Materie: | Appunti |
Categoria: | Latino |
Voto: | 2 (2) |
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Data: | 03.04.2001 |
Numero di pagine: | 1 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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SENECA
Stile dell’anima umana che è in guerra con se stessa. È uno stile tormentato che ci da il riflesso di un’anima in guerra con se stessa. Cosa si combatte nella sua anima? La battaglia per la libertas nell’ultima trincea contro la violenza della storia: la filosofia. La libertas consiste nel servire la filosofia. Roma dopo augusto ripercorre così la medesima parabola della Grecia con Alessandro Magno.Nella res publica era opposta alla dignitas, ora nel principatus non ha che 2 vie: suicidarsi come Catone Uticense o interiorizzarsi. Il mondo occidentale scopre una nuova dimensione, quella interiore. Seneca fu il primo a introdurre questo linguaggio a Roma, a coniarlo, ricorrendo a 2 metafore: interiorità come possesso o come rifugio. Interiorità come possesso = attinge alla lingua giuridica: Vindica te tibi = rivendicare legalmente il possesso di qualcosa, togliendola al proprietario illegittimo, implica il concetto di liberazione; suumus esse = essere se stessi, excitare = perquisire/indagare, guardare dentro;secum morari = stare con se stessi; relictus sibi = rifugiato in se stesso. Vieni preferita la diatesi attiva che implica il soggetto che agisce, alla diatesi passiva, che presuppone un soggetto che subisce. Questo è il linguaggio dell’interiorità. Linguaggio della predicazione. È il linguaggio rivolto verso l’esterno, l’umanità che è caratterizzato da: imperativi, esortativi, frasi brevi e spezzate, dalla sententia, i rapporti sintattici si contraggono e si semplificano, ogni sintagma è teso al limite della sua forza espressiva. La sintassi si allontana dalla complessità ipotattica e si avvicina all’agilità della lingua d’uso e della poetica. Sarà lo stile delpraeceptum e dell’admonitio.