Versioni dall'" Auxilia Vertendi"

Materie:Versione
Categoria:Latino

Voto:

2 (2)
Download:139
Data:06.10.2005
Numero di pagine:6
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
versioni-auxilia-vertendi_1.zip (Dimensione: 8.83 Kb)
trucheck.it_versioni-dall--auxilia-vertendi-.doc     35.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

PAG 130 N°57
CESARE INVITA I SOLDATI AD ESSERE MODESTI E DISCIPLINATI
Il giorno dopo Cesare convocata l’assemblea rimproverò la temerarietà e la cupidigia dei soldati, perché essi stessi si erano indicati, dove sembrasse si dovesse avanzare e cosa si dovesse fare, e, dato il segnale di raccogliersi, non s’erano fermati e non si erano potuti trattenere dai tribuni dei soldati e dai legati. Espose cosa potesse l’avversità del luogo, di cui egli s’era accorto presso Avarico, quando, sorpresi i nemici senza comandante e senza cavalleria, aveva lasciata una vittoria assaporata, perché nello scontro non capitasse un danno pure piccolo per l’avversità del luogo.
(Diceva che) quanto ammirava la grandezza del loro coraggio, loro che non aveva potuto fermare né le fortificazioni degli accampamenti, né l’altezza del monte, né il muro della città, altrettanto rimproverava la libertà e l’arroganza, perché ritenevano di saperne più del generale sulla vittoria e sull’esito delle cose; non di meno egli rimpiangeva nel soldato la moderazione ed il controllo che il valore e la grandezza d’animo.
PAG 136 N°64
SAGGE OSSERVAZIONI DI SOLONE SUI MALI DELL’UOMO
Quanto saggiamente Solone giudicava che nessuno deve essere chiamato beato almeno finché vive perché siamo sottoposti ad una incerta sorte almeno fino all'ultimo giorno del destino.
Dunque il rogo che si contrappone all'assalto delle mani, porta a conclusione la parola dell'umana felicità, lo stesso vedendo uno degli amici che si lamentava dolorosamente lo condusse sulla rocca e lo esortò a girare gli occhi per tutta la parte degli edifici sottostanti.
Come capì che ciò era stato fatto disse "Pensa ora tra te quanto numerose sofferenze sotto questi tetti ci sono stati una volta e si trovano oggi e vi abiteranno nei tempi futuri, e cessa di piangere le sventure degli uomini come tue proprie". Con questa consolazione dimostrò che le città sono piene di sventure umane da commiserare, infatti diceva che "se tutti avessero portato in un solo luogo i
propri mali preferirebbero riportare a casa--i propri piuttosto che prendere la propria parte dal mucchio comune di sofferenze da ciò deduceva che non bisogna giudicare di eccezionale e intollerabile sofferenza le cose che noi soffriamo per la sorte.
PAG 138 N°68
LE SCIENZE COMPLEMENTARI
A questo punto perché non ci sia qualche perplessità se nessun insegnamento di così grandi cose viene indicato da me così affermo: come in tutte le rimanenti arti una volta che siano stati insegnati i principi di ciascun arte non è necessario che i rimanenti vengano insegnati perché sono più facili e simili, come in pittura chi ha imparato a dipingere l'aspetto degli uomini può dipingerlo in qualsiasi età o forma anche- se non 1’ ha imparato e non c'è, pericolo che chi dipinge un leone o in toro non li possa fare la stessa cosa per molti altri quadrupedi- non c'è assolutamente nessuna arte nella quale vengano insegnate dal maestro tutte quelle cose che possono essere realizzate con quell'arte, ma coloro che hanno imparato gli stessi principi delle cose fondamentali le altre acquisiscono i rimanenti per sé- allo stesso modo penso che in questa arte e in questa pratica del dire chi ha raggiunto quel vigore tale da poter muovere a suo piacimento le menti di coloro che ascoltano con qualche potere di decidere o riguardo allo stato o gli affari dello stesso o riguardo coloro contro i quali o a favore dei quali parla, quello non deve chiedere che cosa dire per tutto quel genere dei rimanenti discorsi tali, quanto quel famoso Policlito quando raffigurava Ercole, in che modo rappresentava la pelle o l'idra anche se non aveva mai imparato a farle separatamente.
PAG 153 N°78
SIMONE DI CEO, INVENTORE DELL’ARTE DELLA MEMORIA
Dicono che, mentre Simonide cenava a Crannone in Tessaglia a casa di Scopa, uomo ricco e nobile, e dopo che ebbe cantato quel carme che aveva scritto in suo) onore, nel quale a scopo di ornamento, secondo il costume dei poeti, erano state scritte molte lodi per Castore e Polluce, costui, con un comportamento davvero taccagno, disse a Simonide che per quel carme gli avrebbe dato la metà di quello che era stato pattuito; chiedesse il resto ai suoi Tindaridi, se gli sembrava opportuno, visto che li aveva elogiati nello stesso modo. Raccontano che poco dopo fu annunciato a Simonide di uscire; alla porta stavano due giovani che chiedevano di lui con grande insistenza; egli si alzò, uscì fuori, non vide nessuno: nel frattempo quella sala, dove Scopa banchettava, crollò; durante quel crollo lo stesso Scopa morì schiacciato insieme ai suoi parenti: poiché i parenti delle vittima volevano seppellirli e non potevano riconoscerli in alcun modo, perché erano sfigurati, si dice che Simonide indicò ciascun uomo da seppellire grazie al fatto che ricordava in quale posto ciascuno di loro fosse seduto a tavola; messo così in avviso da questo fatto, si dice che abbia scoperto che è soprattutto l'ordine che fa luce alla memoria. Pertanto quelli che vogliono esercitare questa facoltà della (loro) mente, devono prendere dei luoghi e devono raffigurare nella mente, e collocare in quei luoghi, quei concetti che vogliono tenere a memoria.
PAG 153 N°79
ALESSANDRO, DOPO AVER RISCHIATO DI MORIRE, SI RAMMARICA DELLE SUE CONDIZIONI
Frattanto il respiro aveva incominciato ad essere più libero: il re alzava gli occhi quando riprendeva un po’ la coscienza riconosceva gli amici circostanti: e la violenza della malattia sembrava alleviata soltanto per questo motivo perché l'avvertiva la gravità del male.
Ma anche la sofferenza dell'animo tormentava il corpo, perché si annunciava che il quinto giorno Dario sarebbe stato in Cilicia. Sì lamentava dunque essere consegnato legato che una così grande vittoria gli veniva strappata dalle mani che moriva nella tenda di una morte priva di fama e ignobile. Fatti venire gli amici insieme ai medici disse "vedete in che punto delle mie imprese mi ha sorpreso la sfortuna.
Mi sembra di sentire il rumore delle armi nemiche e io che portai per primo guerra, ormai vengo provocato. Dunque Dario quando scriveva una lettera così arrogante ebbe nel consiglio la, mia, sfortuna? Ma invano, se mi è permesso essere curato secondo la mia decisione. La mia situazione non può aspettare dei rimedi troppo lenti : comunque per me è meglio morire coraggiosamente piuttosto che guarire troppo tardi. Pertanto se nei medici c'è qualche capacità, qualche conoscenza sappiano che io chiedo un rimedio non tanto per la morte quanto per la guerra.
PAG 168 N°87
UN PIANO MAL RIUSCITO
Mentre queste cose venivano fatte a Benevento, Annibale dopo aver saccheggiato il territorio napoletano; mosse l'accampamento verso Nola. Quando il console avvertì che quello si avvicinava mandò fuori C.Nerone con il nervo della cavalleria, nel silenzio della notte attraverso al porta rivolta dalla parte opposta rispetto al nemico e ordinò di seguire di nascosto adagio adagio l'esercito dei nemici dopo-averlo circondato e di attaccare alle spalle quando vedeva la battaglia iniziata. Non si sa se Nerone non poté portare a termine ciò per uno sbaglio di strade o per il poco tempo. Essendo stata attaccata la battaglia senza che egli fosse ancora giunto senza dubbio i romani erano superiori, una poiché i cavalieri non arrivarono in tempo il piano concertato fu sconvolto. Non osando inseguire coloro che si ritiravano, Marcello diede il segnale di ritirata ai suoi c vincevano. Si dice che tuttavia in quel giorno furono uccisi 2000 nemici meno di 400 romani. Nerone, dopo aver stancato invano giorno e notte cavalli e uomini, tornando quasi al tramonto del sole senza aver visto neppure un nemico, fu tanto severamente rimproverato dal console ai punto che questi giunse a dire che era stata colpa sua che al nemico non era stata restituita la sconfitta subita a Canne.
PAG 346 N°234
CICERONE ATTACCA DECISAMENTE CATILINA IN SENATO
Fino a che punto, Catilina, approfitterai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora la tua pazzia si farà beffe di noi? A che limiti si spingerà una temerarietà che ha rotto i freni? Non ti hanno turbato il presidio notturno sul Palatino, le ronde che vigilano in città, la paura della gente, l'accorrere di tutti gli onesti, il riunirsi del Senato in questo luogo molto sorvegliato, l'espressione, il volto dei presenti? Non ti accorgi che il tuo piano è stato scoperto? Non vedi che tutti sono a conoscenza della tua congiura, che la tengono sotto controllo? O ti illudi che qualcuno di noi ignori cos'hai fatto ieri notte e la notte ancora precedente, dove sei stato, chi hai convocato, che decisioni hai preso? Questi i tempi! Questo il malcostume! Il Senato conosce l'affare, il console lo vede, ma lui è vivo. È vivo? Addirittura si presenta in Senato, prende parte alla seduta, indica e marchia con lo sguardo chi ha destinato alla morte. E noi, uomini di coraggio, crediamo di fare abbastanza per lo Stato se riusciamo a schivare i pugnali di un pazzo! A morte, Catilina, già da tempo dovevamo condannarti per ordine del console e ritorcerti addosso la rovina che da tempo prepari contro noi tutti!
PAG 342 N°228
SOLO L’UOMO FORTE RIESCE VITTORIOSO NELLEW DIFFICOLTA’ DELLA VITA
Come infatti avviene in battaglia che un soldato vile e pauroso, non appena visto il nemico, gettato lo scudo fugge quanto può e per questo motivo muore, talvolta anche se non ha ricevuto nessuna ferita, mentre colui che ha resistito non è capitato nulla del genere, così quelli che non possono sopportare l'idea del dolore si arrendono e così giacciono afflitti e privi di forze; coloro che invece hanno resistito ne escono molto spesso vincitori. Ci sono infatti alcune somiglianze dell'animo con il corpo- come i pesi vengono portati più facilmente con uno sforzo del corpo, schiacciano i deboli, molto similmente l'animo con la sua volontà allontana ogni pressione dei pesi, con la debolezza, invece, è oppresso a tal punto che non può innalzarsi.
E se cerchiamo il vero lo sforzo dell' animo deve essere utilizzato nell'assolvere tutti i doveri, questo è quasi la sola guardia del dovere.
Ma questa stessa cosa deve essere realizzata soprattutto nel dolore per non fare nulla in modo pauroso, come uno schiavo o una donna.

Esempio