Se non ora, quando? - Primo Levi

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura Italiana

Voto:

2 (2)
Download:1074
Data:08.06.2007
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
se-non-ora-quando-primo-levi_1.zip (Dimensione: 4.24 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_se-non-ora,-quando--primo-levi.doc     22.5 Kb


Testo

Chiara Cuminatto VA
Recensione di “ Se non ora, quando?”

Nel 1982 viene pubblicato “Se non ora quando”, primo vero grande romanzo di Primo Levi, considerando i precedenti come esclusive testimonianze di esperienze personali dell’autore: questo è un racconto realistico, ma solo ispirato a episodi reali, modificati e comunque non vissuti da Levi.
Ottiene subito un grande successo che lo porta a vincere premi importanti come quello di Viareggio o il Campiello.
“Se non ora quando” viene scritto molti anni dopo la fine della II guerra mondiale, ma il tema bellico non smette mai di accompagnare la vita dell’autore, il quale s’interessa costantemente della cronaca e dei conflitti di vari paesi. Questo contribuisce sicuramente alla stesura di un romanzo che, trattando di fatti avvenuti anni prima, riporta la storia narrata arricchita da uno spirito critico e un’attenzione ai particolari tipica di uno scrittore abituato a vivere quotidianamente a contatto con episodi simili e situazioni analoghe.
In 12 capitoli si articola la storia di Mendel, un soldato ebreo dell’Armata Rossa che vive una vita intensa e tesa; è una storia immaginata, come dice lo stesso autore nel breve commento in fondo al libro; tutti i personaggi, tranne la ragazza pilota, sono inventati, ma con uno sfondo di fatti reali diviene un esempio possibile di testimonianza: un ebreo sotto il regime nazista.
Il narratore è esterno e racconta l’intera vicenda con un linguaggio molto accessibile, tipico di Primo Levi.
Abbastanza descrittivo e molto narrativo, questo romanzo è intriso di numerosi dialoghi tra i molti personaggio presenti, cosa che lo rende ancora più coinvolgente e vivo.

Giudizio Personale

“Maria, non partorire in Polonia, se non vuoi vedere tuo figlio inchiodato sulla croce appena nato”.
E’ una delle frasi che mi colpito di più in questo libro ricco di espressioni particolari.
Nel romanzo è il protagonista a trovare queste parole scarabocchiate che racchiudono il sentimento di ostilità, comune a molti, che viene commentato da un altro personaggio come un pensiero adatto ad ogni tempo, ritenendo di poca importanza la data di stesura.
Trovo che Levi, in questo libro, più che in altri, mostri come più persone, con storie diverse, vivano le stesse emozioni e provino gli stessi sentimenti, nel momento in cui si trovano accomunati da una sorte tragica.
Negli altri scritti che ho letto dello stesso autore, risaltava giustamente l’aspetto autobiografico essendo testimonianze personali, mettendo in luce quasi esclusivamente il singolo personaggio e la propria storia, sorvolando invece sui pensieri altrui.
Qui il narratore è esterno e, pur essendoci un protagonista, i personaggi sono visti nell’insieme: è narrata la vicenda di uno, ma può essere quella di chiunque abbia sopportato l’oppressione nazista. Lo stesso Mendel se ne rende conto: si accorge della vicinanza tra ciò che dice Edek e ciò che pensa lui stesso, gli sembra quasi che l’amico riesca a leggergli nel pensiero, ma riflettendo si rende conto proprio che sono molto più vicini di quanto possa sembrare all’apparenza. Stanno vivendo qualcosa in comune e con loro molti altri. Levi esplicita tutto questo con una frase che fa pronunciare allo stesso Mendel:
“Due buoni orologi segnano la stessa ora, anche se sono di marche diverse. Basta che partano insieme”.
È un libro appassionante, fa riflettere e, per certi versi, lo trovo più stimolante, per un’analisi, rispetto ad altri testi, anche di Levi stesso, totalmente reali ed affidabili storicamente sotto ogni punto di vista.

Esempio