Materie: | Appunti |
Categoria: | Latino |
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Data: | 05.11.2001 |
Numero di pagine: | 3 |
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Testo
LUCREZIO
Sulla vita di Lucrezio si hanno poche notizie controverse; si pensa sia nato nel 98 a. C. e sia morto nel 55 a. C.
DE RERUM NATURA
È un poema epico-didascalico in esametri, suddiviso in sei libri in cui espone la filosofia di Epicuro. Pubblicato post-mortem da Cicerone, si rivolge ad un pubblico colto che Lucrezio considera incerto e diffidente, da convincere. Applica uno stile poetico per rendere il poema più attraente; lo stile e la filosofia vanno di pari passo: si distacca dall’ortodossia e pensa che solo la poesia possa rendere la magnificenza del suo poema e della filosofia epicurea. Lucrezio rivendica la continuità con Omero ed Ennio e considera materia sublime tutto ciò che riguarda Epicuro e la sua conquista del sapere. Ma la vera sublimità di Lucrezio sta nel riuscire a far convivere tendenze diverse e contrastanti in uno stile unico mirato a rispecchiare la realtà. Ogni libro è inquadrato da un proemio e da un finale. I proemi trasmettono il grandioso messaggio della liberazione epicurea. All’entusiasmo espresso nei proemi si contrappone l’insistenza sugli aspetti più cupi si un’esistenza ignara della verità epicurea. Il messaggio di Lucrezio è che solo nell’accettazione della natura si può trovare ristoro dalle calamità che ci affliggono: cerca, infine, di spiegare la realtà non di giustificarla.
Rifacendosi ad Epicuro, sviluppa un procedimento d’induzione analogica: usa di frequente immagini sottratte alla realtà per accedere alla comprensione dell’attività atomica, al di fuori delle comuni percezioni. Una tale ricchezza d’immagini è giustificata da un fine pedagogico-persuasivo: Lucrezio puntando alla persuasione del suo interlocutore fa leva sull’emotività.
L’EPICUREISMO LUCREZIANO
La libertà dalla superstizione religiosa nasce dalla concezione filosofica epicurea della natura materialistica del mondo. Quindi in tutto il poema vi è un attacco alla religione condotto con il massimo sforzo. Il timore della morte è la fonte di ogni male: l’uomo ha paura della morte come privazione di vita. Lucrezio, invece, la intende come cessazione di ogni attività, di ogni sensibilità, come semplice assenza di vita. Reputa questa insensata paura la causa scatenante di uno spasmodico desiderio di autoaffermazione che non fa altro che scatenare i vari conflitti per il potere e la ricchezza che portano all guerre civili. Lucrezio, pur riferendosi alla condizione universale dell’uomo, sembra indirizzarsi alle altre sfere della società romana che attraversa un periodo di profonda crisi dei valori. Dipinge la storia dell’evoluzione dell’uomo come afflitta dal complesso del gambero: auspica, o quantomeno idealizza, un ritorno alla semplicità primordiale in cui tutto è vissuto per quello che è, senza inutili paure. Per Lucrezio il piacere è costituito dall’assenza o cessazione del dolore; è un piacere statico, ottenibile con il soddisfacimento dei bisogni naturali.
Interpretazione diffusa è quella che vede nel poema di Lucrezio una buona dose di pessimismo dovuto alla stolta infelicità dell’uomo e della sua condizione: schiacciato dalle solenni, inevitabili e incombenti leggi della natura, compresso tra la vita e la morte, non vale un niente e non può fare altro che aspettare di essere schiacciato da meccanismi troppo grandi.
LO STILE DI LUCREZIO
Per l’importanza e la solennità dello stile Lucrezio si rifà ad Ennio anche se non mancano riferimenti alla poesia didascalica alessandrina. Lucrezio reinventa il modello arcaico con un ritrovato piacere per la sonorità allitterante. Aspirando a far da tramite per la filosofica epicurea il linguaggio tende alla chiarezza e alla precisione: ogni tratto dello stile è un a scelta motivata e funzionale.
Infine vi è da chiedersi come mai Lucrezio abbia scelto il medium della poesia, i contraddizione con i principi della filosofia epicurea; la spiegazione è che combinando l’ardua dottrina filosofica con la suadente e piacevole arte poetica gli uomini, con un piccolo inganno ottengano un grande beneficio: la liberazione dai tormenti della religione.
Tutti questi elementi confluiscono in uno stile vario, multiforme, maestoso e sublime come la natura che cerca di rappresentare in ogni suo aspetto.
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