Orazio

Materie:Appunti
Categoria:Latino

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Testo

ORAZIO - EPISTOLE
I libro. Pubblicato nel 20 contiene 20 epistole in esametri dedicate a: Mecenate, Tiberio, Tibullo.
Nuovo genere poetico: una raccolta di epistole poetiche era una novità assoluta (anche x la poesia greca). Le epistole sono chiaramente uno sviluppo del genere satirico: Orazio comprende sotto il termine "sermones" sia le satire che le epistole (ma in queste non c'è attacco personale e la comicità è smorzata). Come le satire, hanno in gran parte una tematica morale (influsso delle lettere di Platone e epicureo). Notevole spazio x l'autobiografia (probabile influsso delle epistole di Cicerone). Naturalmente sono scritte x la pubblicazione, perciò trattano di solito questione etiche di carattere generale. Le figure dei destinatari suggeriscono in parte l'ambiente raccolto e intimo del poeta, in parte una nuova apertura delle relazioni di Orazio verso fasce + ampie della società. Opera di carattere filosofico: l'opera è esplicitamente posta sotto il segno della filosofia, anzi, nell'epistola proemiale a mecenate è presentata come il frutto di una conversione dalla poesia alla filosofia. Nelle epistole, come nelle satire, tema di fondo è la riflessione sull'equilibrata norma di comportamento morale: la nota prevalente è quella della meditazione intima e della raccomandazione morale. Il poeta è guida morale, ma dichiara di non possedere la verità , morale aperta e inquieta: il poeta è malinconico e ansioso di raggiungere il solido conforto di una filosofia rigorosa. L'inquietudine del poeta non si manifesta soltanto nella diversità non risolta delle sue proposte morali, ma anche in alcune aperte confessioni della propria malattia morale. La consapevolezza dell'incapacità di trovare x sé e x gli altri una medicina sicura, la persistente insoddisfazione che ne deriva, danno a tutto il libro delle epistole un tono malinconico di singolare fascino.
II libro. Comprende 2 epistole di oltre 200 versi, la letteratura è tema rilevante (sono dette infatti epistole letterarie). Orazio sperimenta ora un modo epistolare + ampio e disteso. L'epistola a Floro riflette la stessa atmosfera spirituale del 1° libro; esprime il rifiuto di scrivere poesia a favore della filosofia, vera medicina dell'anima. Nell'epistola ad Augusto tratta questioni relative al ruolo e ai compiti della poesia; rivendica davanti al sovrano (impegnato nella rifondazione dello stato) la grande funzione educatrice della poesia, la sua capacità di dare un'identità alle comunità civili (questa funzione spetta soprattutto al teatro); invita Augusto a dare spazio e protezione anche a chi non scrive x il teatro, selezionando con attenzione i poeti di qualità, che soli daranno prestigio duraturo a lui e al suo regime.
"Ars poetica". Il titolo è gia in Quintiliano ma forse il titolo originale era "Epistula ad Pisones". Lunga 476 versi rappresenta una nuova evoluzione della forma epistolare verso il trattato. Il lettore ha la sensazione di un procedere fluido e quasi casuale del discorso, la struttura dell'opera resta x buona parte sfuggente ed è oggetto di infiniti dibattiti. L'insegnamento graziano mostra chiaramente un fondo di derivazione aristotelica sia x l'impostazione razionalistica della trattazione sia x singoli precetti. L'opera è di capitale importanza come espressione delle motivazioni, dei compiti, dei principi estetici che hanno guidato la grande stagion artistica della poesia augustea (c manifesto della classicità augustea). Orazio insiste su un'idea di arte armonica, equilibrata, guidata dalla ragione. Egli dà una brillante trattazione dei principi di unità aristotelica. Riconosce la necessità del talento naturale (ingenium) ma, erede di Callimaco e del neoterismo, insiste sempre sulla altrettanto essenziale necessità del "mestiere", della professionalità: dell'ars, appunto. Dall'eredità neoterica trae il principio secondo cui la poesia deve dare piacere, ma lo associa al principio di utilità (miscere utili dulce). Ragionevole equilibrio: l'eleganza non deve portare a capricciose oscurità ma deve sposarsi con la limpidezza e la leggibilità se l'opera deve avere una funzione morale di ampia portata. L'Ars riflette l'ultima fase della poesia oraziana x il rilievo che dà alla funzione sociale, al ruolo di civilizzazione, della poesia.

Esempio