumentate le scorte ed i crediti a breve di un importo maggiore delle liquidità immediate, siamo in presenza di un processo di consistente ampliamento delle dimensioni e della capacità produttiva dell’impresa, originato dalla necessità di soddisfare la crescente domanda di mercato, come testimoniato dai consistenti investimenti in beni strumentali, risultanti dalla sezione I, negli impieghi, del rendiconto finanziario.
Negli altri casi in cui l’incremento di capitale circolante netto è dovuto in prevalenza all’aumento di attività correnti rappresentate da rimanenze e crediti a breve , in assenza del descritto processo di ampliamento , l’impresa non riesce e vendere i beni in magazzino per una contrazione della domanda di mercato e/o fatica a riscuotere i crediti verso la propria clientela. Pertanto l’incremento di CCN viene giudicato negativamente.
Analogamente un decremento di CCN (= variazioni negative – variazione positive) consentirà di esprimere giudizi differenti, in relazione alle caratteristiche delle più consistenti variazioni negative, che l’ hanno provocata:
a) un giudizio negativo, se l’aumento di passività correnti è maggiore della diminuzione di attività correnti, con un conseguente peggioramento del grado di indebitamento.
b) Un giudizio positivo, se la diminuzione di attività correnti prevale sull’aumento di passività correnti, in modo da evidenziare facilità di vendita delle scorte di magazzino , di riscossione dei crediti di regolamento ed il successivo veloce reimpiego della liquidità ottenuta negli investimenti destinati ad avviare un nuovo ciclo produttivo.

CONCLUSIONI
Le condizioni che impongono all’analista un giudizio negativo sulla dinamica finanziaria d’impresa sono le seguenti :
1) Indipendentemente dal segno della variazione di capitale circolante netto e quindi sia nell’ipotesi che questo sia aumentato sia in quella di una sua diminuzione, la sezione I del rendiconto evidenzia:

- una prevalenza di fonti esterne rispetto a quelle interne
- una prevalenza di fonti esterne a titolo di capitale di terzi rispetto alle fonti esterne a titolo di capitale proprio
- l’incapacità della gestione reddituale di finanziare il rimborso di debiti a medio lungo termine ed il pagamento di dividendi

2) Nel caso di incremento del capitale circolante netto :
a) la sezione I del rendiconto non può segnalare altri squilibri, perché
la correlazione fra investimenti e finanziamenti non può che essere giudicata positivamente, in quanto l’incremento di CCN assicura la copertura degli investimenti in attività fisse con fonti compatibili (fonti interne o esterne a titolo di capitale permanente).
b) La sezione II del rendiconto evidenzia, in assenza di un processo di
ampliamento della capacità produttiva, una prevalenza dell’incremento di scorte e crediti a breve rispetto sia all’incremento di liquidità immediate che alla diminuzione di passività correnti.
3) Nel caso di decremento del capitale circolante netto :
a) la sezione I del rendiconto evidenzia la copertura di investimenti immobilizzati con fonti di finanziamento esterne a titolo di capitale di terzi a breve scadenza, perché le fonti interne non assorbite dal rimborso di debiti a medio lungo termine e dal pagamento di dividendi e/o le fonti esterne a titolo di capitale permanente non sono state sufficienti a finanziare l’incremento di immobilizzazioni.

b) La sezione II del rendiconto evidenzia un aumento di passività correnti maggiore della diminuzione di attività correnti con conseguente aumento della dipendenza finanziaria da terzi.
Comunque nei casi sopra descritti , prima di convalidare la negatività del giudizio è necessario completare le informazioni fornite dal rendiconto finanziario con quelle derivanti dal calcolo di appropriati indici di bilancio:
In particolare :

1) quando la negatività del giudizio dipende dal peggioramento del grado di indebitamento , è necessario verificare che la dipendenza finanziaria da terzi superi la soglia di accettabilità e/o che l’impresa si trovi in condizioni di leva finanziaria negativa o nulla.
2) Quando la negatività del giudizio dipende dal finanziamento di investimenti immobilizzati con passività correnti , è necessario verificare che l’indice di copertura delle immobilizzazioni scenda al di sotto dell’unità. In tal caso l’utilizzo di fonti di finanziamento inadeguate pregiudica la correlazione fra investimenti e finanziamenti, con gravi conseguenze sulla solvibilità dell’impresa e quindi sulla sua solidità , intesa come capacità di perdurare nel tempo.

3) Quando la negatività del giudizio dipende dall’elevato valore dell’incremento delle scorte e dei crediti di regolamento, in assenza di un processo di ampliamento della capacità produttiva, è necessario calcolare gli indici di rotazione delle scorte e dei crediti stessi, allo scopo di ottenere conferme sulla difficoltà dell’impresa di vendere i beni in magazzino e/o di riscuotere i crediti verso la clientela.
Qualora , al verificarsi delle circostanze indicate ai punti 1), 2), 3) ,gli indici sopra indicati assumano valori non accettabili, vale a dire:
- CT/CP > 2 e/o ROI < ROD nel caso 1)
- CAPITALE PERMENENTE/ IMMOBILIZZAZIONI < 1 nel caso 2)
- VENDITE/ SCORTE e VENDITE + IVA / CREDITI V/CLIENTI bassi nel caso 3)
L’analista di bilancio potrà esprimere un giudizio negativo sulla dinamica finanziaria d’impresa.

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