Sallustio e la storiografia

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Testo

LA CRISI DELLA POLITICA E IL RIFUGIO NELLA STORIOGRAFIA

DALL'AZIONE POLITICA ALLA RIFLESSIONE STORICA
Sallustio nei proemi delle sue monografie, giustifica la scelta di coltivare la storiografia. In questo periodo per il cittadino romano era più importante costruire la storia grazie alla politica, piuttosto che scriverla. Per Sallustio non era praticabile l'alternativa in quanto in questo secolo l'attestarsi di istanze individualistiche e i cedimenti della ragione furono le cause che contribuirono nell'allentare i legami tra il singolo e la vita pubblica. Il disagio di vivere in un'epoca di profondo malessere fu quello che portò all'estinzione del senso dello stato. Così Sallustio reagì separando lo scrivere storia dal fare storia, dando una definitiva correzione al genere storiografica

I PRECEDENTI DEL GENERE
A partire dal III secolo a. C. la storiografia si avvaleva dell'annalistica che registrava gli avvenimenti del tempo e impiegato per la propaganda. I primi annalisti usavano il greco visto che la prosa latina non aveva ancora preso il sopravvento. Nel II secolo a. C. l'assenza di esigenze diplomatiche e propagandistiche rivolte al mondo greco, rese possibile la nascita di una storiografia in lingua latina nella quale spicca Catone Censore.

LA MONOGRAFIA STORICA E I GENERI NUOVI
L'inasprirsi della lotta politica a partire dalla seconda metà del II secolo indusse a concentrare l'attenzione a degli avvenimenti ben precisi che comportano la nascita di una monografia storica di Celio Antipatro e Sempronio Asellione. Nel I secolo la scoperta dell'individualismo e il culto della personalità contribuirono alla nascita di generi come la biografia di Cornelio Nepote, l'autobiografia di Gaio Cracco e la memorialistica di Cesare.

I MODELLI DI SALLUSTIO
L'opera di Sallustio risente di alcuni modelli congeniali che sono sostanzialmente 3: Lo storico greco Tucidide, la storiografia greca di età ellenistica e Catone. Da Tucidide prende procedimenti come “l'archeologia” i discorsi, gli excursus e l'attenzione per le cause politiche e per l'analisi delle forze in campo, cioè gli elementi del divenire storico, non escludendo però la fortuna e la tyche imprevedibile. Vedeva in Tucidide colui che aveva enunciato i limiti della demagogia. Dalla storiografia di scuola isocratea, cioè da Eforo e Isopompo, prese la tensione morale, il gusto per l'interpretazione psicologica e la cura dello stile. L'influenza ellenistica si riconosce nel gusto per l'elemento patetico e l'arte ritrattistica. Infine da Catone derivano i tratti stilistici e improntati ad arcaismo.

IL POSTO DI SALLUSTIO NELLA STORIOGRAFIA ROMANA
Sallustio deteneva un ruolo di primo piano nella storiografia romana. Alcuni contemporanei avanzarono riserve ai suoi scritti, nonostante l'influsso di Sallustio divenne operante a partire dalla metà del I secolo. Per esempio Livio ha un diverso modo di fare storia improntato a criteri ciceroniani e con spunti sallustiani. Fu Tacito che raccolse in particolar modo l'eredità sallustiana insieme alla gravità arcaizzante e al pathos drammatico dei ritratti. Gli arcaizzanti del II secolo d. C. vedevano Sallustio come imitatore di Catone, ma riemerge nel IV secolo in Ammiano Marcellino. In seguito gli scrittori cristiani iniziarono ad apprezzarne tematiche in accordo con il paganesimo, in modo da assicurare a Sallustio una fama e una rinomanza destinate a durare sino al Medioevo.

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