karol il grande?

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Testo

ANDOLINA GRAZIA
4^S
16 APRILE 2005

Karol il Grande?
“Cerco di parlare la vostra lingua,la nostra lingua italiana. Se faccio degli errori,voi mi corriggerete”.
Il Pontefice polacco “venuto da lontano” è stato l’artefice della fine del comunismo,ma ha anche saputo dialogare con tutte le religioni e le culture. Non Solo:è stato il primo vescovo di Roma a entrare nella moschea di Damasco e ha creato più santi e beati di tutti i suoi predecessori messi insieme e infine,non dimentichiamo che ha perfino ammesso gli errori secolari dei cattolici,della Chiesa cattolica. Fino a riabilitare Galileo Galilei.
Date queste premesse è giusto santificare,dare riconoscenza a questo grande uomo?
A Papa Wojtyla c’erano voluti ventisei anni per diventare prete e solo tre minuti per conquistare la folla presente a San Pietro il lontano 16 ottobre 1978.
Ha combattuto il comunismo in Polonia, ha contribuito a sconfiggerlo nel mondo intero, ma non solo.
Karol, come nessuno mai al mondo è stato il primo grande uomo che, in veste papale è andato contro l’ Occidente egoista e dedito al consumismo, rifiutando il relativismo etico e gli stereotipi.
Karol ha fatto di più. Ha teso le sue braccia al Terzo Mondo, presentando in prima persona il suo cuore, la sua voce, il suo corpo ai poveri di tutto il mondo.
È stato il Karol della pace, il Karol della guerra puntando il dito contro gli interventi americani in Iraq.
È stato il Karol che, nonostante il tempo trascorresse inesorabilmente, si è battuto contro l’ indifferenza del mondo, il Karol che ha difeso la famiglia, i diritti di tutti gli uomini, il Karol che non ha esitato un solo istante a riflettere e a combattere ideologicamente la scienza e la tecnica che stavano soffocando la dignità di tutti gli uomini.
Nessuno dei 263 successori di San Pietro che lo hanno preceduto è stato come lui.
27 dicembre 1983, il Papa si reca nel carcere di Regina Celi per incontrare il killer turco che pochi anni prima lo stava per uccidere. E non esita a perdonarlo.
Karol, uomo del perdono.
Ma anche Karol, il Papa atleta e il Papa viaggiatore.
Karol uomo comune, il Papa che davanti a migliaia di persone alza il vestito papale, si mette la mano in tasca e prende una caramella; il Papa con le dita incrociate intento a giocare con i pollici; il Papa….. Papa che è anche uomo comune.
Karol è stato il primo Papa a girare il mondo, il primo Papa con due milioni di giovani che, nel 19 agosto del 2000 è giunto a Tor Vergata facendosi accompagnare da cinque ragazzi di cinque diversi continenti, varcando insieme un arco simbolico e dicendo che i giovani erano la speranza del mondo intero.
Karol, il primo Papa peccatore che a Gerusalemme nel marzo del 2000 ha depositato in una fessura del “ Muro del Pianto” un foglietto con una richiesta speciale: “Perdono per le colpe commesse dagli uomini di Chiesa nei confronti dei fratelli ebraici”.
11 novembre 1989.Berlino. Karol ha fatto cadere il muro della vergogna.
Detto ciò Karol è sicuramente il Grande, sarà sicuramente santificato come la folla dichiarava usando numerosi striscioni ai suoi funerali, al suo ultimo grande addio in piazza San Pietro.
Papa Karol, come molti uomini, nonostante fosse una superstar ha trovato molte porte chiuse.
In primis l’ unità dei cristiani; gli ortodossi rimangono ancorati alle loro tradizioni mentre gli anglicani sono distanti da Roma.
Nonostante l’ enciclica “ ut unum sint” e il Giubileo del 2000 non vi sono stati progressi validi per affermare che i cristiani erano veramente uniti.
Joannes Paulus II non è riuscito nemmeno a vincere gli integralismi del mondo islamico, non si è ancora riusciti a riconoscere l’ unico Dio della religioni monoteiste.
Karol ha visto anche sconfitto il suo grande progetto di globalizzazione dello sviluppo per vincere la povertà e la fame nel mondo.
Papa Wojtyla si è messo in gioco su questi temi e ha perso, ma da uomo comune ha accettato tali sconfitte.
Karol, il grande prete del mondo ha cambiato la storia, ha preso per mani l’ umanità del Terzo Millennio e con il suo grande carisma e dinamismo ha donato a tutti la forza di andare avanti e la fiducia di sé.
Ora che ha raggiunto la sua amata Maria, ora che si è concretizzato quel Totus Tuus tanto acclamato, che eredità ci lascia Wojtyla il Grande?
“Non abbiate paura” e “Aprite le porte a Cristo”, Karol nonno e padre di tutti noi ci offre il dono di essere sempre se stessi in ogni situazione e aiutarci, anche con piccoli gesti apparentemente inutili, per creare una grande famiglia in cui l’ uomo sia libero e rispettato.
È questo il dono di Karol il Grande, il Karol che spero riuscirà a ricevere la giusta ricompensa per aver cambiato la storia del XX e XXI secolo.

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