De divinatione

Materie:Versione
Categoria:Latino

Voto:

2.5 (2)
Download:80
Data:26.05.2000
Numero di pagine:2
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
de-divinatione_1.zip (Dimensione: 2.69 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_de-divinatione.doc     20.5 Kb


Testo

“DE DIVINATIONE” PAG. 5
Io devo rispondere allora a ciò che tu hai detto, ma in modo da non affermare nulla, da interrogarmi su ogni cosa, dubitando di molte cose e diffidando di me stesso. Se infatti avessi qualcosa di sicuro da dire, io stesso, che nego l’esistenza della divinazione, divinerei. In realtà mi fa riflettere ciò che soprattutto Carneade soleva chiedere, di quali cose ci fosse mai la divinazione, se ci fosse di quelle che sono percepite dai sensi. Ebbene noi ci accorgiamo, sentiamo, gustiamo, annusiamo, tocchiamo appunto quelle cose. Forse ciò che quindi c’è in queste cose, che sentiamo per preveggenza o ispirazione dell’anima più che per le stesse facoltà naturali? O forse un qualche indovino, se cieco, come fu Tiresia, potrebbe dire cosa sia bianco, cosa nero, o se sordo, potrebbe conoscere le differenze delle voci o le melodie? Allora la divinazione non viene applicata a nessuna di quelle cose che sono colte da un senso. Orbene nemmeno in quelle cose che sono trattate dall’arte è necessaria la divinazione. In realtà dai malati siamo soliti condurre non vati o indovini, ma medici, e in verità coloro che vogliono suonare la cetra o il flauto imparano il loro modo di suonare non dagli indovini ma dai musicisti. Lo stesso ragionamento vale per la letteratura e per le restanti cose di cui c’è una disciplina. Sei forse del parere che coloro, che dicono che divinino, possano rispondere, se il sole sia più grande della terra o tanto, quanto sembra? E se la luna usa la propria luce o quella del sole? Quale moto abbia la luna, il sole? Quale i cinque pianeti, che dicono che si muovano? Coloro che si considerano profetici dichiarano che non diranno né queste cose, né quali siano veri, quali falsi dei teoremi di geometria; infatti tali cose sono proprie dei matematici, non degli indovini.

Esempio