"Se questo è un uomo" di Primo Levi

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale
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Testo

Shedatura appartenente a: Michela Simoncini.
Autore: Primo Levi (Torino 1919-1987), romanziere, saggista e poeta italiano. Studiò chimica all'università di Torino dal 1939 al 1941 e successivamente, mentre lavorava come ricercatore chimico a Milano, decise di unirsi a un gruppo di resistenza ebraica formatosi in seguito all'intervento tedesco nel Nord d'Italia nel 1943. Catturato e deportato al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, sopravvisse perché impiegato in attività di laboratorio. Riprese il suo lavoro come chimico industriale nel 1946, ma si ritirò nel 1974, per dedicarsi interamente alla scrittura. I profondi strascichi psicologici dell'internamento nel campo di sterminio furono probabilmente la causa del suo suicidio, avvenuto nel 1987.
Tra i numerosi libri di Primo Levi sono fondamentali “Se questo è un uomo” (1947), che racconta delle condizioni di vita dei deportati di Auschwitz; “La tregua” (1958), che descrive il lungo viaggio verso casa attraverso la Polonia e la Russia dei sopravvissuti ai campi di sterminio; “Il sistema periodico” (1975), una serie di storie, spesso di ispirazione autobiografica, intitolate col nome degli elementi chimici intese come metafore di tipi umani; “Se non ora, quando?” (1982), con cui ritorna sulla tematica della guerra e dell'ebraismo. Fra le altre sue opere sono i racconti di “Storie naturali” (1963), “Vizio di forma “ (1971) e “Lilít e altri racconti “ (1981); le poesie dell' “Osteria di Brema” (1975) e “Ad ora incerta” (1984); i romanzi “La chiave a stella” (1978) e “I sommersi e i salvati” (1986); i saggi dell' “altrui mestiere” (1985). Da “La Tregua” ha tratto un film Francesco Rosi nel 1997.
Editore: Einaudi.
Data di pubblicazione: La casa editrice Einaudi accolse quest’opera nei suoi “Saggi” nel 1958.
Periodo storico in cui si svolgono i fatti : I fatti si svolgono tra il 1944 e il 1945, durante la seconda Guerra Mondiale iniziata nel 1939 con l'invasione della Polonia da parte della Germania nazista. In risposta all'aggressione, Francia e Inghilterra dichiararono guerra ai tedeschi e il conflitto si estese fino a interessare molti paesi e aree geografiche del pianeta. Più che in qualsiasi altra guerra precedente, il coinvolgimento delle nazioni partecipanti fu totale e l'evento bellico interessò in modo drammaticamente massiccio anche le popolazioni civili. La sua conclusione nel 1945 segnò l'avvento di un nuovo ordine mondiale incentrato sulle due superpotenze vincitrici, gli Stati Uniti d'America (USA) e l'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS).
Ambiente geografico (descrizione): In Germania i nazisti, non appena si insediarono al potere, il 30 gennaio 1933, istituirono i Konzentrazionslager (o KZ), dove la polizia politica, la Gestapo, rinchiuse oppositori politici – comunisti, socialisti, "dissidenti religiosi", testimoni di Geova, cattolici – ed ebrei. Inoltre la polizia criminale, nota con il nome di Kripo, operò arresti preventivi di persone con precedenti penali, di zingari, omosessuali, disabili, prostitute e di tutti coloro che a vario titolo vennero considerati "asociali". I campi furono gestiti dalle SS (Schutzstaffel o unità di protezione) con una brutale e severissima disciplina militare.
Nella seconda metà degli anni Trenta campi di concentramento e sterminio furono insediati a Dachau, Auschwitz-Birkenau, Sachsenhausen, Buchenwald, Flossenbürg, Mauthausen e Ravensbrück, che fu un campo esclusivamente femminile. Nel 1939 gli internati erano 25.000. Durante la seconda guerra mondiale vennero costruiti molti altri campi, alcuni dei quali anche in Polonia e in Serbia, dove finirono ebrei, prigionieri di guerra sovietici e partigiani. Gli internati erano costretti ai lavori forzati e coloro che non resistevano venivano eliminati. Molti prigionieri vennero impiegati come cavie in sperimentazioni scientifiche e mediche. A partire dal 1942 in questi campi si attuò la "soluzione finale", che aveva come scopo l'annientamento delle opposizioni e delle "razze inferiori". Nei campi tedeschi trovarono la morte circa 11 milioni di persone, tra cui più di 6 milioni di ebrei.
Contenuto dell’opera (sintesi): Nel 1943 Primo Levi, protagonista del suo racconto autobiografico, prende parte ad un gruppo di partigiani attivo in Val D’Aosta, ma il 13 dicembre viene arrestato presso Brusson, con altri compagni, a causa di una spiata. Levi viene mandato nel campo di concentramento di Carpi – Fossoli (che, come si intuisce dal nome si trovava in Italia). Nel 1944, a febbraio, i tedeschi cominciarono ad occuparsi del campo in cui era internato Primo (che conteneva circa seicento ebrei come lui) e, per mezzo di vagoni merci, mandarono tutte le persone di religione ebraica ad Auschwitz. Il viaggio durò cinque giorni, in ogni vagone era ammassata, senza pietà né viveri, una grande quantità di persone: uomini, donne, anziani e bambini. All’arrivo gli uomini vennero separati dal resto del grande gruppo. Giunto al campo, Levi venne fatto entrare, con gli altri sventurati, in una stanza, per poi passare ad altre, dove venne rasato, depilato, fatto lavare, sottoposto alla disinfezione. Dovette consegnare alle autorità del Lager tutto ciò che era in suo possesso (l’orologio, i vestiti, le scarpe…): il campo gli avrebbe fornito le calzature e gli abiti. Gli internati furono ribattezzati con un numero tatuato sul braccio sinistro. La penuria di cibo, di acqua, il freddo e l’assoluta mancanza di calore umano rendevano la vita dei prigionieri completamente vuota ma, allo stesso tempo, occupavano le loro menti come una ossessione continua e senza fine e riuscivano a distrarli dalla loro immensa infelicità, a tal punto che, nel campo, rarissimi erano i suicidi. Levi ha sempre sostenuto di essere riuscito a sopravvivere a causa di una buona dose di fortuna, inoltre, nel 1944, il governo tedesco stabilì di aumentare la vita media degli internati per impiegarli come manodopera. Primo, durante la sua permanenza ad Auschwitz, fu ricoverato in Ka – Be (l’ospedale) una volta poco dopo il suo arrivo, a causa di una ferita al piede, successivamente poiché si era ammalato di scarlattina, proprio quando i russi si stavano avvicinando e i tedeschi furono costretti ad evacuare il campo, abbandonando i malati. I rimanenti prigionieri furono deportati nuovamente in altri campi, ma pochi riuscirono a sopravvivere.
Ambiente sociale dei personaggi: Le persone, di qualsiasi estrazione sociale, venivano internate nei campi di concentramento, appositamente costruiti per eliminare le vittime deportate dai ghetti ebrei. Bambini, vecchi e tutti gli inabili al lavoro venivano condotti direttamente nelle camere a gas; gli altri invece erano sfruttati per un certo periodo in officine private o interne ai campi e poi eliminati.
Al termine della guerra, nell'olocausto (il cui termine è utilizzato per indicare il grande sterminio) avevano trovato la morte milioni di ebrei, ma non solo, anche slavi, zingari, omosessuali, testimoni di Geova e comunisti.
Analisi dei personaggi:
 Principali: Primo Levi.
 I secondari più interessanti: Alberto; il migliore amico di Primo; Jean, il più piccolo del Kommando chimico; Elias, un uomo fortissimo ed altrettanto brutto; Charles ed Athur, due francesi che collaborarono con Levi (durante i dieci giorni dopo l’evacuazione dei tedeschi dal campo) per procurarsi cibo, medicine ed altri oggetti utili.
Tematica (gli argomenti e i problemi fondamentali trattati nel libro): Primo Levi si è sentito in dovere di raccontare la propria storia per tramandare ai suoi lettori una testimonianza della brutalità del regime nazista, la stupidità e l’avidità di potere che ha indotto la “razza ariana” a voler schiacciare gli ebrei, una “razza inferiore”. L’uomo si è spinto fin troppo avanti con le sue crudeltà, ha torturato innocenti, costretto a massacranti lavori persone che prima di conoscere la vita del lager erano felici, è riuscito a distruggere quasi tutta un’etnia di persone. Il messaggio che l’autore ci vuole trasmettere è quello di non dimenticare, di non scordarci ciò che è successo per non ripeterlo in futuro.
Visione del mondo, della vita e ideali evidenziati nell’opera: Vivendo in un luogo come il lager, dove non bisogna fare domande, ma si deve lottare per vivere e rubare ciò che può servire, gli internati avevano una visione del mondo e della vita molto diversa da quella di un uomo libero: vivendo nei campi si imparava presto a non pensare a un domani che non potrebbe esistere e la felicità era vista come un’irraggiungibile meta. La libertà e l’amore sono gli ideali che più spiccano in quest’opera autobiografica.
Sintesi di un episodio particolarmente significativo e motivo per cui lo giudichi tale: Gli episodi del libro sono tutti molto interessanti, ognuno per un motivo diverso dagli altri. Tra tutti ho deciso di scegliere l’episodio intitolato “Il Canto di Ulisse” perché, anche se può sembrare marginale nell’insieme così tragico di vicende narrate dall’autore, ha invece un significato particolare: l’uomo, anche nell’abiezione più disumana, può ritrovare la sua dignità nel messaggio della poesia, messaggio di libertà e di conforto.
Infatti, nel suddetto capitolo, viene narrato il percorso dell’autore assieme a Jean (il “Pikolo” del Kommando chimico) fino alle cucine, dal posto in cui dovevano lavorare. Durante il tragitto, Levi rimembra alcuni brani della Divina Commedia tra le cui righe si percepisce un vivo desiderio di libertà. L’autore, per tutto il cammino, è intento a tradurre i passi in francese al compagno e ad insegnargli qualche parola in italiano. Questa è una delle poche volte in cui il protagonista ha dei momenti di pausa e semi – spensieratezza, entro i quali egli si sbizzarrisce parlando con i suoi amici e riesce a stampare sul suo sofferente viso un lieve accenno di sorriso.
Analisi dello stile dell’autore: L’autore scrive in maniera semplice e comprensibile e sa comunicare perfettamente ciò che ha provato nel periodo di “vita” in cui è stato internato. Il testo non è particolarmente ricco di vocaboli ricercati mentre, alcuni passi, scritti in maniera un po’ più curata, devono essere stati inseriti in epoca più tarda, posteriore al suo ritorno a casa.
Interesse che il libro ha suscitato o meno in te, motivando la tua risposta: Quest’opera, che da molto tempo volevo leggere, ha suscitato in me emozioni di vera indignazione verso le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale e ritengo che sia un ottimo libro per chi vuole acquisire qualche particolare in più su questo argomento. Consiglio a tutti questo libro.

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