L'ideale del perfetto oratore - Cicerone

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Categoria:Latino

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Testo

"L'oratore deve possedere prontezza di spirito e di mente, acuta nel trovare argomenti, feconda negli sviluppi e negli ornamenti, salda e stabile nella memoria. Se qualcuno crede che tutto ciт si possa acquisire con la tecnica - ma sbaglia: sarebbe giа un fatto ben insigne, se potesse con la tecnica destarsi e sollecitarsi; certo non puт la tecnica introdurlo e donarlo ad alcuno - che dovrei dire delle qualitа che nascono senza dubbio con l'uomo stesso: scioltezza di lingua, sonoritа di voce, potenza di polmoni, costituzione robusta, particolare conformazione e aspetto del volto e del corpo? Nй sostengo che la tecnica non possa perfezionare nessuno, poichй non ignoro che le buone qualitа possono diventare migliori con la scuola, e quelle non ottime possono in qualche misura affinarsi e correggersi. Perт esistono individui o cosi incerti nella pronuncia o cosi stonati nella voce o cosм sgraziati e rozzi nel volto e nel movimento del corpo, che, per quanto saldi d'intelligenza e di tecnica, non possono tuttavia entrare nel novero degli oratori. Viceversa ne esistono altri cosм adatti nelle stesse cose, cosм ornati di doni naturali, da sembrare non nati da uomo, ma foggiati da dio. E in certo modo un grave fardello assumersi il compito e l'impegno di essere, nel silenzio generale, l'unica persona degna di ascolto sulle massime questioni, in una grande assemblea di gente, poichй quasi tutti i presenti scorgono piщ acutamente e ostinatamente i vizi che le virtщ di un oratore. Cosм, se incorre in un solo difetto, questo copre anche i pregi. Non sostengo ciт allo scopo di distrarre giovani privi di qualche dote naturale dallo studio dell'eloquenza. [...] Perт noi stiamo cercando quale deve essere l'oratore; e quindi dal nostro discorso deve uscire un oratore privo di ogni difetto e ricco di ogni pregio. Se il gran numero delle liti, se la varietа delle cause, se la solita, barbara folla del foro ammette anche gli oratori piщ difettosi, non per questo abbandoneremo la nostra ricerca. Ora, nelle arti, in cui non si cerca necessariamente un vantaggio, ma qualche diletto disinteressato dell'animo, come siamo solerti e difficili nel giudicare! Ebbene, non vi sono liti nй dispute, che possano costringere la gente a sopportare nel foro oratori non buoni, come nel teatro attori cattivi. Perciт bisogna fare in modo che l'oratore non basti soltanto a quanto и necessario, ma riesca ammirevole nelle cose che si possono liberamente giudicare. [...]
Negli esercizi poi che ogni giorno da giovane m'imponevo, era abituale questo, che sapevo aver praticato abitualmente il mio famoso avversario Gaio Carbone: mi mettevo innanzi alcuni versi quanto mai solenni, oppure leggevo qualche discorso, finchй riuscivo a tenerli a mente, poi declamavo lo stesso argomento della mia lettura con altre parole, le piщ scelte possibile. Ma in seguito mi accorsi che questo procedimento aveva un difetto: le parole piщ proprie per ogni argomento, piщ eleganti e migliori, le aveva giа fatte sue Ennio, se mi esercitavo con i suoi versi, o Gracco, se per caso mi ero messo innanzi una delle sue orazioni. Quindi, se usavo le stesse parole, l'esercizio non serviva a nulla; se altre, nuoceva addirittura, poichй mi abituavo a usarne di meno adatte. Decisi allora di tradurre le orazioni dei massimi oratori greci, e questo esercizio praticai da giovane. Con la loro lettura raggiungevo questo scopo: nel tradurre in latino quanto avevo letto in greco, non solo facevo uso di parole elegantissime, eppure di uso comune, ma anche ne formavo sul modello greco di nuove per noi, ma adatte al caso.
Dunque l'esercizio della voce, del fiato, dei movimenti di tutto il corpo e persino della lingua, richiede non tanto una tecnica, quanto una fatica. E qui bisogna stare ben attenti alla scelta dei modelli cui vogliamo uniformarci. Dobbiamo osservare non solo gli oratori, ma anche gli attori, per evitare di cadere in qualche difetto sgradevole.
Bisogna poi esercitare la memoria imparando perfettamente, parola per parola, il maggior numero di scritti nostri e altrui. In tale esercizio non mi dispiace affatto, se vi sei abituato, anche l'impiego metodico di segni e schemi, che la tecnica insegna.
Infine bisogna trar fuori il discorso, da questo esercizio domestico e ritirato, nel bel mezzo della lizza, nell'arena, nel frastuono, fra le armi e le battaglie del foro; bisogna affrontare la vista della gente e porre allo sbaraglio le forze dell'ingegno; bisogna esporre alla luce della veritа le meditazioni nascoste. Bisogna anche leggere i poeti, conoscere le storie, leggere e rileggere i maestri e gli scrittori delle belle arti, farne l'elogio, spiegarli, emendarli, esporne i difetti; discutere pro e contro ogni argomento, estrarre gli elementi che in ogni cosa possono sembrare lodevoli. Bisogna imparare a fondo il diritto civile, conoscere le leggi, apprendere tutta la storia antica, gli statuti del Senato, l'ordinamento dello Stato, i diritti degli alleati, i trattati pubblici, i patti privati, i privilegi dell'impero; e inoltre da ogni genere di umorismo bisogna assorbire la lepidezza delle battute, da disseminare, come il sale, su tutta l'orazione".

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