L'Eneide

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Testo

Virgilio: L’ENEIDE

Virgilio compone l’Eneide dal 30 al 19 a.C., anno della morte nel quale aveva deciso di intraprendere un viaggio in Grecia per visitare i luoghi che aveva narrato nella sua opera, ma, che non aveva potuto compiere a causa di una malattia che lo prese a Brindisi prima della sua partenza. Egli aveva espresso il desiderio che il poema fosse bruciato perché non aveva potuto revisionarlo, e, non voleva che fosse pubblicato qualcosa di suo che non fosse perfetto.
Possiamo notare la mancata revisione poiché l’opera contiene versi incompleti, soprattutto nel III ° libro, che in tutto sono cinquantotto.
Nel III ° libro delle Georgiche Virgilio aveva già annunciato la composizione del poema che doveva esaltare la grandezza di Augusto e di Roma, e, in un primo tempo egli intendeva comporre un poema a carattere storico. Questo gli risultò difficile per la mancanza di esempi e perché avrebbe dovuto trattare di storia contemporanea, quindi decise di comporre un poema epico tradizionale sulla base dei poemi omerici, inserendo in un impianto mitologico gli avvenimenti storici sotto forma di profezie.
Virgilio parte, nella composizione, dal mito di Enea che i romani consideravano loro progenitore e in particolare la Gens Iulia si considerava diretta discendente di Iulo o Ascanio, figlio di Enea.

 La struttura

L’Eneide è un poema epico tradizionale in dodici libri, e, può essere suddiviso in due sezioni che riprendono i poemi omerici. Dal libro I° al libro VI ° si rifà all’Odissea dove è presente la tematica dell’avventura; dal libro VII ° al libro XII ° si rifà all’Iliade dove è presente la tematica bellica. Anche la parte introduttiva riprende l’Odissea poiché mette il lettore in medias res (all’interno del racconto). Anche la tecnica del racconto è uguale a quella dell’Odissea (eroe che arriva in una terra straniera dopo varie peripezie e racconta a corte le sue avventure)
• Libro I°: Proemio; arrivo di Enea a Cartagine
• Libro II °: interruzione del racconto per riprendere gli avvenimenti precedenti (Flash Back) tramite un racconto, terminato il quale si riprende la storia da dove la si era lasciata.
• Libro III °/IV °/V°: racconto delle avventure di Enea alla regina Didone
• Particolare del Libro IV °: troviamo la concezione negativa dell’amore che è la stessa delle Bucoliche e delle Georgiche (suicidio della regina Didone il cui amore per Enea non è ricambiato). La morte di Didone è presa come presagio dell’odio fra Roma e Cartagine e delle guerre Puniche.
• Libro VI °: libro che più celebra la grandezza di Roma insieme all VIII ° libro; punto centrale del racconto; uno dei più importanti libri dell’opera perché si ha il viaggio di Enea nell’oltretomba, nel quale ad Enea viene comunicato il disegno degli dei e cioè che doveva compiere la missione di fondare Roma (gli viene comunicato dal padre). Anche all’inizio del VI ° libro abbiamo un proemio. Riassunto delle vicende: Enea incontra il padre Anchise nei campi Elisi (paradiso) il quale gli fa la rassegna dei suoi discendenti fra cui troviamo Ottaviano Augusto che riporterà pace e benessere a Roma portandola al suo massimo splendore. La rassegna dei discendenti si conclude con l’elogio della figura di Marcello, figlio della sorella e quindi nipote di Ottaviano, morto in gioventù. E’ dall’elogio di Marcello che Ottaviano si innamorerà dell’Eneide e per questo impedisce che l’opera sia bruciata.
• Libro VII °: descrizione del viaggio di Enea da Evandro che aveva fondato un regno nel Lazio. Nella descrizione dei luoghi c’è un collegamento col II ° libro delle Georgiche quando Virgilio fa l’elogio dell’Italia.
• Libro VIII °: descrizione dello scudo di Enea dove sono raffigurate le scene della storia romana e il racconto della battaglia di Azio (esaltazione di Augusto, vincitore contro Antonio)
• Libri IX ° & XII °: episodi presi a modello da Tasso e Ariosto nella composizione delle loro opere per il tema dell’amicizia.
Molti episodi dell’Eneide sono poi ripresi da Dante nella Divina Commedia.
Un aspetto comune ai personaggi dell’Eneide è la rassegnazione; tutti si rassegnano al destino voluto dagli dei, essi non sono padroni delle proprie azioni e sacrificano i loro sforzi per il bene della collettività.
L’unico personaggio a fare eccezione è Didone, che, con la sua morte, va contro il volere degli dei (tematica presente nel IV ° libro delle Georgiche: chi disobbedisce alla divinità ha una fine tragica. Al centro di tutto c’è la religione).
Enea con tutte le sue caratteristiche è il simbolo del cittadino romano ideale: possiede la pietas religiosa, ha sacro il valore della famiglia (tanto è vero che per l’anniversario della morte del padre si reca nel luogo dove quest’ultimo era passato a nuova vita e organizza dei grandi festeggiamenti in suo onore), ha sacri tutti i valori morali (es. la patria) che erano alla base della tradizione romana.

Esempio



  


  1. giulio

    I nomi di tutti i personaggi k compiono nell eneide